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AMARSI? CHE CASINO!

LA STORIA MALEDETTA
DI ANNA E CAMILLO
"Anna, ti amo quando sei a letto con un altro!"
L’amore non ha
confini, l’amore è giallo gelosia, è dolore che si fonde al piacere,
l’amore è dramma, l’amore è l’estate del 1970, anzi una sera calda e
romana di fine agosto

Alla radio Mina canta
Insieme, gli Shocking Blue Venus e Lucio Battisti grida
Anna. Appunto sì Anna, bella e spregiudicata, sposata al
marchese Camillo, non certo per amore. Suo marito è
infatti ricco, ha tenute, ville e case e tra le tante
quella di Via Puccini, un’elegante strada costeggiata da
palazzine signorili di inizio Novecento in stile
Umbertino. A due passi da Villa Borghese e poco lontano
dai Parioli. Il quartiere abitato da alti funzionari di
Stato, nobili e magistrati, è ancora deserto in questa
lunga estate romana. Due ragazzi all’incrocio con Via
Pinciana stanno discutendo animatamente di calcio. Il
Cagliari è campione d’Italia, Gigi Riva è l’eroe
nazionale. Altri due poco distante si stanno baciando,
lei è bionda minuta, lui è moro, ha i capelli lunghi,
forse è amore, forse solo passione mentre dal cielo
quasi buio scendono due gocce timide di pioggia
annunciando la fine dell’estate e il triste presagio.
Una signora di colore con l’ombrello porta a spasso un
meraviglioso terrier color cognac, una macchina scoperta
di grossa cilindrata sfreccia verso Piazza Verdi senza
fermarsi al semaforo rosso. Qualche settimana prima
durante una partita di calcio l’Italia aveva vinto 4-3
sulla Germania, Romina Power aveva detto sì ad Albano e
nell’Isola di Wight oltre mezzo milione di giovani si
era riunito per assistere al più grande Festival Rock
europeo, all'interno del quale avevano suonato Jimi
Hendrix, The Doors, Miles Davis e molti altri artisti.
Dicevamo, da una finestra all’attico al civico
9, ad un tratto si sentono nitidamente sei spari in
sequenza: prima tre, poi due e dopo alcuni secondi
l’ultimo. Qualcuno grida. Poi silenzio e subito dopo in
lontananza si sente l’eco delle prime sirene. La
polizia, avvisata dai domestici della casa, fa irruzione
nel cancello di ferro battuto e sale fino all’elegante
attico del terzo piano. Lo spettacolo che si presenta
agli occhi increduli degli uomini della Squadra Mobile è
sconvolgente.
Sul pavimento della sala da pranzo
ci sono tre corpi ricoperti di sangue: Anna, 41 anni
portati benissimo, ha un seno trafitto dai proiettili
calibro 12 e gli occhi ancora spalancati per il terrore.
Camillo, 43 anni, sdraiato a terra dietro una poltrona
con accanto il fucile da caccia Browning ancoro caldo.
Massimo, 25 anni, riverso in un angolo colpito alla
schiena e alla nuca, giace mezzo raggomitolato a braccia
conserte in una pozza di sangue. E’ uno studente di
Scienze Politiche. Dalle prime informazioni sappiamo
che i due coniugi Camillo ed Anna si sono sposati nel
1961 entrambi in seconde nozze. Abitano nella capitale e
fanno parte della high-society. Conducono una intensa
vita mondana onorando con la loro presenza svariati
salotti e presenziando ogni anno alla prima della Scala.
Massimo invece è l’amante della donna da quattro mesi.
La cronaca racconta che la notte precedente al
delitto dalla sua villa veneta, dopo una battuta di
caccia, il marchese telefona a Roma, sono circa le
quattro del mattino, e rimane sconvolto dal fatto che il
giovane risponda al telefono di casa sua ad un’ora
insolita. Immediatamente si precipita a Roma. Da
Fiumicino prende un taxi e appena giunto in Via Giacomo
Puccini, tutto trafelato e in evidente stato di
agitazione, ordina alla servitù di non disturbarlo per
nessun motivo, poi si reca nel salotto. Non sappiamo se
i due amanti confessano oppure vengono colti in
flagrante. Sappiamo con certezza però che Anna è in
short attillatissimi e camicetta scollata e il marchese
ha caricato il suo fucile da caccia con cartucce per
cinghiale.
Alla vista della moglie, in preda ad
un raptus di gelosia, il marchese spara ai due amanti:
tre colpi alla moglie e due allo studente, il quale
aveva afferrato un piccolo tavolo nel tentativo di
ripararsi. Poi l'ultimo colpo lo riserva per sé. Il
colpo a distanza ravvicinata gli spappola il cervello.
