Madame le sue
origini?
Il mio nome vero è Nonna Dooley
e sono nata a New York da Julia Cronin e Patrick
Dooley, in una famiglia di operai di origine
irlandese. Presi il nome da una prozia, Mary Nonna
Dunphy, la quale aveva fondato l'Academy of the Holy
Angels di Fort Lee nel New Jersey.
Come fu la sua adolescenza?
Studiai
nelle scuole cattoliche e nel 1910 iniziai a
frequentare l’Accademy. Purtroppo quando avevo
sedici anni mio padre abbandonò la famiglia e
qualche tempo dopo mia madre se ne andò per sempre.
Lei era ancora estremamente giovane,
cosa fece?
Il destino mi costrinse a
crescere in fretta e ad occuparmi di mia sorella e
mio fratello, più piccoli di me. Mi guardai intorno
e cercai di trovarmi un lavoro come modella per
artisti e sarti. Infine, riuscii ad entrare in una
compagnia di vaudeville.
Pochi anni
dopo debuttò a Broadway!
Nel 1918
debuttai come ballerina di fila al Winter Garden,
nello spettacolo “The Passing Show of 1918”. Grazie
a quello spettacolo mi feci conoscere tanto da
ottenere altre scritture riuscendo perfino ad
entrare nelle Ziegfeld Follies, nell’edizione del
1919. Fu in quel periodo che cambiai il mio nome in
Nita Naldi. Il cognome Naldi lo scelsi in omaggio
alla mia amica d'infanzia Florence Rinaldi.
Poi cosa successe?
Continuai a
lavorare a Broadway con discreto successo e dopo un
provino con il celebre produttore William A. Brady,
partecipai allo spettacolo Opportunity del 1920.
Finalmente il cinema!
Dapprima partecipai a qualche cortometraggio, tra i
quali uno con il comico scozzese Johnny Dooley. Lui
diceva di amarmi e che sarei stata la donna della
sua vita, ma poi abbandonai il set quando mi accorsi
che stava tentando di intrecciare contemporaneamente
una relazione con un'altra collega.
Poi fu la volta di qualche produzione indipendente…
Ottenni diversi piccoli ruoli prima di essere
ingaggiata per Dr. Jekyll e Mr. Hyde con John
Barrymore. Il ruolo fece crescere la mia reputazione
d'attrice. In quell’occasione Barrymore mi
soprannominò affettuosamente Dumb Duse (praticamente
La Duse muta). Io e lui rimanemmo amici per molti
anni.
In quel periodo posò per il
famoso artista peruviano Alberto Vargas…
Mi dipinse come una pin-up in topless, anche se
molte copie del ritratto, ampiamente distribuite,
furono modificate dall'aggiunta di vestiti per
coprire il mio seno sinistro parzialmente visibile.
Poi fu la volta di Rodolfo
Valentino…
Venni scelta dallo scrittore
Vicente Blasco Ibáñez per interpretare Dona Sol nel
suo film Sangue e arena, quella fu la prima volta in
cui recitai al fianco del divo Rodolfo Valentino. Il
film ottenne uno straordinario successo e
personalmente mi diede popolarità e l’immagine di
vamp. Immagine che mi avrebbe accompagnata per tutto
il resto della vita.
La critica la
detestava vero?
Beh solo una parte… mi
accusava di autocelebrarmi attraverso ruoli
scandalosi, ma riuscii comunque a rimanere sulla
breccia.
Con l’attore italiano si
vociferava al tempo che ci fosse del tenero.
Posso confermare che con Rodolfo non ci fu alcuna
relazione sentimentale, anzi diventai amica di
Natacha Rambova, la moglie di Valentino. Pensi che
insieme a loro facemmo un viaggio in Francia per
fare alcune ricerche in previsione del film The
Hooded Falcon. Il film purtroppo non venne mai
realizzato. Tornati in California, girammo insieme
Cobra. Il film non ottenne una buona accoglienza e
segnò la fine del nostro connubio artistico.
Il matrimonio tra Natacha Rambova e
Valentino era agli sgoccioli.
Ormai
erano ai ferri corti al punto che quando Rodolfo
firmò il contratto con la United Artists, fece
bandire la Rambova dal set.
Lei cosa
fece?
Io tornai in Francia e durante
quel soggiorno recitai in qualche film europeo che
ancora offriva alle attrici parti di muto e tra un
film e l’altro io e J. Searle Barclay trovammo il
tempo di sposarci.
Il vostro primo
incontro però risaliva al 1919 e le voci di una
vostra intesa sentimentale divennero insistenti nel
1923 in occasione del trionfo di Sangue e arena…
Al tempo eravamo solo amici e a New York avevamo
vissuto nella stessa casa insieme a mia sorella. Tra
noi vi era una forte intesa professionale, ma le
cattive voci ci accusavano di essere amanti ed io
fui indicata come la responsabile del divorzio di J.
Searle Barclay con sua moglie, con la quale era
sposato da sedici anni. Comunque ci sposammo in
Francia nel 1927, ma non funzionò. Tornai negli
Stati Uniti, da sola, nel 1931.
La
spaventava il passaggio al sonoro?
Avevo
una paura tremenda e nonostante avessi una voce non
male e una dizione discreta non girai mai un film
sonoro.
Poi solo teatro…
Tornai sul palcoscenico nel 1933 con Queer People e
The Firebird, la stampa però fu così critica e
cattiva che fui costretta a intentare una causa
contro un quotidiano chiedendo un risarcimento di
500.000 dollari.
Dopo il suo ritiro
dalle scene, molti registi e produttori la
richiesero per parti importanti…
Il
cinema non si dimenticò mai di me e negli anni '40 e
'50 fui spesso contattata per film anche di
successo, tra i quali: Per chi suona la campana e
Viale del tramonto, ma per un motivo o l’altro i
progetti non furono mai portati a termine.
Nita Naldi trascorse i suoi ultimi anni di
vita a New York. Abbandonata da tutti, ridotta in
miseria morì a causa di un infarto nella sua stanza
d'albergo al Wentworth Hotel sulla West 46th Street
tre mesi dopo il suo 66esimo compleanno. Fu sepolta
nella tomba di famiglia al Calvary Cemetery, nel
Queens. Nonostante i pettegolezzi contrari, sostenne
di non aver mai avuto relazioni sentimentali né con
Valentino né con Barrymore e né, prima del loro
matrimonio, con il miliardario J. Searle Barclay.
Non ebbe mai figli. Per il suo contributo allo
sviluppo dell'industria cinematografica le è stata
dedicata una stella sulla Hollywood Walk of Fame, al
6316 dell'Hollywood Boulevard.