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GIALLO PASSIONE

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Linda Cimetta
Cronaca di un delitto
Alla fine della seconda guerra, Venezia era entrata in crisi: commerci fermi, merci marcite, prostitute in ogni angolo della città e gente che aveva trovato la possibilità di guadagnare qualche soldo con il contrabbando. Proprio in quel periodo viene uccisa, fatta a pezzi e gettata nel canale Linda Cimetta, che gestiva il Caffè Vittoria a Belluno…




 


 

Alla fine della seconda guerra, Venezia era entrata in crisi: commerci fermi, merci marcite, prostitute in ogni angolo della città, gente che sbarcava il lunario senza fissa dimora e tra quei molti cittadini che avevano trovato la possibilità di guadagnare qualche soldo con il contrabbando. Proprio in quel periodo viene uccisa, fatta a pezzi e gettata nel canale Linda Cimetta, che gestiva il Caffè Vittoria a Belluno…

Venezia Fondamente Nove
Questa storia inizia l’8 maggio del 1947, sono le 6 e mezza del mattino quando la gondola di un pescatore di seppie della zona si incaglia proprio vicino alla sacca della Misericordia, poco distante dal Casino degli Spiriti e il Cimitero di San Michele.
Questo è un posto attorno alla quale si rincorrono strane storie di fantasmi, fenomeni inspiegabili e riti esoterici che i veneziani conoscono molto bene. Si racconta infatti che negli anni passati il Casino degli Spiriti fosse sede di una setta satanica e molti testimoni giurano di aver visto, passando di notte tra la nebbia, persone incappucciate e nascoste da mantelli che reggevano delle fiaccole.

Comunque il nostro pescatore di seppie, impaurito dal luogo, si tuffa immediatamente nel canale per liberare la sua gondola ed andare via, ma nel fondale trova un baule ancorato a due macigni con corde e catene. Il pescatore toglie le pietre e fa emergere il baule. Con grande sorpresa all’interno scopre il corpo segato in due pezzi di una signora con ancora indosso i gioielli.

La donna è Linda Cimetta una signora 45enne originaria di Vittorio Veneto e residente a Belluno, dove gestisce con la famiglia il Caffè Vittoria. Linda si reca spesso a Venezia, alloggia da un’amica e porta con sé di solito un bel gruzzolo di soldi, quella volta circa 110 mila lire, una somma notevole per l’epoca, che le servivano per comprare una partita di sigarette americane di contrabbando che poi avrebbe rivenduto a Belluno al mercato nero.
Quindi la signora era ben conosciuta a Venezia e in realtà, ma sono solo supposizioni, sembra che Linda oltre a essere bella, non fosse ben vista perché donna schiva, che non provava nessuna emozione, di carattere scontroso e addirittura da quelle parti rimpinguava il suo gruzzolo facendo saltuariamente l’attività più antica del mondo.

Sta di fatto che una sera l’amica di Linda, non vedendola rincasare, denuncia la scomparsa. La polizia si attiva immediatamente, ma pensa che sia un regolamento di conti tra concorrenti nell’ambito del contrabbando di sigarette. Solo alcuni giorni dopo però dalle indagini risulta che la bella signora quel giorno aveva incontrato un certo Bartolomeo Toma, un 39enne originario di Brindisi con il vizio del gioco. Nullatenente ha già dilapidato i beni di famiglia e vive in una soffitta ospitato da una 66enne tabaccaia con la quale ha una relazione intima.

Il primo maggio gli agenti arrestano Toma e nel corso della perquisizione salta fuori un fazzoletto macchiato di sangue appartenuto a Linda Cimetta. Il giorno dopo Toma, sotto pressanti interrogatori, confessa l'omicidio compiuto per impossessarsi del denaro. Ma non l’ha commesso da solo, bensì con un suo complice, tale Luigi Sardi, un gondoliere veneziano di San Samuele.
I due si accusano a vicende per chi ha inflitto il colpo mortale e chi ha tagliato in due pezzi la vittima. Comunque dice di aver trasportato il baule con la sua gondola passando dinanzi il Casino degli Spiriti.
Al tempo l’omicidio per rapina è punito con la fucilazione alla schiena ma vengono condannati entrambi all’ergastolo. Toma morirà annegato durante il tentativo di evasione dal penitenziario dell'isola di Santo Stefano, vicina a Ventotene. A Sardi in seguito verrà riconosciuta la seminfermità riducendo la condanna a 30 anni con 6 di condono.

Questa è la nostra storia di oggi, una storia che i veneziani conoscono molto bene tanto che da quel momento nessun veneziano si è più tuffato nelle acque del Casino degli Spiriti.



 


 


 








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A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.bellunopress.it/2013/01/04/
https://www.unospitedivenezia.it/new/halloween-

FOTO ADAMO BENCIVENGA


 











 







 
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