Tracce di materia cerebrale sono state ritrovate sui
quadri attaccati al muro e sul soffitto. Agli occhi
degli inquirenti nessun mistero. Il movente è chiaro, si
tratta del classico triangolo amoroso di moglie, marito
ed amante finito alle estreme conseguenze con
omicidio/suicidio a scopo passionale.
Anna è
decisamente una donna sensuale, una straripante
quarantenne che mostra meno della sua età. Per far
risaltare ancora di più il suo meraviglioso corpo, non
ha esitato, già a quel tempo, a ricorrere al chirurgo
estetico rifacendosi il seno con protesi di silicone. E’
di origini povere, non è nobile. Nasce ad Amorosi una
frazione di Benevento il 19 marzo del 1929 da Ernesto,
impiegato alle poste, e Amelia, casalinga con diploma da
maestra. La madre è una donna bellissima e quando Anna
ha soli tre anni lei abbandona la famiglia per fuggire
con l’amante. Per il padre di Anna è un colpo durissimo.
Affida Anna e la sorella ai parenti e va via. Anna vive
un’infanzia complicata, ma cresce bene. In paese è
considerata una ragazza di buona famiglia, seria,
educata rispettata e soprattutto, come la madre, è
bellissima. Presto se ne accorgono in tanti. Se ne
accorge anche lei. E’ consapevole della sua
straordinaria bellezza. Sente attorno a sé le invidie
specialmente delle cugine. Quindi abbandona il sogno di
fare la parrucchiera e a 16 anni si trasferisce a Roma
con l’idea di fare l’attrice, ma non farà più di una
comparsa nel film Totò Tarzan. Grazie alla sua bellezza
scala agevolmente i gradini della scala sociale. Anna,
pelle olivastra, sopracciglia arcuate, ciglia finte,
zigomi pronunciati, bocca grande, labbra piene, denti
bianchissimi, seno sensuale, formosa nei punti giusti,
attira gli sguardi vogliosi degli uomini.
Alla
festa di un’amica a Roma, conosce Peppino, padrone di
una piccola industria alimentare. Si innamorano. Lui, un
giovane bruno, alto ed elegante, subito la riempie di
regali tra cui un anello di brillanti, la presenta in
famiglia e chiede al padre di lei il permesso per il
fidanzamento ufficiale. Facoltoso, mondano, stimato
nella Roma che conta porta Anna alle feste più belle. Un
mondo insolito per lei, da rimanerne affascinata, da
esserne stordita. Lei scopre un nuovo mondo, è
entusiasta e nel contempo avida di ricchezza. Comunque
si sposano, nel 1950 si sposano, ma per Anna, donna
vogliosa, ambiziosa, arrivista e soprattutto ardente,
Peppino è una grande delusione. A letto le prestazioni
di lui lasciano a desiderare, infatti lei la prima notte
scopre che il marito soffre di eiaculazione precoce.
“Rimasi come una scema.” Scrive sul suo diario. Le altre
notti saranno semplicemente fotocopie, lei rimane
perennemente in attesa e alla fine capisce che il suo
appagamento non passa certamente per il marito.
Comunque trascorrono cinque lunghissimi anni fino a
quando incontra il ricco marchese. Lui è un personaggio
contraddittorio. Viziato, abituato ad essere esaudito in
ogni desiderio fin da bambino, è noto per i suoi eccessi
di collera scatenati dai più futili motivi. E’
appassionato di caccia, delle corse di cavalli e della
vita mondana. È sposato con una soubrette di
avanspettacolo e dalla quale ha avuto una figlia.
Peppino, il marito di Anna è un caro amico del marchese.
E così nel 1955 Anna e il marchese Camillo si incontrano
la prima volta a casa di lui a Palazzo Barberini… Si
guardano, si fissano negli occhi, tutti e due sentono
che sta per accadere qualcosa, ma non accade nulla e
allora Anna furba ed astuta mette in pratica il suo
piano di seduzione stringendo dapprima amicizia con la
moglie del marchese.
Giorno dopo giorno Anna gli
entra nell’anima. Lei ne è lusingata, ma finge
indifferenza, prende tempo, si fa corteggiare, assume
pose lascive, intese complici, senza dare in cambio
altro: «Non volevo essere un’amante qualunque». Scrive
sul suo diario, ma Camillo insiste, la corte diventa
pressante. Ormai è innamorato di quella donna, la cerca,
la fa seguire, la copre di regali, la vuole ad ogni
costo. Una sera durante una festa in un grande albergo,
Peppino alza il gomito e dopo un litigio con la moglie
se ne va lasciando Anna da sola. Anna è visibilmente
turbata, Anna piange e Camillo la conforta, la stringe a
sé mentre ballano, le dice parole dolci, la fa sentire
importante, poi insieme salgono i piani del paradiso.
