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Adamo Bencivenga
Chi ha ucciso Conny Mailor?
Si chiamava Costance
Elisabeth Mailor, detta Conny, era nata il
28 Marzo 1948 ed era una donna d'affari
inglese. Fu uccisa la mattina del 6 Luglio
1991 a Whitton, un sobborgo di poche anime
vicino Londra. Fu accoltellata 50 volte
seduta al volante della sua Aston Martin nel
parcheggio del centro sportivo di Garden
Green Centre. Non fu mai scoperto l’assassino...
Siamo a Londra anzi a Whitton un sobborgo ad ovest della capitale. Una
zona tranquilla immersa nel verde al riparo dallo smog e dal traffico,
popolata quasi esclusivamente da polacchi, i quali si stabilirono da
quelle parti durante la seconda guerra mondiale, quando i piloti polacchi
che combattevano a fianco degli inglesi decollavano dal vicino aeroporto
della RAF a Northolt.
L’anno è il 1991, il mese Luglio, il giorno
6, l’ora circa mezzogiorno quando quel martedì nel parcheggio del Garden
Green Centre, vicino alla A40 fu trovato, immerso in una pozza di sangue,
il corpo di Costance Elisabeth Mailor riverso sul sedile del guidatore
della sua macchina, una Aston Martin XJS colore blu polvere, con oltre 50
coltellate su tutto il corpo. Le luci di emergenza erano ancora accese e
lo sportello chiuso.
Ma chi era Costance Elisabeth Mailor detta
Conny? La donna era nata a Cover-on-Sea nel Somerset, un villaggio di 18
mila persone nel distretto del Sedgemoor in faccia alle gelide acque del
canale di Bristol. Venne alla luce il 28 Marzo del 1948, nel giorno in cui
l'ultimo contingente delle truppe britanniche si ritirava dall'India.
Conny quindi all’epoca dell’omicidio aveva compiuto 43 anni. Era una
donna estremamente affascinante, più alta della media con una cascata di
capelli soffici sulle spalle. Quella mattina per onorare il primo caldo di
Luglio indossava una gonna color arancio a pieghe fino al polpaccio ed una
blusa giallo limone sopra una camicetta bianca. Quella punta di rossetto
ciliegia contrastava con la pelle chiara del viso e le dava, insieme a
quel filo di trucco leggero, un’aria piena di charme.
E proprio in
quella mattina Scotland Yard, dopo aver ricevuto numerose chiamate,
accorse sul posto e dopo aver identificato la donna, iniziò subito le
prime ricerche. Costance Elisabeth Mailor risultò essere una donna di
affari e socia della UnionStaff Ltd, un'agenzia di catering e ristorazione
di successo con sede a Koolburn nel nord di Londra. Suo marito Gregory
Mailor faceva l’agente immobiliare e insieme vivevano nella loro bella
villa di Parker's Mood, vicino a Denham, nel Buckinghamshire, praticamente
a quasi 17 miglia dal luogo del delitto.
Il tenente Conrad Lowe
della sezione omicidi di Londra di Scotland Yard alla vista del cadavere
schiacciò il suo sigaro “Romeo y Julieta” sull’asfalto e pensò
immediatamente ad una vendetta. Tutti i presupposti facevano pensare ad un
movente che non fosse molto distante dalla gelosia o comunque un crimine
dal sapore passionale, unica ragione, a suo parere, per giustificare
l’efferatezza di quell’assassinio.
Quindi si mise subito al lavoro
e dalle prime informazioni venne a sapere che la coppia si era sposata
dieci anni prima nell'aprile del 1981 e che avevano due figli, George di
undici anni, avuto da Conny da un precedente matrimonio e Lauren di nove.
Scoprì inoltre che Gregory Mailor, suo marito, prima di incontrare Conny
aveva intrattenuto una relazione omossessuale con un certo Paul Sermyant
con relativa convivenza durata due anni.
