Adamo chi era Onofrio del
Grillo?
Era un alto dignitario pontificio, marchese
di Santa Cristina e conte di Portula. Apparteneva ad
un'aristocratica famiglia di origine genovese marchigiana e
trascorse la maggior parte della sua vita nella Roma papalina.
Ricoprì i ruoli di Parafreniere - Sediario pontificio, Cameriere
segreto di spada e cappa di Sua Santità e Guardia nobile.
Ma chi erano i Palafrenieri e Sediari Pontifici?
Erano un antico Collegio appartenenti all'Anticamera pontificia.
Il loro ruolo era strettamente connesso al servizio della
persona del Papa. Nelle stampe antiche raffiguranti i cortei
papali si vedono i Sediari trasportare a spalla il Papa sulla
Sedia gestatoria seguiti o preceduti dagli scudieri, denominati
Parafrenieri pontifici, con i quali condividevano, oltre
all'abito, anche i servizi. Con la soppressione delle Scuderie
pontificie, Parafrenieri e Sediari furono fusi in un unico
Collegio, facendo prevalere la denominazione comune di questi
ultimi.
Torniamo al nostro Onofrio?
Nacque a Fabriano da Bernardo Giacinto e dalla nobildonna Maria
Virginia Possenti i quali, dopo di lui, ebbero altri due figli:
Giuseppe e Caterina.
La sua adolescenza?
Sappiamo poco e niente a parte che lo zio Bernardo, che viveva a
Roma ed era ricchissimo, lo indusse a frequentare l'Università
di Urbino, dove l’amato nipote conseguì la laurea in
giurisprudenza. Poi purtroppo la madre di Onofrio morì e lui fu
costretto, anche a causa delle sopraggiunte ristrettezze
economiche, a trasferirsi a Roma presso lo zio benestante,
proprietario di un palazzo nel quartiere di Monte Cavallo.
Come si trovò a Roma?
Beh la convivenza
con lo zio risultò abbastanza problematica, del resto lo zio
veniva chiamato il “Grillaccio” e descritto come un essere
scostante, gobbo, avaro e trasandato nell’abbigliamento.
Comunque lo zio introdusse il prediletto nipote
negli ambienti giusti…
Nonostante Onofrio avesse un
carattere eccentrico, lo zio lo fece annettere alla Corte
Pontificia con la carica di Sediario e Guardia nobile, fino a
fargli conferire il rango di marchese di Santa Cristina e conte
di Portula.
Poi lo zio nel 1757 morì e lui
divenne ricchissimo…
Onofrio accudì lo zio fino alla
morte, evento che fu accolto dal giovane più come una
liberazione che come un doloroso commiato. Ereditò un ingente
patrimonio in denaro, compreso il palazzo romano, e poi arredi
preziosi, una prestigiosa biblioteca, numerose rendite,
botteghe, abitazioni e terreni.
Sempre nel 1757
sposò Faustina Capranica.
Faustina era nobile e
ricca, ma ad Onofrio non ci volle molto tempo a dissipare
l’intera dote della moglie. Due anni dopo diedero alla luce la
loro unica figlia Maria Virginia.
Perché era
famoso?
Era un tipo schietto e burlone e le sue
gesta e la fama dei suoi colossali scherzi si diffusero in tutta
Roma. Ovviamente quelle gesta furono notevolmente ampliate dalla
voce popolare che probabilmente fuse episodi attribuibili a
diversi membri della famiglia. Anzi storicamente ci sono forti
dubbi che il personaggio del Marchese del Grillo sia lo stesso
protagonista di tanti aneddoti popolari oltretutto sembra che
quest'ultimo sarebbe vissuto nella prima metà dell'Ottocento,
quindi quando il nobile fabrianese era già morto.
Sul personaggio Mario Monicelli nel 1981 ci fece un
memorabile film…
Anche Monicelli abitava nel rione
Monti e probabilmente affascinato dai racconti, creò quel
personaggio tutto suo che affidò al grande Alberto Sordi.
