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Adamo Bencivenga
La Favorita
Foto Aleksey
Galushkin
“Salve sono la nuova Favorita.”
Disse la ragazza vestita di bianco al
maggiordomo seduto sulle scale del palazzo.
“Un’accoglienza
davvero insolita!” Pensò lei sistemandosi il cappello.
Intento a lucidarsi le scarpe, il maggiordomo
non rispose, alzò lentamente lo sguardo e la guardò da capo a piedi, poi
con un ghigno tra il mezzo sorriso e lo schifato tornò alla sua attività.
“Salve sono la nuova Favorita.” Disse ancora la
ragazza in evidente imbarazzo, poggiando le due enormi valige a terra.
Il maggiordomo
a quel punto si rimise le scarpe perfettamente lucide con l’aiuto di un
calzante di osso e si alzò in piedi. Solo in quell’istante, dopo aver
ammirato le sue scarpe, si occupò della ragazza:
“Voi siete la nuova Favorita e desiderate
essere ricevuta dalla signora Contessa, immagino…”
“Ma veramente ho un appuntamento col signor
Conte Vadim Suntherland.”
Rispose lei leggendo il nome su un foglio di
carta. “Oh
signorina, qui non funziona così.”
“Ah no? Eccome?”
“A tempo debito lo imparerete da sola.” Disse
il maggiordomo sollevando da terra le due enormi valigie.
Poi proseguì: “Prego, vi faccio strada.”
Insieme varcarono l’enorme portone e furono
ingoiati da una penombra fredda e polverosa. Davanti ad una grande
specchiera incorniciata sontuosamente il maggiordomo, ora più socievole,
chiese alla ragazza da dove venisse e quale fosse il suo nome in modo da
annunciarla alla signora Contessa.
“Provengo da Preston e mi chiamo Mary.” Disse
lei porgendo all’uomo il foglio di carta in cui erano scritte le sue
generalità e l’attestato di Favorita.
Il maggiordomo lesse attentamente il foglio e
solo a quel punto la fece accomodare nella Sala delle Armi e degli Arazzi.
“Vi prego di
attendere qui e di non muovervi prima dell’arrivo della signora Contessa.”
Poi prima di uscire dalla sala suonò il
campanello annunciando la presenza della nuova arrivata.
Mary si mise seduta e
in evidente apprensione agitò freneticamente il suo ventaglio, più volte
si asciugò il sudore sulla fronte, più volte guardò oltre la porta in
attesa di qualche ombra, poi stanca di aspettare si alzò e andando verso
la grande biblioteca a muro, lesse distrattamente i titoli dei libri,
quasi tutti di narrativa sentimentale e rigorosamente disposti in ordine
di autore.
Nell’attesa ricordò il momento esatto, quando una settimana prima, aveva
appreso la notizia di essere stata scelta dal Conte Vadim Suntherland e
l’ora e il giorno in cui si sarebbe dovuta presentare. Leggendo le era
mancato totalmente il respiro, poi era corsa in casa e facendo salti di
gioia aveva abbracciato i suoi genitori, i quali in evidente stato di
euforia le avevano dato i primi consigli pur non sapendo bene cosa dovesse
fare una Favorita. Poi insieme a sua cugina Molly era andata dalla sarta e
si era fatta confezionare i primi quattro vestiti per coprire interamente
almeno le fasi della prima giornata come Favorita.
Ora era lì in attesa e quasi non le sembrava
vero di essere finalmente una Favorita! La Favorita di un Conte poi… pensò
a quanto potesse essere interessante nell’aspetto e quanto sapesse baciare
bene un Conte. Sicuramente esperto, sicuramente dai modi aristocratici e
gentili, sicuramente maschio, deluso o stanco delle grazie della propria
moglie. La sorte l’aveva aiutata ed ora era giunto il momento di dare
tutta se stessa ad un uomo!
Così fantasticando si rimise seduta ad
aspettare, rimanendo immobile e facendo bene attenzione a non calpestare
le righe nere del pavimento.