Nelle ore successive al
delitto interrogò il marito ed alcuni vicini di casa ed il giorno dopo,
sempre più convinto della sua ipotesi, ossia che la gelosia fosse stata la
causa principale di quel delitto, mise sotto torchio l’ex compagno di
Gregory. Tra le altre cose Paul Sermyant dichiarò di essere rimasto in
buoni rapporti col suo ex compagno tanto che la coppia lo invitò al
matrimonio.
Conrad Lowe con la sua proverbiale pazienza ricostruì
in dettaglio i momenti precedenti l’omicidio e stabilì che in quei giorni
la casa dove abitava la coppia era in ristrutturazione. I Mailor avevano
deciso di ampliare la cucina e di creare un’ampia veranda ricavandola da
una parte del grande giardino antistante. I lavori erano iniziati nel
novembre dell’anno precedente e sarebbe costati complessivamente centomila
sterline. Dai movimenti bancari sul conto intestato con suo marito Lowe
scoprì che tre giorni prima del delitto Conny Mailor aveva ritirato circa
ottomila sterline, una somma piuttosto ingente e mai prelevata prima dalla
donna. Al tempo ottomila sterline erano il compenso annuale di un operaio
specializzato. Dapprima Lowe pensò che quella cifra fosse
presumibilmente servita a coprire una rata del pagamento dell’impresa
titolare dei lavori, ma poi venne a scoprire che il marito era all’oscuro
di quel prelevamento, che il titolare dell’impresa non aveva mai ricevuto
quel denaro e, ciliegina sulla torta, che quel denaro si era praticamente
volatizzato.
Nell’anno 1991, il mese Luglio, il giorno 6 Conny
Mailor giaceva senza vita dentro la sua Aston Martin. A detta dei vicini
era una signora piena di charme con una classe innata. Si era svegliata
come al solito alle sette in punto e dopo la doccia era scesa in cucina
indossando la sua vestaglia di seta nera per preparare la colazione al
marito ed ai figli. Aveva anche offerto il caffè a tutti gli operai
presenti in casa. Gregory, suo marito, disse alla polizia che quella
mattina non vide nulla di strano nell’atteggiamento della moglie, anzi la
descrisse, come era suo solito, brillante ed allegra. Notò soltanto che
non lo salutò quando uscì, come era sua consuetudine, ma credeva che ciò
fosse dovuto al fatto che fosse in estremo ritardo. Anche un elettricista
dell’impresa di costruzione, presumibilmente l’ultima persona che parlò
con Conny nel giardino di casa, convenne con quella tesi e descrisse il
suo comportamento come disinvolto. Anzi la signora si lasciò andare ad una
battuta spiritosa circa la lungaggine di quei lavori a suo dire
interminabili. L’unico punto oscuro fu quando il marito accennò al tenente
ad una telefonata ricevuta dalla moglie, circostanza però non confermata
dagli operai.
Comunque Conny Mailor alle 9.40 esatte salì sulla
sua Aston Martin XJS blu polvere dicendo agli operai impegnati nei lavori
di ristrutturazione che non sarebbe mai arrivata in tempo perché il suo
appuntamento era fissato per le 9:50. Purtroppo nonostante la solerzia
della polizia non fu mai trovata alcuna annotazione di quell’appuntamento
sul diario della vittima, anche se lei era solita, a detta del marito,
annotare meticolosamente ogni cosa sulla sua agenda. Il marito e i
colleghi di lavoro dichiararono di non saperne nulla e quindi non fu mai
scoperto chi Conny Mailor dovesse incontrare e di quale natura fosse
quell’incontro. A quel punto, dedusse il tenente, era più che chiaro che
la signora pur ammettendo l’incontro dovesse incontrare qualcuno che
sarebbe dovuto risultare assolutamente anonimo.
