Madame la sua infanzia?
Nacqui a Jersey City, nel New Jersey. La mia infanzia fu segnata
dalla povertà. Mia madre Margaret era una donna forte e volitiva
dal carattere vivace e indomabile, invece mio padre Fred
Talmadge era un disoccupato e alcoolizzato cronico. Una mattina
di un giorno di Natale uscì di casa dicendo che andava a
comprare del cibo ma non fece ma più ritorno, lasciando la
moglie sola e senza soldi ad allevare le tre figlie ancora
piccole.
Cosa fece sua madre?
Mamma
si diede da fare lavorando come lavandaia, vendendo cosmetici,
insegnando disegno e affittando le stanze della nostra casa,
riuscendo così a crescere noi tre figlie da sola a Brooklyn.
Lei era la maggiore e la più carina delle tre…
Sì in
effetti mia madre confidava sulla mia bellezza e quando le
raccontai che una nostra compagna di classe aveva posato come
modella lei decise di contattare quel fotografo per avere anche
io un book fotografico.
Desiderava che lei
diventasse attrice vero?
Veramente spinse tutte e
tre le sue figlie ad entrare nel cinema, spronandoci
continuamente a fare soldi e a reinvestirli, anche se in realtà
nessuna di noi tre era interessata a far parte di quel mondo.
Lei era la maggiore e la più carina…
Mia
madre mi portò negli studi della Vitagraph a Flatbush, molto
vicini a casa nostra. Era molto intraprendente e riuscì a fare
in modo di superare i cancelli dello studio e di incontrare il
direttore del casting.
Poi cosa successe?
Ovviamente ci fece buttare fuori. Tuttavia, fui notata dalla
scenografa Breta Breuill. Colpita dalla mia bellezza mi fece
ottenere una piccola parte di una ragazza che viene baciata
sotto il telone di un fotografo nel film The Household Pest.
Grazie al continuo appoggio della scenografa tra il 1911 e
il 1912 interpretò piccole parti in più di 100 film.
Alla
fine riuscii ad ottenere un posto fisso nella compagnia per lo
stipendio di 25 dollari la settimana. Il mio primo ruolo come
attrice sotto contratto fu in Neighboring Kingdom al fianco del
comico John Bunny.
Il primo vero successo?
Venne con la prima versione sul grande schermo di Racconto di
due città di Charles Dickens, un film di tre ore complessive che
venne fatto uscire a puntate con cadenza settimanale. In quel
film interpretavo il piccolo ruolo di Mimì, una cucitrice che
accompagna Sidney Carton alla ghigliottina.
Grazie alla varietà di ruoli interpretati - dalla balia di
colore, alla goffa cameriera, alla giovinetta sfrontata - iniziò
ad attirare l'attenzione del pubblico e della critica...
Nel 1913 ero ormai la più promettente giovane
attrice della Vitagraph. Lavorai spesso con il divo dell’epoca
ovvero Antonio Moreno.
Nel 1915 la sua carriera
fece un grosso passo in avanti…
Presi parte al
lungometraggio L'invasione degli Stati Uniti, un film drammatico
di propaganda anti-tedesca.
A quel punto
intervenne nuovamente sua madre…
L'ambiziosa di mia
madre Peg pensò che il mio potenziale recitativo avrebbe potuto
portarmi ancora più lontano per cui mi fece firmare un contratto
di due anni con la National Pictures Company per la
realizzazione di otto film con uno stipendio di 400 dollari la
settimana. Così nell’estate del 1915 lasciai la Vitagraph con
oltre 250 film all’attivo.
Con tutta la la
famiglia Talmadge a seguito partì per la California…
Purtroppo il primo film Captivating fu un vero disastro e portò
la National Pictures Company al fallimento.
A
quel punto?
Il fallimento mise nei guai l’intera
famiglia. Mia madre ovviamente non si diede per vinta e alla
fine dopo vari provini firmai un contratto temporaneo con la
Fine Arts Company di Griffith. Nel 1916 lavorai nella commedia
The Social Secretary che mi diede l'opportunità di mettere in
mostra la mia bellezza interpretando una ragazza che cercava di
evitare le sgradite attenzioni dei suoi colleghi di lavoro
uomini.
Ci racconti l’incontro con Joseph
Schenck, impresario e ricco proprietario di sale
cinematografiche.
Scaduto il contratto con tutta la
famiglia tornai a New York. Durante una festa incontrai per caso
Joseph. Lui aveva intenzione di produrre film in proprio e mi
convocò il giorno seguente nel suo ufficio.
Qui
scattò la scintilla vero?
Oh sì, mi proposte
immediatamente di sposarlo e di fondare insieme una compagnia di
produzione.
Due mesi dopo il lieto evento…
Il 20 ottobre del 1916 convolammo a nozze.
Perché lo chiamava con il nomignolo Daddy.
Lui aveva
sedici anni più di me.
Gli affari iniziarono ad
andare a gonfie vele…
Fondammo la Norma Talmadge
Film Corporation, che diventò subito un'impresa molto
redditizia. Lui voleva che diventassi la più grande stella di
tutti i tempi. Per realizzare questo meraviglioso sogno mi mise
a disposizione le migliori storie, i costumi più opulenti, le
scenografie più sfarzose, gli attori più talentuosi, i registi
più abili.
Come andò?
Ben presto le
donne di tutto il mondo volevano assomigliare alla romantica
Norma Talmadge e si accalcavano per vedere i miei stravaganti
film girati sulla costa occidentale.
Dicono che
fosse una donna piena di fascino…
Ero molto amata
dal pubblico, per i miei vestiti eleganti, i capelli nero
corvino e soprattutto perché nella scena incarnavo le virtù
della donna forte straziata dalla sofferenza e racchiusa nel
proprio sentimento.
I suoi migliori successi li
ottenne a fine carriera…
Nel 1924 girai Segreti
(1924), poi Lady, una vera signora nel 1925, The Dove e La
signora delle camelie nel 1927, La donna contesa nel 1928 e
Notti di New York nel 1929.
L'avvento del sonoro
fu una tragedia…
Non riuscii a conciliare la
recitazione del silent-movie con la padronanza del parlato.
Provai con il mio unico film sonoro Madame Du Barry del 1930, ma
non ebbi il successo sperato. Quindi decisi di ritirarmi.
Ricchissima si consolò tra feste e ricevimenti nella
sua splendida villa a Beverly Hills…
Divorziai da
Joseph Schenck per sposare l’attore George Jessel dal quale mi
separai nel 1939 per sposare lo psicanalista Carvel James.
Insieme a Carvel dal 1946 mi trasferii a Las Vegas nel Nevada.
Non ha avuto figli. Muore d'infarto nel 1957.