Ordinano champagne e in quella stanza dapprima si
baciano, Camillo sente che i baci di Anna rispondono,
sono caldi accoglienti, lui la spoglia e lei si lascia
spogliare, lui le dice parole piccanti e lei si lascia
sedurre. La sintonia sale, la complicità arriva fino a
quando lui alza il telefono e chiama il cameriere per
un’altra bottiglia di champagne. Evidentemente ha in
mente qualcosa! Lascia la porta socchiusa, poi distende
Anna sul letto e fanno l’amore proprio davanti al
cameriere. Camillo gli dà una mancia spropositata a
patto che lui rimanga in piedi col tovagliolo sul
braccio in attesa dell’ordine di stappare la bottiglia.
Poi lo congedano e loro fanno ancora l’amore fino
all’alba, poi Anna torna a casa. La casa è deserta, solo
un biglietto sul comodino del marito. “Mia cara Anna
sono pronto a concederti la separazione e mantenerti per
un certo periodo purché tu te ne vada al più presto.”
Nel frattempo Camillo lascia la moglie ed Anna si
trasferisce nella sua casa. Camillo è pazzo di Anna a
tal punto che per sposarla spende circa un miliardo di
lire in bustarelle per vescovi e cardinali per annullare
il suo matrimonio tramite la Sacra Rota e concede alla
ex moglie seicento milioni di lire di liquidazione, una
casa di tredici stanze per lei, un appartamento per la
sorella. Anche Anna, aiutata dalle influenze e dal
denaro di Camillo percorre la stessa strada ottenendo
l’annullamento del suo matrimonio.
Mercoledì 21
giugno 1961 Camillo finalmente sposa la sua amata con la
promessa di rinunciare per sempre alle sue ambizioni
cinematografiche. Ovviamente lei accetta immediatamente,
in fin dei conti finora ha ottenuto solo una particina
in un film, ora invece è ricca e insieme al marito
conducono una vita fatta di feste, serate mondane, prime
teatrali e battute di caccia circondati da un lusso
sfrenato.
Questo è tutto, sembra la classica
storia di benestanti con lieto fine, ma c’è un altro
volto in questa storia. Un volto più intimo e
trasgressivo che viene alla luce successivamente. Ecco
ora torniamo sulla scena del delitto, a quella villa ai
Parioli, nell’estate del ’70. La polizia inizia a
perquisire l’appartamento. In un cassetto viene trovata
una sterminata collezione di foto che ritraggono nuda la
bellissima e seducente Anna in posizioni a dir poco
oscene, da sola oppure con altri uomini.
Viene
trovato anche un diario foderato con una copertina di
pelle verde e nera, dove il marchese Camillo descrive
minuziosamente gli incontri erotici della moglie con
numerosi amanti spesso inconsapevoli e le sensazioni che
prova nel vederla posseduta da altri maschi: “Oggi Anna
ha incontrato un aviere. Era giovane e bellissimo. E’
stato un incontro fantastico. Anna era felice ed ha
partecipato intensamente.” Oppure: “Oggi siamo stati sul
litorale di Ostia, in molti la guardavano. Abbiamo
scelto un giovane muscoloso. Ha posseduto Anna nella
cabina del Gambrinus. Lei ha goduto molto. E’ stato
appagante. Per ricompensarlo gli ho regalato trentamila
lire.” Oppure: «Oggi Anna mi ha fatto impazzire di
piacere. Ho inventato un nuovo gioco. L’ho fatta
rotolare sulla sabbia, poi ho chiamato due avieri per
farle togliere i granelli dalla pelle con la lingua».
Sullo stesso diario c’è la descrizione di un’orgia
sull’isola di Zannone. La protagonista assoluta
naturalmente è Anna che si dà a tutti i convenuti
eseguendo accuratamente ogni ordine del marito,
ansimando e muovendosi a comando. Spesso lui le
promette: «Se sarai brava dopo ti posseggo io e vedrai
come godremo».
La voce passa di bocca in bocca e
tra lo stupore generale il quadro viene man mano
ricostruito. Nella sua ossessione erotica, il marchese
spinge la moglie ad andare oltre ogni limite
compiacendosi della sua totale dipendenza psicologica.
