Madame, la storia racconta
che lei, per un breve periodo, fu l’amante di Lord Byron.
Lo frequentai tra il novembre del 1816 e gli inizi del 1817.
Lei era sposata vero?
Ero la moglie di
Pietro Segati. Mio marito era un mercante di stoffe e vivevamo a
Venezia in una casa molto grande a Calle della Piscina 1673,
appena fuori dalla Frezzeria a due isolati da San Marco.
Come conobbe Lord Byron?
Lui cercava una
stanza non lontano da Piazza San Marco e mio marito gli affittò
la stanza a venti franchi al giorno purché ci fosse rimasto
almeno due mesi. Oltre ad essere più che dignitosa la casa aveva
anche un comodo approdo direttamente sul canale.
In una lettera inviata al suo amico Moore, Byron la descrive
bellissima e di una rara avvenenza orientale: “Marianna somiglia
a una gazzella. Ha gli occhi grandi, neri, orientali…. I
lineamenti sono regolari, la bocca piccola, la pelle morbida e
bianca con un velo color di rosa; la fronte spaziosa e pura. I
suoi capelli neri, lucidi e inanellati. La persona è snella e
graziosa. E’ una famosa dilettante di canto. La sua voce
naturale è dolcissima. E il dialetto veneziano è sempre
piacevole in bocca di una donna…”
Avevo ventidue
anni ed ero nel fiore della mia giovinezza.
Ma
la descriveva anche come un tipico esempio di bellezza
veneziana, che 40 anni prima sarebbe stata adatta per l'harem di
Casanova…
Per un intenditore di donne come lui è
senz’altro un complimento. Lui comunque scriveva ripetutamente
ai suoi amici che stava molto bene con me, che ero amabile, che
avevo tatto e soprattutto non ero affatto una persona noiosa.
Ma il poeta era davvero innamorato di lei?
Questo non lo so, so solo che sono stata il suo primo amore e
che dopo di me ha avuto rapporti con centinaia di donne
veneziane, tutte indistintamente pronte a concedere i propri
favori. Nel breve periodo che ci siamo frequentati, lui era più
che altro attratto dalla mia bellezza.
Quindi un
amore consapevolmente libero e libertino?
Mio marito
essendo molto impegnato nei suoi affari aveva favorito
sicuramente i nostri primi approcci. Per il resto lui non
pensava mai al suo futuro, ripeteva spesso carpe diem ed io non
potevo illudermi più di tanto.
Si parla di un
tacito assenso da parte di suo marito…
Milord mi
ricoprì di preziosissimi e numerosi regali, mio marito di certo
non poteva non accorgersi anzi alle volte gradiva molto che il
nostro inquilino fosse così generoso nei miei confronti, per cui
immagino che sapesse e che chiudesse volentieri un occhio.
Byron la tradiva?
Fin dai primi giorni
ebbi modo di capire che l’infedeltà di milord fosse intrinseca
nella sua natura.
Ci può raccontare l’episodio
che coinvolse oltre a suo marito anche sua cognata?
Una sera, mentre ero in casa di amici, milord accolse nella
sua stanza mia cognata, la quale, seppi successivamente, bramava
da tempo di trovarsi a tu per tu con il bellissimo poeta
straniero.
Com’era suo cognata?
Era
una bella ragazza di diciannove anni, sposata con mio fratello e
piuttosto intraprendente.
E cosa successe?
Mentre i due erano persi nelle pratiche amorose, spalancai
l’uscio della stanza e iniziai a inveire contro mia cognata.
Lei come aveva saputo di quell’incontro?
Semplice, il gondoliere che aveva portato a milord il biglietto
di mia cognata e la successiva risposta, era poi corso ad
avvertirmi del tradimento. Nella lettera c’era scritto che mia
cognata avrebbe desiderato incontrarlo quella sera in gondola,
oppure all'Isola di San Lazzaro oppure, di certo più rischioso
nella sua casa. Milord rispose che nessuno di quei posti gli
andava bene e che sarebbe rimasto in casa da solo fino alle
dieci della sera.
Quindi la prese a male parole?
Venimmo alle mani, la insultai, la presi per i capelli ed a
sberle, poi la colpii ripetutamente finché non si divincolò e
riuscì a scappare. Io tentai di raggiungerla…
E
Byron?
Mi fermò, ma ero ancora una furia e allora
lui mi afferrò stretta per i polsi cercando di calmarmi. Mi
diceva parole dolci, sentivo i suoi baci caldi e le sue mani
bollenti. Aveva iniziato a spogliarmi ed io mi sentivo
orgogliosa che nonostante quella sciacquetta da pochi soldi
milord era ancora e solo mio. Desideravo a tutti i costi e con
tutti i miei sensi fare l’amore con lui. Lui mi adagiò sullo
stesso divano ancora caldo e iniziammo ad amarci come non lo
avevamo mai fatto.
Lupus in fabula, vero?
Già, in quel preciso istante, attirato dalle urla precedenti,
entrò nella stanza mio marito. Mi vide mezza nuda e distesa sul
sofà fra le braccia di milord. Chiese spiegazioni, e milord da
vero esperto in simili situazioni disse prontamente che mi ero
sentita male ed ero svenuta. Che quello non era il tempo di
spiegazioni, in caso lo avrebbe fatto il giorno successivo, ma
che in quel momento era meglio che mio marito si prendesse cura
di me.
E il giorno dopo?
Ovviamente
il giorno dopo e quelli successivi mio marito non chiese alcuna
spiegazione anche se, fin dalle prime luci dell’alba, anche i
colombi di San Marco sapevano dettagliatamente cosa fosse
successo in quella casa…
Chi aveva parlato?
Ovviamente mia cognata che adirata e furente per la mia reazione
si era vendicata riferendo a mezza Venezia dell’accaduto e che
soprattutto Milord, alla quale lei non era arrivata, era
l’amante della moglie del mercante di stoffe.
Un
vero e proprio scandalo…
Beh a Venezia simili
episodi erano frequenti, ma non parlerei di scandalo. Non c'era
bisogno di allarmarsi. La gelosia da queste parti non è
all'ordine del giorno e i pugnali sono fuori moda, mentre i
duelli, per quanto riguarda l'amore, sono sconosciuti almeno con
i mariti. Del resto era risaputo che quasi tutte le donne
sposate avessero un amante; ma era comunque normale mantenere le
forme e quindi quell’episodio fu per mio marito decisamente
imbarazzante e credo che quella sera abbia avuto la prova
provata del mio tradimento.
Con Byron vi
riconciliaste immagino…
Sì, ma durò poco tempo e per
mia incuranza. Gli affari di mio marito non andavano troppo bene
e allora a corto di denaro decisi di vendere un diadema che il
poeta mi aveva regalato. Quello stesso diadema, giorni dopo, fu
di nuovo offerto in vendita proprio a milord, che lo ricomprò
nuovamente. Quando me lo ridonò mi disse che tra noi era tutto
finito. Milord abbandonò la casa, non prima, però, di aver
salvato mio marito dal fallimento.