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Adamo Bencivenga
VITA
DA SINGLE
Ah sì vero, ero un vero e proprio
malato d’amore, come un chirurgo senza esperienza che dimentica
le farfalle nello stomaco, mette il cuore in gola e sposta la
testa tra le nuvole. Mi ero messo in testa di trovare la formula
matematica per calcolare esattamente quante persone sbagliate mi
sarebbero ancora capitate per arrivare a quella giusta, ma alla
fine credetti davvero di aver trovato l’anima gemella,
trionfante dissi al mio amico Gilberto: “Adesso mi manca solo il
corpo!” Sapevo benissimo che l’amore quello vero non poteva che
essere la stessa persona che mi avrebbe reso felice e triste
allo stesso tempo. In amore non c’era via di scampo, si litiga e
si fa pace senza nemmeno parlare! Del resto pensavo: “Non c’è
nessuno più maleducato dell’amore. Entra sempre senza bussare
Non chiede mai il permesso quando arriva e non saluta mai quando
se ne va.”
Gilberto a tale proposito se ne uscì con una
delle sue: “Se amare significa soffrire mi sono amato un’altra
volta il dito nella porta.” E poi per rassicurarmi concluse:
“Ricordati che per l’amore serve il libretto di istruzioni per
l’illuso, ma non disperare, la tua anima gemella è lì fuori! Tra
7 miliardi di persone. In 5 continenti. Supponendo che sia viva.
E che sia single e donna. Se però la vuoi trovare nel raggio di
10 km hai la stessa probabilità di fare 6 al superenalotto.” Già
era proprio un’impresa, ma dovevo comunque provarci anche perché
mi ripetevo che se fosse stata troppo simile a me non mi sarebbe
piaciuta e che con la storia del “Siamo troppo diversi per stare
assieme”, oggi non avremmo il vitello tonnato. Quindi non dovevo
cercare la donna giusta, ma la serenità, per cui, mi ripetevo,
se non mi avesse reso sereno sarebbe comunque stata sbagliata.
Insomma mi stavo convincendo, ma con le dovute accortezze:
“Non puoi avere la donna della tua vita. O hai la tua donna o
hai la tua vita” sapendo benissimo che un uomo è innamorato
quando il suo cervello, il suo cuore e il suo sesso si mettono
d’accordo su un’unica donna. Certo ero sfiduciato perché l’amore
quello vero arriva solo una volta nella vita ed a me era già
capitato per le lasagne! Ma si sa che l’amore è come lo spigolo
del letto, sai perfettamente dove sia, ma ci vai comunque a
sbattere per cui pensavo quanto sarebbe stato bello se il mondo
fosse andato al contrario. La mia storia sarebbe iniziata dalla
fine e l’ultimo giorno insieme sarebbe stato pieno d’amore e di
passione. Pensai a mia nonna che continuava a comprare le penne
rigate “perché a nonno piacevano”, ma nonno era morto da sette
anni! Poi mi venne in mente mio nonno, lui teneva la cravatta
anche in casa, perché voleva che nonna lo vedesse bello come il
primo giorno. Ed è stato così fino all’ultimo giorno. Eh sì
quello era il grande amore!
Ero certamente in un momento
no della mia vita, ma al grido di can che abbaia non demorde
Gilberto cercò di risollevarmi il morale: “Ci si innamora dei
difetti delle persone. Quindi non preoccuparti se nessuno ti
vuole, vuol dire che sei perfetto! E comunque chi ama ti sa
anche inventare!” Però poi aggiunse. “Mio caro l’amore è una
trappola per troppi e l’unico che resiste in eterno si chiama
amor proprio. Quindi se ami qualcuno lascialo andare. Se torna,
vuol dire che ti sei innamorato di un boomerang.” A quel punto
mi sorrise teneramente: “Non voglio disilluderti, sappi che
fuori ora sta piovendo e se davvero credi nel colpo di fulmine
prova a metterti sotto quell’albero.”
Forse il segreto
consisteva nell’innamorarsi di attimi e non di persone, di
battiti e non di chilometri: E se l’amore fosse stata
un’invenzione di Parigi? Avevo sicuramente dei dubbi ed allora
affogai nella cioccolata pensando che l’amore era come la
Nutella, se togli “te” non resta nulla oppure pensando al contro
senso degli ossimori, sicuramente avrei amato da morire per
sentirmi vivo!
