Al secolo Fernande Grudet fu una
donna priva di scrupoli, elegantissima, raffinata ed
affascinante. Attraverso questa intervista impossibile in
esclusiva ripercorriamo passo dopo passo la sua incredibile
vita.
Madame le sue origini?
Il
mio vero nome è Fernande Grudet ma sono passata alla storia come
Madame Claude. Sono nata il 6 luglio del 1923 ad Angers,
l'antica capitale dell'Angiò nella valle della Loira.
Quando si trasferì a Parigi?
Ero molto
giovane, provai a vivere facendo l’agente immobiliare e poi la
commessa prima di diventare una prostituta. Del resto Parigi non
offriva altro a ragazze di origini umili come me. Non ero una
grande bellezza, con i denti storti e un grande naso, ma i
parigini erano di bocca buona.
È vero che non
amava particolarmente il sesso?
Ma dove le ha prese
queste notizie! Comunque sì non ero un’appassionata. Secondo me
la gente con più di 40 anni non dovrebbe più avere rapporti
sessuali.
Lei al tempo aveva sparso la voce di
essere di origini benestanti, perché?
Beh sì, volevo
essere un personaggio, anche se poi andavo a letto con chiunque
mi pagasse una cena. Dicevo di essere nata da una famiglia
borghese e di aver ricevuto una educazione molto severa. Altre
volte mi inventavo che mio padre era stato un industriale anche
se poi nella realtà vendeva panini alla stazione per provvedere
alla famiglia.
La sua famiglia?
Avevo
una sorella di nome Josephine nata un anno dopo di me, purtroppo
morì all’età di 19 anni. Frequentai l’istituto Jeanne-d'Arc e
poi quello dell'Immacolata Concezione di Angers. Mio padre morì
di cancro nel 1941 nel caldo letto di un ospedale anche se io mi
inventai che fosse morto da eroe durante l’occupazione tedesca.
Lei è di origini ebree vero?
Sono mezza
ebrea, ma per avere qualche vantaggio in società mi inventai di
una fantomatica deportazione nel campo di Ravensbrück , dove
avrei salvato la vita, grazie ad un medico del campo, Genevieve
de Gaulle.
Alla fine degli anni '50 iniziò la sua
attività…
Veramente l’attività l’avevo iniziata
molto tempo prima, alla fine degli anni cinquanta decisi di
diventare una prostituta di lusso gestendo la mia attività
direttamente al telefono nel mio appartamento in rue de Marignan
a pochi passi dagli Champs Élysées.
A quel punto
il passo fu breve ad allargare l’attività gestendo altre
ragazze.
Avevo messo su un bel gruzzolo e comprai un
hotel di dodici stanze al 32 di rue de Boulainvilliers nel 16 °
arrondissement, una zona molto esclusiva di Parigi. In poche
parole un bordello di lusso per prostitute d’alto bordo
frequentato, nelle mie intenzioni, da una élite in grado di
pagare qualsiasi tariffa.
L’attività si rivelò
immediatamente un business proficuo…
Dal 1961 al
1977 ho fornito le migliori prostitute a tutto il mondo. Nei
momenti più floridi ho gestito oltre cinquecento ragazze. I miei
clienti erano sempre più esigenti e il mio compito oltre alla
gestione ordinaria fu anche quello di vestire le mie ragazze con
abiti creati da Yves Saint Laurent, gioielli Winston, valigie
Louis Vuitton e orologi Cartier. Alle volte le facevo sottoporre
a interventi di chirurgia estetica per migliorare il loro
aspetto.
Ovviamente di base dovevano avere un
corpo perfetto…
Per esserne certa durante il primo
colloquio di ammissione chiedevo loro di spogliarsi. A volte
capitava una ragazza carina, un bel viso, volitiva, elegante e
sottile, ben vestita, ma quando si spogliava era una catastrofe.
Ovviamente il secondo requisito non poteva non essere: “Très
bien au lit!” (Molto brava a letto!)
Dove
prendeva le sue ragazze?
Le sceglievo tra le attrici
che non avevano avuto successo, sui banchi della Sorbona, ai
tavolini dei café o sulle passerelle di Christian Dior. Tutte
discrete con una cultura di base soddisfacente alcune cosi
sofisticate che passavano senza soluzione di continuità dal bel
mondo alla prostituzione d’alto bordo.
Più che
professioniste reclutava delle ragazze comuni…
Il
mestiere l’avrebbero imparato col tempo. Condizione necessaria
era che non fossero volgari. Se gli uomini avessero voluto delle
prostitute, potevano andare a cercarle per strada!
Faceva testare le ragazze da uomini di fiducia che
stilavano relazioni dettagliate, vero?
Ero pur
sempre una donna, non mi fidavo del mio giudizio. Comunque una
volta che avevano superato l'esame fisico, le Claudettes
venivano istruite per due anni in letteratura e storia francese.
Per loro era conveniente lavorare per lei…
Trattenevo solo un onestissimo 30% del guadagno, il resto andava
alla ragazza. Una Claudette prendeva circa 200 euro per un
pomeriggio, 400 per una serata e circa 600 per una giornata
intera.
