Adamo che ti dice “Questo piccolo grande amore”?
È una canzone pubblicata da Claudio Baglioni nel 1972
inserita nell’album omonimo. Fu arrangiato da Tony Mimms,
componente del gruppo dei Primitives di Mal, e scritto dal
cantautore insieme ad Antonio Coggio. Il brano fu pubblicato
come 45 giri dalla RCA Italiana pochi giorni prima dell'uscita
dell'album, il terzo lavoro di Baglioni in ordine di tempo.
C’è una curiosità intorno a quel disco vero?
Nella prima pubblicazione sul lato B del 45 giri era
presente il brano "Caro padrone" arrangiato da Vince Tempera.
Tuttavia il singolo fu ritirato dal mercato nel giro di
pochissime settimane, e sostituito con un 45 giri dallo stesso
numero di catalogo, ma contenente sul lato B "Porta Portese",
che otterrà un buon riscontro di pubblico anche
indipendentemente da "Questo piccolo grande amore".
Chi era l’altro autore, Antonio Coggio?
Antonio, savonese di nascita, era uscito dal Conservatorio
Niccolò Paganini di Genova e nel 1964 era diventato il
tastierista del gruppo che accompagnava Gino Paoli. Poi nel
1966, dopo aver firmato un contratto con la RCA Italiana, come
assistente musicale, si era trasferito a Roma. Nel 1967 al
Festival degli Sconosciuti aveva conosciuto, tramite Teddy Reno,
Claudio Baglioni.
Da lì iniziò un sodalizio a
dir poco fecondo…
Furono cinque anni di alta
produzione musicale. Antonio produsse gli album di Claudio
collaborando nella composizione delle musiche dei grandi
successi come Questo piccolo grande amore, Con tutto l'amore che
posso, Porta Portese, Amore bello, Io me ne andrei, E tu...,
Sabato pomeriggio, Poster, eccetera. Coggio, intervistato a
proposito di quel periodo disse: «Io mi mettevo al piano e
Claudio imbracciava la chitarra. Buttavamo giù spunti,
decidevamo cosa comunicare, poi lui preparava il testo ed
insieme elaboravamo la musica. Infine lui rifiniva le parole, ed
io sistemavo le note!»
Torniamo al brano…
musicalmente?
La canzone, nel ritornello, usa il
giro di accordi del Canone di Pachelbel, ovvero una composizione
musicale barocca per tre violini e basso continuo, attribuita
appunto al musicista tedesco Johann Pachelbel e datata tra il
1680 e il 1706.
Il testo?
Questo
piccolo grande amore racconta una semplice storia d'amore di due
giovani ed il rimpianto da parte di lui, che è lontano dalla sua
ragazza. A distanza di tempo la nostalgia prende il sopravvento
e lui si rende conto di quello che ha perso e rimpiange tutto
ciò che prima non ha apprezzato come doveva. Una canzone di
immensa bellezza e decisamente in controtendenza visto il
momento storico in cui si affermavano cantautori più impegnati
come De Gregori, Guccini, Lolli, Venditti e di sicuro più
attenti a tematiche sociali e politiche.
"Grande
Poeta di piccole cose" disse qualcuno…
Il modo di
scrivere di Claudio Baglioni lo associa senz’altro ai grandi
poeti crepuscolari come Gozzano.
Al tempo si
parlò di censura, vero?
Esatto, il testo fu colpito
dalle forbici della censura, che costrinse il cantautore ad
apportare alcune modifiche al testo: per questo motivo nella
versione registrata sul 45 giri il verso "la paura e la voglia
di essere nudi" divenne "la paura e la voglia di essere soli",
mentre "mani sempre più ansiose di cose proibite" divenne "mani
sempre più ansiose, le scarpe bagnate". Nella versione presente
sull'album, però, la canzone mantenne il testo originale. Come
ha raccontato più volte Paola Massari, prima moglie del
cantautore, sposata nel 1973 fino al divorzio avvenuto nel 2008
dopo già 14 anni di separazione, il testo trae spunto dalla
nascita della loro storia d'amore e la celebre maglietta fina
era nera.
Ci fu anche un’accusa di plagio…
Come ogni grande successo anche Questo piccolo grande
amore non è stato esente da polemiche, infatti, ci fu una causa
per presunto plagio intentata da Ricky Gianco, ma poi vinta da
Baglioni.
