Madame le sue origini?
Il mio nome vero è Mary Deubler, sono nata nel 1864 a New
Orleans da genitori tedeschi.
Crescendo divenne
bellissima, intelligente e ambiziosa...
La mia
famiglia non era affatto ricca, anzi direi poverissima, ma io,
mentre giocavo per i vicoli malfamati di New Orleans, desideravo
godermi ogni bellezza che la vita potesse offrirmi e così a 17
anni iniziai a lavorare come prostituta in un bordello a
Storyville.
Assunse il nome “d’arte” di Josie
Alton…
Grazie alla mia bellezza, in breve tempo,
riuscii a guadagnare a sufficienza per mantenere la mia famiglia
e quella del mio fidanzato Philip Lobrano.
Fidanzato?
Beh il sentimento c’era eccome, ma era evidente che Philp avesse
fiutato l’affare e pesava sulle mie spalle oziando tutto il
giorno.
Gli affari andavano a gonfie vele…
I clienti di quel bordello, nonostante fosse bel fornito di
ragazze giovani ed affascinanti, facevano la fila per passare
del tempo con me per cui stanca di farmi sfruttare guadagnai
quel tanto per aprire un mio bordello e gestirlo insieme al mio
compagno.
Dov’era il bordello?
Al 172
di Customhouse Street, nella zona di Storyville, l’unico
quartiere a luci rosse legale dal 1897 al 1917. La concorrenza
era spietata, pensi che a Storyville lavoravano circa duemila
prostitute e c’erano circa quaranta bordelli.
Da
qualche parte ho letto che già nel 1897 l’intera città di New
Orleans guadagnasse oltre 15 milioni di dollari l’anno dal
sesso.
Per questo motivo i funzionari della città,
resisi conto che non riuscivano a liberarsi della prostituzione,
decisero di porre dei freni al fenomeno creando un quartiere,
ossia Storyville, in cui solo le prostitute autorizzate potevano
esercitare il loro mestiere.
Storyville non era
certamente una zona raccomandabile…
Ovvio, il
quartiere era il più malfamato di New Orleans. Le risse erano
frequenti e una scoppiò all’interno del mio locale. Philiph, il
mio fidanzato, purtroppo, in quell’occasione, accoltellò un uomo
e venne arrestato per omicidio.
Lei come reagì?
Ero sconvolta, la scena dell’accoltellamento mi aveva lasciato
strascichi indelebili. Da quel giorno cercai di selezionare i
miei clienti buttando fuori dal mio locale chiunque mostrasse
atteggiamenti violenti.
E poi cosa fece?
Beh capisce bene che con il mio mestiere non potevo rimanere da
sola, per cui mi fidanzai con John Brady, un impiegato presso
l'ufficio del tesoro della città. Poi cambiai di nuovo nome e
divenni Josie Arlington. Licenziai tutte le prostitute e ne
assunsi delle nuove, perlopiù straniere per dare un certo tono
al locale, ma questa volta le scelsi raffinate e istruite
all’eleganza e alla discrezione.
Divenne un
bordello chic… immagino!
Ristrutturai il locale
facendolo ad immagine e somiglianza dell'Arlington Hotel di Hot
Springs in Arkansas. Lo chiamai semplicemente The Arlington ed
ospitava una serie di saloni decorati in diversi stili nazionali
tra cui il Salone Turco, il Salone Giapponese, il Salone di
Vienna e il Parlor Americano. Aveva anche una Hall of Mirrors e
numerose grandi sale tutte decorate con pitture, tende, statue e
mobili in stile. Nel mio locale si potevano gustare liquori
buonissimi e ottimo cibo, le donne indossavano costosa e
ricercata lingerie francese.
Un club molto
esclusivo…
Erano ammessi solo uomini di un certo
rango sociale. Quella scelta mi portò ricchezza, fama e rispetto
e il mio locale divenne il più frequentato della città.
