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STORIE VERE
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MI SONO INNAMORATA DI UN
VECCHIO L’amore
travolgente senza rapporti completi
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È vero si amo un vecchio, un
uomo anziano, senza perifrasi, non occorre edulcorare la
realtà, amo un vecchio e basta, un uomo di settantasei
anni, sì avete capito bene, se volete lo scrivo a numero
forse fa più effetto: 76! Ma non è solo questo che fa
scandalo, c’è dell’altro, perché io ho 43 anni, quindi
33 in meno di lui e soprattutto perché sono sposata e
lui non è mio marito e neanche il mio compagno, lui è
l’amante!
Lo so che è una cosa inverosimile, non
è il solito cliché della donna di mezza età che stanca
del matrimonio e sull’orlo della depressione cade nelle
braccia del bel amante cinquantenne e ci vive una storia
travolgente, fatta di ore clandestine consumate in
fretta nei motel di periferia, nelle quali riscopre i
piaceri reconditi della passione e del sesso. Non è la
storia della donna che si piange addosso, che
guardandosi una mattina allo specchio vede le prime
smagliature e i segni inevitabili dello scorrere del
tempo e in qualche modo cerca di fermarlo dandosi al
primo che trova la chiave del suo cuore.
Questa
è una storia inverosimile perché io mi sono innamorata
di un vecchio! E tutto è successo tre anni fa, quando,
dopo quasi vent’anni di matrimonio senza figli, ho
iniziato a pensare che forse oltre il rapporto con mio
marito esisteva un’altra vita, altre emozioni soffocate
finora da parole vuote come morale, rispetto e famiglia.
Sì ok questo è un percorso comune, adatto a tutte le
donne della mia età, ma io non ero alla ricerca di una
scopata qualunque, ma alla ricerca di me stessa e di
quelle sensazioni che si avvertono nella mente e non
necessariamente poco sotto l’orlo delle mutande.
Al tempo frequentavo una mia ex collega, più grande
di me, con la quale passavamo qualche pomeriggio insieme
andando a mostre, al cinema, vernissage e alle volte
qualche cena a casa sua. Lei era una professoressa di
lettere in pensione, era separata e, delusa dagli uomini
aveva smesso da tempo di cercare un’altra anima gemella.
Era molto abile in cucina e ogni tanto si divertiva a
preparare piatti etnici dei posti più disparati del
mondo. Quella sera chissà per qualche motivo, oltre a
me, decise di invitare a cena il suo ex marito.
Ero già seduta in tavola quando lui entrò. Aveva una
decina di anni in più della moglie, lei ci presentò ed
io ne rimasi immediatamente attratta. Era anziano sì, ma
un tipo affabile, dai modi gentili, estremamente
affascinante con i suoi capelli bianchi e i suoi occhi
azzurri cielo. Durante la cena parlammo dei nostri
interessi, marito e moglie si lasciarono andare ad
episodi vissuti insieme, e lui, amante della bellezza,
dell’arte e del buon vino, non trascurò aneddoti anche
succosi. Notai una spiccata ironia e un senso evoluto
dell’humor. Mi chiese della scuola e dei miei allievi e
perché mai attorno a quella tavola non ci fosse mio
marito, nell’esatto momento in cui mi stavo domandando
come mai quei due, molto affiatati, avevano deciso di
vivere il resto delle loro vite separatamente.
Alla fine della serata uscimmo insieme da quella casa.
In ascensore, così senza dargli peso, come fosse un atto
dovuto, mi mise una mano sulla spalla e guardandomi
negli occhi mi chiese se avessi ancora un po’ di tempo
prima di tornare a casa. Forse sarà stato il calore di
quel gesto quasi paternale, forse i suoi occhi profondi,
oppure non so cosa, ma acconsentii senza alcun indugio,
pensando tra me e me che se avesse avuto almeno dieci
anni di meno quella sarebbe stato l’occasione giusta
della mia prima volta. Insomma ci avrei davvero fatto un
pensierino e magari quella serata sarebbe potuta finire
diversamente.