*****
La Contessa consorte di secondo letto del Conte
Vadim arrivò circa venticinque minuti dopo. Con aria altezzosa si avvicinò
alla nuova arrivata molto lentamente. Incantevole e dall’aspetto giovanile
aveva un portamento quasi regale e una bellezza sopra ogni limite. Mary
colpita dal suo fascino, tremante si alzò in piedi, fece tre passi in
avanti, poi con un leggero inchino di circostanza disse:
“Salve sono la nuova Favorita.”
“Salve.” Rispose la donna. “Sono la Contessa
Anna Vera Suntherland.” Disse sussurrando a malapena il suo nome.
“Sono qui per servivi…” Replicò la ragazza
sorridendo umilmente.
A quel punto, alla
luce della grande vetrata laterale, vedendo le delicate fattezze del viso
di Mary, la donna cambiò atteggiamento.
“Chissà per quale strano motivo mi aspettavo
una ragazza dai lineamenti marcati e dal trucco grossolano.” Disse la
contessa alquanto sorpresa. “Voi siete davvero un incanto signorina!”
Quella vista l’aveva messa decisamente di buon
umore e con fare gentile, al limite del confidenziale, rispose all’inchino
della nuova arrivata abbracciandola calorosamente.
“Mia cara, mio marito ha affidato a me queste
noiose incombenze preliminari. Spero non vi dispiaccia.”
La ragazza, giudicando comunque insolita
quell’accoglienza, era effettivamente imbarazzata. Durante il suo lungo
viaggio da Preston, aveva immaginato diversi scenari, addirittura se
avesse dovuto cedere immediatamente alle eventuali, ma molto probabili,
effusioni del signor Conte Vadim e fino a che punto avrebbe dovuto tenerle
a bada o addirittura respingerle. Oppure se avesse avuto il tempo di
cambiarsi ed indossare la sua stupenda lingerie da sera, ma mai aveva
immaginato che, ad accoglierla e a fare gli onori di quella casa così
austera, fosse addirittura l’affascinante Contessa consorte.
A quel punto, le due
donne, prese dall’evidente smania di conoscere l’altra e farsi conoscere,
si accomodarono sul grande divano di velluto rosso, nel momento in cui il
maggiordomo, accompagnato da due valletti in livrea dorata, fece la sua
entrata trionfale con un carrello ricolmo di dolci, frutta e un bollitore
fumante di thè.
“Avete fatto buon viaggio?” Chiese la donna.
“Oh sì grazie, abbiamo
fatto una sola comoda sosta alla Posta di Crichtonburg per rifocillarci e
far riposare i cavalli. Per il resto tutto bene anche se non immaginavo
che il viaggio fosse così lungo.”
“Non vi siete riposata per la notte?
“A dir la verità ero così in ansia che ho
pregato gli uomini di sostare solo il tempo necessario.”
“Conoscevate questi luoghi e il castello?”
Disse la contessa.
“Solo di fama.” Rispose Mary sperando che il
suo belletto fosse ancora decente e il suo viso presentabile.
“È da molto tempo che
siete in attesa di assegnazione?”
“Da circa sei mesi.”
“Perché avete scelto di fare la Favorita?”
“Perché era l’unico modo per una figlia di
contadini arrivare qui, in questo mondo da sogno, e vivere a contatto con
persone di alto ceto sociale ed elevato benessere.”
“Siete ambiziosa Mary?”
“Qualsiasi persona di intelletto credo lo sia.”
“E dite… siete felice?”
La ragazza ci pensò un
attimo, poi rispose:
“Del resto le mie origini non mi hanno
consentito altra scelta. Ed ora sono felice di essere qui.”
“Voi siete consapevole di essere stata
fortunata, vero?”
“Il Fato non poteva farmi un favore più
grande.” “Mio
marito, il conte Vadim, non è un uomo semplice, ma per voi non credo sia
un problema!”