Poi smise di piovere e Gilberto tornò a
sedersi accanto a me sul divano: “Pensa che oggi io e la mia
ragazza festeggiamo 27 anni che lei non esiste. Perché sai
l’amore è anche questo: puoi litigare, picchiare, uccidere,
sgozzare, succhiare il sangue, farla a pezzi, bruciare il corpo,
nascondere le ceneri, cambiare identità, ma poi si fa subito
pace. Poi aggiunse: “L’amore è quella cosa che prima sei felice,
poi sei triste, poi sei euforico, poi sei depresso. Più che un
innamorato sembri uno psicopatico! Del resto la gente farebbe di
tutto pur di farsi una scopata. Perfino innamorarsi! Ma ti
ricordo che dire “ti amo” non vale né da ubriachi, né tantomeno
durante la penetrazione. E un uomo innamorato è disposto anche a
fare il giro del mondo per vedere la propria amata. Quindi se a
cena fai fatica a passarle la maionese, devi farti una domanda!
Però posso dirti che la persona giusta la riconosci subito
perché ti fa vedere sbagliate tutte le altre donne, e l’amore
nasce esattamene quando ormoni e neuroni iniziano a danzare
insieme e a quel punto da vero innamorato bevi per festeggiare,
poi quando ti lascia bevi per dimenticare, se ti manca bevi per
non pensarci, più che innamorato sei un alcolizzato! Quindi ti
conviene fare come me: tra il sesso senza amore e l’amore senza
sesso finora ho scelto internet senza limiti!”
Sì che lo
sapevo! Del resto amore significa amare tutto ciò che il proprio
partner odia di se stesso e come aveva fatto la mia amica
Alessandra avrei dovuto abbassare le mie aspettative da principe
azzurro a poco nuvoloso. Lei mi ripeteva spesso: “Nella vita ci
si innamora due volte. La prima pensando che sia l’unica. La
seconda capendo che è la prima, ma ricordati che esistono solo
due tipi di donne: quelle che credono ancora nell’amore e quelle
che hanno già comprato un gatto!” Beh sì la capivo in fin dei
conti l’ultimo uomo che l’aveva invitata ad uscire con
insistenza era stato il ginecologo della madre al momento del
parto.
Date le premesse alla fine uscimmo insieme.
Alessandra era una bellissima ragazza di trenta anni, magra,
capelli lunghi mori, insomma una donna affascinante se non fosse
stato per la misura del suo seno pari allo zero assoluto. La
prima volta sul divano di casa sua provai un imbarazzo fuori dal
comune e mi resi conto che una ragazza senza tette era come un
paio di pantaloni senza tasche: non sapevo dove mettere le mani!
Convivemmo per due giorni, al terzo mi accorsi che aveva
replicato perfettamente la tecnologia della segreteria
telefonica che si basa su una grande teoria: parlare con chi
vuoi in qualunque momento, anche se l’altro non ti sta
ascoltando.
Lo so cosa starete pensando… ogni convinzione
acquisita porta altri dubbi, per cui mi chiedevo: “Perché è così
difficile trovare una donna che sia fedele, ricca, bella
sensibile e intelligente? Il punto era che se davvero fosse
stata fedele, sensibile e intelligente ecc. ecc. sarebbe già
stata impegnata e nella remota eventualità che non lo fosse non
capivo perché avrebbe dovuto scegliere proprio me! Ma si sa che
l’ombrello costa e la pioggia è gratis e che ogni frutto cade
sempre vicino all’albero o come diceva il mio gallo: "Meglio una
gallina oggi che un uovo domani" per cui, non ascoltandolo, mi
ritrovai di nuovo da solo.
Per convincermi della scelta
giusta mi chiedevo perché le donne, pur essendo perennemente a
dieta, quando si separavano, come prima cosa, chiedessero gli
alimenti, ma che comunque quello non era il caso di Alessandra
visto che non eravamo sposati e lei non sarebbe mai stata a
dieta. Il mio amico Gilberto non approvò la mia decisione e con
aria riflessiva sentenziò: “Il postino suona sempre due volte.