Comunque salii nella sua macchina
e lui tra una battuta e l’altra mi domandò se fossi a
conoscenza di quanto stessi correndo un rischio enorme
per aver accettato la sua compagnia. Ridemmo e dopo aver
percorso un breve tragitto ci ritrovammo in collina
davanti ad uno stupendo e suggestivo panorama. Passarono
solo alcuni secondi e nel buio dell’auto lui avvicinò le
sue labbra e senza alcuna esitazione poggiò la sua bocca
sulla mia baciandomi. Poi senza aspettare una mia
qualche reazione mi accarezzò il seno, fu lì che lo
sentii sussurrare che sarebbe stato un delitto
trascurare un seno così caldo, fino a che incredula
sentii l’altra sua mano tra le mie gambe.
Solo a
quel punto cercai di reagire, del resto la sua compagnia
non era solo un grosso rischio, ma una vera e propria
prevaricazione. Allora dissi che non mi sarei aspettata
un simile gesto da uno sconosciuto e che comunque anche
uno sconosciuto avrebbe messo due parole di cortesia in
fila. Essere l’ex marito di una mia cara amica non gli
dava certo la libertà di comportarsi in quel modo,
continuai così, ma davanti alla sua intraprendenza che
di certo non era causata da un suo desiderio fisico,
sentii le mie parole vuote. Trattenni le sue mani,
cercai di dirgli che non ero affatto una donna in cerca
di avventure, ma lui mi disse che non c’era alcun
bisogno di giustificare quel momento, di cercare un
pretesto, anzi se ci fosse stato avrebbe sminuito quella
magia. “Il più delle volte la vita è fatta
esclusivamente di occasioni perse.” Mi disse sicuro e
accattivante. Vista la mia perplessità cambiò registro e
cercò di spiegarsi dicendo che la vita a volte concede
delle opportunità che non sempre sono comprensibili nel
presente, ma che di sicuro fondano la loro ragione di
essere nel passato. Solo a quel punto mi resi conto che
lui conosceva già la mia situazione, i rapporti con mio
marito e la mia insoddisfazione cronica e forse per
questo aveva tralasciato premesse e buon senso decidendo
di rischiare e andando subito al sodo.
Non gli
andò male perché alla fine chiusi gli occhi e mi
abbandonai accettando quei baci caldi e passionali. Dopo
qualche secondo incredibilmente ero già in paradiso,
sbigottita non solo per il tempo, ma anche per le
modalità. Di solito con mio marito, nelle rare volte che
accadeva, passavano ore prima di avere una parvenza e
lontana sensazione di orgasmo. Lui se ne accorse e
sorrise e invece di chiedermi in cambio lo stesso
servizio, girò la chiave e accese il motore dell’auto.
Mi accompagnò alla mia macchina, ci scambiammo i numeri
di telefono e durante il tragitto mi confessò che già
durante la cena, il suo sesto senso aveva avvertito
inconfondibilmente l’attrazione del mio corpo e che quel
sì in ascensore era stato una specie di lasciapassare.
Non era una giustificazione, ma io l’accettai come tale.
Tornai a casa e scivolai nel letto accanto a mio
marito immerso nel sonno più profondo e per tutta la
notte pensai a quello che era successo e
all’inevitabilità di quell’incontro. Mi chiesi se
confessarlo alla mia amica, ma poi mi domandai se fosse
stata lei l’artefice di quell’incontro preparando il suo
ex marito e mettendo in atto quella messinscena. Mi
sentivo agitata, del resto per me era la prima volta in
assoluto e non era facile digerire un tradimento. Sì ok
nella mia solitudine interiore più di una volta mi ero
ritrovata a piangere sull’autobus o in fila alle casse
del supermercato, più volte credevo di essere sull’orlo
di un abisso che chiamavo timidamente depressione, più
volte avevo cercato nuovi stimoli, ma non pensavo mai
che alla prima vera occasione avrei concesso il mio
orgasmo ad uno sconosciuto eppure vecchio!
Per
tre giorni non successe nulla, anche se in cuor mio
guardavo spesso il mio telefono per chissà quale
improbabile messaggio. Una mattina però mentre ero a
scuola sentii squillare il telefono e uscii dall’aula.
Era lui! Mi disse che desiderava vedermi immediatamente.
