Lei è nota come Suor
Blandina…
Sono nata a Cicagna in terra ligure e
all’età di quattro anni con la mia famiglia salpai dal porto di
Genova per cercare fortuna in America e ci trasferimmo a
Cincinnati. All’età di 18 anni, l'8 dicembre 1868 presi i voti
entrando nel convento delle suore della Carità con il nome di
Blandina in memoria di santa Blandina, martire nel 177 durante
il regno di Marco Aurelio.
Cosa faceva?
Insegnavo nelle scuole di Steubenville e Dayton quando, poi a
ventidue anni, il 27 novembre 1872, fui inviata come missionaria
a Trinidad, in Colorado. Viaggiai da sola per sentieri polverosi
su ferrovia e diligenza nelle terre inesplorate del lontano
sud-ovest. Raggiunsi Trinidad, un centro minerario di frontiera,
e la prima cosa su cui mi imbattei sulla regola del linciaggio,
ovvero la giustizia sommaria che condannava senza troppi
complimenti chiunque fosse stato ritenuto colpevole di
ladrocinio di animali.
Nel West ebbe contatti con
banditi che infestavano le praterie…
Dei fuorilegge
cercai di cogliere soprattutto l’aspetto umano e le cose
pratiche. Un giorno quando seppi che un componente della banda
di Billy the Kid era stato ferito gravemente e stava morendo in
una baracca, mi precipitai da lui ed iniziai a curarlo e lo
salvai. In seguito lui disse di me: “Nello stato in cui ero, se
lei mi avesse parlato di pentimento o di preghiere, nonostante
avessi tanto male l’avrei mandata a quel paese, invece
semplicemente mi salvò la vita.”
Finita la
missione in Colorado fu trasferita a Santa Fe.
Correva l’anno 1873 e in quella città feci edificare scuole ed
orfanotrofi, continuando a visitare le miniere della zona e i
cantieri di costruzione della ferrovia. Raccolsi fondi per la
costruzione dello St. Vincent Hospital e per la cura degli
indigenti. Qui lottai a lungo contro le ingiustizie perpetrate
ai danni dei nativi americani, poveri cuori selvaggi che si
sentivano pieni di rabbia e trattati ingiustamente!
Lei è famosa anche perché ebbe modo di conoscere e
incontrare tre volte Billy the Kid.
La prima volta
mi chiese aiuto per un suo amico malato. Poi lo incontrai di
nuovo. Lui e la sua banda volevano rapinare un convoglio su cui
viaggiavo, quando Bill si accorse della mia presenza sulla
carovana abbandonò l’impresa.
Il terzo incontro?
Tra
le tante attività avevo l’incombenza di visitare, confortare e
curare i prigionieri rinchiusi nel principale carcere del New
Mexico, tra questi prigionieri c’era Billy the Kid. Si trovava
in isolamento e incatenato al muro in una cella di massima
sicurezza. Era finito dietro le sbarre perché aveva minacciato
pubblicamente di assassinare il governatore Lew Wallace,
stimatissimo uomo politico e apprezzato autore del celebre
romanzo Ben Hur.
Che impressione le fece?
Aveva gli occhi azzurri e grigi, la carnagione rosea. Sembrava
un ragazzino, se non lo avessi conosciuto gli avrei dato non più
di 17 anni. Aveva un'espressione innocente e con quella faccia
avrebbe potuto scegliere la via giusta ed invece scelse la
sbagliata.
Da qualche parte ho letto di una sorta
di infatuazione da parte del bandito.
Lui era un
fuorilegge dal cuore duro, non credo si fosse mai innamorato per
quanto mi riguarda invece posso affermarle tranquillamente che
una suora non si innamora mai dell’uomo ma dell’umanità.
Dicono fosse una bella signora dagli occhi magnetici.
Di una suora non si giudica mai l’aspetto estetico, ma solo
l’altruismo e l’abnegazione.
Quando seppe della
sua morte, cosa provò?
Annotai questa frase sul mio
diario: «Povero Billy the Kid, termina così la carriera di un
giovane che cominciò a scendere la china all'età di dodici anni
vendicando un insulto che era stato fatto a sua madre.»
Dopo Santa Fe cosa fece?
Lasciata Santa Fè,
affrontai una nuova tappa della mia vita da missionaria
spostandomi nella città di Albuquerque. Qui creai una biblioteca
pubblica e avviai, insieme alle altre sorelle di Carità, la
scuola pubblica “Nostra Signora degli Angeli”.
Purtroppo in Italia la vicenda umana di suor Blandina non è
molto conosciuta. È tornata casualmente alla ribalta a fine anni
novanta per una ricerca sulle origini della suora con gli
speroni avviata dalla Biblioteca di Cicagna, il piccolo centro
della val Fontanabuona da cui proveniva la sua famiglia.