Alcuni testimoni
interrogati personalmente da Conrad Lowe ricordarono di aver visto la
macchina transitare molto lentamente lungo la Greenford Road all'incirca
alle ore 10 con le luci di emergenza accese e i tergicristalli in
funzione. Un altro testimone qualche tempo dopo l'omicidio si fece avanti
dicendo di aver visto una Aston Martin entrare nel parcheggio del
GardenGreen Centre con un passeggero, sulla quarantina e calvo, a bordo
dell’auto seduto sul sedile anteriore. Disse inoltre di aver notato quella
macchina perché i due a bordo stavano discutendo animatamente. Una signora
cliente del Centro Sportivo asserì di aver visto alle ore 11:00 circa
l’Aston Martin parcheggiata con dentro una donna, ma non intervenne perché
riteneva che la donna stesse dormendo. Lowe scosse la testa perché nella
sua lunga carriera non si era mai fidato dei testimoni: “Le persone
tendono a ricordare quello che pensano di aver visto e non quello che
vedono realmente!”
Sta di fatto che solo alle 12:15 dell’anno 1991,
del mese di Luglio, del giorno 6 alcune telefonate allarmate, provenienti
dal Centro Sportivo, allertarono la polizia e solo qualche minuto dopo,
quando si precipitarono nella zona a sirene spiegate tre macchine della
polizia, venne scoperto il cadavere. I successivi rilievi scientifici
stabilirono che quel corpo era stato pugnalato per ben cinquanta volte al
petto e alle braccia con una lama da quattro pollici e con una tale
ferocia che il tenente Lowe dichiarò ai giornalisti accorsi che si
trattava senz’altro di un omicidio di inaudita violenza da parte di uno
squilibrato oppure di una vendetta spinta da un raptus incontrollato.
Un'indagine della polizia scientifica accertò in seguito che
l'assassino aveva pugnalato la signora Mailor dapprima dal sedile del
passeggero per poi uscire dall'auto e continuare a pugnalare quel corpo
ormai esanime dal finestrino del guidatore. Le ferite sulle braccia
indicavano in modo chiaro che la signora non fosse morta ai primi colpi e
che avesse tentato strenuamente di difendersi. Venne inoltre accertato
che il Centro quella mattina era insolitamente affollato e il parcheggio
quasi pieno. Quei rumori di sottofondo avevano di certo aiutato
l'assassino come del resto la siepe alta che bloccava la visuale dalla
parte anteriore. Il minuscolo lunotto posteriore e la macchina
efficacemente insonorizzata, che aveva attenuato qualsiasi grido di
soccorso, avevano di sicuro coperto l’assassino. Nella macchina furono
inoltre ritrovati intatti alcuni bozzetti di design, ceramiche varie e
campioni di carta da parati riguardanti la parte della casa da
ristrutturare.
Purtroppo il lasso di tempo intercorso tra
l’assassinio e la chiamata alla polizia aveva ulteriormente favorito
l’omicida il quale di certo imbrattato pesantemente di sangue era riuscito
a dileguarsi indisturbato magari semplicemente salendo su un’auto che
aveva parcheggiato precedentemente in quel posto oppure atteso da un suo
complice con il motore accesso. Perché una cosa era certa, pensò Lowe,
Conny non era solita frequentare quel posto, anzi forse non ne conosceva
l’esistenza per cui fu senz’altro l’assassino a condurla in quel
parcheggio! Questi indizi portavano ad una sola conclusione: ovvero
l’assassinio era stato premeditato.