Mi dispiaceva lasciare i miei ragazzi nel bel mezzo di
una lezione, ma alla fine, davanti alle sue insistenze,
finsi un malore, andai dal preside, presi un permesso ed
uscii.
Lui era lì sotto ad aspettarmi, appena
salii nell’auto sentii le sue labbra calde baciarmi
davanti all’entrata della scuola. Era vecchio sì, e alla
luce del giorno era ancora più vecchio, vidi
indistintamente tutte le sue rughe del viso, la sua
pelle bianca venata, le mani nodose e secche,
chiedendomi come avessi fatto ad accettare le sue
carezze la prima sera. In quel momento, davanti alla mia
scuola, mi stavo vergognando pensando a qualche mia
collega che avrebbe potuto vederci. Fu solo un
pensiero perché subito dopo la sua mano rabbonì il mio
stato d’animo e la luce dei suoi occhi mi riportò
esattamente a provare le stesse sensazioni della prima
volta. Mi resi conto che quella voce calda aveva un
potere enorme su di me, nel mio desiderio di protezione,
la sentivo come una guida, ma non mi faceva sentire una
figlia obbediente, anzi al contrario una donna che
riscopriva il sapore della rinascita, dell’indefinito,
della libertà, di un nuovo modo di assaporare anche le
più piccole emozioni sopite da chissà quanto tempo.
Ci sedemmo in un piccolo bar lungo la strada e
questa volta al contrario della prima sera, davanti ad
una tazza fumante di thè, parlammo molto e in un attimo
il mio mondo si capovolse. Mi confessò che, già dalle
parole della sua ex moglie, si era interessato a me e
che mi aveva vista più di una volta segretamente
all’uscita della scuola. Insomma si era innamorato prima
di conoscermi e a quel punto mi disse che avrebbe
desiderato a tutti i costi portarmi con sé, due giorni
nella sua casa al mare, il porto, la barca, la spiaggia,
il sole al tramonto, insomma la nuova vita che avevo
sempre desiderato. Era un sogno sì, ma lo pregai di non
farmi sognare e dissi che non avrei potuto stare una
notte fuori, ma lui insistette al punto che dentro di me
sentii chiaramente che stava accadendo qualcosa di
irreparabile.
Chiamai allora mio marito, gli
parlai di un’improbabile missione di lavoro, lo sentii
perplesso, ma alla fine mi chiese soltanto di fargli
avere mie notizie. Il giorno stesso partimmo, era solo
trenta chilometri di distanza, ma per me era come se
avessi preso un aereo e fossi atterrata dall’altra parte
del mondo. Non avevo nulla con me e durante il viaggio
comprai il necessario e un cambio di vestiti. Sì ero
pazza, ma mi sentivo bene! Prima di andare a casa sua
facemmo una sosta al mercato, era bello col suo vestito
bianco e il suo panama vederlo aggirarsi per i banchi,
alla fine comprò da un suo amico del pesce freschissimo.
Quando arrivammo a casa si mise subito a
spiattellare, cucinava divinamente, tutto aveva un
sapore nuovo, i suoi sorrisi mi stravolgevano, la sua
cortesia mi inteneriva, mi sentivo sua, mentalmente sua,
fisicamente sua. Pranzammo e bevemmo del buon vino. Poi
nel pomeriggio mi fece apprezzare quel magnifico
tramonto durante una passeggiata a piedi nudi sulla
spiaggia. La sera andammo a cena in un ristorante sul
mare. Un’atmosfera romantica e indimenticabile, mi
sentivo leggera, mi sentivo bene, così bene che mi
dimenticai di chiamare mio marito. Poi di nuovo una
passeggiata mano nella mano per le vie del paese,
andammo al porto e lui si mise a chiacchierare con dei
suoi amici.
Il dopo cena lo passammo in
terrazza, da lontano vedevamo le luci delle barche dei
pescatori a largo, vicino, sotto di noi, qualcuno
ascoltava musica americana anni sessanta, forse "Smoke
Gets in Your Eyes" forse “Only You” sta di fatto che
chiusi gli occhi e lo aspettai. Lui si alzò e mi venne
vicino e mentre mi sussurrava un “Ti amo” denso ed
avvolgente mi tolse delicatamente il vestito. Ero nuda
davanti a lui. Ero davvero in un mare di miele, a quel
punto delicatamente mi sollevò ed io mi alzai.
