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INTERVISTA IMPOSSIBILE

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Mathilde de Morny
La celebre scandalosa Missy e
la sua amante Colette

L’incredibile storia di Mathilde de Morny nata
donna e divenuta uomo e della sua amante,
la scrittrice Colette che ruppe il suo matrimonio
per vivere una relazione saffica.
(26 maggio 1863 - 29 giugno 1944)


 

 

Madame lei è nota come "Missy" Marquise de Belbeuf…
Il mio nome vero è Sophie Mathilde Adèle Denise de Morny. Sono nota come la prima persona transgender che ha fatto ricorso alla chirurgia sottoponendomi ad un intervento di isterectomia e la rimozione dei seni per la riassegnazione del sesso da donna a uomo.

Le sue origini?
Sono nata con il sesso femminile in una famiglia di alto lignaggio. Sono l’ultima figlia del duca di Morny, fratellastro di Napoleone III e ambasciatore a San Pietroburgo, e della principessa Sophie Troubetzkoy, figlia naturale dello zar Nicola.

Come andò la sua infanzia?
Sin da bimba sono cresciuta orfana di padre e nell' indifferenza di mia madre impegnata nelle sue relazioni sentimentali.

Leggo che a diciotto anni si è anche sposata con un uomo…
Nel 1881, evidentemente i miei ormoni erano ancora in confusione e cedetti all’imposizione dell’etichetta della mia famiglia. Mi sposai con Jacques Godart Belbeuf, sesto e ultimo marchese di Belbeuf, ma le cose non andarono per via delle mie diverse preferenze sessuali. Amavo le donne e mi sentivo un uomo con un aspetto molto virile.

Vi separaste immagino…
Diciamo che non siamo mai stati uniti, comunque divorziammo nel 1903. Ero determinata a vivere pienamente la mia omosessualità optando per una vita al maschile anche nell' aspetto: capelli corti, completo da uomo, stivali, sigaro e alle volte anche baffi posticci. Mi facevo chiamare Max e indossavo perennemente i pantaloni in un’epoca nella quale l’uso da parte delle donne faceva letteralmente scandalo.

Dicono che grazie alla sua fortuna e al suo carisma mantenesse molte donne a Parigi…
Tra le più famose c’erano Colette e Liane de Pougy.

Ci parli di Colette.
La incontrai per la prima volta una sera di marzo al “Cercle” dove era presente la crema della Belle Époque parigina. Al tempo avevo quarantaquattro anni.

Come avvenne l’approccio?
Ci frequentavamo insieme a suo marito e alla mia amante. Le voci aumentarono fino a finire sul quotidiano "Le cri de Paris" che pubblicò un articolo nella quale la nostra amicizia a quattro veniva descritta come un condominio dall’aria losca. Stanca Colette scrisse una lettera pubblica. "Leggo i vostri trafiletti con piacere, un piacere frequente, poiché da qualche tempo mi state deliziando... Ma vi prego di non trattare in questo modo due coppie che hanno sistemato la loro vita nel modo più normale che io conosca: vale a dire come a loro pare e piace."

Tra lei e Colette sbocciò subito l’amore…
Fu un colpo di fulmine, ma ben presto si fortificò per il contesto in cui crebbe, ovvero una società al tempo apparentemente libertina quanto bacchettona nei fatti. Quando decidemmo di mostrarci pubblicamente insieme scatenammo l’ira dei benpensanti e della stampa scandalistica. Diventammo il loro bersaglio preferito anche singolarmente: Colette per aver lasciato il tetto coniugale, però con il consenso del marito, il quale, così facendo, avrebbe voluto mettere le mani sul mio patrimonio, ed io per la mia mascolinità ostentata, per il mio aspetto asessuato, il mio cerone e la mia goffaggine.

