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INTERVISTA IMPOSSIBILE
Virginia
Agnelli
Fragile come farfalla, forte come leonessa
Era bellissima
Virginia, donna anticonformista, dai capelli
rossi e sempre senza cappello, era madre dell’avvocato,
nata a Roma nel piano nobile di Palazzo
Barberini, da madre americana e padre aristocratico.
Quando suo marito Edoardo morì, lei si innamorò
di Curzio Malaparte, la definirono donna scandalosa
e Messalina, si trasferì a Roma e perse la custodia
dei figli. Fu lei ad organizzare l’incontro tra
Pio XII e le SS tedesche che salvò Roma
dalla distruzione!
(Roma, 24 maggio 1899
– Pisa, 30 novembre 1945)
Le sue origini madame?
Il mio nome da nubile è Virginia Bourbon del Monte sono nata a
Roma, per metà americana e per metà aristocratica italiana.
Figlia primogenita di Carlo Bourbon del Monte, principe di San
Faustino e marchese di Santa Maria, e di Jane Allen Campbell,
ereditiera statunitense d'origine scozzese. Sono nata in una
stanza all’ultimo piano di Palazzo Barberini a Roma.
Com’erano i suoi genitori?
Mio padre era
alto, occhi azzurri, timido ed elegante e mia madre una donna
brillante e intelligente, piena di gioia di vivere.
A
diciotto anni sposò Edoardo Agnelli…
Era il 5 giugno
del 1919 la guerra era appena finita, sposai Edoardo, figlio del
senatore e fondatore della FIAT Giovanni, nella basilica di
Santa Maria degli Angeli a Roma. Poi andammo a vivere a Torino
nella splendida casa di Corso Oporto.
Da
quell’unione nacquero sette figli…
Clara nel 1920,
che sposò il principe Tassilo von Fürstenberg e dal quale ha
avuto Ira, Egon e Sebastian.
Gianni l’anno dopo, che sposò
Marella Caracciolo di Castagneto, dalla quale ha avuto
Margherita ed Edoardo.
Susanna nel 1922, che sposò Urbano
Rattazzi, dal quale ha avuto sei figli: Ilaria, Samaritana,
Cristiano, Delfina, Lupo e Priscilla.
Maria Sole nel 1925,
che sposò Ranieri Campello ed in seconde nozze Pio Teodorani
Fabbri. Ha avuto cinque figli: Virginia, Argenta, Cintia,
Bernardino ed Edoardo.
Cristiana nel 1927, che sposò
Brandolino Brandolini d'Adda, dal quale ha avuto quattro figli:
Tiberio, Leonello, Nuno e Brandino.
Giorgio nel 1929, celibe
e senza figli.
Umberto nel 1934, che sposò Antonella Bechi
Piaggio di Luserna dalla quale ebbe due gemelli Enrico e
Alberto, vissuti solo pochissimi giorni e Giovanni Alberto; in
seconde nozze sposò Allegra Caracciolo, cugina della cognata,
dalla quale ha avuto Andrea e Anna.
A venti anni
fu ritratta da Pietro. Canonica…
Era il 1919 l’anno
in cui mi sposai, lui al tempo era il ritrattista più acclamato
d’Europa, conteso dai sovrani e dalle famiglie aristocratiche di
mezzo mondo, da Buckingham Palace alla corte di Nicola II. Era
famoso, oltre che per la raffinatezza del suo stile, per la
capacità di cogliere nei suoi ritratti i segreti dell’animo.
Diceva: “Scopo dell’artista è quello di studiare il vero nella
forma più pura, concentrando in essa il massimo del sentimento”.
Nonostante i sette figli era considerata la donna
più affascinante e seducente d’Italia…
Più che bella
mi consideravo coraggiosa e anticonformista, tuttavia le
numerose maternità non mi avevano scalfito né il corpo né il
spirito, fino a quando non avvenne l’immane dramma...
Infatti
il 14 luglio del 1935 ci fu la tragedia…
Era una
calda domenica estiva, Edoardo stava rientrando da Forte dei
Marmi con l'idrovolante del padre, un Savoia-Marchetti S.80,
durante l'ammaraggio all'idroscalo di Genova i galleggianti del
velivolo urtarono un tronco vagante sullo specchio d'acqua,
l'aereo si ribaltò ed Edoardo morì colpito alla nuca dall'elica
rimasta in movimento, mentre il pilota rimase indenne. Aveva 43
anni ed era ancora giovane. Io rimasi vedova a 36 anni.