Appoggiati a quella ringhiera chiedevo muta i suoi baci
mentre lui mi abbracciava, mi stringeva forte baciando
ogni parte del mio corpo. Pensavo a ciò che sarebbe
successo dopo, pensavo a quante cose mi ero persa nella
vita, pensavo al mio cuore, al mio seno di nuovo gonfio
e mai sazio di baci, pensavo a quel letto che ci stava
aspettando, alla nostra prima volta insieme, pensavo
alle mie mutandine, unico indumento indosso, se le
avessi tolte io o lo avesse fatto lui. Insomma mi
sentivo calda e accogliente pronta ad amarlo per quella
sera e per sempre. Sentivo la sua bocca vogliosa e
bagnata, la sua mano impaziente, la stessa mano di
qualche giorno prima, esperta e padrona che indugiava
tra le mie gambe nude, che mi scostava le mutandine.
Ecco sentivo le sue dita scivolare, una, due, a volte
sincrone altre intermittenti ed unite, davanti a noi la
luna e il mare, non riuscivo a trattenermi, lui mi
sussurrò di abbandonarmi fino a che non sentii dentro di
me un fiume bollente che mi provocò un orgasmo intenso e
rapidissimo. Mi sciolsi in quel preludio. Lo guardai
negli occhi. Aveva l’aria soddisfatta e dopo un lungo
bacio, mi chiese se fossi stata bene, sorrisi, ma non
risposi, continuai a guardalo, pensavo a quel letto
accogliente e mi sentivo indifesa davanti a tutta quella
sensualità, a quel mondo per me sconosciuto, desideravo
solo averlo, sentirlo dentro di me, ma solo a quel punto
mi resi conto che per lui la serata si stava
concludendo, anzi si era chiusa lì. Come la volta prima,
non c’era stato alcun dopo. Il suo orgasmo era il mio
orgasmo, il suo piacere il mio.
La notte
dormimmo insieme abbracciati, ma mi svegliai più volte,
smaniavo, mi alzai per bere, sognai, ero inqueta, ma
sentivo di amarlo immensamente, lo desideravo
fisicamente. Sì era vero ero insoddisfatta, o meglio no,
mi sentivo appagata dal mio stesso desiderio impellente.
Dopo tanti anni mi sentivo viva, uscita da un lungo
letargo, sentivo me stessa, le mie voglie, lì dentro di
me, intatte, ma con l’anima sazia. Mi resi conto quanto
quell’amore fosse diverso, quanto quel sesso fosse
mentale prima che fisico, ma allo stesso tempo mi
sentivo una donna nuova perché era stato proprio lui che
aveva riacceso in me la lampadina del desiderio,
dell’energia vitale e della gioia della sensualità,
insomma stavo riscoprendo il sesso quello vero pur non
saziandomi appieno.
Il giorno dopo tornammo in
città, non avrei voluto più lasciarlo, lui mi rassicurò,
mi disse di stare tranquilla, di prendere tempo e
analizzare il rapporto con mio marito e le scelte da
fare. Ma io non volevo alcuna razionalità! Gli urlai che
mi sentivo solo sua, sua e basta. Lui mi baciò, mi toccò
di nuovo ed io diluii tutto il mio desiderio sul sedile
della sua macchina, e alla fine gli promisi che avrei
fatto la brava. E quindi tornai a casa e vissi
segretamente la mia storia. Come due ragazzini ci
chiamavamo nelle ore più impensabili, ci mandavamo
messaggi e cuoricini, la sera chiusa in bagno gli davo
la buonanotte, gli chiedevo di non lasciarmi mai sola.
Già senza di lui mi sentivo persa, mi mancava l’aria ed
a tutti gli effetti ormai ero la sua amante, quel tipo
di amante che si inventerebbe anche le scuse più
improbabili per vederlo un’ora, un minuto. Di colpo mi
ero ritrovata a vivere con un uomo più vecchio di me di
trent’anni, il quale mi aveva fatto riscoprire me stessa
e dire addio alla mia vita precedente. Non avrei potuto
più fare a meno di lui e quando mi propose una vacanza
insieme per una intera settimana ero già sulla sua porta
con la valigia in mano giustificando il viaggio a mio
marito come una pausa di riflessione.
