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IMPOSSIBILE A PSICHE
Amore e Psiche
La leggenda d’amore più
bella di sempre
Una favola senza tempo, metafora
dell’eterna lotta tra razionalità e istinto, tra cuore e
cervello…
La storia narra di un re e una regina
con tre bellissime figlie… Io ero la minore. Le mie
due sorelle maggiori andarono in spose a due principi di
altri regni e quantunque fossero di aspetto
leggiadrissimo, era possibile descriverle con parole
umane.
Mentre lei era di una bellezza
sconvolgente… La leggenda vuole che gli umani non
conoscevano parole per lodare la mia bellezza.
Era così bella da non trovare marito… Nessun uomo si
sentiva all’altezza di corteggiarmi e chiedere la mia
mano. Mi consideravano una Dea, mi offrivano sacrifici e
addirittura qualcuno pensava che fossi l’incarnazione
della Dea Venere.
Dicono che era così bella da
attirare le invidie di Venere, ovvero la Dea della
bellezza. Io ero una semplice mortale chiamata Venere
e la Dea, forse per gelosia, per vendicarsi decise di
chiedere aiuto a suo figlio Amore, ovvero Cupido.
Qual era l’intento della Dea? Desiderava che
Cupido mi facesse innamorare dell'uomo più brutto,
sfortunato e avaro della terra affinché vivessi una vita
povera e triste, e fossi così coperta di vergogna a
causa di quella relazione.
Purtroppo per la Dea
le cose andarono diversamente… Cupido, forse
incantato dalla mia bellezza, sbagliò mira e la freccia
d'amore colpì invece il proprio piede.
Quindi fu
Cupido ad innamorarsi perdutamente di lei!
Esattamente. Di nascosto dalla madre, con l’aiuto di
Zefiro, mi portò in volo su un letto di fiori profumati
nel suo palazzo senza rivelarmi la sua identità. Ogni
sera, al calar del sole, veniva a farmi visita. Per non
incorrere nelle ire della madre Venere i nostri incontri
avvenivano al buio.
Cupido quindi non si mostrò
mai in viso… Ero prigioniera di quel castello
chiamato amore, legata da una forza che travolgeva i
miei sensi. Con Cupido vivevano intensi momenti di
meravigliosa passione, un amore che mai nessun mortale
aveva conosciuto
Lei per amore aveva accettato
quel compromesso… Ero felice! Giorno per giorno
aspettavo con ansia che facesse sera per incontrare il
mio amato, ma si sa la curiosità è donna e una notte,
istigata dalle mie sorelle, mentre Cupido dormiva, mi
avvicinai al suo volto con una lampada e una spada.
Una spada? Per paura che fosse un orribile mostro
ero pronta a farle del male, ma quando lo vidi rimasi
folgorata dalla bellezza eterea del mio amante con le
gote rosee, i riccioli biondi e un paio di meravigliose
ali dolcemente ripiegate sulle spalle. Incantata e ancor
più innamorata cercai di baciarlo.
Poi cosa
successe? Mentre ammiravo il suo profilo, però,
accidentalmente una goccia d’olio della lampada cadde
accidentalmente su di lui. Praticamente lo ustionai e
lui, risvegliatosi, scappò via abbandonandomi.
E
lei? Ero davvero mortificata, tentai di trattenerlo
aggrappandomi alla sua gamba, ma invano. Lui andò via
lasciandomi nello sconforto più totale. Allora iniziai a
vagare per diverse città alla ricerca del mio amante.
Immagino che Venere venne a sapere dell’accaduto…
Secondo lei avevo disonorato il nome di suo figlio e
quando lo seppe scatenò la sua ira su di me e per
punizione, venni sottoposta dalla Dea a difficili prove.
Come andò? Le superai tutte brillantemente
tranne l’ultima, quando Venere mi chiese di scendere
negli inferi e chiedere alla dea Proserpina un po’ della
sua bellezza. Aprii l’ampolla di Proserpina dalla quale
uscì una nuvola che mi fece cadere in un sonno
profondissimo.
Intanto Cupido, preso dalla
nostalgia, venne a cercarla… Oh sì, mi trovò
addormentata e mi risvegliò. Per non rischiare di
perdermi di nuovo mi condusse sull’Olimpo dove, grazie
all’appoggio e all’aiuto di Giove, dopo aver bevuto
dell’ambrosia, divenni una dea.
Una favola a
lieto fine… Senz’altro! Divenni la dea protettrice
delle fanciulle e sposai Cupido ovvero Eros ovvero
Amore. Alla cerimonia parteciparono tutti gli dei,
alcuni anche in funzioni inusuali: per esempio, Bacco
fece da coppiere, le tre Grazie suonarono melodie
meravigliose e il dio Vulcano si occupò di cucinare il
ricco pranzo.
Dalla vostra unione nacque una
bellissima bambina… In realtà era stata concepita
durante una delle tante notti d'amore prima della fuga
dal castello. La chiamammo Voluttà ovvero Piacere.
La leggenda di Amore e Psiche ha un significato
allegorico: Amore (Cupido, Eros) è identificato come il
Dio dell’amore e del desiderio. Psiche invece raffigura
l’anima. Amore unendosi misticamente a Psiche le dona
l’immortalità e dall’unione dell’anima e dell’amore
nasce il Piacere. La leggenda fu scritta nel II
Secolo d.C, dallo scrittore latino Apuleio nelle sue
“Metamorfosi”.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://libreriamo.it/arte/amore-e-psiche-leggenda-damore-piu-bella-di-sempre/
https://it.wikipedia.org/wiki/Amore_e_Psiche
http://www.amando.it/amore/storie-d-amore/amore-psiche.html
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