Anche il più costoso…
Beh sì, non tutti
potevano permettersi una serata nella mia casa. I prezzi erano
da capogiro. Una prostituta costava 5 dollari, quando lo
stipendio medio orario di un lavoratore era di 20 centesimi. In
qualsiasi momento del giorno e della notte il cliente poteva
scegliere tra le dieci e le dodici ragazze oppure allietarsi a
costi più bassi con spettacoli dal vivo. Comunque il locale era
sempre pieno e i guadagni arrivarono alle stelle.
Si narra che passarono nel suo bordello gli uomini più
influenti di tutta l’America!
Col tempo divenni
custode di segreti delle vicende americane più delicate e
scottanti, sia personali che politiche, e riuscii nel giro di
poco tempo a sfruttare a mio vantaggio quelle confessioni
strappate nell’intimità dell’alcova, arricchendomi e
consolidando la mia influenza.
Lei passò anche
per una benefattrice...
Molte ragazzine in cerca di
un lavoro bussavano alla mia porta, ma, piuttosto che avviarle
alla prostituzione, pagavo loro una quota per il sostentamento
giornaliero. Allo stesso tempo mi rifiutai di sfruttare il
commercio della deflorazione delle vergini, rinunciando così a
immensi guadagni. Pensi che una vergine accertata veniva pagata
fino a 200 dollari per la prima
prestazione! Le ragazze che
lavoravano nel mio bordello erano tutte già avviate al mestiere
e nessuna vergine è stata mai contaminata o sfruttata dalla mia
attività! Questo ed altre iniziative del genere a favore delle
ragazze povere come ero stata io, aumentarono il rispetto nei
miei confronti.
Poi però?
Sembrava
che la vita mi sorridesse, da ragazzina estremamente povera ero
diventata ricchissima, ma nel 1905 un incendio, forse appiccato
dalla concorrenza, distrusse l’intero bordello. Non rimase più
niente! Anche io fui salvata appena in tempo e passai diversi
giorni tra la vita e la morte.
Passò dei brutti
momenti immagino
Diciamo che non mi ripresi più,
quell’esperienza aveva scatenato in me paure e fobie tali da
avvertire in qualunque momento l’angoscia del pericolo. Mi
ritirai nella mia villa e delegai la gestione del nuovo bordello
a John mentre io, pensando alla morte imminente, mi dedicai a
far costruire dall’architetto Albert Weiblen uno straordinario
pezzo di arte funeraria ossia un mausoleo in marmo rosso nel
cimitero di Metairie. Feci costruire porte decorate in rame e
fuori dalla cripta feci mettere la statua di bronzo di una
giovane ragazza che bussa alla porta, rappresentazione delle
tante ragazzine a cui risparmiai una vita di prostituzione.
Con la prostituzione dilagante l’intero quartiere fu
chiuso vero?
Fu chiuso contro il volere della
cittadinanza e del sindaco il quale eseguendo l’ordine disse:
«Puoi rendere la prostituzione illegale, ma non puoi renderla
impopolare».
A proposito della statua in bronzo
davanti al suo mausoleo, sa cosa successe un anno dopo la sua
morte?
Oh sì, alcuni visitatori scapparono
terrorizzati affermando che la statua si fosse mossa e che
addirittura fosse scesa per alcuni gradini dal mausoleo. I
guardiani andarono immediatamente a controllare e trovarono la
statua della ragazza con le mani lungo i fianchi anziché con un
braccio alzato in procinto di bussare alla porta.
Cosa successe?
Rimasero tutti sconcertati a
quella vista e il cimitero venne chiuso fino a che non giunse la
polizia. Al nuovo controllo la statua era nuovamente nella posa
originaria. Ma da quel giorno la mia tomba divenne un luogo di
pellegrinaggio e le voci di avvistamenti del mio fantasma furono
talmente tante da richiedere spesso l’intervento della polizia
per cacciare la gente da quella zona del cimitero. A quel punto
la mia famiglia, stanca di quelle voci, decise di rimuovermi
dalla cripta, seppellirmi in un altro luogo del cimitero e
vendere la tomba.
Josie Arlington, ovvero Mary
Deubler, chiuse definitivamente la sua attività nel 1909. Morì
il 14 febbraio del 1914 a causa di una malattia e furono molti
che nei giorni a seguire andarono a porgerle gli omaggi.