Altro indizio qualificante fu
la borsetta della signora ritrovata intatta nell’auto con tutti gli
effetti personali a loro posto, per cui la polizia escluse immediatamente
che si trattasse di un ladro o che l’omicidio fosse stato perpetrato a
scopo di rapina. Mancavano solo le ottomila sterline, il compenso pattuito
con l’assassino! Da questi rilievi Lowe non mancò di pensare che l’unica
cosa certa fosse che Conny Mailor conoscesse il suo assassino. Circostanza
confermata anche dal fatto che il marito escluse perentoriamente che sua
moglie potesse aver dato un passaggio ad uno sconosciuto. Ovviamente se
anche fosse stata ammissibile l’ipotesi dell’autostop, pensò il tenente
Lowe, uno sconosciuto o un rapinatore di passaggio non avrebbe mai
infierito in quel modo sul corpo della signora lasciandolo in quella pozza
di sangue e rischiando così imbrattato di essere ostacolato nella fuga. Al
massimo l'avrebbe pugnalata un paio di volte o addirittura avrebbe sparato
un colpo o due da un'arma da fuoco. Questo, ritenne Lowe, era un atto di
pura passione, gelosia mista ad odio!
Di contro c’era da dire che
il centro sportivo del GardenGreen era posto in una zona tranquilla dove
però si riversavano per i loro loschi traffici bande locali dedite al
crimine, le quali si erano contraddistinte nei mesi precedenti per la loro
efferatezza durante le rapine. Furono riportati alla luce vari eventi
criminosi finiti nel sangue ed interrogati gli autori ancora in carcere o
a piede libero, ma Conrad Lowe fumando il suo sigaro “Romeo y Julieta” e
passeggiando sulla riva destra del Tamigi, durante la pausa pranzo, scosse
la testa non affatto convinto di questa tesi. Pensò invece che quel
delitto fosse davvero una brutta gatta da pelare visto che i risultati
delle indagini sul luogo di lavoro della signora Mailor, si erano rivelate
penosamente infruttuose, in quanto Conny, una donna d’affari di successo,
era amata e benvoluta dai suoi colleghi. Durante quei colloqui il tenente
non aveva intercettato in modo assoluto alcuna diceria nei suoi confronti.
Addirittura, alla sua collega più intima, aveva chiesto in modo diretto se
la donna avesse una relazione segreta ricevendo un’espressione di
incredulo stupore.
Alla fine, dopo aver interrogato circa
quattromila persone, il tenente Conrad Lowe concentrò le sue attenzioni
sul marito in quanto da quella morte sarebbe stato l’unico tra i
protagonisti di quella vicenda a ricavarne un sicuro vantaggio, ossia
avrebbe ereditato la maggior parte dell’eredità della moglie comprese
diverse proprietà immobiliari di famiglia ereditate in toto da Conny in
quanto figlia unica. Ad un certo punto, per non farsi mancare niente, Lowe
venne a sapere di un’assicurazione della vita pari a 500 mila sterline il
cui beneficiario ovviamente sarebbe stato sempre e solo il marito o i
figli al compimento della maggiore età in caso di decesso del marito.
Naturalmente, dedusse Lowe, si trattava solo di un puro scrupolo perché
quell’eventuale movente non era affatto suffragato da prove.
Sempre passeggiando sulla riva destra del Tamigi il tenente pensò a Conny:
“Aveva tutto ciò che una donna poteva desiderare: un matrimonio
all’apparenza felice e rispettabile, i soldi, il successo, gli affari che
andavano a gonfie vele, due meravigliosi bambini, una casa adorabile in
una zona a dir poco benestante, la bellezza, una lussuosa macchina e
soprattutto, non un nemico al mondo, ovvero qualcuno che la potesse
minacciare o un qualcosa per cui potesse essere vittima di minaccia o
vendetta. Quindi quale mistero nascondeva la sua morte? Perché era stata
uccisa? E da chi? Il serio problema per Lowe consisteva nel fatto che quel
delitto non raccontasse nulla. Tornò più volte sul luogo del delitto
finché una sera ne parlò con sua moglie Katrine e lei, a proposito del
marito, con la malizia e la sensibilità proprie di qualsiasi donna gli
rispose: “Il marito non è reticente, lui non sa perché non può sapere!”