Il che è seccante se abbiamo già aperto.” Nulla da eccepire. Poi
aggiunse una frase a parer mio senza senso, ma apprezzai la sua
genialità: “Gli uomini sono come gli spermatozoi. Solo uno su un
milione è utile.” Per autoconvincermi mi ripetevo “Non sono io
la pecora nera, ma sono le altre ad essere bianche!”
A
lungo andare sentii la stanchezza della vita da single e anche
il peso degli anni, qualcuno di meno, qualcuno di più,
specialmente quelli bisestili. Mi sentivo decisamente vecchio,
ma come diceva Gilberto meglio vedere i fiori da sopra che le
radici da sotto. Poi col suo sarcasmo macabro una volta mi
disse: “Non c’è niente che ti faccia sentire single come le
offerte di cene romantiche di San Valentino su Groupon.” Davvero
dura la vita da single! Triste come una moca da uno, un servizio
con una tazza sola, un solo asciugamano celeste con scritto
“Lui” o giocare al Monopoli da solo. In effetti ero così single
che quando trovai due calzini accoppiati scoppiai a piangere per
la commozione. La mia casa era ridotta ad un caos primordiale.
Quando mettevo in ordine infilavo direttamente la sedia carica
di vestiti dentro l’armadio.
Eh già quella vita da single
non faceva per me! Mi chiedevo: “Perché hanno messo la luce in
frigorifero se lo spuntino di mezzanotte è sconsigliato da tutti
i nutrizionisti?” Dura la vita da single! Decisi allora di
metterli a dieta e trovai un dietologo davvero bravo, in due
mesi persi 4.000 euro! Dura la vita da single! Me ne accorsi
ancor di più quando, dopo aver letto su una ricetta “mettere il
pollo in forno a 120 gradi”, lo tirai fuori mezzo bruciato da
una parte e completamente crudo dall’altra. A proposito di cose
immorali pensavo davvero che il sesso fosse la cosa più bella,
naturale e pura che i soldi potessero comprare…
Gilberto
che adorava il pudore femminile mi disse: “Bisogna tuttavia
saperlo vincere, pur senza mai perderlo.” Un vero signore
Gilberto. In effetti era molto sensibile all’argomento, convinto
che non fosse né un freno e né un pericolo. Il più delle volte
chiosava dicendo: “Sono pericolose solo le cose che tolleri a
lungo! Una relazione fissa, il matrimonio e i dolci! Il grasso e
le puttane sono innocui.”
Ed io del resto mi sono sempre
considerato l’ultimo degli idealisti, e nella mia mente
sostavano sempre due tipi di donne: una creata dalla mia
immaginazione e l’altra che non era ancora nata. Purtroppo era
vero, stavo cadendo nell’ennesimo stato di ansia e depressione!
Anche i palindromi mi mettevano ansia. Andai dal medico e mi
consigliò un grammo di XANAX al giorno. Mi veniva sempre in
mente una frase di Gilberto: “Impara a ridere di te stesso: una
vita intera di divertimento gratis!” E poi da vero amico
aggiungeva: “Se davvero vuoi avere un sogno non perdere tempo.
Vai a dormire!”
Ma si sa che il lupo quando perde il pelo
rimane senza per cui mi dicevo: “Non è vero che dopo un po’ di
tempo le cicatrici si chiudono. Impari solo a convivere con il
dolore!” Ma nonostante questa sconcertante verità non volevo
abbandonare per nulla al mondo la mia vita da single! Scrissi a
caratteri cubitali sulla lavagnetta in cucina: “Un uomo senza
una donna è come un pesce senza la bicicletta”. Sì ok non aveva
alcun senso, ma per noi uomini il matrimonio era ancora un
pensiero fisso. “Del resto” diceva Gilberto, “ci sono due tipi
di uomini: quello che paga la donna delle pulizie e quello che
la sposa. E poi ancora: “Noi uomini siamo convinti di avere due
cose smisurate. Una è l’ego…”
Vabbè dai, non sempre le
cose vanno come dovrebbero andarsene e nonostante il mio
ritrovato buonumore non funzionò, per cui dopo una settimana
sostituii la frase con: “Andare da McDonald e chiedere
un’insalata è come andare da una prostituta e chiedere delle
coccole.” Non contento misi un annuncio sulla cronaca romana del
Messaggero: “Cercasi relazione seria per una notte”. Ma anche in
questo caso la frase non produsse alcun effetto per cui ci
riprovai con un secondo annuncio: “Non c'è bisogno che io sia
morto per donare il mio organo”. Il donatore di organi in
effetti poteva essere un’ottima soluzione di copertura, del
resto le donne hanno bisogno di un pretesto per fare sesso,
mentre gli uomini di un posto. Mi ripetevo che in fin dei conti
il matrimonio era il primo passo verso il divorzio, che nel
matrimonio gli anni più duri sono i primi venti, perché dopo,
tutto si accomoda e che comunque sia occorre sposare solo donne
belle confidando nell’aiuto che qualcuno prima o poi ce ne
liberi.
