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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Asta Nielsen
L’assassino
dell’acquedotto
La prima Diva che portò l’Erotismo
nel Cinema Stella danese del
cinema muto, soprannominata la Diva del Nord. Grande attrice
tragica, colta, raffinata e coraggiosa nelle scelte artistiche.
Con il suo volto pallido, illuminato da ardenti e mobilissimi
occhi scuri, rappresentò la prima vera diva della storia del
cinema europeo.
(Copenaghen, 11 settembre 1881 – Frederiksberg, 24 maggio 1972)
.Madame, infanzia difficile vero? Il
mio nome completo è Asta Sofie Amalie Nielsen. Sono nata
a Copenaghen nel 1881. Mio padre Jens Christian Nielsen
era un umile fabbro e molto cagionevole di salute. Morì
quando avevo quattordici anni, lasciando la famiglia
nella più estrema povertà.
Sua madre? Mia
madre, Ida Frederikke Petersen, faceva la lavandaia e in
tutti i modi cercò di mantenere me e mia sorella
Johanne, come poteva, e spesso ci picchiava duramente
con una frusta sfogando così la rabbia della sua
condizione. Ma non ho alcun risentimento verso di lei,
anzi, mia madre si è spaccata la schiena per farci
vivere una infanzia e una adolescenza dignitosa.
Dovette lasciare la scuola molto presto… A scuola ero
entrata a far parte del coro del Teatro Reale di
Copenaghen, ma purtroppo lasciai gli studi nel 1895,
l'anno della morte di mio padre. Sapevo leggere,
scrivere e far di conto, ma nulla di più. Mia madre
avrebbe voluto che facessi la commessa, ma io sognavo di
diventare attrice.
Come andò? Dimostravo
trent' anni, ma in realtà ne avevo 14! Avevo anche
talento e riuscii ad ottenere una borsa di studio con
annesse lezioni private e gratuite di recitazione. Dopo
di che ottenni qualche audizione e qualche particina qui
e là.
In quel periodo successe qualcosa nella sua
vita privata… Ero ancora inesperta sui fatti della
vita… Rimasi in stato interessante a diciotto anni, ma
mi rifiutai categoricamente di sposare il padre della
bambina, nonostante lui si fosse offerto di riparare e
di provvedere al suo mantenimento. Quando me lo chiese,
risposi: “Avere questo bambino è incredibilmente
importante per me; ma avere un marito non è affatto
così!” Lo dissi nonostante fossi ben consapevole dei
pregiudizi che gravavano sulle ragazze madri nella
società del tempo. La mia testardaggine fu premiata:
diedi luce a mia figlia Jesta.
Nel 1910 ottenne
finalmente un ingaggio al Dagmar-Theater di Copenaghen…
Lavorai in quel teatro per tre anni, ma visto che non mi
venivano mai affidati ruoli da protagonista, cercai di
farmi strada partecipando a una tournée in Scandinavia
senza però riuscire a sfondare. Neanche il ritorno in
Danimarca sortì alcun effetto e mi ritrovai confinata
nelle solite parti di comprimaria.
L’occasione
arrivò poco dopo… Fu il giovane scenografo Urban Gad
ad offrirmi il tanto sospirato ruolo da protagonista in
un film scritto e diretto da lui. Benché diffidassi del
cinema, lo ritenevo “una forma svilita e commerciale di
spettacolo”, accettai la proposta. Nella pellicola,
intitolata Afgrunden (L’abisso) recitavo tra l’altro una
scena di seduzione esibendomi in una danza
dichiaratamente erotica, credo la prima della storia del
cinema. Comunque il film ebbe uno straordinario, quanto
inaspettato, successo, trovando riscontro perfino
all'estero.
Estero significa Germania? Oh sì,
la Danimarca non riusciva ancora a valorizzarmi quando
la Germania, con un'industria cinematografica
sicuramente più sviluppata, reagì in maniera più pronta.
La fama della scena erotica nel film era arrivata fino
in Germania.
Il grande comico Olaf Poulsen aveva
scritto: "Quando comincia a ballare i movimenti del suo
corpo, la luce dei suoi occhi, sprigionano una carica
erotica così intensa che lo schermo diventa
incandescente e la tensione si abbatte sulla platea
facendo quasi esplodere il sangue alle tempie degli
spettatori. Tutti sono come travolti e paralizzati.”
Alla fine Poulsen dichiarò di avere l'impressione di
essere stato colpito da un fulmine. Eh già, la
Deutsche Bioscop non si fece scappare l’occasione e mi
mise sotto contratto per due film, Sangue bollente e
Nachtfalter che si rivelarono entrambi dei grandi
successi.
