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GIALLO
PASSIONE

Franco
Zeffirelli
Una vita d’amore e sofferenze
Da personaggio
scomodo a grande regista, compagno di Visconti, ha avuto una vita di
intenso amore e grandi sofferenze
Adamo mi parli di
Franco Zeffirelli? Il grande regista si è spento
oggi 15 Giugno 2019 nella sua casa dell’Appia Antica.
Era nato a Firenze il 12 febbraio del 1923 e il suo nome
vero era Gian Franco Corsi Zeffiretti, ma registrato
all’anagrafe di Firenze come N.N., figlio di ignoti.
Un’infanzia travagliata… Era nato fuori dal
matrimonio, suo padre era Ottorino Corsi, commerciante
di stoffe, e sua madre Alaide Garosi Cipriani. Sì
un’infanzia davvero tribolata dovuta al mancato
riconoscimento paterno, che poi avvenne solo a 19 anni,
e alla prematura scomparsa della madre. A seguito di una
ricerca genealogica, si ritiene che Zeffirelli fosse
imparentato con Leonardo da Vinci, il padre in effetti
era originario di Vinci.
Chi era Ottorino?
Ottorino Corsi apparteneva ad una delle famiglie più
ricche di Vinci ed era erede universale della nonna,
contessa Bracci. Si narra che oltre ad essere ricco
fosse decisamente un bell’uomo e soprattutto donnaiolo.
In giovane età mise incinta e sposò una ragazza del suo
paese, una certa Corinna, ma la sua fortuna fu quando
nel 1913 cadde da cavallo e si ruppe la schiena. A
seguito di quell’episodio fu riformato, non partì per il
fronte e soprattutto ottenne un grosso appalto di
forniture militari.
Donnaiolo dicevi… Beh sì,
mentre gli altri erano al fronte a combattere, lui si
consolava con le loro mogli e tra queste una certa
Alaide Garosi di Firenze, sposata con tre figli ad un
avvocato. Costui morì prima che sua moglie mettesse al
mondo il figlio illegittimo appunto Franco Zeffirelli.
Per circa due anni il piccolo fu affidato a una balia in
campagna poi alla morte della madre fu affidato ad una
zia ovvero una cugina di suo padre, la quale anche lei
viveva illegittimamente con un uomo sposato.
Come
arriva il piccolo Franco nel mondo delle Arti? Aveva
un innato talento per il disegno, tanto che nel 1938 si
iscrive al liceo artistico. Giorgio La Pira fu suo
istitutore ai tempi del collegio nel convento di San
Marco a Firenze, poi frequentò l'Accademia di Belle Arti
sempre a Firenze.
Si definiva dichiaratamente
omosessuale… La sua prima volta accadde quando in
Italia imperversava la seconda guerra mondiale e il
regista combatteva con i partigiani contro i tedeschi.
Successe una notte con un giovane contadino tra le
montagne fiorentine dentro una grotta. Successe sotto
una coperta mentre fuori imperversava la battaglia e
faceva un freddo cane.
Omosessuale e non gay
vero? Esatto. Per lui il gay è una specie di
pagliaccio, uno che sculetta e si trucca, insomma un
tipo buffo che scimmiotta la donna e si rende ridicolo,
mentre “l’essere omosessuale non è uno scherzo, vuol
dire aver fatto una scelta matura, difficile, che va
sostenuta con una dose di moralità maggiore di quella
richiesta agli eterosessuali. È la Grecia, è Roma. È una
virilità creativa.”
Dopo l’Accademia? Esordì
come scenografo nel secondo dopoguerra, curando una
messa in scena di Troilo e Cressida diretta da Luchino
Visconti.
Qui conobbe il grande maestro… Luchino
Visconti. Siamo già negli anni cinquanta quando i due
si conobbero e convissero per diversi anni nella villa
di Visconti sulla via Salaria a Roma. Fu un lungo e
travagliato rapporto, ma in quella casa c’era una
biblioteca immensa che è stata la base della sua
formazione culturale. Nei riguardi del suo rapporto con
Visconti disse: “Ero profondamente colpito. Mi piaceva
tutto di lui, anche le cose negative. Con tutti i suoi
difetti, tra cui l’essere stronzo, era bellissimo e
fascinoso, potente. Sconvolse anche Coco Chanel.”
Fu amore vero? Ti rispondo con le sue parole:
“Amore non direi. L’amore è una cosa un po’ sghemba. Era
un rapporto rinascimentale, tra allievo e maestro, che
noi a Firenze abbiamo respirato fin dall’infanzia. Era
frequente che ci fossero rapporti tra adulti e giovani
Se pensiamo a Michelangelo, Leonardo”.
È vero che
pronunciò la frase: “Ho dato il culo per fare carriera,
è stato piacevole!” Sì è vero. Zeffirelli è stato
sempre un personaggio scomodo. La frase la pronunciò
durante un’intervista a a Vanity Fair e fu una
rivelazione choc: “Ho dato il culo per fare carriera.
Non ho rimorsi: fu piacevole! Ma non ho mai venduto
l’anima al successo, perché ho amato molto l’amore e
l’amore per me è stata una medicina, ma anche una
malattia.”
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L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO
BENCIVENGA E' STATA REALIZZATA GRAZIE A:
https://www.cinquantamila.it/storyTeller
Articolo.php?storyId=582691e908aa1
http://www.gay.tv/articolo/zeffirelli-
svela-la-sua-prima-volta-con-un-uomo/10119/
https://www.blitzquotidiano.it/cinema/
franco-zeffirelli-da-culo-vanity-fair-1054463/
FOTO GOOGLE IMAGE


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