In un giornale femminile mi andò l’occhio su una
frase di Coco Chanel: “Un uomo può indossare ciò che vuole.
Resterà sempre un accessorio della donna.” Poi voltai pagina e
lessi che il 50% dei matrimoni finisce in divorzio mentre
l’altro 50% con la morte del partner. Per cui non avendo scampo
avrei dovuto sperare di finire nel primo lotto. Troppo poco!
Gilberto ci mise del suo dicendomi che il divorzio risaliva,
probabilmente, alla stessa epoca del matrimonio. Riteneva,
comunque, che il matrimonio fosse più antico di qualche
settimana….
“Sessualmente, gli uomini sono come le vacanze.
Non durano mai abbastanza.” Purtroppo era così vero che la mia
autostima andò sempre più scemando. Dopo Alessandra cercai di
frequentare altre donne, ma la considerazione non migliorò:
“Gli uomini sono come le bottiglie di birra: sono vuoti dal
collo in su.” E poi ancora: “Gli uomini sono come i forni a
microonde: all’inizio pensi che ti cambino la vita… poi scopri
che servono solo a riscaldare.” E ancora… “Gli uomini hanno il
quoziente intellettivo che varia tra i 10 e i 25 centimetri.
Dio mio! Non avevo scampo!
Beh sì lo confesso, ero pieno
di amore, ma non sapevo chi amare, provai prima con un pesce
rosso e credendo fosse una questione di colore ne provai uno
verde, ma niente, il risultato era sempre lo stesso. Poi provai
con un gatto, un cane, un cavallo, un merlo, un criceto, una
tartaruga alla fine odiavo gli animali e diventai un vegetariano
convinto nel senso che vegetavo giorno e notte sul divano.
Gilberto a quel punto si allarmò e iniziò a parlarmi con
parabole di sky ed ellissi di sole. Certo mi fece pensare, ma fu
ancora più evidente quando declamò: "Innamorarsi dovrebbe essere
scritto staccato: In amor arsi!" Aveva ragione, in fin dei conti
l'amore ha i suoi t'amo e i suoi m'odi, ma essendo un indefesso
ottimista pensavo che sarebbe stato tutto più semplice se tutte
le margherite avessero avuto il numero dei petali dispari.
Era tardi, Gilberto nonostante fosse assonnato non perse il suo
sarcasmo: “Dicono che, se a notte fonda vai sul balcone e gridi
alla luna il nome della persona che ami, è il modo più
universale per dimostrare a te stesso che sei innamorato e alla
vicina di casa di provare le sue capacità di lanciatrice di vasi
di gerani.”
Poi si alzò e prima di chiudere la porta di casa
mi disse: "Amare vuol dire senza zucchero."
Ma la
depressione bruciava e lievitava come le mie torte di mele in
forno convinto che le 3 maggiori crisi nella vita d’un uomo
ammontavano solo a tre disgrazie e cioè: la perdita della
moglie, la sconfitta della propria squadra del cuore, un graffio
sulla carrozzeria dell’auto. Allora, sia pure per poco, riuscivo
a sollevarmi: non avevo moglie, la mia squadra di calcio sostava
perennemente negli ultimi posti della serie inferiore e avevo
venduto l’auto!
Ero al culmine della mia depressione da
single e la sera per risollevarmi presi ad andare in birreria.
Certo sapevo che chi va con lo zoppo cammina lentamente, ma la
scelta della bionda, scura o rossa mi dava un sensazione di
erotico estremo. Sarà stata la schiuma, il sapore del doppio
malto, le tette della cameriera, ma senza dubbio la birra era e
rimaneva la più grande invenzione della storia. Sì, anche la
ruota è stata una buona idea, ma una ruota non si accompagna
altrettanto bene con la pizza.
