Nei miei viaggi scelgo sempre guide turistiche di
sesso femminile, non per chissà quale strano obiettivo,
ma semplicemente perché credo che, essendo le donne più
sensibili, siano più oneste nel raccontare il loro
paese.
All’uscita del gate 3 scorgo da lontano
Ainura con un grande cartello con scritto Adam Rome. Non
è alta, ha i capelli nerissimi, lisci e lunghi, un bel
viso e i caratteri sono più europei che asiatici. Prima
del viaggio ci siamo scambiati qualche email e foto ed
ora la vedo sorridente oltre la barriera metallica del
gate. L’aereo ha portato quasi due ore di ritardo, ma
grazie a Dio e soprattutto ad Ainura le pratiche del
visto, con tanto di addetto cordiale, riesco a sbrigarle
in tre minuti.
“Benvenuto in Azerbaigian!” Mi
dice lei in perfetto inglese. “Bentrovata!” Rispondo
ricambiando il sorriso. A stento riesco a trascinarmi
dietro i due trolley e la valigia. Prima di uscire
dall’aeroporto cambio alcune centinaia di Euro in Manat.
Davanti alla fila di taxi mi dice fiera: “Qui non
esistono tassisti abusivi.” Noto che conosce bene le
abitudini italiane e che quasi tutti i taxi sono dei
vecchi cab londinesi di colore viola.
Durante il
viaggio Ainura mi parla di Baku, elogiandola come fosse
il luogo più bello al mondo. Il tragitto verso l’hotel è
decisamente lento, il traffico da queste parti è
caotico, gli azeri guidano davvero male e noto durante
il viaggio che la stragrande maggioranza sono vecchie
auto, residuato dell’industria sovietica, mentre il
resto sono suv di grossa cilindrata.
In hotel
rimango giusto il tempo per il check-in e una mini
doccia. Poi scendo. Ainura mi aspetta nella hall.
Usciamo. La città è fantastica, pulita quanto una città
svizzera. Per le vie del centro trovo negozi lussuosi
delle grandi griffe internazionali e le catene di
alberghi a cinque stelle più famosi. La città si fonde
in una serie di stili occidentali e orientali, come il
gotico, il barocco, il rococò e il classico. Nella Città
Vecchia, la famosa Icheri Sheher, si alternano scorci
veneziani, scenari bohemien dal sapore parigino e piazze
grandi ed austere di matrice sovietica.
Passeggiamo piacevolmente senza meta finché davanti a
noi si apre nella sua grandezza la vista del Mar Caspio.
Il lungomare è immenso e ricco di giardini, fontane,
giochi d’acqua e locali e si allunga per circa venti km
per tutta la baia dal porto industriale fino alla grande
moschea. Mentre camminiamo Ainura mi informa che
storicamente Baku ha svolto la funzione di collegamento
tra Oriente e Occidente, affiancando l’antica e sempre
viva Via della Seta. E poi ottenuta l’indipendenza negli
anni ’90 del secolo scorso, dopo la caduta dell’URSS,
l’Azerbaigian ha cambiato faccia. Palazzi, musei,
cultura, arte, discoteche e bella vita.
Stanchi
ci sediamo nei tavolini all’aperto di un bar ristorante.
Dico: “Questa città sembra un grande luna park…” “Beh
non a caso è considerata la Montecarlo del mar Caspio,
sebbene qui il gioco d’azzardo sia vietato.” Ainura
mi mostra orgogliosa un depliant turistico: -
Futuristica, scintillante, pretenziosa. Baku, capitale
dell’Azerbaigian, ha ingranato la quinta -. Poi
aggiunge: “Grazie alla ricchezza del gas e del petrolio
la città cambia ad un ritmo velocissimo e in modo
radicale. Ha più di tre milioni di abitanti ed è il
principale porto del mar Caspio. “Questa ricchezza
viene da lontano…” Domando. “Beh sì, qui il petrolio
non è certo una novità. Già i viaggiatori della via
della Seta tornavano in Europa narrando meraviglie di
fiamme che fuoriuscivano dal suolo, lungo la penisola di
Absheron, sulla cui punta oggi sorge Baku."
