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RACCONTI

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Adamo Bencivenga
La grande rapina al treno postale Glasgow Londra
(Bruce Richard Reynolds si confessa)
L’autore della rapina si confessa:
“La mia era vera Arte ed io mi consideravo un artista ...
Niente poteva eguagliare la tensione, l'eccitazione e il senso di realizzazione."


 


Mi chiamo Bruce Richard Reynolds e sono nato il 7 settembre del 1931. Wikipedia in lingua inglese mi definisce un criminale inglese che ha ideato la Grande rapina al treno Glasgow-Londra del 1963. Beh sì, senz’altro sono famoso per quella che al tempo fu considerata la più grande rapina della Gran Bretagna, per un bottino complessivo pari a due milioni e mezzo di sterline, equivalenti a circa 53 milioni di oggi.

Mi presento, ho visto la luce al Charing Cross Hospital, al centro di Londra, unico figlio di Thomas Richard e Dorothy Margaret, un’infermiera. Sono cresciuto nella povertà di Putney, nel distretto di Wandsworth a Londra, ma purtroppo persi mia madre quando avevo ancora quattro anni. Mio padre, un attivista sindacale presso l'impianto di assemblaggio della Ford Dagenham si risposò e con tutta la famiglia si trasferì a Gants Hill. Per me non fu una adolescenza facile, pensavo spesso a mia madre ed odiavo la mia matrigna, tanto che spesso sceglievo di stare con l'una o l'altra delle mie nonne.

A quindici anni avrei voluto arruolarmi alla Royal Navy, ma mi riformarono per via della vista e quindi scelsi la mia seconda passione, ovvero di diventare un corrispondente straniero, ma le mie ambizioni non andarono oltre ad un posto di contabile al Daily Mail. Allora scelsi di coltivare la mia terza passione cioè correre in bicicletta e fu proprio lì che incontrai i miei compagni di avventura. Insieme a loro portammo a termine alcuni piccoli furti e fui arrestato più volte finché nel 1952 fui condannato a tre anni e trascorsi il mio soggiorno nell'ala minorile della prigione di Wandsworth a Londra.

Quando uscii la mia sorte era ormai segnata e mi mantenni da vivere organizzando diversi furti specializzandomi in rapine in grandi ville di campagna, poi insieme ad altri amici nel 1962 rubammo 62.000 sterline in una rapina all'aeroporto Heathrow di Londra, poi ancora tentammo di rapinare un treno, ma fruttò solo 700 sterline. Ormai ero stanco di quella vita e sognavo il colpo grosso ed allora insieme ad altri 16 uomini pianificammo per tre mesi la rapina che avrebbe dato una svolta alla nostra vita.

Organizzai una banda di 17 uomini e nella notte tra il 7 e l’8 agosto 1963 assaltammo il treno postale che era partito la sera precedente da Glasgow, in Scozia, e che sarebbe dovuto arrivare a Londra la mattina seguente. La rapina è conosciuta in inglese come The Great Train Robbery ovvero La grande rapina ferroviaria. Avevamo raccolto informazioni tramite un informatore segreto della Royal Mail britannica e sapevamo che quel treno, contrariamente al solito, quella notte trasportava un’ingente quantità di denaro e sapevamo addirittura che quelle banconote erano tutte concentrate nel secondo vagone.

Il treno delle poste inglesi partì dal binario principale alle 18:50 del 7 agosto dalla stazione di Glasgow. Il suo arrivo era previsto per le 3:59 del 8 agosto, dopo vari scali, alla stazione di Euston a Londra. Noi entrammo in azione lungo la West Coast Line presso il ponte ferroviario di Bridego a Ledburn qualche decina di chilometri a nord di Londra. Insieme a Ronnie Biggs facemmo fermare il treno postale in aperta campagna, manomettendo un semaforo in modo che mostrasse la luce rossa ed eseguimmo il colpo. Quando il macchinista Jack Mills scese per telefonare e chiedere chiarimenti da un telefono lungo la ferrovia, trovò i fili tagliati. Fu in quel momento che lo immobilizzammo colpendolo alla testa e salimmo sulla locomotiva. Sapendo dove erano collocati i sacchi pieni di soldi, ovvero al secondo vagone, staccammo le altre carrozze. Il piano prevedeva di guidare la locomotiva fino ad un punto della linea ferroviaria in cui ci aspettavano gli altri componenti della banda, ma il macchinista in pensione che avevamo ingaggiato si rese immediatamente conto di non saper guidare quella particolare locomotiva. Quindi obbligammo il macchinista stordito a guidare fino al punto previsto.