Lei si lascia fotografare e filmare tra le braccia di
robusti giovani quasi tutti militari di leva o borgatari
delle periferie di Roma. S’appostano nella loro auto
davanti ai bar frequentati da giovani, bische, luoghi di
incontro e caserme in attesa della libera uscita dei
soldati. Lui offre somme generose e invoglia il ragazzo
che ha accettato a salire in macchina e poi durante il
tragitto lo invita a favorire di quel corpo sensuale e
concedendo alla vista una donna disponibile. Lei è
preda, è sensuale, è quanto di più erotico possa
desiderare un ragazzo. Il cliché non cambia, lui ferma
la macchina, lei sale dietro, il marchese si eccita
guardando dallo specchietto i due che consumano. Altre
volte invece lei acconsente di fare l’amore in tre, la
loro trasgressione ha un’impennata irrefrenabile fino a
quando Camillo conosce un’attricetta olandese che
somiglia molto alla moglie. Le fa tingere i capelli, la
trucca come la moglie. Praticamente la rende un clone
della marchesa. Ogni tanto vuole avere due Anne con cui
sollazzarsi.
Le foto e il diario giungono alla
stampa. Tutti i giornali gridano allo scandalo. Il
Messaggero titola: «Il marchese uccide moglie e amico,
poi si spara in faccia». Nell’occhiello: «Il dramma
della gelosia». Quotidiani e riviste maschili titolano:
«Il diario del marchese»; «Le foto proibite della
marchesa»; «I turpi festini dei nobili degenerati».
Molti degli amanti pagati da Camillo si fanno avanti
raccontando le loro avventure, o pubblicando alcuni
carteggi in cambio di qualche soldo. E sono davvero
tanti! Tutti concordi nell’esaltare la bellezza e la
disponibilità della signora e l’avidità con la quale suo
marito assisteva alle scene d’amore. Come detto siamo
ancora negli anni Settanta quando ancora l’italiano
medio legge di nascosto quel Playboy dove al massimo si
può intravedere un seno velato. E la loro storia esplode
come una bomba fragorosa nell’Italia di quegli anni che
viaggia con gioia, ma ancora con molto pudore, verso la
rivoluzione sessuale. La storia di quel triangolo
maledetto appassiona il pubblico al punto che i giornali
cominciano a pubblicare addirittura a puntate le
prodezze erotiche dei coniugi viziosi. Il Messaggero
aumenta la propria tiratura a 500 mila copie al giorno.
Le foto della marchesa vengono riportate su parecchie
riviste tipo il mitico Men e L’Europeo. Si tratta di
oltre 1500 immagini nelle quali Anna è immortalata su
spiagge private, in casa da sola o durante caldissime
performance. La loro relazione ormai è sulla bocca di
tutti. Vengo interpellati psicologi ed esperti in genere
per fare luce sulle dinamiche di quel rapporto.
Ci si interroga sulle motivazioni della donna e ne esce
fuori un ritratto nel quale lei, malata di
esibizionismo, asseconda il marito per una specie di
complesso di inferiorità. Le sue origini e il suo
arrivismo contribuiscono ad accettare quel gioco per una
sorta di continuo recupero scambiando l’intrigo con il
degrado. Camillo era pur sempre il discendente di una
tra le più antiche famiglie nobili italiane, con un
patrimonio all’epoca valutato di 400 miliardi di lire.
Ma Anna non è vittima. La calda Anna, che apre le gambe
senza mutandine davanti all’obiettivo, è un animale che
si lascia condurre facilmente. Anche lei ricava piacere
diretto da quelle situazioni anormali, anche lei gode,
forse per piacere indotto oppure perché sicuramente
appagano la sua forte componente di esibizionismo.
E Camillo? Nel suo ritratto viene fuori una forte
componente femminile inconsapevole. La donna
inconsciamente rappresenta una parte femminile del
proprio "io". La sua ragione di vita è vedere la propria
moglie godere tra le braccia di un altro, creare una
specie di sostituto alla propria impotenza, creare
l’alter ego ai suoi sogni trasgressivi. Il marchese
scatta foto, riprende con una cinepresa, ma non
partecipa mai attivamente. A lui piace così, piace
vedere quando Anna gode, sentirsi partecipe di infiniti
orgasmi. E’ lui a procurare i partner per la moglie, ad
avvicinarli, a combinare gli incontri, lui li valuta, li
sceglie anche dal punto di vista fisico, controlla se
sono dotati perché nella sua malata generosità vuole il
meglio per sua moglie.
