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GIALLO PASSIONE
Lo scandalo delle baby-squillo dei Parioli
Due adolescenti
cosiddette normali e di buona famiglia, che frequentano un
liceo classico tra i più noti di Roma e trovano nei quartieri
bene, da corso Trieste a viale Parioli, un mercato fertile
per i loro fini
Adamo mi racconti la storia delle
baby squillo dei Parioli?
È una storia
venuta alla luce circa sei anni fa, ora di nuovo in
risalto per via di una serie su Netflix.
Chi sono? Parliamo di due
adolescenti, non figlie del degrado della periferia,
ragazze cosiddette normali e di buona famiglia, che
trovano nei quartieri bene, da corso Trieste a viale
Parioli, un mercato fertile per i loro fini. Samantha e
Valeria, questi i loro nomi inventati, frequentano un
liceo classico tra i più noti di Roma.
Come iniziano? Ovviamente tramite internet.
Una delle due, Valeria, più grande di un anno rispetto
alla compagna, sta cercando un lavoretto tipo dog sitter
per guadagnare qualche soldo per pagarsi la vacanza a
Ponza. Le cose però prendono immediatamente una piega
diversa. Cliccano su un sito in cui c’è scritto:
"Lavorare poco, guadagnare tanto". L’altra, Samantha è
dubbiosa, poi però Valeria a maggio 2013 comincia a
lavorare ed a guadagnare con “piccoli servizi” in
macchina tanto che la più piccola inevitabilmente si
lascia trascinare.
E cosa le dice per
convincerla? “Dai, se vuoi prova, mi diceva
la mia amica, e per convincermi mi ha portato un giorno
con lei ad un incontro. Ero seduta in poltrona mentre
lei faceva l’amore con un cliente sul letto. Alla fine
ci ho provato anche io. All’inizio erano due o tre
clienti al giorno.” E così a Luglio, ovvero due mesi
dopo, anche Samantha inizia a prostituirsi.
Quindi l’obiettivo principale è fare soldi…
Farne tanti e a qualunque costo mista alla voglia di
essere indipendenti ed allontanarsi dalle proprie
famiglie. A luglio con i soldi guadagnati vanno in
vacanza con gli amici a Ponza. Qualcuno del gruppo si
accorge che qualcosa sta cambiando nella vita delle due.
Uno di loro entrando nella loro stanza scopre una
montagna di polvere bianca… Le altre amiche si
sorprendono per la quantità e il costo dei vestiti che
ogni santo giorno le ragazze comprano. Insomma il tenore
di vita è troppo alto e alla fine tutti nel giro sanno
quanto le ragazze siano piene di soldi e da dove
provengano.
Le loro famiglie?
Dalle indagini successive emerge un difficile contesto
familiare. Valeria, la più grande, è la testa calda
delle due, ostenta la sua ricchezza, la madre però se ne
accorge e non vuole avere più rapporti con la figlia.
Quando la ragazza fa tardi lei la punisce, non la fa
entrare in casa e la costringe a dormire sulle scale.
Sarà in seguito proprio la mamma di Valeria tramite una
sua denuncia ai Carabinieri a far scattare l’indagine.
La madre di Samantha invece?
Anche lei si accorge che qualcosa non va. Troppi soldi.
La figlia però le giura che quella montagna di denaro
sono il frutto delle sue serate di ragazza immagine e di
spaccio di droga, ma non di prostituzione. Certo non è
che per una madre sapere che la figlia spaccia sia un
vanto però e chissà perché lei si convince ed accetta di
ricevere ogni giorno dalla figlia cento euro.
Immagino che questo sia un motivo valido per
incriminarla… Lei negherà di essere a
conoscenza dell’attività della figlia ma gli inquirenti
non le credono, dicono non poteva non sapere, e così la
signora sarà messa agli arresti domiciliari con l’accusa
di aver sfruttato l’attività della figlia e con il
divieto assoluto di vederla. Samantha invece ospite di
una casa famiglia potrà vedere solo la nonna e la zia.
Poi riprenderà ad andare a scuola, ma nessuno saprà mai
che è lei la baby squillo dei Parioli.
Il
padre di Samantha? Si è separato circa tre
anni prima dalla madre quando la ragazzina aveva undici
anni. Quella separazione è stata dura sia per lei che
per suo fratello.
È possibile che
Valeria e Samantha fossero le uniche due ragazze
baby-squillo in tutta la capitale?
Sicuramente no. Da come si legge sui giornali quella è
solo la punta dell’iceberg e il fenomeno è molto più
vasto di quanto si dica in giro. Gli inquirenti scoprono
che le due ragazze si prostituivano anche in un
appartamento al Pigneto, un altro quartiere della
capitale. Di sicuro ci sono altre ragazze che cercano
soldi facili. Gente di buona famiglia, ragazze che non
hanno bisogno di nulla, ma che qualcuno le ha inoculato
il virus del desiderio sfrenato di fare soldi e comprare
e consumare tutto senza alcuna regola morale dalla borsa
di Hermes ai vestiti griffati.
Torniamo
allo storia? Da un messaggio intercettato si legge "Oggi
mamma non è a casa"… Sì all’inizio le due
ragazze mandano messaggi ambigui in rete e per diverse
settimane (da giugno ad agosto) giocando sull’ambiguità
dell’età, ma come vedremo in seguito fingeranno sempre,
quando le verrà chiesto da clienti scrupolosi, di essere
maggiorenni. Comunque in questo periodo la loro attività
è sporadica e saltuaria. Incontri in auto oppure in
qualche caso nelle case dei clienti. Poi da settembre
subentrano altre persone e diventa tutto più
organizzato, un vero e proprio business. È in questo
periodo che iniziano a svolgere la loro attività in un
seminterrato dei Parioli.