E fu lo stesso Gregory dopo l’ennesima convocazione negli uffici
di Scotland Yard, forse sfinito per l’interrogatorio, a fornire uno
spiraglio di luce, ipotizzando per la prima volta che sua moglie potesse
conoscere l’assassino e che sarebbe potuto essere qualcuno che avrebbe
voluto, ma non avrebbe potuto averla. Brancolando nel buio più fitto
Conrad Lowe prese per buona l’ipotesi e da un’ulteriore indagine sul corpo
constatò che la donna aveva avuto di recente un rapporto intimo e che,
secondo la testimonianza di Gregory, il partner non era stato certamente
lui visto che i due da qualche anno intrattenevano esclusivamente rapporti
di fratello e sorella. Gregory a quel punto confessò che i rapporti
sessuali con la moglie si potevano contare con una sola mano compreso la
volta che nacque sua figlia.
Conrad Lowe dall’alto della sua
esperienza fiutò allora la pista giusta ed iniziò a batterla interrogando
di nuovo amici di famiglia, vicini e colleghi. Lowe dapprima ripensò
all’omosessualità del marito ed al fatto insolito che l’ex compagno, Paul
Sermyant, aveva presenziato al matrimonio. Quindi dedusse che quel
rapporto non si era mai concluso e che il qualche modo la moglie
accettasse quella relazione. Ovvio che se tra moglie e marito non c’erano
rapporti intimi quel matrimonio era solo di copertura. “E se il movente
fosse stata la gelosia, ma non nei confronti di Conny bensì del marito?”
Pensò Lowe dopo il colloquio con l’ex amante del marito.
Qualcuno
ipotizzò, ma senza certezze di averla intravista qualche giorno prima in
auto, altri in un locale della zona sempre in compagnia di un uomo sulla
quarantina senza capelli e dimesso sia nell’aspetto che nei vestiti.
Allora Lowe ripensò a quella somma di ottomila sterline ritirate dalla
donna qualche giorno prima del delitto ed anche se contrastava con il suo
stato d’animo giudicato solare e brillante dagli operai e confermato dal
marito si sarebbe potuto ipotizzare che la donna fosse ricattata e quella
somma servisse per allontanare la minaccia. Quindi la signora Conny
aveva una relazione extra coniugale che avrebbe voluto tenere segreta, ma
qualcuno l’aveva scoperta e ora lei quella mattina stava andando a
consegnare quella somma a qualcuno. Ora c’era solo da stabilire se
l’autore del ricatto fosse il suo amante, l’amante del marito o una terza
persona che aveva scoperto la relazione. “Ovvio che la donna avesse una
relazione sessuale!” Pensò Lowe. “Nessuna donna avrebbe mai resistito alla
tentazione vivendo accanto ad un omosessuale dichiarato e con il quale non
aveva da secoli rapporti sessuali.”
Fu lo stesso Paul Sermyant,
l’ex compagno di Gregory, a chiarire questo punto, rivelando il nome del
presunto amante. Quindi Sermyant sapeva e quanto meno era rimasto in
contatto con la famiglia Mailor. Comunque Lowe non ci vide nulla di
strano, forse strano era solo il fatto che il marito non lo sapesse.
“E se fosse stato proprio Paul Sermyant a ricattare la moglie di Gregory
perché non sopportava il tradimento di Conny?” Questo avrebbe giustificato
sia il prelievo delle ottomila sterline che l’inaudita violenza di quel
delitto a tutti gli effetti catalogato come passionale.