Oggi è quasi normale
venire a conoscenza di un marito che porta la propria
donna in un privé e la cede in comodato d’uso. In questo
caso invece ciò che è diverso è la non occasionalità, la
programmazione di una pratica… La reazione dell’uomo
appare contraddittoria e non si riesce a comprendere
come mai, così geloso da uccidere, organizzasse questi
incontri con ragazzi mercenari. Del resto le vie della
trasgressione sono infinite. Ma una cosa è certa! Questi
ragazzi vengono regolarmente pagati quasi a suggellare
il rapporto mercenario, lo scambio di merce e quindi
nulla a che vedere con l’amore. C’è da dire che più
volte il marchese nel suo diario fa trapelare il timore
di un possibile coinvolgimento extra-sessuale della
moglie, ma l’ossessione erotica è più forte fino a
vincere queste paure. E forse uccide perché si rende
conto che qualcosa gli è sfuggito di mano e tra i due
amanti c’è un legame molto più forte di quanto pensasse.
Anna però si innamora. Durante una festa di
beneficenza si innamora, forse stanca di quella vita si
innamora e il fortunato si chiama Massimo, ha 25 anni, è
giovane, bello e squattrinato. Subito lo presenta al
marito ed iniziano un ménage à trois. Massimo,
universitario fuori corso, non ha mai dato un esame, è
figlio di un funzionario di Stato in pensione. Trascorre
le sue giornate a oziare e le notti da un night
all’altro, è fidanzato con una soubrette assai nota nei
locali notturni di via Veneto. Si dice in giro che abbia
fatto innamorare anche Lola Falana, vero o non vero
comunque è un tombeur de femme. Verso di lui Anna non
nutre solo una semplice attrazione sessuale. Così gli
incontri tra i due diventano clandestini, ogni tanto
s’incontrano di nascosto dal marchese in un albergo in
viale Liegi. Lui la corteggia, le manda dei fiori, le
regala il disco di Modugno La lontananza. Lei apprezza
la dolcezza e soprattutto tramite lui torna la ragazzina
spensierata di un tempo. Anna è stufa di questa
vita, lo fa capire a Camillo: «Prima era solo un gioco,
un allegro e singolare passatempo e capitava ogni tanto.
Ora, invece, lo devo accontentare due o tre volte la
settimana. Camillo vuole troppo. Mi sento una mignotta»!
Camillo scopre tutto e qui nasce il dramma. Non
occorre scomodare la tragedia greca per rendersi conto
che l’epilogo tragico in qualche modo riabilita i
protagonisti. Lei che dopo anni di giochi erotici scopre
l’amore e soprattutto la differenza tra cuore e sesso.
Lui che aveva costretto la propria moglie ad andare con
altri uomini, impazzisce quando scopre che oltre al
corpo qualcuno possiede anche il cuore di lei. Questo
no! Non può sopportarlo! Prima del delitto scrive queste
frasi sul suo diario: “E’ la più grande delusione della
mia vita, vorrei essere morto e sepolto. Che schifo,
piccineria, voltastomaco quello che mi ha fatto Anna.
Solo lei, con la sua mentalità piccolo borghese, poteva
farmi una cosa così losca. Pensavo che fossimo l’unica
coppia legata veramente, e invece… Sto letteralmente
morendo internamente e ho perso tutto.”
I
protagonisti di uno dei triangoli più celebri e discussi
d’Italia scompaiono così, troppo presto e tragicamente,
travolti dalle inattese conseguenze di un gioco perverso
che loro stessi avevano voluto, iniziato e troppo
pericolosamente alimentato. La storia finisce qui, in
quella villa ai Parioli, in quella stanza intrisa di
sangue mentre fuori l’Italia canta “La prima cosa
bella”, “Eternità” e “Occhi di ragazza”. Mentre due
ragazzi si baciano, mentre una donna di colore porta a
spasso il cane, mentre una macchina di grossa cilindrata
sfreccia ignorando il semaforo rosso e due gocce timide
di pioggia annunciano la fine dell’estate. Anna è lì
tra quei tre cadaveri che scandalizzano la "Roma bene",
insieme a suo marito, raffinato nobile e voyeurista,
erede di una fortuna colossale ed al povero amante che
avrebbe sicuramente immaginato una fine diversa. Lei
è Anna Fallarino, seconda moglie del marchese. Lui è
Camillo Casati Stampa di Soncino. L'altro è Massimo
Minorenti, l’amante di Anna.
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L'ARTICOLO E' A CURA DI
ADAMO BENCIVENGA REALIZZATA GRAZIE A: www.liberonweb.com
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Foto di DONATOTESTONI


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