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MUSE D'ARTE
INTERVISTA IMPOSSIBILE
Lilja Brik
Estasi e delirio
Il poeta, l'amante e
il marito
Lilja Jur'evna
Brik è stata una scrittrice, attrice, ballerina
e scultrice russa, nota soprattutto per
essere stata la musa ispiratrice di Vladimir
Majakovskij. Suo marito, il commerciante
Osip Brik, la lasciò libera di intrattenere
altre relazioni ed accolse nella sua casa il
poeta dando vita ad un menage a trois
(Mosca, 11 novembre
1891 – Peredelkino, 4 agosto 1978) |
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Madame le sue origini?
Il mio nome originario è Lilja Kagan e provengo da una famiglia
ebraica benestante. Mio padre era avvocato e mia madre insegnava
musica. Nonostante la mia giovane età partecipai alla
rivoluzione russa del 1905.
In seguito fu
un’esponente di primo piano dell’avanguardia culturale russa…
Nel 1922 contribuii a fondare il LEF, Fronte di partecipazione
letteraria dell'avanguardia russa, su cui scrissero diversi
poeti, registi e critici del tempo, tra i quali Vladimir
Majakovskij, Osip Brik, mio marito e un'intera generazione di
artisti.
Quando incontrò Majakovskij?
Nell’estate del 1915 andai a Mosca a far visita a mio padre, che
non stava bene. A Malachovka, nella casa di campagna, mia
sorella mi fece conoscere Majakovskij. Quando lo conobbi avevo
23 anni ed ero già sposata con il commerciante Osip Brik,
Vladimir al tempo corteggiava mia sorella minore Elsa Triolet.
Ma chi era Majakovskij?
Vladimir era
nato in Georgia nel 1893, rimasto orfano di padre a soli sette
anni, fin da piccolo manifestò una personalità molto complessa.
A 13 anni con la madre e le sorelle si trasferì a Mosca dove
intraprese gli studi ginnasiali. Abbandonata la scuola partecipò
all’attività sovversiva che sfocerà nella Rivoluzione d’ottobre.
Nel 1911 si iscrisse all’Accademia di Pittura, scultura e
architettura di Mosca, lì incontrò David Burljuk, poeta e
pittore russo, il quale dopo aver letto alcuni dei suoi versi
gli offrì cinquanta copechi al giorno perché continuasse a
scrivere. L’anno successivo aderì al futurismo russo, lanciando
la provocazione culturale nella quale si affermava che il
futurismo era uguale a rivoluzione.
Lei ne rimase
affascinata…
Durante il nostro primo incontro ebbi
l’opportunità di ascoltare per la prima volta i suoi testi nei
quali, come segno di libertà, era stata abolita la punteggiatura
e quindi eliminato ogni forma di superfluo.
Pare
che lei fosse una donna molto attraente e particolare…
Adoravo sedurre gli uomini e questo avvenne anche con Vladimir.
A quel punto lui iniziò a dedicarmi una serie infinita di
poesie. Da parte sua, più che un innamoramento fu un folgorante
delirio amoroso, forse addirittura un’autentica aggressione.
E suo marito?
Osip mi lasciava libera di
intrattenere altre relazioni, quando gli confessai di essere
andata a letto con Majakovskij, lui mi disse: "Come potevi
negargli alcunché?" Alla fine vivemmo tutti e tre sotto lo
stesso tetto, una sorta di «ménage à trois» molto tormentato e
pieno di conflitti, crisi e fughe.
Un amore
difficile quindi…
Non ci siamo fatti mancare nulla
dalle profonde crisi alle forti passioni, dai continui
tradimenti ai repentini ritorni.
Amore difficile,
ma non ostacolato dal terzo incomodo, ovvero suo marito…
Non avrei mai mentito a mio marito del resto anche lui fu
abbagliato dal genio di Majakovskij. Dopo i primi sbandamenti
trovammo un nostro equilibrio sentimentale e domestico.
Divenimmo così inseparabili: Osip il gatto, Vladimir il cucciolo
ed io la Micia.
Un fatto davvero curioso!
Dalle circostanze avrebbe potuto nascere un banale triangolo
amoroso o un borghese ménage a trois, ne nacque invece un
rapporto di struggente intensità e purezza. Pur ricambiando
l'amore del poeta, non ingannai né abbandonai mai mio marito.
Insieme a Vladimir coinvolgemmo mio marito nel fervore
intellettuale e Osip, da commerciante divenne addirittura il
critico e l’editore di Majakovskij!
Si parla
della vostra casa come di un cenacolo letterario…
Il
nostro salotto era spesso frequentato da amici destinati a
segnare la storia della cultura russa come Jakobson, Sklovskij,
Ejzenstejn, Pasternak e tanti altri. Ma era anche un luogo dove
dopo le chiacchiere e letture colte spuntavano le carte da
gioco, vera passione di Majakovskij!
Poi venne la
crisi più nera...
Ci fu il tempo dei litigi e delle
forti depressioni. Vladimir si allontanò da noi, ma continuò a
scrivermi lettere appassionate usando frasi quasi infantili: «Io
ti amo, ti amo nonostante tutto e grazie a tutto, ti ho amato,
ti amo e ti amerò, sia tu dura con me o gentile, mia o di un
altro. Comunque ti amerò. Amen».
Da qui
comincerà il tempo dei lunghi viaggi…
Dopo il '24
Vladimir si allontanò definitivamente, andò in Messico e negli
Stati Uniti, ma continuò a scrivermi anche quando a New York
incontrò una giovane americana di origine russa: Elly Jones,
dalla quale nell'estate del 1926 ebbe una bimba.
Quello con lei non fu il solo amore di Majakovskij
vero?
Seguiranno altri incontri e altri amori, per
lo più infelici, e promesse di matrimonio fallite. Mi scriveva:
«Solo un grande, buon amore può ancora salvarmi». Convinto che
l'«unica sua famiglia» fosse quella con me e mio marito.
Quanto durò la vostra relazione?
Per
nove anni fino al 1924, ma il nostro rapporto epistolare si
interruppe solo quando Vladimir morì.
Dopo la
morte di Majakovskij nel 1930, lei divorziò da suo marito…
Divorziai per sposare il generale dell'armata rossa Vitaliy
Primakov e dopo la morte di lui mi unii a Vasilij Katanian, il
quale scrisse una biografia di Majakovskij e insieme passammo la
vita a diffonderne l'opera.
Scoperta una malattia
incurabile, si suicidò nel 1978, senza lasciare eredi. Di lei
restano alcune sculture e manoscritti, alcuni dei quali sono
stati pubblicati più tardi. Majakovskij invece si era suicidato
sparandosi al cuore il 14 aprile del 1930
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