Qui gli altri componenti della banda fecero irruzione nei vagoni e legarono i pochi addetti postali a bordo. Sul treno non c’erano guardie di sicurezza per cui fu un gioco da ragazzi trasferire dal treno al camion 128 sacchi pieni di soldi, ma in piccoli tagli da 5, 10 e 15 pound. Finito il lavoro e prima di abbandonare il treno ordinammo ai ferrovieri di non avvisare la polizia per almeno trenta minuti. Un indizio che purtroppo si rivelerà importante perché significava che avevamo un rifugio nel raggio di mezz’ora. Ed infatti ci rifuggiamo per passare la notte in una fattoria a poche miglia da lì e il mattino seguente ognuno prese una strada diversa.

Il clamore suscitato dalla rapina spinse il governo britannico a schierare un esercito di investigatori sull'indagine e i frutti si videro in tempi brevi. Comunque già il mattino seguente la polizia locale si recò sul posto e tra le varie testimonianze un pastore locale, testimoniò di aver visto quella notte strani movimenti nella fattoria di Leatherslade, disabitata da anni. Purtroppo quella era proprio la fattoria dove quella notte avevamo mangiato e giocato a monopoli con i soldi veri seminando ovunque impronte digitali. Poi con l’aiuto dell’informatore, che parlò per farsi ridurre la pena, la polizia identificò nel giro di qualche settimana undici di noi ed uno alla volta furono portati nella prigione di Wandsworth.

Dopo il furto insieme a Charles Frederick Wilson e Buster Edwards mi rifugiai in una casa di South Kensington ed attesi circa sei mesi per avere un passaporto falso. Poi con mezzi di fortuna ci mettemmo in viaggio e raggiunta Bruxelles prendemmo un aereo delle compagnie Sabena, direzione Città del Messico via Toronto. Sul mio nuovo passaporto era scritto Keith Clement Miller. Alcuni mesi dopo fui raggiunto da mia moglie Frances, che cambiò il suo nome in Angela, e da mio figlio Nick.
Anche il mio amico Ronald Arthur Biggs, riuscì a scappare e dopo essersi rifugiato a Parigi si fece fare una plastica facciale da un chirurgo e scappò in Australia con la moglie. Sulle sue tracce si mise Jack Slipper che lo individuò in Australia, ma Biggs riuscì a fuggire di nuovo e si rifugiò in Brasile dove mise incinta una spogliarellista di 19 anni e si lasciò prendere essendo al sicuro da qualsiasi estradizione. Da quel momento si procurò da vivere vendendo a giornali e riviste i retroscena della rapina e della sua rocambolesca fuga dal Regno Unito.

Nel frattempo, gli altri undici che erano stati arrestati subirono un processo e furono condannati, la maggior parte a una pena di 30 anni, che qualcuno considerò eccessiva visto che la rapina era stata fatta senza armi.

In Messico mi trasferii con la mia famiglia ad Acapulco per poi cambiare aria ed andare prima a Montreal nel Quebec e poi a Vancouver sempre in Canada. I soldi cominciavano a scarseggiare per cui con la mia famiglia decidemmo di tornare a Torquay in Gran Bretagna. Avevo sentito dire che alcuni miei vecchi amici stavano organizzando una rapina di dimensioni simili a quella del treno Glasgow-Londra, per cui cercai di contattarli, ma la polizia che non aveva mai smesso di indagare intercettò alcune nostre telefonate e ben presto si rese conto che Keith Clement Miller non era altro che Bruce Richard Reynolds, ovvero io.

Mi arrestarono il 9 novembre 1968 e per il timore che venissero coinvolti mia moglie e mio figlio mi dichiarai colpevole accettando ogni tipo di accusa e fui condannato a 25 anni. Con quasi tutti i componenti di quella rapina ci ritrovammo dentro le gabbie di HMP Durham, un’unità di massima sicurezza costruita apposta per noi. Quando fui rilasciato dieci anni dopo nel 1978 la mia vita ormai era segnata e mi dedicai al riciclaggio di denaro sporco per bande dedite al traffico di droga del sud di Londra. Trovato in possesso di una quantità non indifferente di anfetamine venni arrestato nuovamente negli anni ‘80.

Bruce Richard Reynolds morì il 28 febbraio del 2013 a 81 anni, mentre stava lavorando al suo libro autobiografico “The Great Train Robbery 50th Anniversary: 1963-2013” che poi venne pubblicato postumo da Mpress nel luglio 2013. Al suo funerale si presentarono tutti i membri della banda, che avevano scontato interamente la propria pena o che erano riusciti a nascondersi all’estero cambiando identità. Dell'evento fu realizzato il film Buster nel 1988 diretto da David Green con protagonista Phil Collins.









 
 
 





 Il presente racconto è liberamente tratto dalla vicenda di Bruce Richard Reynolds
autore della grande rapina al treno Glasgow Londra

https://www.ilpost.it/2017/03/14/storie-rapine-famose/#steps_2


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