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INTERVISTA IMPOSSIBILE
 
 

Sylvia Sidney
L’attrice della Grande Depressione
Attrice teatrale e cinematografica statunitense. Bassina, di aspetto gracile e delicato, l'aria innocente e vulnerabile e grandi occhi tristi ha interpretato spesso ruoli dell’eroina povera e in estrema difficoltà
  (New York City, 8 agosto 1910 – New York City, 1 luglio 1999)




 
.Madame le sue origini?
Il mio nome vero è Sophia Kosow, sono nativa del Bronx. Mia madre era Rebecca Saperstein, di religione ebraica di origini rumene, e mio padre Victor Kosow, anch'egli ebreo, immigrato originario della Bielorussia

La sua famiglia era di estrazioni molto modeste vero?
Direi poverissime. Mia madre faceva la sarta e mio padre sbarcava il lunario facendo il commesso in un negozio di abbigliamento. Quando avevo cinque anni purtroppo mio padre morì ed io fui adottata dal nuovo compagno di mia madre, un dentista di nome Sigmund Sidney.

Fu proprio il dottor Sidney l’artefice della sua futura carriera…
Devo tutto a lui! Mi aiutò a coltivare il mio talento fino a farmi debuttare ancora giovanissima nei teatri di Broadway.

Aveva quindici anni quando decise di fare l’attrice professionista…
Adottai subito, come nome d'arte, il cognome del mio patrigno. Studiai recitazione alla Theater Guild's School for Acting e apparvi giovanissima in parecchie produzioni teatrali a Washington e poi a Broadway durante tutti gli anni venti guadagnandomi la stima della critica teatrale.

Grazie al suo aspetto e il suo modo di recitare nel 1926 fu scoperta da un talent-scout di Hollywood
Ero bassina e di fisico gracile, ma avevo un aspetto glamorous caratterizzato da lineamenti orientali, originali al tempo, insomma un tipo insolito ed interessante per il cinema.

L'esordio avvenne nel 1929…
Recitai nel dramma I volti della verità, prodotto dalla Fox, pur in un ruolo secondario mi permise l'immediato salto di qualità. Nel 1930 fui ingaggiata dalla Paramount e messa sotto contratto per cinque anni, fino al 1935.

Durante quel periodo apparve in diverse pellicole…
Interpretavo spesso ruoli da fidanzatina o sorella di gangster, talvolta accanto a mostri sacri del cinema, come Cary Grant, Henry Fonda, Humphrey Bogart, Spencer Tracy dai quali imparai molto. Dopo la trasferta inglese per il thriller di Alfred Hitchcock, Sabotaggio, nel quale interpretavo una moglie delusa e diffidente, chiusi ogni rapporto con la major.

Quindi indipendente?
Indipendente sì, ma non per questo isolata dal contesto dello star-system. Ero richiesta dai maggiori registi del momento. Fritz Lang, al suo primo film americano, mi scelse per Furia del 1936 nel ruolo di una giovane trascinata dal sopruso; lo stesso regista, l'anno successivo, mi concesse la parte della moglie travolta dall'ineluttabile destino in Sono innocente.

Intanto si era già sposata due volte…
Sposai in prime nozze l'editorialista Bennett Cerf nel 1935 ma le incomprensioni ci fecero divorziare l’anno dopo. Nel 1938 mi legai sentimentalmente all'attore ed insegnante di recitazione Luther Adler dal quale divorziai nel 1947 e da cui ebbi un figlio, Jacob, morto nel 1987 a 49 anni per sclerosi laterale amiotrofica.

Nel decennio successivo le sue apparizioni iniziano a diradarsi…
Feci ancora qualche film buono tipo Sangue sul sole e L'affascinante straniero, ma quel mondo iniziava a stancarmi e sospesi l'attività cinematografica per dedicarmi esclusivamente al teatro.

Con il cinema ha avuto sempre un rapporto conflittuale…
Per il mio aspetto delicato, l'aria innocente e vulnerabile, i grandi occhi tristi venivo sempre richiesta per interpretare ruoli dell’eroina povera e in estrema difficoltà, oppure rappresentante della classe operaia americana, ruoli molto In voga dopo la grave crisi economica del 1929. Molto probabilmente col passare degli anni il pubblico voleva qualcosa di diverso ed io ero sinceramente stanca di sostenere ruoli sempre assai simili tra loro.

Adorava il teatro vero?
Ricordo con piacere la commedia in tre atti Vieux Carré di Tennessee Williams, e la pièce A piedi nudi nel parco di Neil Simon.

Nel frattempo c’era stato un altro matrimonio….
Sposai nel 1947 il produttore radiofonico ed annunciatore Carlton Alsop. Divorziammo nel 1951.

Poi tornò con alti e bassi al cinema.
Per il cinema interpretai spesso ruoli di supporto, soprattutto piaceva il mio caratteristico timbro profondo della voce, causato sicuramente dal fumo. Comunque interpretai vari film, ma ricordo con piacere Beetlejuice nel 1988 e l’ultimo, ovvero il demenziale Mars Attacks! del 1996 di Tim Burton, interpretando il ruolo di una arzilla vecchietta che sconfiggeva i marziani.

Muore tre anni dopo l’ultimo film, a 88 anni compiuti, stroncata da un tumore alla gola. Il suo corpo è stato cremato e le ceneri sono state distribuite a parenti ed amici. Fra i riconoscimenti ottenuti in carriera vi sono il Saturn Award per la miglior attrice non protagonista, conseguito nel 1988 per Beetlejuice e il National Board of Review Awards 1973, per Summer Wishes, Winter Dreams (1973), film che le è valso anche il Kansas City Film Critics Circle Award per la miglior attrice non protagonista.
Per il contributo dato alla cinematografia, il suo nome è stato iscritto al numero 6245 della Hollywood Walk of Fame.









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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.cinekolossal.com/star2/s/sydney/
http://www.desordre.it/desordre/2005/08/sylvia_sidney.html
https://it.wikipedia.org/wiki/Sylvia_Sidney
http://www.mymovies.it/biografia/?a=1298
FOTO GOOGLE IMAGE








 
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