“Spero che il signor Conte possa apprezzare la mia dolcezza, la
disponibilità e la mia abnegazione.”
“La preoccupazione del Conte non riguarda solo le sue
doti caratteriali, ma il fatto che tra noi due donne si istauri una
perfetta e completa sintonia. Per quanto mi riguarda lui mi ha affidato il
compito di valutare il suo aspetto fisico a da ciò esprimere o meno un mio
gradimento.”
“Spero vivamente di superare entrambi gli esami…”
“Secondo il contratto da voi firmato, la vostra
missione è da ritenersi temporanea. Al compimento dei sessanta giorni il
signor Conte, a suo inappellabile giudizio e secondo la legge vigente che
regola i rapporti con le favorite, potrà rinunciare ai vostri favori o
altrimenti prolungare la vostra missione determinandone il periodo per un
anno, tre o cinque. Trascorso tale periodo il tempo della sua permanenza
nel castello non sarà più procrastinabile.”
“Conosco le norme, mia Signora Contessa.”
“E allora saprete pure che il genere di
relazione non potrà in alcun modo essere di tipo sentimentale. Qualsiasi
sgarro sarà punito con la rescissione del contratto e senza alcun
corrispettivo per tutta la vostra durata nel castello.”
“Potete star sicura che da parte mia non ci
sarà alcun coinvolgimento affettivo.”
“Anche da parte del Conte… Questo ve lo posso
assicurare fin d’ora! Del resto voi avete ben chiara la vostra missione e
se il conte o chiunque in questo castello si dovesse innamorare di voi
sarebbe allo stesso modo una vostra colpa.”
“Farò il mio possibile perché non accada, mia
Signora Contessa.”
Dopo un attimo di silenzio, quasi titubante, la
Contessa chiese: “Giudicate insolita la mia presenza qui ora?”
“Il maggiordomo mi aveva anticipato il nostro
colloquio.” “Per
forza di cose dovremo vivere molto tempo insieme ed abitare sotto lo
stesso tetto, per cui, come dicevo, è d’obbligo una certa complicità tra
noi.” Disse la donna quasi giustificandosi.
“Sono qui per servirvi
mia signora. A scuola ci hanno insegnato l’arte del colloquiare e quella
di intrattenere nonché i rudimenti di una vera Dama di Compagnia. Spero
vivamente di essere all’altezza della vostra confidenza.”
Così dicendo Mary si
avvicinò al tavolo e riempì le due tazze di thè.
“Vedo che non perdete tempo.” Disse la Contessa
apprezzando il gesto.
La favorita sorrise e porse una delle due tazze
nelle mani della signora.
La Contessa a quel
punto, persuasa dalle risposte e il comportamento, seppur schietto e
genuino, della ragazza, iniziò a scrutare le sue fattezze per il
definitivo consenso. Adagiò delicatamente la tazza sul vassoio d’argento e
disse: “Se voi
siete d’accordo passerei alla parte più antipatica del nostro colloquio.”
“È in vostro
potere ordinare.”
“Siete bella Mary, non vi nego di aver
visionato altre aspiranti favorite, ma con scarsi risultati.”
“Vi ringrazio Signora, ma anche io non le nego
di aver avuto altri colloqui.”
“Dunque?”
“Come detto non mi era mai capitato di essere
esaminata dalla consorte del richiedente e soprattutto da una donna di
simile bellezza come Voi.”
“Dispiaciuta?”
“Oh no, semplicemente mi chiedevo perché mai
l’illustrissimo Conte, avendo la fortuna di avere una moglie così bella
accanto, avesse bisogno dei miei favori.”
“Mia cara le circostanze della vita sono
diverse da come appaiono.”
“Voi siete una donna affascinante e nessuna
Favorita potrà mai essere alla vostra altezza.”
“Siete schietta Mary, ma penso che sia la
vostra inesperienza a farvi parlare in tal modo. Credetemi, le cose del
mondo non sono così semplici. Alle volte la bellezza è solo un bene
effimero e non sempre gli uomini riescono ad apprezzarla.”