Dopo alcuni mesi dalla morte di suo marito conobbe lo
scrittore Curzio Malaparte…
Lui all’epoca era il
direttore del giornale La Stampa e non era uno scrittore famoso
visto che non aveva ancora scritto i suoi capolavori ovvero
Kaputt e La pelle. Comunque fu un colpo di fulmine per entrambi,
tanto che fissammo le nozze per l'ottobre del 1936…
Dove lo aveva conosciuto?
Beh La Stampa era
il giornale di famiglia ed avevo avuto modo di incontrarlo più
volte, ma ci frequentammo più intensamente dopo la morte di mio
marito a Forte dei Marmi.
Forte dei Marmi era la
residenza estiva della sua famiglia…
Passavamo tutte
le estati nella villa di viale Morin, la casa aveva un giardino
e sul davanti c’era una pineta che finiva sulla spiaggia. Allora
il Forte era un luogo incontaminato di una bellezza
particolarissima. La Versilia sembrava più aperta al mondo
frequentata da una ristretta comunità aristocratica e
intellettuale.
Luogo romantico e suggestivo
immagino…
Con Curzio stavamo giornate intere sul
bagnasciuga, andavamo in pattino, scorrazzavamo per le viuzze
del paese ubriacandoci di sole, di mare, di chiacchiere, di
sguardi. Insomma mi innamorai di lui.
Ma il
matrimonio andò a monte…
Per mio suocero ero una
donna scandalosa e si oppose al matrimonio minacciandomi di
togliermi la patria podestà dei miei sette figli.
Perché?
Lui era un torinese proveniente da
una famiglia militare e definiva Curzio Malaparte un dandy, un
narciso, un camaleonte in cerca del successo e dello scandalo.
Di sicuro non gli piaceva anche perché in precedenza era stato
un acceso sostenitore del fascismo, ma successivamente per il
suo spirito critico era stato espulso dal PNF ed inviato per un
certo tempo al confino sull'isola di Lipari.
Anche suo figlio Gianni lo detestava…
Lo definiva
“Leccato, profumato, con giacche azzurre dai bottoni d’oro,
lucido e unto…”
Ma lei lo amava….
Fu
una passione reale, mi scriveva: "Fin dal primo giorno, hai
capito che io non sono soltanto un uomo: ma donna, cane, albero,
pietra, fiume. Solo per te, Virginia, solo per te, aprirò il
cielo notturno alla mia fronte, il sapore del mio sangue solo
per te, Virginia, brucerà la bianca notte d'estate".
Come andò la storia sull’affidamento dei suoi figli?
L'ordinanza del presidente del tribunale per i minori di Torino
del dicembre 1936 non lasciò spazio alle interpretazioni:
"Ritenuto che la madre dei minori, a breve distanza dalla morte
del marito ha contratto una relazione che tuttora perdura, i cui
effetti non possono che essere gravemente pregiudizievoli al
benessere dei minori, gli stessi possono essere affidati con
piena tranquillità alle cure del nonno paterno, Senatore
Giovanni Agnelli".
E lei cosa fece?
Quando ci fu la sentenza io ero tornata a Roma e grazie anche
all’intervento di Mussolini, che si adoperò a mio favore,
riottenni l’affidamento.
L'8 settembre del 1943
venne arrestata, vero?
Durante la Seconda Guerra
Mondiale, essendo figlia di una cittadina statunitense, quindi
di un paese in guerra contro la Germania, fui arrestata a Roma e
confinata in una villa sul Celio. Ma durò poco perché, a causa
di una presunta malattia, mi trasferii a villa Marocco, nel
Veneto.
Poi rientrò a Roma?
Durante
la mia permanenza a nord conobbi il colonnello Eugen Dollmann e
per evitare spargimenti di sangue durante la ritirata tedesca,
organizzai un incontro in Vaticano fra papa Pio XII ed il
Comandante delle SS, il generale Karl Wolff.
Virginia morì a soli 46 anni in un incidente automobilistico nei
pressi di Pisa sulle curve tirreniche del Sorpasso di Risi,
l'auto sulla quale viaggiava, diretta da Roma a Forte dei Marmi,
sulla via Aurelia, si scontrò frontalmente, nel tardo pomeriggio
del 30 novembre 1945, nei pressi della pineta di San Rossore,
con un grosso camion militare americano. La morte di Virginia fu
istantanea.
Amante dell'arte, Virginia svolse opera di
sostegno economico a diversi artisti. Virginia giace nella tomba
di famiglia della famiglia Agnelli, nel cimitero di Villar
Perosa.
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L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA GRAZIE A:
https://it.wikipedia.org/wiki/Virginia_Bourbon_del_Monte
Costanzo Costantini
http://spettacoliecultura.ilmessaggero.it/
http://www.dagospia.com/
http://iltirreno.gelocal.it/
http://www.ilrecensore.com/
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