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INTERVISTA IMPOSSIBILE
Susan Cabot
L’amante ebrea
Nome d'arte di
Harriet Shapiro, è stata un'attrice
americana. Dalla relazione segreta, durata sette
anni, con Re Hussein nacque suo figlio
Timothy. Fu uccisa proprio da suo
figlio, un ragazzo afflitto dal nanismo e da
vari problemi psicologici, che la percosse a
morte nel sonno con una barra da sollevamento
pesi
(Boston, 9 luglio
1927 – Encino, 10 dicembre 1986)
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Madame le sue origini?
Il mio vero nome è Harriet Shapiro. Ho interpretato negli anni
'50 svariati b-movie prevalentemente di azione
Dicono che non fosse molto alta, ma avesse dei lineamenti molto
delicati e un fisico perfetto.
Avevo il tipico
fisico glamour, ero di discendenza ebraico-russa ed avevo
studiato al college di Manhattan a New York. Iniziai la carriera
nella pubblicità, illustratrice di testi per ragazzi e cantante
in varie rappresentazioni teatrali Off-Broadway.
Quando debuttò al cinema?
Nel 1947 con il
film Il bacio della morte, poi dopo varie esibizioni sui
palcoscenici teatrali, nel 1951 fui inserita nel cast del noir
La città è salva. Firmai un contratto con la Universal, che mi
utilizzò spesso in una serie di western e film avventurosi di
stampo esotico, marchio di fabbrica degli Studios.
Nel 1954 interruppe la collaborazione con la Universal…
Ero stanca di ruoli praticamente in fotocopia. Lavorai in teatri
itineranti e dopo tre anni tornai al cinema, col produttore
Roger Corman, ma il grande successo non venne mai.
Nel 1970 il ritiro…
Apparvi in qualche
puntata del tv-series "Bracken's World"; poi mi ritirai
definitivamente dalle scene.
Si sposò due volte
vero?
Anche in campo sentimentale non fui molto
fortunata, ebbi numerose storie e convolai a nozze due volte con
altrettanti divorzi; il primo matrimonio fu con il decoratore
d'interni Martin Sacker, poi con il documentarista Michael
Roman, che riconobbe mio figlio, Timothy, nato da una precedente
relazione e purtroppo affetto da nanismo e da vari problemi
psicologici.
A proposito di Timothy… Facciamo un
passo indietro…. Lei sapeva chi fosse il padre di suo figlio
vero?
Oh sì certo, era Re Hussein di Giordania.
Ci racconta come lo conobbe?
Era il 1959
quando, durante una visita di Stato negli Usa, il sovrano,
allora ventiquattrenne, da poco divorziato e un po’ giù di
corda, manifestò al suo entourage il desiderio di una piacevole
compagnia femminile. Immediatamente i servizi segreti americani,
nel tentativo di rafforzare i rapporti con la Giordania, si
misero alla ricerca di una donna che grosso modo corrispondesse
agli appetiti del sovrano. La scelta ricadde su di me.
Quindi fu contattata dalla Cia?
Più che
contattata diciamo che venni obbligata a partecipare ad una
festa a Los Angeles organizzata da Robert Maheu, che prevedeva
la presenza del re.
Siamo nel ’59 quindi lei era
nel fior fiore dei suoi anni…
Al tempo avevo
trentadue anni ed ero divorziata. In un primo tempo cercai di
porre qualche resistenza, ma alla fine fui costretta ad andare.
Credevo fosse solo una cena, ma durante la festa, l’agente
incaricato di seguirci mi avvicinò e senza mezzi termini mi
disse: «Vogliamo che tu ci vada a letto».
Com’era il re?
Per quanto piccolo di statura lo
trovai un uomo affascinante.
Lei al tempo aveva
fatto solo qualche film di scarso successo…
Sì, non
ero famosa, comunque, nonostante fossi stata offerta a mia
insaputa come passatempo, l’incontro col re andò così bene che
la Cia ne organizzò un altro a New York in una casa sulla
spiaggia a Long Island. Alla fine nacque una reciproca simpatia
e rimanemmo insieme sette anni.
La relazione
rimase sempre segreta…
Beh il re durante il nostro
rapporto si sposò con la seconda moglie Antoinette Gardiner e
cosa non trascurabile io ero di religione ebraica.
Da quella relazione nacque vostro figlio Timothy.
Purtroppo Timothy era affetto da una forma di nanismo, per il
suo mantenimento ricevevo 1500 dollari al mese dal tesoriere
personale di Re Hussein.
Negli ultimi anni della sua
vita Susan soffriva di depressione e manie suicide, era
costantemente in cura da uno psicologo. Lei divenne sempre più
incapace di prendersi cura di se stessa. L'interno della sua
casa era pieno di anni di spazzatura. La sua salute mentale
continuò a peggiorare. Il 10 dicembre 1986, il figlio
venticinquenne Timothy la colpì a morte nel sonno utilizzando
una barra per il sollevamento pesi. Fu accusato di omicidio di
secondo grado. Al processo, il ragazzo si difese con la tesi
dell'abuso mentale e fisico subito dall'infanzia; ugualmente
condannato, fu scarcerato tre anni dopo e posto in stato di
libertà vigilata. Morì nel 2003, e le sue ceneri vennero
disperse in mare. Re Hussein nel frattempo si risposò altre tre
volte e regnò sulla Giordania fino al 1999, e fu uno dei più
affidabili alleati degli Stati Uniti in Medio Oriente. Nella sua
biografia ufficiale non si fa cenno di Susan Cabot né del figlio
Timothy.
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