Fu un successo…
Direi un
grandissimo successo e a dispetto della critica che chiedeva al
cantautore maggiore partecipazione alle ideologie
politico-sociali del momento fu universalmente riconosciuto come
uno dei brani più significativi ed importanti della carriera di
Baglioni, nonché un classico della musica pop italiana. Il 45
giri entrò nella classifica dei singoli più venduti in Italia il
25 novembre del 1972, debuttando al decimo posto. Per Baglioni,
quasi uno sconosciuto al grande pubblico, era già questo un
ottimo risultato, dato che fino a quel momento il suo massimo
successo era stato Fratello sole sorella luna, che non era
andato oltre la trentunesima posizione.
Ma…
Dopo tre settimane di permanenza in top ten, il 16
dicembre 1972, Questo piccolo grande amore raggiunse invece la
prima posizione, scalzando “Il padrino”, singolo di Santo &
Johnny che si manteneva in vetta alla classifica da diverse
settimane. Il brano rimase al primo posto per sei settimane, a
cui seguirono altre dodici nelle quali il singolo si alternò fra
la seconda e la terza posizione. Alla fine il 45 giri totalizzò
complessivamente ventuno settimane in top-ten, risultando essere
il quarto singolo più venduto dell'anno, dietro a Crocodile Rock
di Elton John, Pazza idea di Patty Pravo e I giardini di Marzo
di Lucio Battisti.
Considerando le classifiche di tutti i
tempi sembra sia stato il brano più venduto.
Secondo le
ricerche statistiche effettuate dal sito hitparadeitalia.it
Questo piccolo grande amore è stato in assoluto, nella storia
della discografia, il brano musicale più venduto in Italia
tenendo conto di tutti i dischi (singoli, album, compilation) in
cui il brano è apparso, e di tutte le versioni (originale,
cover, remix) in cui esso è stato registrato.
L’album?
Il disco era inserito in un concept album,
ovvero, una serie di canzoni che seguivano una trama ben precisa
e che raccontavano un’unica storia in diversi momenti.
Inizialmente prevedeva un doppio album con molte più canzoni poi
eliminate. Nonostante il taglio, l'album, superò comunque a
livello di tempo, gli standard dell'epoca durando oltre
cinquanta minuti. Un esperimento vero e proprio, quindi, che
grazie al successo del singolo diventerà un album storico per la
musica italiana.
Cover?
Molti
artisti si sono cimentati ad interpretare a loro modo il brano
tra cui la grande Mina e Fiorello. Anche lo stesso Baglioni nel
2009 nell’album, intitolato Q.P.G.A., ha riproposto il brano con
l'accompagnamento al pianoforte di Ennio Morricone. La canzone
venne inoltre ripresa in altri piccoli frammenti, come
"L'incontro", cantata da Riccardo Cocciante, "L'appuntamento",
eseguita da Giorgia, "Il riparo", cantata da Antonello Venditti,
"L'arcobaleno", eseguita da Mina, "Il rimpianto", cantata da
Ivano Fossati e "Il ricordo", eseguita da Gianni Morandi.
Se non sbaglio fu decretata Canzone del Secolo,
vero?
Nell’edizione di Fantastico 1985 la giuria
popolare decretò il brano come "Canzone del secolo". Ancora oggi
risulta essere uno dei suoi cavalli di battaglia più amati dal
pubblico del cantante romano.
Fu fatto anche un
film ed alcune pubblicità…
Il film del 2009 diretto
da Riccardo Donna su soggetto di Claudio Baglioni e Ivan
Cotroneo prese ispirazione dall'omonima canzone seguendo le
linee narrative dell'album e precedentemente negli anni novanta
il pezzo fu utilizzato come colonna sonora di uno spot
pubblicitario dei gelati Sanson.
Fino ad allora,
ovvero il 1972, cosa aveva fatto Claudio Baglioni?
Il giovane di Centocelle aveva cominciato qualche anno prima con
un album omonimo e poi successivamente con "Un cantastorie dei
nostri giorni" in cui il cantautore aveva mostrato le sue
qualità vocali e musicali con brani tipo Isolina; Una favola
blu; Notte di natale; Signora Lia; Io, una ragazza e la gente.
Su Youtube ci sono varie versioni...
https://www.youtube.com/watch?v=F9hzNAszD1A
https://www.youtube.com/watch?v=nKQ5QVdhWFw
Questo piccolo grande amore.
Artista: Claudio Baglioni
Album: Questo piccolo grande amore
Data di uscita: 1972
Genere: Musica pop
Autori: Claudio
Baglioni e Antonio Coggio
Durata: 5 min : 36 s