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REPORTAGE
Storie di Roma
Via delle Zoccolette
La storia di una delle strade più
curiose di Roma
Via delle Zoccolette è tra via Arenula e
via dei Pettinari. Per chi non è di Roma possiamo dire che è
ubicata tra il Tevere, Campo de' Fiori e il Ghetto in una delle
zone più caratteristiche e belle della città
Adamo è
vero che a Roma esiste una strada chiamata Via delle
Zoccolette? Come no! E' senz'altro una delle vie più
curiose e simpatiche per il suo nome così inusuale. Il
nome sicuramente deriva dalla presenza nella strada del
Conservatorio dei Santi Clemente e Crescentino, il cui
istituto, nei tempi antichi, ospitava povere orfane,
denominate comunemente zoccolette.
Come mai
venivano chiamate così? Qualcuno benevolmente
attribuisce il nome ad una specie di calzari somiglianti
agli zoccoli utilizzati proprio dalle orfanelle, ma è
ovvio che, con il passare del tempo il termine acquisì
un altro significato ovvero il termine romano che sta ad
indicare le prostitute.
Qual è il nesso? Era
opinione comune che le orfanelle, una volta dimesse dal
conservatorio, non avessero altro destino che quello del
marciapiede e visto che non conoscevano la città
rimanevano in zona per esercitare l’antica professione.
Tieni conto anche che il nome è usato al plurale e con
una sorta di vezzeggiativo che indicava l’origine umile
e l’età molto giovane delle ragazze.
Ma il
Conservatorio nacque proprio con l'intento opposto…
Il Collegio aveva ovviamente uno scopo nobile ossia di
voler insegnare a queste ragazze a cucire e a ricamare,
ma spesso alla loro uscita, quando diventavano
maggiorenni, non c'erano sbocchi lavorativi e spesso
cadevano nella trappola di loschi figuri, a meno che non
fossero tanto fortunate da trovare marito, diventare
suore o trovare una famiglia che le accogliesse come
domestiche.
Erano molto povere vero?
Vestivano modestamente con una tonaca marrone ed erano
per lo più orfane che nessun parente voleva o poteva
mantenere. Comunque non c'era nulla di strano visto che
nel Settecento l’abbandono dei neonati era un fenomeno
molto diffuso e queste figlie indesiderate venivano
lasciate nelle ruote per poterle esporre, di solito nei
conventi e nelle chiese.
Ma perché venivano
abbandonate? Queste bambine erano il frutto di
gravidanze indesiderate di cui le prostitute si
liberavano gettandole nel fiume e, poiché la
prostituzione a Roma era legale, ma non l’assassinio dei
neonati, si ricorse a queste cosiddette ruote.
Ma non tutte le bambine riuscivano a rimanere ospiti del
Conservatorio… Assolutamente no, potevano essere
ospitate solo le “vergini miserabili” ossia ragazze
belle e sane per cui le altre, difficilmente
ricollocabili, quindi non considerate belle o che
presentavano deformità dopo i 12 anni, venivano mandate
fuori e dovevano arrangiarsi a vivere in strada. Queste
ragazzine si aggiungevano alle maggiorenni sfortunate
per cui anche per loro l’unica strada possibile era la
prostituzione e quindi diventavano “prostitute
pubbliche” che il popolo romano chiamava appunto
“zoccole”.
Che fine fece il conservatorio? Il
conservatorio rimase aperto fino a fine Ottocento e fu
una delle istituzioni a cui ricorse il popolo di Roma
per secoli. Se lo ricorda anche Giuseppe Gioacchino
Belli nel suo sonetto “La vedova co sette fiji” del 1832
perché dei sette figli: "Le tre femmine, Nina se
n’annette, Nannarella se l’è presa la nonna, e
Nunziatina sta a le Zoccolette!"
Dov’è questa
strada? Via delle Zoccolette è tra via Arenula e via
dei Pettinari. Per chi non è di Roma possiamo dire che è
ubicata tra il Tevere, Campo de' Fiori e il Ghetto in
una delle zone più caratteristiche e belle della città.
E il Conservatorio? Il collegio che ha la sua
entrata al n. 16, faceva parte dell’Ospizio dei
mendicanti che era stato costruito, per volere di Sisto
V, da Domenico Fontana nel 1587, vi furono portate a
vivere le trovatelle che erano ospitate nei Granai di
Sant’Eligio sotto il Palatino perché il loro numero era
aumentato notevolmente e la sistemazione di Via san
Giovanni Decollato non era più sufficiente.
Era
enorme vero? Vi erano saloni grandissimi e centinaia
di stanze separate per categorie: donne, zitelle, vecchi
e fanciulle. Era un edificio capace di ospitare due mila
persone. A tutti gli ospiti si consentiva di mangiare,
bere, vestire ed alle zitelle s'insegnava a leggere,
scrivere, e come detto a cucire. Anche perché, avendo il
Papa stabilito una somma insufficiente di 1000 scudi
l’anno, per rimanere ospiti di quel collegio dovevano
lavorare e infatti realizzavano tra le altre cose i
vestiti del popolo con un tessuto molto resistente
chiamato fustagno.
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FOTO GOOGLE IMAGE
https://www.romasegreta.it/regola/via-delle-zoccolette.html
http://www.romatoday.it/eventi/cultura/via-delle-zoccolette-storia.html
http://www.06blog.it/post/4625/a-spasso-per-roma-via-delle-zoccolette
http://www.romeandart.eu/it/arte-via-zoccolette.html
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