“Per questo motivo siete voi e non vostro
marito ad esaminarmi?”
“Lui, come tutti gli uomini a questo mondo è
decisamente un tipo grossolano e non credo sarebbe in grado di farlo.”
La donna così dicendo fece un lungo respiro,
poi riprese: “Penso veramente che io e voi andremo molto d’accordo…”
“Per me sarebbe un onore.”
“E per me un piacere…” Poi dopo un attimo di
esitazione disse:
“Or dunque procediamo?”
Mary si alzò in piedi
con estrema delicatezza, si pose davanti alla donna e si fece guardare. Le
sue mosse erano così studiate che gli occhi della Contessa non riuscirono
a non pensare ad una leggiadra e maliziosa adolescente in cerca di
consenso. Assimilò quella leggerezza ad una farfalla regina, che
staccandosi dal fiore, dal quale aveva preso tutto il nutrimento, prendeva
di nuovo il volo verso altri petali. Poi, sempre con estrema delicatezza,
la nuova arrivata tolse la blusa rimanendo con il solo corpetto di pizzo
bianco. A quel punto si voltò e forse per timidezza diede le spalle alla
Contessa, iniziando, come da istruzioni ricevute, a slacciare i dodici
bottoni coperti di raso.
“Voltatevi.” Comandò la Contessa tradita da una
palese impazienza.
La Favorita non perse tempo, fece scivolare il
corpetto sulla sua pelle candida e con studiata maestria si fece ammirare
scoprendo delicatamente il suo seno bianco e sfiorando con i polpastrelli
delle sue dita i suoi capezzoli rosei ed acerbi.
Alla Contessa apparve
in tutto il suo candore l’emblema della purezza mista ad un tocco di
furbizia malcelata. Ripensò di nuovo alla farfalla e, non sapendo cosa
aggiungere, confessò spontaneamente la sua aspettativa.
“Ho fiducia in voi e spero che nessuno mai
abbia avuto la fortuna di baciare il suo seno. Uomo o donna che fosse!”
Mary rimase in
silenzio, poi si avvicinò per dimostrare alla donna quanto quel seno fosse
candido, innocente e ancora incontaminato dai desideri maschili.
“Dite, conoscendo i
gusti di vostro marito, il Signor Conte apprezzerà?” Era evidente, pensò
la donna, che la ragazza ricercasse complicità e sostegno, ma non rispose.
Continuando ad
ammirare quella carnagione al limite della trasparenza disse: “Il
protocollo come voi ben saprete vi obbligherebbe a spogliarvi
completamente fino a mostrare ciò che ben presto donerete. Ma per quanto
mi riguarda è sufficiente quello che ho visto.”
“Davvero? Non desiderate vedere altro?”
“Difficilmente le mie intuizioni mi tradiscono
e la vostra rosa sarà in egual misura incantevole come quelle più pregiate
che curo nel mio giardino.”
“Coltivate le rose?”
“Più di quanto lo faccia mio marito!”
La ragazza sorrise
timidamente, ma non ebbe il tempo di ringraziare.
“Voi siete vergine spero...”
“Viste le clausole del contratto non potrei non
esserlo.”
“Quindi sapete a cosa andreste incontro in casa negativo?”
“So tutto mia signora, questa è un’occasione
alla quale mai rinuncerei.”
“Mai, mai?”
“Mai!”
“Bene, e ditemi, se per caso la vostra
illibatezza dovesse rimanere tale fino alla fine della vostra permanenza
qui, ne sareste infastidita?”
“Sono qui per favorire la passione del signor
Conte, e come meglio lui vorrà soddisfarsi, per cui non avrei alcun
problema.”
“Bene.” Disse ancora la signora Contessa.
Poi trattenendo il fiato più del dovuto
continuò:
“Potrebbe esserci questa eventualità. Mio marito del resto non è molto
attratto da queste cose.”