Quando i clienti chiamavano, rispondeva
con il suo tradizionale saluto: “Allo, oui?”.
E poi
aggiungevo: “Penso di avere quello che ti serve." Poi con un
occhio sempre fisso alla mia agenda nera consultavo la lista
chiedendo al mio interlocutore il tipo di ragazza preferita e le
sue fantasie sessuali. Fissato l'appuntamento annotavo il nome
del cliente sul taccuino.
Come accoglieva i suoi
clienti?
Li accoglievo alla porta, perfettamente
vestita di tenui colori grigio e beige, i miei preferiti. Dopo
aver preparato un cognac o un whisky e qualche chiacchiera
chiamavo la ragazza o il gruppo di ragazze non impegnate in quel
momento. Fatta la scelta lo accompagnavo insieme alla ragazza
verso la camera da letto. Una volta entrati chiudevo
delicatamente la porta, da quel momento iniziava il mio
guadagno.
Clienti facoltosi mi ha detto… qualche
nome?
Il Colonnello Gheddafi, Marlon Brando, la metà
dei politici francesi, miliardari, principi e presidenti. JFK
una volta mi chiese una sosia di Jackie Kennedy: “Ma la voglio
super hot!” Mi disse. Insomma tutti impazzivano per i servizi
delle mie “Claudettes”.
Altri nomi?
Dopo un'orgia durata un’intera notte, Gianni Agnelli volle
andare a messa. Lo Scià dell'Iran aveva un ordine settimanale
permanente di Claudettes. Cascasse il mondo dovevano essere
“consegnate” a Teheran ogni venerdì pomeriggio. Pensi che quando
lo Scià venne a Parigi in visita di Stato non esitò a pagare
150.000 franchi per una sola notte di sesso.
Si
parla di un Aristotele Onassis molto assiduo…
Sa
cosa le dico, anche io rimasi sconvolta dalla sua esuberanza.
Una volta si presentò con la sua amante, una cantante d'opera, e
mi chiese prestazioni sessuali che avrebbero fatto impallidire
anche la cortigiana più esperta.
Per quanto tempo
le Claudettes lavoravano per lei?
Le mode e i gusti
cambiavano velocemente per cui per stare sempre al passo dei
tempi il ricambio era piuttosto rapido. Però mi permetta di dire
una cosa: mi faceva sorridere vedere le fotografie di dame e
contesse nelle edizioni pagine di Tatler, Harpers e Vogue,
perché molte di loro avevano lavorato per me! Ovviamente
mantenevo il sacrale segreto!
Madame i rapporti
con la Polizia?
Riuscii a portare avanti la mia
attività senza problemi per quasi vent'anni, fu soprattutto
grazie ai buoni rapporti con la polizia e i servizi segreti
dell'epoca. Avevo i miei agganci alla "Mondaine" l’ufficio
parigino in cui si indagava sullo sfruttamento della
prostituzione. In alcuni casi, le mie ragazze lavorarono come
informatrici, io stessa collaborai con lo pseudonimo di
Violette. Pensi che anche il governo americano apprezzò la mia
merce. Nel 1973, durante gli incontri per gli accordi di pace di
Parigi per un cessate il fuoco in Vietnam, la CIA noleggiò
alcune mie ragazze per tenere alto il morale dei delegati.
Poi cosa avvenne?
Durante la presidenza
di Valery Giscard d'Estaing nel 1976 il vento iniziò a cambiare,
ma non fu attaccata direttamente la mia attività bensì le mie
tasche. Insomma il Fisco mi chiese la bellezza di 11 milioni di
franchi come risarcimento. Per sfuggire alla morsa della
giustizia decisi di fuggire negli Stati Uniti e mi stabilii a
Los Angeles. Poi tornai in Francia e nel 1985 venni arrestata e
finii nel carcere di Cahors per quattro mesi. Poi nel 1992
tornai nelle patrie galere per sei mesi. Uscii sotto pagamento
di una multa di un milione di franchi, finanziati con i proventi
di interviste e della pubblicazione di un libro di memorie.
Madame, ma lei pensò mai a sposarsi?
La
domanda è molto curiosa! Ebbene non ci crederà ma io sono stata
sposata due volte, la prima sposai nel 1972 un signore svizzero,
ma il matrimonio fallì dopo alcune settimane, mentre la seconda
volta sposai un barman gay per ottenere la carta verde che mi
avrebbe consentito di vivere negli USA. Ma questa è un’altra
storia…
Madame Claude è morta all'età di 92
anni nell'Ospedale di Sources, sulle colline di Nizza. Si era
trasferita nel Sud della Francia anni prima, dopo la fine dei
suoi guai legali che l'avevano tormentata negli anni '90. Sulla
sua storia fu anche realizzato un film, diretto nel 1977 da Just
Jaeckin, in cui la maîtresse venne interpretata da Françoise
Fabian. Ha lasciato nel suo libro di memorie “Signora” scritto
nel 1994 il suo epitaffio: “Ci sono due cose per cui la gente
sarà sempre disposta a pagare. Il cibo e il sesso, e io non ero
brava a cucinare!”