Poi arrivò il contratto della vita con
la Projektions-AG "Union"… Era il momento felice per
sfruttare le migliori condizioni! Con Urban Gad firmammo
un contratto per ventiquattro film. L'accordo ci
consentì di avere mano libera sui nostri film, a
condizione che girassi almeno otto pellicole l'anno.
Con Gad non ci fu solo una intesa professionale…
Diciamo che si era creata una intesa perfetta. Ci
sposammo nel 1912 e lavorammo insieme per tre anni. Alla
fine i film furono una trentina, la maggior parte dei
quali dal sapore erotico-sentimentale dal gusto
provocatorio dell’epoca. In poco tempo divenni una star
in Germania dove ero conosciuta come la diva del Nord o
diva silenziosa. Nel 1915 ci fu il divorzio da Urban che
mise fine anche alla nostra collaborazione artistica.
Dopo la separazione il suo successo e la sua fama
non vennero minimamente intaccati. Continuai a
lavorare in Germania in film di grande successo e
diretta da registi di richiamo, passando gradualmente
dal personaggio di diva dalla conturbante carica erotica
a quello di attrice capace di interpretare i ruoli più
diversi. Nel 1925 fui diretta da G.W. Pabst ne "La via
senza gioia" nel quale recitava anche Greta Garbo. Sa
cosa disse di me la Divina?
Mi dica… “Confesso
di non aver mai compreso il mio grande successo visto
che ero niente se confrontata ad Asta Nielsen!".
Indimenticabile fu l’interpretazione cinematografica
dell’Amleto. Oh sì, lì interpretavo il ruolo maschile
di Hamlet.
Finora eravamo nella culla del muto….
Con il passaggio al sonoro come andò? Non ho mai
digerito il sonoro, per me era una forma d’arte
completamente diversa. A mio parere non sarebbe dovuta
essere una transizione, ma un cammino parallelo.
Comunque andò male.
Ovvero? Con l'avvento del
sonoro mi trovai a dover fronteggiare un nuovo stile di
recitazione per cui dopo il film Unmögliche Liebe del
1932, decisi di ritirarmi e dedicarmi al teatro.
E’ vero che fu invitata a tornare sugli schermi dai
maggiori esponenti del regime nazista? E’ vero sì,
furono Adolf Hitler e Joseph Goebbels in persona a
sollecitare un mio ritorno, me lo chiesero durante una
cena di gala, ero seduta al loro fianco, ma io declinai
l’invito e nel 1936 preferii tornare in Danimarca a
scrivere diversi articoli parlando sia di arte che di
politica e una mia biografia Den tiende Muse pubblicata
nel 1945 in due volumi.
Durante la seconda guerra
mondiale Asta Nielsen inviò del denaro ad Allan O.
Hagedorff con lo scopo di aiutare e sostenere gli ebrei
perseguitati, in particolare inviando cibo nel campo di
concentramento di Theresienstadt. Nel 1919 sposò in
seconde nozze il costruttore svedese Freddy Windgardh.
Il matrimonio fu di breve durata e si concluse con un
divorzio a metà degli anni 1920. Poi ebbe una relazione
con l'attore russo Gregori Chmara, conosciuto attraverso
il loro comune amico Georg Brandes. All'inizio del 1960,
a 83 anni, dovette fare i conti con il più duro colpo
della sua vita: sua figlia Jesta si suicidò in seguito
alla morte del marito. Nel 1970, a 89 anni, si sposò per
la terza volta con Christian Theede un mercante d'arte
più giovane di lei di 18 anni, confermando quella
spregiudicatezza che aveva guidato le sue scelte di
attrice e la sua volontà di non voler vivere di ricordi.
Christian fu il grande amore della sua vita. I due
viaggiarono molto, tanto che decisero di lasciare la
loro fortuna ad una fondazione di viaggi per gli
anziani...
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.treccani.it/enciclopedia/asta-nielsen_%28Enciclopedia-del-Cinema%29/
https://it.wikipedia.org/wiki/Asta_Nielsen
http://www.timelessbeauty.it/asta-nielsen-la-diva-porto-lerotismo-nel-cinema/
http://www.fembio.org/english/biography.php/woman/biography/asta-nielsen/
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1986/03/16/nel-1910-apparve-asta-nielsen.html?ref=search
https://en.wikipedia.org/wiki/Asta_Nielsen
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