Perso
nell’oblio mi immergo in questi paesaggi azzurro cielo che si
intravvedono attraverso la modernità dei grattacieli e dei
vecchi caseggiati sovietici. Ulan Bator è la capitale più fredda
del mondo con temperature che d'inverno scendono abitualmente
sotto i 40 gradi. Tutta colpa dello Dzud, una corrente di aria
ghiacciata artica. Qui gli inverni sono lunghi e rigidi, le
primavere fredde e le donne bellissime, dicono che siano le più
belle di tutta l’Asia non solo per la delicatezza dei
lineamenti, ma anche per l’eleganza della loro figura.
Naran Suren non smentisce la tradizione, i caratteri
sono decisamente asiatici, ma di una delicatezza disarmante.
Sempre sorridente, indossa un paio di jeans e una maglia a
fiori, mi dice che il suo nome nella loro lingua significa “Sole
maestoso”. Ci siamo incontrati tramite la sua agenzia in un
caffè di Piazza Chinggis Khaan il cuore di Ulan Bator. Davanti a
noi al centro della piazza si innalza maestosa la grande statua
a cavallo di Damdinii Sükhbaatar, eroe della rivoluzione
mongola.
Ci presentiamo, le dico che sono un giornalista
free-lance e sto scrivendo un pezzo su questo paese, per certi
versi particolare. Lei ha ventisette anni, originaria della
provincia di Darhan, a nord della nazione. Parla correntemente
l’inglese e il russo.
Ha un fratello rimasto nelle campagne
e lei vive da single indipendente nella capitale.
“Mi sono laureata a Chicago ed ora faccio l’intrattenitrice per
turisti.”
“Intendi guida turistica vero?”
Capisce l’equivoco e ride. Del resto la difficoltà della
lingua gioca brutti scherzi.
Con difficoltà sto
sorseggiando il Süütei Tsai, una bevanda di thè al latte salato
e fermentato di cavalla.
Naran mi dice che è una bevanda
tradizionale e buonissima: “Non c’è mongolo che non la beva
almeno tre volte al giorno…”
Lascio correre e non
commento.
“Sai qui si vive bene, sono stata cinque anni
in America, ma non vedevo l’ora di tornare.”
“Nostalgia?”
“Qui c’è fermento, ideali nuovi, voglia
di crescere ed arrivare. Mi piace il mio paese.”
“Mi parli un po’ del tuo paese?”
“È un paese in
crescita, ma ci vorranno ancora decenni prima che raggiunga
livelli accettabili. Dal 2011 il Pil è cresciuto del 17% grazie
alle miniere di oro, carbone, zinco, argento e rame. La gente di
campagna attratta dal business si è riversata in città. Pensa
che l’intero paese è popolato solo da due milioni e mezzo di
persone che occupano, si far per dire, uno sterminato territorio
cinque volte più grande dell’Italia.”
“Da queste
parti gli uomini sono una razza in via di estinzione vero?”
“La migrazione interna ha prodotto lo spopolamento
delle campagne che ha riguardato soprattutto le donne in quanto
i maschi sono ritenuti più adatti al governo del bestiame e
delle terre coltivate. Per cui le famiglie hanno preferito
investire sulle donne e sulla loro istruzione ed ora le donne
sono considerate una risorsa irrinunciabile.”
“Dove sono occupate?”
“Le donne qui guidano, fanno
le interpreti, dirigono le scuole, gli ospedali, occupano il
mondo del tessile e del trasporto e svolgono mansioni da tecnici
e caposquadra, ma anche impiegate e contabili addette alla
manutenzione delle linee delle Ferrovie dello Stato. Ma il
settore nel quale stanno emergendo come manodopera altamente
qualificata è quello delle ICT. Nella Telecom nostrana sono
impegnate più di cinquemila donne che godono rispetto ai
colleghi maschi di vari bonus per compensare la loro attività
sociale nell’ambito familiare. E per quanto riguarda le madri
single anche ferie aggiuntive, congedi, assegni famigliari,
vacanze termali gratis, sostegni finanziari per acquisto di
carbone e legna per far fronte agli inverni rigidi e addirittura
casa in affitto a prezzi stracciati
Quindi sono
la nuova classe dirigente del paese?