“Non
vedo molti turisti però…” Dico. “Non è sicuramente
tra le mete più gettonate. Frequentemente vengono russi,
sauditi, qualche iraniano mentre gli europei ci
snobbano. Con fatica stiamo cercando di farci conoscere
tramite grandi eventi sportivi tipo il GP di formula 1 e
le finali europee di calcio, volley, basket ecc….”
Vicino a noi c’è gente del posto che mangia, beve
tè, yogurt, vino rosso, legge un libro o guarda
semplicemente il mare. Le persone sono tranquille e noto
che le donne non sono velate pur essendo l’Azerbaijan un
paese a maggioranza musulmano. Molte indossano jeans e
tacchi alti. Camminano con i loro telefonini sempre a
portata di mano, vestono all’occidentale e qualcuna è
bellissima. “Qui non c’è traccia di burqua e chador.”
Dico. “A differenza della Turchia e dei paesi
confinanti dove l'Islam la fa da padrona, qui le donne
vestono all'europea, frutto anche del boom economico e
dell’emancipazione femminile.” Poi aggiunge: “Il boom
economico ha riversato tanti soldi in Arzebaijan, e le
donne precedentemente bistrattate ne hanno beneficiato
sia a livello di indipendenza, di libertà interiore e
dell’aspetto fisico. È sorprendente per un paese
islamico vedere la sera ragazze sole nei locali che
ballano in minigonna. Qui l’aborto è consentito a
prescindere dalla motivazione. Un caso raro per un paese
a prevalenza musulmana, dato che in generale l’Islam
consente la pratica solo se la gravidanza mette a
rischio la vita della madre. Però attenzione, qui si
vivono diverse contraddizioni sociali tipo la decisione
di abortire spesso viene affidata ai mariti o alle
suocere, oppure una madre che ha solo figlie femmine
viene chiamata sonsuz, che in azero significa sterile.
Viene considerata incapace, come se la scelta del sesso
del nascituro dipendesse da lei! E non è tutto perché a
volte per evitare guai con i mariti, molte madri incinte
di femmine scelgono di interrompere la gravidanza e
riprovarci subito dopo nella speranza che il prossimo
nascituro sia maschio.”
“Voi donne avete una
bellezza indefinibile, direi esotica e davvero
seducente.” Ainura ride… nella sua rigida
professionalità si cela un carattere timido, ma
decisamente di classe: “Oh grazie. Voi italiani siete
maestri nel fare i complimenti!” Sorrido anch’io.
“Hai avuto modo di conoscere italiani?” “Tu sei il
primo turista italiano, ma mio padre è stato tre anni ad
Ivrea e mi parla spesso della bella Italia.” Fa una
pausa poi prosegue: “Sai, riesco a intuire cosa ti
colpisca. Qui siamo un po’ all’antica, ci piace essere
corteggiate e in un certo qual modo sedurre nel senso
classico del termine. Insomma se un uomo ci piace,
adoriamo farlo sentire desiderato. So che le donne
europee hanno perso queste caratteristiche femminili.”
Ainura ha ordinato qualcosa da mangiare per due. Il
cameriere imbandisce in modo elegante la tavola. Ci
porta un antipasto di salmone in crosta accompagnato da
uno yogurt allungato con il latte e condito con sale e
pepe. “Ti piace?” Mi chiede. “Sono sapori diversi…
Forse sono le spezie…” “Oh sì, nelle nostre cucine
abbondano coriandolo, cumino, erbe profumate, salsa di
melograno acida...” Poi forse per farmi piacere mi
dice: ““Mi piace Celentano e Toto Cutugno, sai che a
casa ho due vecchi 45 giri portati da mio padre?” “Tu
devi avere un carattere molto romantico, vero?” “Qui,
specialmente le ragazze, sognano molto, ma allo stesso
tempo siamo molto razionali e orgogliose di appartenere
a questo mondo che sta cambiando. Il petrolio ci ha resi
ricchi, ma allo stesso tempo abbiamo la consapevolezza
del senso civico e della nazione. Vedi se a te piace
quello che stai mangiando io ne vado fiera, ecco anche
in questi piccoli dettagli si sente il nostro spirito di
appartenenza.”