“Dite dalla mia illibatezza?”
“Per l’appunto, mia cara!”
“Allora spero con tutto il cuore di far
ricredere il Signor Conte.”
“Potrebbe non essere necessario.”
“Il Signor Conte non
ama portare a compimento la sua passione?”
Non ottenendo risposta, Mary alquanto dubbiosa
riprese: “Devo
sapere qualcosa in merito a come debba intrattenere il signor Conte?”
“Nulla per quanto vi riguardi.” Disse la
Contessa leggermente adirata.
La ragazza notò l’irritazione e disse:
“Se sarò chiamata ad appagare solo l’apparenza,
mi immedesimerò in quel ruolo.”
“In queste lande della vecchia Inghilterra è
d'obbligo per ogni aristocratico di elevato rango
possedere una Favorita e mostrarla nella occasioni
ufficiali che lui e solo lui riterrà opportuno, quindi siete qui per essere la Favorita
indipendentemente dal rapporto che avrete con il Signor
Conte.” Poi
aggiunse: “Ora potete sedervi.”
Mary ottenuto il
permesso si accomodò con estrema leggiadria sul divano accanto alla
Contessa, alla quale non sfuggì il suo profumo di gelsomino e rosa spina.
“Siete davvero bella.” Disse ammirando il seno
nudo.
Le due donne rimasero per una frazione di
secondo in silenzio guardandosi negli occhi. La ragazza avvertì un leggero
affanno nel respiro della donna.
“Grazie, vi sono estremamente grata. Se ora qui
ci fosse il signor Conte non disdegnerei di fargli constatare la
consistenza dei miei germogli. Spero davvero di essere all’altezza per il
secondo esame.”
“E se non ci fosse?”
“Intendete dire che potreste essere voi ad
esaminarmi?” “Le
mie mani sarebbero sicuramente più esperte e competenti, più di quanto
immaginiate o possano fare quelle di mio marito.”
“Ma non sarebbero quelle di un uomo.”
La donna notò l’evidente provocazione.
“Intendete dire che c’è differenza?”
“Beh non sarebbero solo quelle a far la
differenza… ma immagino che il signor Conte si fidi ciecamente del vostro
giudizio…” “A
mio marito potrebbero non interessare le vostre fattezze. Lui ama
prevalentemente passare il suo tempo andando a cavallo, a cacciare le
volpi, bere ottima birra irlandese con i suoi amici intimi e a
sollazzarsi con donne di osteria di infimo rango. Frequenta raramente il
talamo di una signora per bene.”
“Se il mio compito sarà quello di fargli
cambiare le sue preferenze metterò in gioco tutta la mia femminilità. Sarò
sempre a sua disposizione e mi farò trovare pronta ad ogni genere di sua
richiesta.”
“Sarà una lunga attesa in questo senso, credetemi.”
“Mi appassionano i compiti ardui e le sfide
impossibili.”
“Potrebbe non essere arduo, ma solo insolito.”
A quel punto la
ragazza, incuriosita dalle parole della Contessa, disse:
“Mi perdoni mia signora, conosco il mio ruolo e
so che non dovrei fare domande inopportune, ma vista la vostra cordialità
mi permetto di chiedervi il motivo per cui sono stata chiamata qui.”
“La risposta è semplice mia cara, per un unico
scopo, ovvero quello di assumere il ruolo di Favorita in questo Castello.
I modi e i tempi saranno stabiliti strada facendo.”
“Vostro marito
immagino sia d’accordo.”
“Lasciate perdere mio marito, le vostre grazie
necessitano di attenzioni molto più particolari.”
La donna a quel punto avvicinò le sue mani
senza però sfiorare il seno della ragazza.
“Fate pure mia signora. Ho compreso
perfettamente che il vostro giudizio vale di gran lunga molto di più di
quello del signor Conte.”
“Mi affido alla sua riservatezza.” Così dicendo
la donna strinse leggermente le carni vergini della nuova arrivata.
