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INTERVISTA
IMPOSSIBILE
Paola Borboni
Il teatro, il mio mondo
Donna dall'ego potente, di mente
vivacissima e di spirito libero, è stata una delle presenze
storiche del teatro italiano. Ha partecipato anche a molti film,
ma il suo vero mondo era il teatro, come lei stessa ha sempre
ammesso.
(Golese, 1º gennaio 1900 – Bodio Lomnago, 9 aprile 1995)
.Madame le sue origini? Il mio vero
nome era Paolina e sono nata il primo gennaio del 1900
nel quartiere Golese di Parma. Sarebbe bastato nascere
qualche ora per essere definita come l’Ultima attrice
dell’Ottocento, il secolo del Teatro.
Professionalmente? Abbandonai sin da ragazzina l’idea
di diventare maestra, come avrebbe voluto mia madre e da
adolescente, approfittando del trasferimento dei miei a
Milano, studiai recitazione all’Accademia dei
Filodrammatici. Debuttai a sedici anni a Lodi nella
commedia Il fiore della vita appositamente allestita da
mio padre, impresario lirico. L'anno successivo, dopo
aver frequento i corsi di recitazione, entrai
ufficialmente a far parte della compagnia di Alfredo De
Sanctis e successivamente in quella di Helena Wnorowska.
Come mai la scelta di diventare attrice teatrale?
Il teatro è stato il mio grande amore, la mia vita, la
mia arte e la mia passione.
E’ vera la scena del
seno nudo? Oh sì… Era il 1925 ed apparvi in scena
vestita da sirena e a seno nudo nella commedia Alga
Marina. Pensi io sono sempre stata una ragazza ribelle
ed anticonformista e quello fu il primo nudo teatrale in
Italia nonostante l'epoca. Eravamo alle soglie del
fascismo e lo scandalo che seguì non comportò la
chiusura della compagnia, perché le mie nudità erano
delle forme gentili e non volgari forme fisiche.
Ma fu scandalo vero! Il giornalista Orio Vergani
scrisse: «Le repliche di quella commedia mobilitarono
più binocoli di quanti ne fossero stati usati in mezzo
secolo di prove ippiche a San Siro».
Ma quella
non fu la unica commedia nella quale apparve nuda…
Beh non esageriamo, il nudo integrale non era moda del
tempo. Ad esempio in Diana al bagno mi presentai coperta
da un velo trasparente, mentre nella commedia I capricci
di Susanna ero appena svestita. Diciamo che mi divertivo
a fare un po’ di chiasso, madre natura mi aveva dato la
bellezza. E, allora, perché non farne partecipe il
pubblico?
Dopo un’intensa attività teatrale nel
1942 la troviamo al Teatro Università di Roma con una
interpretazione memorabile… Fu un successo
incredibile, recitai La vita che ti diedi, dove raccolsi
uno straordinario consenso di pubblico e di critica,
proponendo un'opera di Pirandello scritta per Eleonora
Duse
Nel 1943 si mise in proprio Amavo
intensamente Pirandello e visto che le occasioni di
portarlo in scena non erano mai troppe fondai la
Compagnia pirandelliana Paola Borboni, e nel 1945 la
Compagnia del Dramma insieme a Salvo Randone. Nel 1947
una nuova compagnia pirandelliana Picasso-Borboni.
Nel 1952 si cimentò in un nuovo genere… Passai al
monologo inventando di fatto un genere teatrale nuovo e
segnando una tappa importante nella storia del teatro
del novecento italiano. Pensi che già nel 1942 iniziai a
studiare la possibilità di questo esperimento, ma fu
soltanto nel 1952 che lo rappresentai per la prima volta
al teatro Valle di Roma
Oltre a Pirandello lei
svariava con disinvoltura dal genere brillante alla
tragedia greca… Non abbandonai mai il cabaret e i
musical anche se le maggiori soddisfazioni le avevo con
Eschilo, Shakespeare nonché con i grandi drammaturghi
stranieri da Bertolt Brecht a Harold Pinter passando per
i vari Samuel Beckett ed Eugène Ionesco.
Ha fatto
anche molto cinema vero? Oltre 70 film dal 1918 al
1990 ma ricordo con piacere solo alcuni film tra cui: La
locandiera di Luigi Chiarini del 1944, Gelosia di Pietro
Germi, I vitelloni di Federico Fellini del 1953 e Per
grazia ricevuta di Nino Manfredi del 1970.
Il 18
dicembre 1972 il matrimonio… Sposai Bruno Vilar,
poeta e attore di quarantadue anni più giovane di me.