"Siamo a tutti
gli effetti un paese moderno e le donne sono indipendenti ed
emancipate, più adatte per professionalità ed efficienza al
cambiamento. La sera puoi vederle scorrazzare con i loro enormi
Suv per le vie del centro e si muovono da sole per ristoranti,
caffè, negozi e locali notturni."
“Però, nella
patria di Gengis Khan, la vita nella capitale non è certo
facile.”
“Qui vive la metà dell’intera popolazione.
Come in tutte le metropoli c’è un traffico caotico, inquinamento
e ovviamente delinquenza. Negli ultimi dieci anni, i crimini per
violenza sulle donne sono cresciuti notevolmente. Per far fronte
a questo fenomeno sono nate di recente diverse organizzazioni
femminili con l’obiettivo di prevenire e contrastare qualsiasi
forma di violenza anche tra le mura domestiche. Naturalmente c’è
molto da lavorare, ad esempio i gay e i transgender sono
costretti a nascondere la loro vera identità pena
discriminazioni e repressioni di ogni genere.”
“Si parla anche di traffico di essere umani…”
"Nel
1990 la rivoluzione democratica ha trasformato profondamente le
condizioni economiche. Una delle maggiori conseguenze è stata la
libera circolazione dei mongoli e il diritto a viaggiare
all’estero. Le vittime di questo odioso fenomeno sono
principalmente le donne di campagna e cadono nella trappola
perché sono ingenue, sprovvedute e cercano opportunità di lavoro
all'estero, tipo: Cina, Sud Corea, Hong Kong, e Singapore."
“La trappola in cosa consiste?”
"Generalmente si tratta di prostituzione. Partono in treno per
la Cina e poi vengono smistate in altri paesi dove c’è bisogno
di questo tipo di “manodopera”. Spesso, dopo un periodo di
apprendistato, lavorano sotto minaccia nei locali notturni e
sono costrette a servire i clienti e stare con loro per tutta la
notte. In Cina la tariffa è di circa 200 renmimbi ma loro non
ricevono denaro."
“Soldi qui ne girano molti…”
“Sicuramente un paese ideale per avventurieri e
traffici illeciti che produce differenze sociali enormi. Guarda
ad esempio quella donna sul bordo della strada, sta alzando la
mano verso le automobili, la vedi? Non è una prostituta. Sta
chiedendo un passaggio a pagamento. Qualcuno ora si fermerà e
per una piccolissima somma l’accompagnerà a destinazione. Anche
questo è business e molti automobilisti da queste parti si
fermano e offrono un vero e proprio servizio di taxi, ovviamente
clandestino.”
“Vedo una nazione allineata alle
più moderne tematiche sociali”
“Sono lontani i tempi
in cui il regime chiedeva alle donne di avere almeno cinque
figli e premiava le madri di otto con una medaglia d’oro… Qui
adesso non c’è differenza di genere, semmai ci fosse possiamo
dire che è al contrario in quanto le donne mongole stanno avendo
una forte crescita sociale generando così una enorme differenza
sia finanziaria che a livello di istruzione rispetto ai propri
coetanei maschi.”
“Un paradosso…”
“Purtroppo questo paradosso crea fenomeni di solitudine urbana e
una moltitudine di ragazze, non avendo relazioni sociali e
soprattutto scontente di non trovare un partner alla loro
altezza e alle loro aspettative, dedicano l’intero giorno alla
propria carriera lavorativa. Guarda me, ad esempio, sono single
e lavoro quattordici ore al giorno.”
“Altrimenti
ti annoieresti?”