“Sui muri non ho visto scritte o
graffiti. E questo mi fa pensare che la nostra Europa
sia una vecchia signora decadente…” “Oddio qui nessun
azero si sognerebbe di imbrattare un bene comune come
sporcare una strada o un giardino. Sai qui il tasso di
criminalità e pari allo zero e i poliziotti si annoiano
davvero!”
“Immagino che fuori della capitale le
cose siano un po’ diverse…” “Beh certo ogni paese
vive le sue contraddizioni. Qui puoi ammirare lo
sfavillio delle Flame Towers e delle sue architetture
ardite e bellissime, il suo infinito boulevard lungo il
Caspio con la sua voglia di vivere, ma un’altra cosa è
il resto del Paese, certamente più povero rispetto alla
capitale. Siamo un paese in crescita, ma abbiamo un
reddito annuo pro capite di 7.500 dollari, comunque
raddoppiato negli ultimi dieci anni. Siamo in tutto
dieci milioni di persone, ma confido nella voglia di
crescita soprattutto perché la popolazione è decisamente
giovane con una età media di 28,2 anni.”
“Ovviamente il business ha portato da queste parti molti
uomini di affari, ingegneri inglesi e semplici
lavoratori petroliferi britannici che la sera affollano
i nostri caratteristici pub in stile irlandese. Lì
dentro si possono facilmente reclutare ragazze
professioniste e part-time che fanno il lavoro più
antico del mondo. Le lavoratrici del sesso qui sono
chiamate Night Fighters. Di solito sono bellissime
ragazze che si aggirano intorno ai locali vicino
all'ingresso dove cercano di stabilire un contatto con i
clienti stranieri.”
S’interrompe un attimo, mi
guarda, ride e poi riprende: “Se stasera vuoi divertirti
ti avverto che la tariffa di copertura è molto alta. Qui
formalmente non si paga la prestazione sessuale ma
l’invito con annessi e connessi, drink, cena, fiori,
taxi, albergo ecc. Insomma qui non è come in Europa dove
l’incontro è finalizzato solo al sesso, ma c’è un
contorno da rispettare ed è tutto a carico del cliente.
Comunque è bene sempre sapere che in Azerbaigian la
prostituzione è un illecito amministrativo e punibile
con una multa. Ovviamente sono illegali le attività di
sfruttamento, la gestione di un bordello punibili con la
reclusione fino a sei anni.”
Le dico che non ho
mai frequentato una prostituta e di certo non inizierò a
Baku, ma nel contempo mi piacerebbe conoscere qualche
ragazza del posto, bella come lei. Sorride: “Dai Adam
non esagerare! Diciamo che rispetto ad altri stranieri
hai un vantaggio ossia sei italiano e qui l’Italia è
sempre stato un mito, le ragazze sognano Roma, Firenze e
Venezia e molte di loro sono convinte di assomigliare
nel modo di vestire alle donne italiane. Qui puoi
trovare bellissime ragazze di origini russe con tratti
asiatici, more, alte, eleganti e disponibili per un
drink, di certo ti faranno i raggi X ma vedo che tu sei
molto curato nel vestire per cui almeno l’approccio non
ti sarà difficile.”
A questo punto Ainura guarda
il telefono e mi dice: “Ti sono stata d’aiuto?” Poi
senza aspettare risposta, si alza, mi dice che il suo
lavoro per oggi è terminato e gentilmente mi chiede se
deve accompagnarmi in hotel. Rimango affascinato dalla
sua dolcezza. Ci guardiamo negli occhi, vorrei chiederle
altro, ma poi ci scambiamo semplicemente una poderosa
stretta di mano. “Grazie Ainura.” “Grazie a te,
spero che parlerai bene del mio paese.” Annuisco con
la testa mentre la vedo andare e confondersi tra le
altre bellissime ragazze di questo sorprendente popolo.
Belle sì, ma non quanto lei.
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