Bruno era a tutti gli effetti un bell’uomo, aveva occhi
azzurri, una figura alta ed elegante, voce profonda, e
sguardo intenso. Dolcissimo, era un vero Signore, quasi
un uomo d’altri tempi. Il nostro era un rapporto
esclusivamente spirituale, eravamo uniti nell’intendere
i sentimenti e l’amore, di certo sconosciuto ai comuni
mortali.
Purtroppo sei anni dopo… Il 23 giugno
1978, subimmo un tragico incidente d'auto, in seguito al
quale Bruno morì ed io fui costretta alle stampelle a
vita. Nonostante la malformazione permanente non
rinunciai mai alla mia carriera artistica.
Le
conseguenze all’incidente non furono solo fisiche…
No. Assolutamente. C’era stato un errore della natura.
Io avevo 42 anni più di lui ed è morto lui, non è
logico, capisce? Io sono una persona ordinata, e questo
non riesco ad accettarlo perché a mio parere rappresenta
il disordine assoluto. L’avevo sposato perché fosse lui
a chiudermi gli occhi, quando mi sono sposata avevo 72
anni e lui trenta e la cosa orrenda è che poi è morto
lui e io non finirò mai di piangerlo. Con lui ero
felice, per 72 non avevo mai avuto una persona per casa
e davvero mi bastava vederlo girare per casa. Pensi che
per ridere lo avevo soprannominato il mio vedovo. E
invece…..
Dopo l’incidente visse un periodo
estremamente difficile… Tornai a lavorare in teatro
con Harold e Maude, in cui interpretai la parte di una
deliziosa Maude che a ottant’anni e passa insegna la
vita a Harold.
Una vita dedicata al teatro…
Fin da adolescente ho respirato la polvere dei
palcoscenici e sono rimasta attaccata a questa gioia per
63 anni e non sono sempre stati rose e fiori… Per fare
l’attrice ci vuole fascino, morbidezza, attrazione
fisica morale e psichica. Ma ci vuole anche molta
generosità per essere una e cento persone. Di sicuro
avrei potuto scegliere una vita comoda, ma ho
sacrificato tutto il mio denaro per il teatro ed ho
lavorato per svariati anni senza ricevere una lira. Se
fai questo lavoro due cose non puoi mai tradire: la tua
compagnia e il pubblico che è lì davanti.
Il
rapporto con gli uomini? Gli uomini dipendono da noi.
E’ l’istinto materno che li domina sempre. La donna è
sempre la madre dell’uomo. Tutto questo poi diventa
amore e sessualità. Ma lui non può mai competere con
noi: noi lo guardiamo e lo conosciamo, lui ci guarda e
non ci conosce mai. Io penso che le donne non conoscano
la loro forza.
Mussolini? Premesso che sono
stata intimamente antifascista, non ho disdegnato le sue
avances e i suoi insaziabili appetiti sessuali. Durante
una visita a Palazzo Venezia Mussolini (gli chiesi
udienza per rappresentare il proibito Topaze, e fui
esaudita) mi possedette nella sala del mappamondo sotto
una delle finestre che danno sulla Piazza. Sicuramente
aveva un ardore e una prestanza sopra la media, non si
fermava mai! Ma aveva trovato pane per i suoi denti!
Ci furono altri incontri? Oh no, io avevo
ottenuto quello che volevo ed anche lui! Ricordo che
all'epoca dell'arresto di Mussolini avevo 43 anni, mi
trovavo a Roma all'hotel Majestic di via Veneto in
compagnia della mia cameriera. Appresi la notizia dalle
urla dei romani che in massa erano scesi in strada. Mi
affacciai alla finestra e vidi gente che correva da
tutte le parti. Scesi anch'io, così come mi trovavo, in
pigiama, in via Veneto e mi incamminai verso piazza
Barberini. Mi ricordo benissimo una signora che piangeva
a dirotto, comunque non provai emozioni particolari e
non avevo nessun motivo di soddisfazione. A me il duce
non aveva mai fatto nulla di male.
Paola Borboni
a novantun anni ha recitato ancora in teatro nel
“Tartufo” di Molière. Si è spenta il 9 aprile del 1995,
in una casa di riposo a Varese, stroncata da un ictus. È
sepolta a Parma, al Cimitero della Villetta all'ingresso
del reparto San Pellegrino, nella tomba di famiglia con
le sorelle Anna, Elena e il vecchio zio Giuseppe. .. .. |
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.150anni.it/webi/stampa.php
http://efferivistafemminista.it/
http://www.scrittora.eu/
http://www1.adnkronos.com/
http://www.palermomania.it/news_rub.php?id=362
https://it.wikipedia.org/wiki/Paola_Borboni
FOTO GOOGLE IMAGE
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