Mi faccia capire il marito di Colette appoggiava la vostra relazione per interessi personali?
Proprio così. Tenga conto che stiamo parlando di Henry Gauthier-Villars, noto come Willy, il pubblicitario-editore-scrittore-marito di Colette il quale si appropriò della serie di romanzi della moglie, che avevano come protagonista l'adolescente Claudine, pubblicandoli a suo nome.

Quindi cosa fece Willy?
Dapprima l’aveva sospinta tra le braccia delle sue amanti e poi quando io e Colette ci incontrammo sollecitò la nostra relazione. Grande giocatore d'azzardo per problemi con i creditori fu costretto a lasciare la Francia.

Colette era innamorata di lei?
Quando la conobbi aveva 32 anni e la relazione con suo marito era già in crisi. Aveva già sperimentato liberamente un ménage à trois con l'affascinante moglie di un miliardario americano. Dicevo quando la conobbi era un’anima bisognosa di coccole e si affezionò a me.

Nel tempo divenne amore?
Continuava a ripetere: «Missy, ho soltanto te al mondo» oppure «Sei tu la mia vera ragione di vita. Tu che sei quanto di meglio ho al mondo». Per la sua dolcezza e per il nostro rapporto all’inizio esclusivo la riempivo di regali molto costosi, tra cui una villa, la Manor Rozven in Bretagna, dilapidando il mio patrimonio.

Ma non fu un rapporto facile.
Per Colette avevo troncato ogni rapporto col mio mondo aristocratico. Lei era stata umiliata ed abbandonata dal marito, ma il rapporto fu allo stesso modo difficile. Fondamentalmente lei non adorava l’amore saffico e non si sentiva a proprio agio. Per lei quell’amore era solo un rifugio da un uomo cattivo ed io rappresentavo più la figura materna che l’amante, mi ripeteva più volte «Io sono la tua bambina» anche perché le perdonavo le sue numerose infedeltà. A volte mi scriveva lunghe lettere nelle quali, nei momenti intensi, mi chiamava “Mio adorato!”

Prendeste lezioni di mimo e recitazione insieme…
Decidemmo di recitare fianco a fianco e il 3 gennaio 1907 ci presentammo insieme sul palcoscenico del Moulin Rouge con la pièce teatrale Rêve d' Égypte. A un tratto la tunica di Colette, lacerata da uno strappo causato da un mio gesto sapiente le liberò il seno. In sala esplose il putiferio, ci insultarono, io venni aggredita dietro le quinte e lo stesso prefetto di polizia in persona Louis Lépine sospese la rappresentazione.

Poi le cose iniziarono ad andare male…
Finanziariamente mi indebitai totalmente per lei. Poi iniziai a tollerare la sua infedeltà. Al tempo frequentava Auguste Hériot e il giornalista, Henry de Jouvenel. Soffrivo di gelosia, ma il problema principale erano i tanti pettegolezzi sulle sue scappatelle ripresi dalla stampa popolare e sbattuti in prima pagina.

Cosa successe il 2 agosto del 1911?
Ci separammo per sempre. Ero decisa a non rivederla più, anche se nei giorni successivi sperai che, sentendo la perdita della tenerezza disinteressata e della devozione costante, ci ripensasse. Ma evidentemente non fu così.

Completamente rovinato, il Marquise de Belbeuf ormai impoverito chiese invano un aiuto economico a Colette, poi disperato si suicidò il 29 giugno 1944 mettendo la testa nel forno della sua cucina a gas ed è morto alle tre del pomeriggio. Quando morì, Colette non andò al suo funerale, come non era andata a quello della mamma. È sepolto nel cimitero parigino di Père Lachaise.





 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:

http://www.dagospia.com/rubrica-2/media_e_tv/colette-tre-piazze-marito-marchesa-androgina-amanti-153557.htm
https://fr.wikipedia.org/wiki/Mathilde_de_Morny
http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2011-02-06/lettere-amante-quasi-madre-082022.shtml?uuid=Aazfs65C




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