Continuano a
frequentare la scuola vero? Frequentano
regolarmente un liceo classico dove tra l’altro si sono
conosciute ed hanno fatto amicizia. Comunque a quel
punto, non si sa come, vengono a contatto con un
militare dell’esercito e un autista, i quali, fiutando
l’affare, procurano loro clienti selezionatissimi ed
appunto affittano quell’appartamento ai Parioli.
Quindi si sono fatte imbrigliare da gente
più grande… Beh sono giovanissime e il
pericolo è sempre dietro l’angolo. Tra le altre cose la
loro clientela è adulta per loro volere. Si rifiutano di
incontrare ragazzi di 18/20 anni perché hanno timore di
essere riconosciute.
Poi cosa accade?
Questo è esattamente il momento quando la madre della
più grande, Valeria, presenta la prima denuncia alla
caserma dei Carabinieri di zona. Vengono messi sotto
controllo i loro telefonini e account e gli inquirenti
accertano oltre 1.000 contatti telefonici compilando
così la famosa lista di insospettabili, tra i quali
sportivi, avvocati, commercialisti, politici eccetera.
I procedimenti però sono circa 70…
Non è possibile risalire e indentificare tutte le
persone. Comunque, anche se le ragazze adescano i
clienti con messaggi alludendo chiaramente la loro età,
il punto chiave, per gli inquirenti, è dimostrare che i
clienti siano a conoscenza della minore età delle due
ragazze. In un sito di incontri dove si erano iscritte
si facevano chiamare Lolita per cui un chiaro indizio da
parte loro e di contro un interesse specifico dei
clienti verso l’età adolescenziale.
Ma
poi durante gli incontri non va così… È
ovvio che ai clienti dicano di aver compiuto 18 anni e
per apparire più grandi, sempre giocando con l’ambiguità
dell’età, mettono i tacchi e si vestono in modo
elegante. Per la loro attività è importante che i
clienti credano che siano maggiorenni anche perché sono
gli stessi che fanno le recensioni sui siti di incontri
mettendo i voti sulle prestazioni.
Siamo
giunti a fine Settembre inizi Ottobre del 2013, Samantha
e Valeria diventano baby squillo a tutti gli effetti…
Dai piccoli servizi in macchina al grande business.
Escono da scuola e immediatamente entrano in quel
seminterrato. Ormai sono in mano ai due sfruttatori, uno
di loro dichiara al telefono di guadagnare per
l’attività delle ragazze 600 euro al giorno! Ed è sempre
lui che per adescare clienti manda in giro foto di loro
a seno nudo, ma le minaccia e le chiama “stronze” se per
caso ritardano agli appuntamenti.
Ma le
ragazzine dichiarano di farlo spontaneamente o si
sentono costrette? Samantha la più piccola
dice: “Svuotavo la testa” e ripeteva "Vabbè dai, tanto
tra un’ora è tutto finito! Mi rendevo conto di fare cose
proibite, soprattutto dai soldi che ricevevo con tanta
facilità, ma avevo paura che mia madre mi scoprisse. A
scuola praticamente non andavo mai ed i servizi sociali
li ho visti una volta quando sono venuti da mio fratello
malato.”
Quindi Samantha la vive come una
costrizione, non si sente libera come avrebbe desiderato
agli inizi? Ormai lo considera un lavoro,
non è assolutamente serena, ma i soldi appianano anche
la tristezza e la paura. Ha dei dubbi, si chiede chi le
sarebbe capitato ed ha paura di essere violentata, ma
sono solo pensieri che spariscono giorno dopo giorno
immedesimandosi nei panni di una adulta oppure di chi si
guadagna la vita in modo onesto. L’unico suo problema è
conciliare la scuola con l’attività. La scuola telefona
a casa per via delle molte assenze e la madre le
consiglia di non andare tutti i giorni in
quell’appartamento. Questo particolare fa convincere gli
investigatori che la madre di Samantha sia a conoscenza
dell’attività della figlia.
E’ fine
ottobre quando scoppia il caso, chiamato immediatamente
dai giornali “Lo scandalo delle baby prostitute dei
Parioli”. Esattamente il 28 ottobre del
2013, è il giorno della retata e finiscono in carcere
nomi noti. Addirittura ben cinque sono stati colti in
flagrante. Tra loro come detto soprattutto
professionisti e commercianti con pochi scrupoli, pronti
a spendere fino a un migliaio di euro per un intero
weekend con una di loro. Lo sfruttatore che procurava i
clienti invece è condannato a nove anni e quattro mesi.
E lui come si è difeso? Dice di
non essere uno sfruttatore in quanto alle ragazze andava
per intero la tariffa che chiedevano, in caso lui
guadagnava col sovrapprezzo. Ammette che in tutto le
persone che hanno incontrato le ragazze in quel breve
periodo sono state dalle 400 alle 500 e che al massimo
in una giornata le ragazze incontravano tre persone
ciascuna. Però alla fine dice che era un lavoro
semplice, ovvero mandare email, aspettare risposte e poi
concordare l’appuntamento niente di più. Insomma così
semplice da considerarlo un passatempo, come fare la
Settimana Enigmistica!.
.. |
ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://inchieste.repubblica.it/it/
https://www.ilmessaggero.it/roma/
https://www.blitzquotidiano.it
https://roma.repubblica.it/cronaca/2017/07/05
https://www.ilfattoquotidiano.it
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