“Desiderate baciarlo?”
“Ora non è
necessario.” Disse la donna con un tono di voce che tradiva i suoi
desideri. "Vi
prego... gradite" Disse la ragazza porgendo i suoi boccioli candidi.
“Vorrei che il vostro rapporto al signor Conte fosse completo in tutti gli
aspetti.” La
donna non si fece pregare. Sfiorò delicatamente uno dei due capezzoli con
le sue labbra, poi si dedicò all’altro indugiando oltre il necessario e
disse: “Avete un
sapore inebriante, simile al gusto delle fragole rosse.”
“Oh grazie mia signora, dite che ho superato
l’esame o avete bisogno di altre prove?
Così dicendo la ragazza sollevò la gonna,
divaricò le gambe e con due dita socchiuse leggermente i petali della sua
rosa in
attesa di un bacio.
La donna in evidente stato di agitazione si
trattenne, poi con un filo tremante di voce disse: “L’esame è terminato
mia cara. Ora potete rivestirvi.”
A quel punto, rossa in
volto si alzò di scatto interrompendo bruscamente quel piacevole momento.
Poi aggiunse “La cena sarà servita alle ore sei nella grande Sala del
Cavallo. Vi prego di non trascurare alcun dettaglio circa la vostra
pulizia. Dopo il lungo viaggio sarete accaldata e in questo castello si
gradiscono solo rose fresche.”
“Avrò dunque l’onore e il piacere di incontrare
vostro marito, quindi…”
“È probabile che ci onori della sua presenza,
ma in caso contrario non sarà comunque una serata priva di interesse.
Concordate anche voi vero?”
“Quindi veramente le cose non sono come
appaiono…” “Alle
volte, come voi possiate ben immaginare, per nessuna ragione occorre
renderle pubbliche. Voi siete una ragazza molto perspicace non occorre
aggiungere altro.”
La Contessa fece per
andare, non prima però di voltarsi di nuovo e fissando la ragazza con uno
sguardo severo, chiedere: “Quindi se il signor Conte, nonostante il mio
giudizio positivo, non gradisse le vostre grazie, voi avreste qualche
problema?” “Beh
con grande dispiacere sarei costretta a lasciare il castello.”
“Non è detto!”
“Non capisco mia signora!”
“Dico che mio marito potrebbe dare
semplicemente il suo assenso.”
“Dite colui che firmerà il contratto?”
“Esattamente.”
“Immagino quindi che siate voi a suggerirgli
cosa scrivere…”
“Come già detto lui ha gusti molto grossolani, non apprezzerebbe una rosa fresca al sapor
di fragola rossa, ma allo stesso tempo mi ama profondamente, per cui non
avrebbe alcun problema e farebbe ogni cosa pur di vedermi serena e felice…
ma non avete risposto alla mia domanda.”
A quel punto Mary
guardò la donna sotto un altro aspetto, era incantevole e sicuramente
bisognosa di considerazione. Avrebbe voluto farle ancora una domanda
ovvero chi tra lei e il signor Conte avesse davvero bisogno di una
Favorita. Ma non la fece perché sapeva benissimo che quel finto esame
avrebbe avuto un seguito, anche quella sera stessa.
Pensò alla sua
condizione, aveva varcato da poco la soglia di quel castello e per nessun
motivo avrebbe voluto affrontare quel giorno stesso il lungo viaggio di
ritorno. Di certo quella condizione non era ciò che aveva immaginato come
primo incarico da Favorita. Tuttavia, si alzò in piedi, fece un lungo
inchino e disse:
“Sono qui per servirvi, mia signora.”
La donna sembrò sollevata e le sorrise
maliziosamente.
“Bene.” Disse voltando le spalle alla sua nuova Favorita e scomparendo
lungo la penombra della grande Sala delle Armi e degli Arazzi.
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Photo Aleksey
Galushkin
Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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RACCONTI DI ADAMO BENCIVENGA
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