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INTERVISTE
IMPOSSIBILI Lizabeth Scott
La donna noir
Attrice statunitense, donna affascinante
ma volutamente lontana dallo stereotipo della vamp bionda, nota
soprattutto per essere stata la conturbante 'femme fatale' di
numerosi film noir dell'epoca d'oro di Hollywood
(Scranton, 29 settembre 1922 – Los Angeles, 31 gennaio 2015)
Madame le sue origini? Il mio nome
vero è Emma Matzo e sono nata in Pennsylvania da
genitori di origine slovacca. Da bambina studiavo
pianoforte e canto e lavoravo nel negozio di mio padre.
Poi nell’adolescenza, nonostante avessi ricevuto una
educazione rigidamente cattolica e mia madre mi ripeteva
a più riprese di essere una signora, sognavo di
diventare una cantante e un'attrice.
I suoi
studi? Studiai recitazione alla Alvienne School of
Drama di New York. Venni scoperta da Hal B. Wallis
quando sostituii a Broadway, la leggendaria attrice
Tallulah Bankhead in 'The Skin of Our Teeth' del 1942
diretto da Elia Kazan. Hal era un produttore
indipendente, la sua piccola casa di produzione lavorava
in collaborazione con la Paramount Pictures.
A 23
anni debuttò nel cinema Esordii nella prima
produzione di Wallis, era una pellicola sentimentale dal
titolo Incontro nei cieli, diretta da John Farrow. Avevo
il ruolo di una accompagnatrice che si innamora di un
aviatore che sta per morire di leucemia.
Non fu
un successo clamoroso… On no, comunque la mia
interpretazione fu ben accolta sia dalla critica che dal
pubblico. Al tempo ero una perfetta sconosciuta e mi
pagavo la scuola di recitazione facendo la modella e
interpretando appunto piccoli ruoli negli spettacoli di
Broadway.
Dopo il primo film fu immediatamente
soprannominata “La minaccia” per il suo grande fascino,
bionda platino dall'aspetto inquietante, fisico
slanciato, sguardo enigmatico e la voce roca… Fui
subito inghiottita dalla macchina hollywoodiana che mi
trasformò in breve tempo in un’eroina dei film-noir del
periodo.
Andiamo per ordine, dopo “Incontro nei
cieli” seguirono altri film… Interpretai il mio primo
ruolo noir nel film Lo strano amore di Marta Ivers del
1946 per la regia di Lewis Milestone, a fianco di mostri
sacri del calibro di Barbara Stanwyck e Van Heflin. Il
film fu un vero successo sia di critica che al
botteghino. La mia interpretazione venne definita dal
settimanale Variety come superiore a quella della stessa
Stanwyck, che nel film aveva il ruolo di dark lady.
A proposito della sua voce, il suo partner Humphrey
Bogart nella pellicola Solo chi cade può risorgere del
1947 affermò: «La Scott è una Cenerentola con la voce da
husky.» Sempre il quell’anno affiancai Burt Lancaster
in due film di successo: Furia nel deserto diretto da
Lewis Allen, una torbida storia d'amore scritta da
Robert Rossen e girato in Technicolor, e nel film Le vie
della città per la regia di Byron Haskin, una storia
cupa di tradimento e vendetta dove interpretai la parte
di una cantante di night club che si innamora di un
ex-galeotto appena uscito di prigione.
Poi la
definitiva consacrazione nel ruolo di femme fatale …
Eh sì, girai due film: Tragedia a Santa Monica, nel
quale interpreto una donna che sarà la rovina di un
povero agente di assicurazioni, marito e padre, e
successivamente nel film È tardi per piangere dove
interpreto il personaggio di Jane Palmer, una donna
odiosa ed avida, che uccide il marito per denaro.
La critica del tempo dice che lei rimase
imprigionata nel suo ruolo… Dalla fine del 1949 fino
al termine della mia carriera mi offrirono solo parti di
donna perduta, avida ed arrivista. Non ebbi la
possibilità di uscire da questo ruolo.
Lei non si
sposò e non ebbe figli. Oh no mi sposai una sola
volta con il principe russo Stass Reed, ma il matrimonio
durò meno di un anno. Ebbi diverse relazioni con il
produttore Hal B. Wallis, il petroliere texano Bill
Dugger, con il direttore della stazione radiofonica KLAC
Mortimer Hall e con gli attori Stewart Granger e
Laurence Harvey, ma, nonostante questo, il gossip
dell’epoca mi dipinse come attrice bisessuale. Un
giornale scandalistico nel 1955 uscì addirittura con un
titolo a sette colonne insinuando che avessi in realtà
tendenze omosessuali affibbiandomi numerosi e
fantomatiche relazioni con altre stelle del cinema.
Questa faccenda compromise definitivamente la mia
carriera.
Nel 1957 la carriera
cinematografica della Scott volse al termine con la
partecipazione ad Amami teneramente, seconda pellicola
interpretata dalla stella nascente Elvis Presley. Da
allora si limitò a rare apparizioni televisive. In
quel periodo organizzò varie opere di beneficenza e,
anticomunista convinta, appoggiò svariate campagne
elettorali per il Partito Repubblicano. Negli ultimi 25
anni si ritirò in se stessa, senza più concedersi ad
interviste o reportage cinematografici. Lizabeth Scott
morì il 31 gennaio 2015 a causa di una insufficienza
cardiaca all'ospedale Cedars-Sinai Medical Center di Los
Angeles. L'annuncio della scomparsa è stato pubblicato
dalla stampa americana a funerali avvenuti. Aveva 92
anni. Ha una stella sulla Hollywood Walk of Fame per il
suo contributo al cinema a 1624 Vine Street a Hollywood.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lizabeth_Scott
http://www.adnkronos.com/intrattenimento/spettacolo/2015/02/08/addio-lizabeth-scott-femme-fatale-hollywood-regina-del-noir-anni_Moby0mTu1lz51MRy1eVTXL.html
http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/cinema/amp_8203_addio_lizabeth_scott_bionda
http://www.cinekolossal.com/star2/s/scott/
FOTO GOOGLE IMAGE
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