Dicevo, più che al Marchese, il regista si ispirò a una serie di
leggende romane che avevano come protagonista un presunto
"Marchese del Grillo". Oltretutto il film è ambientato in epoca
napoleonica e quindi nei decenni successivi rispetto al vero
Marchese.
È rimasta famosa la sua frase: «Me
dispiace. Ma io so' io, e voi nun siete un cazzo!»
È
attribuita al marchese, ma in realtà è tratta dal sonetto “Li
soprani der monno vecchio” di Gioachino Belli. Comunque il
protagonista, ricco ed annoiato uomo di mezza età, non mancava
di tirare qualche brutto scherzo alla povera plebe romana
ignorante e ridotta in schiavitù dal potere clericale.
Lui a tutti i costi voleva apparire come un uomo
dissacrante e moderno.
Trascorreva le sue giornate
nell'ozio più completo, frequentando bettole e osterie,
coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo
un atteggiamento ribelle agli occhi della nobiltà autoritaria e
bigotta. Ed in effetti col suo modo di fare metteva in luce le
bassezze della Roma papalina, centro di corruzione e sacralità
dove carnevali e feste comandate, matrimoni e funerali, profano
e religiosità si fondevano in uno spettacolo esilarante. Ed è
proprio per questo motivo che il Marchese si dimostrò favorevole
all'entrata dell'imperatore Napoleone Bonaparte e dei francesi
in Italia affinché riportassero un po' d'ordine.
Famoso è l’episodio di Aronne Piperno.
Si
prende gioco del povero ebanista Aronne Piperno dimostrando
semplicemente che in quella Roma dissoluta abitava solo la legge
del più forte e la giustizia non esisteva tanto meno per un uomo
di altre fedi.
Da anziano il vero marchese tornò
nella sua città natale.
A 57 anni si ritirò a
Fabriano, acquistò e restaurò una grande villa con parco dove
trascorse l'ultimo periodo della sua vita. Attualmente la villa
è considerata come una delle più belle dimore delle Marche, con
un piano nobile, una cappella privata, un parco di tre ettari e
una grande cantina. Comunque Onofrio, sempre nel 1771, ricoprì
la prestigiosa carica civica di Priore dei Caporioni e due anni
più tardi divenne Conservatore. Morì a Fabriano, a 73 anni, ma
la sua salma è sepolta nella basilica di San Giovanni Battista
dei Fiorentini a Roma.
La famiglia Capranica del
Grillo risiede tuttora nel sontuoso palazzo settecentesco
collegato con un sovrappasso a un'adiacente torre medievale, nel
cuore del centro storico dell'Urbe, nei pressi dei mercati di
Traiano tra il colle Quirinale e via Cavour, a ridosso dei Fori
Imperiali. La via dove è situato si chiama ancora salita del
Grillo, così come il torrione: un suggestivo scorcio della
vecchia Roma pontificia.
Il marchese del Grillo
Paese di produzione Italia, Francia
Anno 1981
Durata 139
min
Genere commedia, storico
Regia Mario Monicelli
Soggetto Bernardino Zapponi, Leonardo Benvenuti, Piero De
Bernardi, Mario Monicelli, Tullio Pinelli
Sceneggiatura
Leonardo Benvenuti, Piero De Bernardi, Mario Monicelli, Tullio
Pinelli, Alberto Sordi
Musiche Nicola Piovani
Scenografia
Lorenzo Baraldi
Costumi Gianna Gissi
Trucco Giancarlo De
Leonardis
Interpreti e personaggi
Alberto Sordi: Onofrio
del Grillo
Paolo Stoppa: Papa Pio VII
Caroline Berg: la
cantante francese, Olimpia Martin
Riccardo Billi: l'ebanista
Aronne Piperno
Isabella De Bernardi: figlia di Gasperino
Elisa Mainardi: moglie di Gasperino
Flavio Bucci: il capo
brigante, Don Bastiano
Cochi Ponzoni: il cognato, conte
Rambaldo
Premi
2 David di Donatello 1982:
miglior
scenografo e miglior costumista
Migliore regia al Festival di
Berlino 1982