Madame le sue origini?
Mi chiamo Maria
Gioacchina Stajano Starace conte Briganti di Panico, detta Giò,
ma all’anagrafe ero Gioacchino, mio zio era il gerarca fascista
Achille Starace.
C’è un episodio curioso nella
sua infanzia…
L’ho raccontato più volte. Un giorno
mio nonno mi portò a Palazzo Venezia a Roma e mi diede in
braccio a Benito Mussolini e in quell'occasione feci la pipì
addosso al duce.
La sua adolescenza?
Sono stato un Giovane Figlio della Lupa, Balilla, poi
Avanguardista fino all’inizio della guerra. Ma non ho mai
abbracciato quegli ideali, io dentro avevo altro. La cosa in
famiglia non poteva passare inosservata e venni addirittura
sottoposto a una cura a base di ormoni di scimmia nella speranza
di riportarmi sulla retta via. Ma fu un esperimento fallimentare
e anche mio padre finì per arrendersi.
Quando
aveva 12 anni il fascismo cadde…
I miei genitori si
separano, io a quel tempo frequentavo il collegio dei Gesuiti di
Mondragone. Terminato il liceo, mi trasferii a Firenze, qui mi
iscrissi all'Accademia d'arte.
Poi Roma…
Frequentai dapprima la Facoltà di Lettere e Filosofia poi quella
di Architettura, divenni un discreto pittore e conobbi tra gli
altri De Chirico, Guttuso, Moravia e diventai amico intimo di
Novella Parigini la regina di via Margutta. Nel 1956, durante
l'edizione annuale della Fiera d'Arte di via Margutta esposi i
miei quadri, ottenendo un discreto successo che mi permise di
frequentare gli ambienti che poi Fellini racconterà ne La dolce
vita.
Chi le spianò la strada di quegli ambienti?
La mia guida protettiva, neanche a farlo apposta, fu un deputato
monarchico, Vincenzo Cicerone, che chiamavamo Zia Vincenza. Lui
mi portava nei posti di Roma dove era possibile incontrare bei
ragazzi, praticamente tutti quelli in divisa che facevano la
fila davanti alle case di tolleranza.
Nel 1959
lei diede alle stampe il libro “Roma capovolta”.
Era
un testo autobiografico che raccontava le folli scorribande
nell'alta società romana e contemporaneamente la realtà
omosessuale nell'Italia dell'epoca. Il testo era esplicitamente
gay e fu sequestrato dalle autorità con l'accusa di propagandare
idee contrarie alla pubblica morale e dannose per il costume.
Tutta pubblicità per lei…
Esatto,
guadagnai le prime pagine della stampa scandalistica e mi
consacrò come l'omosessuale più famoso d'Italia.
Anche altri suoi libri furono censurati e tolti dalle librerie…
Pubblicai “Meglio l'uomo oggi” (cambiato poi con il
titolo più innocuo “Meglio l’uovo oggi” e poi “Roma Erotica”
dove svelai l'omosessualità di vari personaggi, fra i quali l'ex
re d'Italia Umberto II, chiamata nell’ambiente "Umbertina".
Furono ovviamente censurati ma vendetti molto all’estero.
Quindi divenne famosa…
Diciamo che ero
una dei protagonisti della dolce vita romana. Aprii un locale e
soprattutto ispirai Fellini facendo il bagno nella fontana di
Piazza di Spagna, prima che Anita Ekberg lo facesse nella
fontana di Trevi. Ero in compagnia di Novella Parigini, la quale
diede l’imbeccata a pagamento ai paparazzi per finire sui
giornali,
Divenne attore per caso…
Ottenni tra le altre cose una particina nello stesso film di
Fellini. Recitavo la parte di Pierone, un ragazzone con gli
occhiali da secchione e il maglione dolcevita che passava le
dritte a Marcello Mastroianni. In seguito lavorai sempre nel
ruolo dell’effemminato con Steno, Corbucci, Sordi, Pingitore e
Dino Risi e collaborai fino al 1961 con il settimanale
scandalistico Lo Specchio.
La magistratura al
tempo non le dava tregua…
Pensi che nel 1961, fui
convocata per essere interrogata dalla magistratura nell'ambito
dello scandalo dei “balletti verdi” nel bresciano, per protesta
mi presentai in pretura vestita da donna a lutto, sferruzzando
un gomitolo di lana nera.
Sul finire degli anni
sessanta collaborò col settimanale erotico per soli uomini Men
creato da Adelina Tattilo.
Rispondevo alle lettere
dei lettori omosessuali nella rubrica Il salotto di Oscar Wilde:
questa rubrica fu in assoluto il primo e per molti anni, l'unico
spazio rivolto ad un pubblico gay nell'editoria italiana. Nel
1971 divenni anche il direttore del periodico.
Nel 1983 si sottopose all'operazione di riattribuzione
chirurgica del sesso a Casablanca…
Prima di quella
feci un lifting facciale completo e mi dotai di protesi al
silicone della quarta misura. Poi iniziai a pensare
all’operazione, ma non fu per nulla facile. L’intervento costava
molto e l’unica soluzione era quella di affidarmi alle mani del
chirurgo dello scandalo e dell’utopia, Georges Burou, che
operava nella mitica Casablanca. Alla fine ci riuscii e
finalmente potevo chiamarmi con orgoglio Maria Gioacchina. Mia
madre mi chiamò per la prima volta “figlia mia”. Iniziai così il
periodo più dissennato della mia vita: prostituta d’alto bordo e
pornostar. Una vita riprovevole, che allora mi sembrava il
massimo della femminilità.
Tornò a fare la
scrittrice…
Alcuni anni dopo pubblicai un’altra
autobiografia intitolata “La mia vita scandalosa”, divenendo
così l'unica scrittrice italiana ad aver pubblicato testi prima
e dopo il cambio di sesso.
Gli ultimi anni?
La mia ricerca interiore mi portò al riavvicinamento alla
religione cattolica. Dichiarai alla stampa di voler entrare in
un monastero femminile, ma di non poterlo fare unicamente a
causa del mio cambio di sesso perché non riconosciuto come
legittimo dalla Chiesa cattolica.
Ma lei non si
demoralizzò…
Dopo un lungo peregrinare trovai
accoglienza presso le monache di Betania del Sacro Cuore, nei
dintorni di Vische in Piemonte, in qualità di suora laica. In
cerca di pace e serenità iniziai un percorso di vita modesta,
appartata, addirittura casta.
Tra le ultime
apparizioni pubbliche concessi un’intervista televisiva a Paolo
Bonolis nel 2008 e una a Piero Chiambretti nel novembre 2009.
Consapevole, stimolante, peccaminosa è stata colei che più di
tutti ha rivoluzionato i costumi sessuali italiani. Muore in una
casa di riposo di Alezio il 26 luglio 2011, all'età di 79 anni e
viene sepolta nella cappella di famiglia a Sannicola.