Forte di
questa tesi come ogni tenente che si rispetti Lowe la mise da parte per
tornarci in un secondo tempo e rintracciò il famoso amico di famiglia
indicato da Sermyant. John Cantino di origine italiana viveva a
Leicester e di professione faceva il costruttore. Dapprima negò
maldestramente in quanto tranquillamente sposato con tre figli non avrebbe
voluto che la notizia trapelasse fino alle orecchie della moglie. Poi però
sotto le domande precise e circostanziate del tenente crollò ammettendo la
relazione clandestina con quella donna. L’aveva conosciuta tramite il
marito, con il quale intratteneva rapporti professionali. Aveva iniziato a
frequentare quella casa e tra lui e Conny nacque una certa simpatia e
subito dopo una confidenza intima. Lei gli confessò tutto il suo disagio
per quella relazione con il marito e una sera, con suo marito fuori casa,
ospitò il suo ospite indossando una vestaglia rosa trasparente e proprio
quella sera finirono nel grande letto matrimoniale di casa. Poi, per
il timore che Gregory potesse scoprire quella relazione, insieme decisero
di vedersi fuori le mura di casa. Cantino spiegò al tenente le modalità di
quegli incontri, ossia che lui e Conny si vedevano regolarmente una volta
a settimana in una locanda immersa nel verde vicino Watford e dopo aver
pranzato salivano nella loro camera, sempre la stessa, lasciandosi andare
ad effusioni molto passionali. Descrisse Conny come una donna molto calda
e impaziente, molto diversa rispetto all’apparenza. Disse inoltre che da
qualche tempo le frequentazioni si erano interrotte quando la donna
ricevette le prime minacce e di non sapere chi fosse l’uomo che la stesse
ricattando perché fu la stessa Conny a non volere che lui sapesse chi
fosse a ricattarla. “Scusa caro ma è una faccenda che devo sbrigare da
sola.” Gli disse un tardo pomeriggio mentre si stava rivestendo.
Il
tenente, sorrise sotto i suoi baffi rossicci con soddisfazione, era
evidente che stava percorrendo la pista giusta, ma dopo aver interrogato
la padrona della locanda e dopo aver accertato che sull’auto di Conny non
vi era alcuna traccia delle impronte di John Cantino e che lo stesso aveva
un alibi di ferro per quella mattina, nonché la mancanza di altre prove
contro di lui scagionò completamente l’amante. Cantino aveva detto la
verità e l’assassino non poteva che essere una persona che li aveva visti
insieme o meglio che li avesse visti più di una volta. Qualcuno che
frequentava casa Mailor o la locanda proibita?
Ed allora a Lowe
rivenne in mente l’amico Paul, il quale non aveva nascosto il suo eterno
amore per Gregory. Forse si era accorto di qualcosa e assolutamente non
tollerava che il suo amato fosse tradito e per giunta da una donna, ovvero
da quella scelta che lui non aveva mai condiviso. Paul non era benestante
quanto l’amico Gregory e questo poteva giustificare l’intenzione della
vendetta e nel contempo avere dei profitti. Ma Paul Sermyant come John
Cantino aveva un granitico alibi per quella mattina del 6 Luglio 1991.
Ovvio pensò Lowe quel quarantenne calvo sarebbe potuto essere
semplicemente un killer che aveva agito per conto del vero mandante, ma
non esiste al mondo, pensò ancora il tenente, un delitto passionale per
procura. E poi un killer di professione non si sporcherebbe mai le mani in
quel modo.
Per cui lungo la riva destra del Tamigi fumando il suo
Romeo e Julieta Lowe si accorse di stare al punto di partenza. Le indagini
comunque proseguirono a ritmo serrato, venne anche offerta una lauta
ricompensa pari a ventimila sterline per chiunque avesse dato notizie
utili alle indagini. I giornali scandalistici fiutando il risvolto
passionale del delitto iniziarono a riempire le copertine con le foto di
Conny, ma nonostante il clamore nessuno si fece avanti per fornire
ulteriori indizi e alla fine il povero tenente fu costretto a chiudere il
caso di Conny Mailor senza un indagato o peggio un colpevole. Già, chi
ha ucciso Conny Mailor?..
.. |
Il racconto è frutto di
fantasia. e liberamente ispirato allla vicenda di Penny Bell.
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RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
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