Fuori dal locale c’era un
grande manifesto con scritto: “Pensa al tuo futuro! Non fermarti
alla terza media!” Geniale e in effetti non mi passava nemmeno
per l’anticamera del cervello fermarmi a tre!
Specialmente
nei mie frequenti post-sbornia cercavo di ribellarmi alla solita
domanda: Single o Sposato? Del resto la libertà non stava nello
scegliere uno dei due stati, ma nel sottrarsi a questa scelta
prescritta. E’ evidente che ero alla ricerca di me stesso, ma
non mi trovavo da nessuna parte.
Iniziai così a studiare
teologia, compresi la bellezza delle tante religioni, mi sentivo
fortunato, potevo chiamare Dio in mille modi, Dio, Allah,
Buddha, Geova, Jahvé, il problema era che nessuno di questi mi
rispondeva.
A pensarci bene il Dio in cui crediamo è stato
creato dagli uomini e non viceversa. Ed i poveri temerari che
cercano di conciliare la ragione con la fede, o non hanno
sufficiente ragione o non hanno abbastanza fede. Chi crede sa
che il deserto può fiorire in una notte e l’Amazzonia morire in
un’ora (più la seconda che la prima!)
Ad ogni modo ad
ogni gatto che ride c’è un topo che prega per cui, per darmi un
tono, la sera guardavo National Geographic con lo stesso
atteggiamento con cui guardavo Penthouse: per vedere luoghi
meravigliosi dove mai sarei riuscito ad andare di persona. Ma si
sa che quando la fortuna bussa alla porta.... tu sei nella vasca
da bagno e quindi iniziarono le classiche fobie, tipo di aver
paura di morire durante il sonno, chiedendomi logicamente se la
mattina me ne fossi più o meno accorto. Dalla mia mente uscivano
riflessioni del tipo: la donna è stata il secondo errore di Dio,
ma sappiamo benissimo che se la montagna viene da te... e tu non
sei Maometto... devi correre perché è sicuramente una frana!
Allora andai da un mago indovino, feci le scale a quattro a
quattro convinto che avrei risolto tutti i miei problemi, ancora
con l’affanno bussai ansioso più volte, e dall’altra parte della
porta lui mi chiese: “Chi è?”
“Ah, cominciamo bene…” Risposi
tra me e me riguadagnando le scale.
Mi sentivo inutile come
un posacenere sulla moto o come un semaforo rosso nel deserto,
ma alle volte il peggio che può capitare a un genio è di essere
compreso. Allora cercai di risollevarmi pensando che un tempo
ero stato di certo lo spermatozoo più veloce di tutti! Ma non
bastava ed allora pensavo a quanto ero stato felice da bambino.
Ricordo che a Natale mia madre faceva il tacchino, ed io ridevo
molto perché era una pessima imitazione.
Ero comunque un
bambino prodigio. Impiegavo sempre meno di sei mesi per fare i
puzzle, anche se sulla scatola c'era scritto "dai 2 ai 5 anni".
Comunque devo dire che la mia infanzia fu abbastanza felice
finché non mi resi conto che l’acqua potabile non aveva i rami e
il corriere della droga non era un quotidiano.
I rapporti
tra mia madre e mio padre andavano a gonfie vele, entrambi
avevano abbracciato la teoria del compromesso. Se per le vacanze
mia madre voleva andare al mare e mio padre invece in montagna,
il compromesso era che si andava sicuramente al mare, ma al mio
papà era concesso di portarsi gli sci. Comunque dopo
quarant’anni il matrimonio funzionava ancora perché avevano
deciso di parlare a turni. Ancora un mese e sarebbe toccato a
mio padre.
Una volta chiesi a mio padre cosa fosse il ciclo e
lui candidamente rispose: “Figliolo, hai presente quando papà ha
torto ancora prima di svegliarsi?” Poi sussurrando:
“Probabilmente morirò senza aver capito perché le donne abbiano
inventato il mal di testa per non fare sesso, anziché per non
lavare i piatti.”