“Beh no, ma fuori dal lavoro non ho
impegni perentori, sono per lo più attività ludiche, tipo
palestra, shopping, cena con le amiche, locali… Ho avuto una
esperienza affettiva, ma sinceramente sono attratta come
mentalità dagli stranieri.”
“Mi stai facendo una
dichiarazione?”
Ride a crepapelle.
“È la
seconda gaffe che faccio oggi, volevo solo dire che qui i maschi
interessanti sono rari, pensa che qui a Ulan Bator le donne sono
circa centomila più degli uomini, guadagnano in media più di
loro e la maggior parte sono laureate e quasi tutte parlano un
perfetto inglese ed hanno sostituito il manager maschio degli
anni ’80.”
“Quindi le ragazze mongole fanno
fatica a trovare un partner…”
“Non avendo studiato o
avuto esperienze all’estero i ragazzi di norma hanno una
mentalità più chiusa e sono molto tradizionalisti, non è
difficile trovare miei coetanei che molestano le ragazze se si
vestono in modo sexy.”
Quindi non vi sposate?
“Pensa che i matrimoni nella capitale sono crollati
negli ultimi anni di oltre il 25%. Ora alle ragazze viene
insegnato che innanzitutto occorre riuscire nella vita e in un
secondo tempo pensare al matrimonio. Ovviamente è un concetto
completamente rovesciato rispetto a venti anni fa.”
“E se una ragazza volesse conoscere un coetaneo cosa
fa?”
“Beh i canali sono gli stessi che in Occidente
ovvero Facebook o Instagram oppure, esclusi i social, nelle
serate per single nei locali, ai compleanni delle amiche o
passeggiando per strada.”
“Ma siete tutte così
sexy?”
“Beh oltre a me avrai visto altre ragazze in
giro per strada…”
Sorride.
“Comunque grazie….
Vedo che ogni tanto esce fuori il tuo spirito italiano… Pensa
che i coetanei non ci considerano sexy anzi secondo loro
l’elevato livello di istruzioni ci fa apparire antipatiche ed
altezzose, dicono che guardiamo loro dall’alto in basso, in
quanto li riteniamo rozzi e ignoranti.”
“È
vero?”
“In parte è vero, ma è soprattutto una
voragine culturale. Loro fanno parte di un’altra generazione,
rappresentano il vecchio, il passato, sia nei rapporti sociali
che in quelli interpersonali, e sinceramente prima di legarmi ci
penserei cento volte.
“Quindi il tuo futuro non
è qui ad Ulan Bator?”
“Non so cosa mi riserverà il
futuro, ma so che per ora sto bene nel mio appartamentino in
affitto da 20 metri quadrati, sono indipendente, faccio la mia
vita, il mio lavoro, seppure non adeguatamente remunerato.
Insomma, grazie ai miei studi all’estero, sono fiera di
contribuire ed appartenere alla corrente del progresso, del
cambiamento e della libertà e chissà un giorno, non so quando,
deciderò cosa fare da grande…”
Naran si alza, guarda
l’orologio, sembra in ritardo per il prossimo appuntamento…
“Un altro straniero?”
“Un fotografo
inglese, lo devo aiutare a scrivere una serie di didascalie
sotto le sue foto.”
“E poi che farai?
“Vado a nanna… E tu? Resterai ancora a lungo a Ulan Bator?”
“Ho l’aereo per Roma domani sera. Poi non so, andrò dove
mi porta il cuore…”
“Ah già il vostro cuore italiano
famoso in tutto il mondo… il più delle volte batte ad
intermittenza… e per un periodo abbastanza breve, tipo fino
all’alba…”
Sorride e mi dà la mano.
“Allora me ne farò una ragione.”
“Ben detto, ragione
e non cuore.”
“Grazie Naran…”
“Grazie a
te di essere venuto fin qui… Spero che parlerai bene del mio
paese.”
FINE