Grazie a
lui mi sentivo libera, ma questo forse già l’ho detto,
comunque non era una libertà vuota e solitaria, era una
libertà appagante, piena, una libertà che per esistere
aveva bisogno della sua premura, quella d’altri tempi,
delle sue attenzioni, quelle dal sapore antico, di quel
sentimento che ci univa anche a discapito del mio
matrimonio. Sì tradivo mio marito avendo una storia
segreta con un altro uomo! Sì lo tradivo con un vecchio!
Lo tradivo senza fare sesso, ma non per questo non lo
tradivo. In quella settimana passata insieme mi aveva
legato mente e cervello, al punto che riuscivo a
controllare i miei desideri e le mie emozioni per amore.
Non volevo fargli del male e quindi non chiedevo, ma non
mi pesava, anzi alle volte quando eravamo a letto mi
rendevo conto del suo tono muscolare, mi rendevo conto
che non avrei più fatto l’amore completo, ma
paradossalmente vivevo una libido estrema perché avevo
scoperto che l’erotismo aveva un profondo legame con la
mente e se un uomo avesse conquistato la mia testa era
come se lo avesse fatto anche con il corpo. Esattamente
quello che non avevo mai avuto da mio marito. Con mio
marito il sesso era tenerezza, dolcezza, ma non di certo
trasporto ed estasi, ecco questo avevo scoperto nella
mia nuova vita, ossia l’energia vitale prodotta dal
desiderio sfrenato e non appagato, la voglia dell’attesa
che sarebbe comunque rimasta attesa.
Quando
tornai a casa dopo quell’indimenticabile settimana la
mia mente e il mio corpo ormai erano totalmente cambiati
e con mio marito fu inevitabile un confronto. La verità
nella sua crudezza venne immediatamente fuori.
Ovviamente ne rimase sconcertato non tanto dal
tradimento che pure se lo aspettava, ma dall’età del mio
amante e dall’assenza di sesso completo e fu forse per
questo che pur accusando il colpo lui accettò la nuova
situazione. Una sorta di convivenza a tre in cui non
limitavo gli incontri col mio amante e non facevo
mistero di nulla, anzi nei mesi che seguirono parlavo
tranquillamente dell’altro e delle emozioni che mi
suscitavano i nostri incontri e i nostri discorsi. Mio
marito mi ascoltava e tra noi nacque una nuova relazione
come se l’amante fosse da stimolo al nostro rapporto.
Alle volte era lui a voler sapere e di fatto divenne più
comprensivo. Mi cercava spesso nel letto e devo dire che
anche l’amore fisico divenne una cosa nuova. Insomma era
un compendio e via via mi resi conto che il rapporto con
i due mi completava nella mente e nel sesso.
*****
Non avrei mai creduto di potermi trovare in
una condizione simile, penso ai benpensanti, alle mie
colleghe, ai miei allievi, ai miei genitori e a come mi
giudicherebbero. Del resto ho sempre coltivato l’arte di
apparire e la mia è sempre stata una vita lineare, senza
troppi scossoni, ma ora che sono stata travolta da
questo fiume non voglio più rinunciarci. Sono
consapevole dell’età del mio amante, come dei limiti
della natura, ma mi lascio andare trasportata dall’onda
e pur con la paura di ritrovarmi sola, mi sento davvero
viva e fortunata. Fortunata per aver pensato a me stessa
sfruttando a modo mio quell’opportunità che almeno una
volta nella vita passa per tutti, ma che la stragrande
maggioranza delle persone non coglie e se la lascia
scappare per stupidi pregiudizi. Mi sono innamorata
di un vecchio, sì certo, lo ammetto, ma, grazie a lui,
mi sono anche e nuovamente innamorata di me stessa!
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Pur basato
sull'osservazione di temi sociali questo racconto
è opera di pura fantasia. Nomi, personaggi e
luoghi sono frutto dell’immaginazione
dell’autore e non sono da considerarsi reali.
Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari e
persone è del tutto casuale.
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reserved Adamo Bencivenga
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