A casa facevo degli esperimenti con il
piccolo chimico e scoprii che bagnando del filo di rame con
dell’acqua distillata e olio extravergine non succedeva
assolutamente niente! Ma non provai la stessa delusione quando
inserii meticolosamente due dita della mano sinistra dentro i
buchi della presa di corrente a 220 volts. Da quell’istante
abbandonai ogni sogno di gloria e dedicai molte ore allo sport e
principalmente al tennis per non dover giustificare i troppi
muscoli sul solo braccio destro. Purtroppo giocando ebbi un
incidente ad un piede e mi accorsi che chi va con lo zoppo
arriva tardi, ma anche che se ti rompi anche l’altro non
zoppichi più. Gilberto sorseggiando il suo cappuccino di
mezzogiorno ed oltre diceva che non esiste altro peccato che la
stupidità, mentre io preferivo replicare che lo stupido ripete
sempre lo stesso errore, mentre l'intelligente commette ogni
volta un errore diverso.
Come un pesce lottavo contro la
corrente con il rischio di morire fulminato, ma si sa che la
mucca di legno fa il latte compensato e un autolesionista
sfigato non sa mai dove sbattere la testa per cui in quel
periodo vidi di tutto: killer annoiati che non sapevano come
ammazzare il tempo, albergatori che andavano in pensione, stufe
in calore, frigoriferi rimasti di ghiaccio, dentisti incisivi,
idraulici che non capivano un tubo, cuochi mettersi nei
pasticci, un gruppo di ciechi vedere un film muto, infermieri
fare dei prelievi in banca, fabbri saldare il conto, insegnanti
senza classe ed etichette senza eleganza, comunque Pomì e
Pummarò mi furono utili per imparare a distinguere una passata
da un futuro, e una salsa da una rumba.
Beh sì ero
decisamente in una condizione pietosa, chiesi aiuto a Gilberto
il quale non ebbe dubbi: “Quando pensi di avere tutte le
risposte, la vita ti cambia tutte le domande.” Ed infatti non
potevo dargli torto. Risposi convinto: “Ci sono anni che fanno
domande e anni che danno risposte.”
Al tempo passavo le
mie vacanze estive in campeggio, divenni bravissimo a montare le
canadesi, ma anche le tedesche. Così come in casa montai da
solo, senza alcun aiuto, sedici persiane in un giorno… Era un
modo come un altro per mettere alla prova il mio fascino latino!
Durante quei mesi vidi di tutto: Binari morti che aspettavano di
essere sepolti, un gallo mettere la sveglia per paura di essere
licenziato, genitori anziani mettere al mondo direttamente dei
nipoti, atleti mangiare 2 primi 3 secondi e 4 decimi, diabetici
morire in luna di miele, gondole cambiare canale, libri con
l'indice fratturato, tende da sole in cerca di compagnia,
animali in via di estinzione cambiare indirizzo, dentisti
estrarre una radice quadrata... vidi tutto questo e tanto altro,
ma ancora adesso non riesco a capire una cosa molto importante:
ma una rosa senza spine... va a batteria ?
Si sa che la
vera felicità sta nelle piccole cose, tipo: una piccola villa,
un piccolo yacht, un piccola fortuna e visto che la valigia si
porta, ma la porta non si valigia e l’unica cosa che arresta la
caduta dei capelli è il pavimento decisi di prendermi un anno
sabatico rifugiandomi nella magia nera e nei piaceri del sesso.
Partecipai a qualche messa nera con il risultato di avere un
diavolo per capello e un cosciotto di pollo alla diavola. Poi
per ammazzare la noia accettai di lavorare da un mio amico che
aveva un campo di girasoli pigri, due volte al giorno bisognava
girarli a mano. Comunque feci esperienza e l'esperienza è una
cosa meravigliosa: permette di riconoscere un errore quando lo
si commette di nuovo.
Gilberto veniva spesso a trovarmi la
sera, vedendomi come al solito perennemente disteso sul divano,
diceva: “Un arcobaleno che dura un quarto d’ora non lo si guarda
più.” Preoccupato per il mio stato da single chiosava: “Se
qualcuno ci manca non significa che ha sbagliato mira! Lo so che
ora stai pensando di vendicarti col mondo ma ricordati che la
vendetta è un piatto che va spaccato in fronte!”
Geniale il
mio amico!
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Photo Aykut Gürel
FRASI, MODI DI DIRE, CITAZIONI, AFORISMI
PRESI DALLA RETE. SI RINGRAZIANO TUTTI GLI AUTORI
COMPRESO IL SOTTOSCRITTO
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
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