|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
EROS & FUMETTI
INTERVISTA IMPOSSIBILE
Betty Boop
La flapper trasgressiva e seducente
Disegnata come
una donna provocante e maliziosa fu ideata
nel 1930 divenendo ben presto un’icona flapper
degli anni ruggenti (Anno
pubblicazione: 1930)
Salve Betty, ci
parli del suo personaggio…
Il mio
personaggio fu ideato nel 1930 dall'animatore Grim
Natwick e ispirato alla sensuale cantante
newyorchese degli Anni Venti Helen Kane. Fui
protagonista di alcuni film di animazione e di una
serie a fumetti a strisce giornaliere e tavole
domenicali distribuita negli Stati Uniti d'America
da luglio 1934 a novembre 1937.
Helen
Kane fece causa all’editore vero?
Chiese
250.000 dollari di risarcimento sostenendo che il
mio personaggio ricalcava deliberatamente la sua
immagine e la sua personalità. Perse la causa anche
perché la mia figura era ispirata a vari modelli tra
cui l’attrice Clara Bow, la star della Paramount.
Dove esordì?
Apparvi per la
prima volta, sotto forma di barboncina, il 9 agosto
1930 in “Dizzy Dishes” un cortometraggio in bianco e
nero di 6 minuti circa. Solo l’anno successivo venni
umanizzata nel corto “Mask-A-Raid” esplodendo poi in
tutta la mia sensualità in “Bamboo Isle”.
Nonostante
la breve vita diventò ben presto un’icona della
flapper degli anni ruggenti…
Ero
disegnata come una donna provocante e maliziosa, dal
corpo esuberante con vestiti scollati, aderenti e
cortissimi che lasciavo scoperte le spalle e la
giarrettiera. La bocca con un rossetto rosso fuoco
era disegnata a forma di cuore e portavo i capelli
alla moda, corti e sfrangiati, e i tacchi alti.
Avevo una vocina maliziosa e flautata, insomma tutto
secondo i canoni delle prime vamp cinematografiche e
divenni uno dei primi e più famosi sex symbol
dell'animazione.
Anche il suo modo di
fare non lasciava dubbi…
Ero consapevole
del mio sex appeal e lo manifestavo con una buona
dose di auto-ironia. Il mio personaggio così
irriverente e indipendente era rivolto ad un
pubblico adulto. Irruppi così sulla scena e con la
mia forte e trasgressiva carica erotica divenni il
simbolo della Grande Depressione e dell’età del
Jazz.
Un’adolescente ribelle che
cercava di scardinare i meccanismi mentali della
società del tempo…
Ad esempio in “Minnie
the Moocher” del 1932 scappo di casa e affronto i
pericoli della notte. Comunque i cortometraggi erano
di vario genere dal melodrammatico al surreale
sempre all’insegna di una autentica trasgressione
tanto che a causa della censura mi castigarono i
costumi allungando le mie gonne, eliminando la
scollatura e rendendo meno pronunciate le forme.
Ma questo non bastò vero?
Una figura così sovversiva non poteva durare a
lungo… E infatti nel tentativo di stemperare i toni
dapprima mi fu affiancato Koko il Clown, in seguito
Bimbo, un cucciolo di cane, e infine Grumpy, un
arzillo vecchietto, ma a seguito delle proteste del
pubblico conservatore nel 1934 i miei autori,
costretti dalla mannaia del Codice Hays,
modificarono la mia caratterizzazione principale
facendomi diventare addirittura una casalinga! Persi
tutto il mio fascino e il mio magnetismo fino a
quando, completamente ignorata, i miei autori
decisero di non disegnarmi più. Era il 1939.
Cos’era il Codice Hays?
Dal
nome del suo autore prevedeva dei principi che
dovevano evitare il turbamento della moralità degli
spettatori adottando nelle vicende rappresentate
solo standard di vita corretti. Quindi nelle storie
dovevano essere banditi droga, alcool, sesso, danze
lascive, relazioni amorose tra razze diverse e
qualsiasi riferimento peccaminoso o ambiguo. Ad
esempio il vincolo del matrimonio non doveva mai
essere minato da vicende legate alla prostituzione o
all’adulterio, così come la nudità e l’atto sessuale
non dovevano in alcun modo essere rappresentati.
Lei è consapevole vero di essere stata
il simbolo di una certa emancipazione femminile…
Siamo nel periodo successivo alla Grande Guerra e le
donne al tempo avevano imparato a cavarsela da sole
conquistando la loro indipendenza che passava anche
per un look trasgressivo capelli neri, frangia
corta, un taglio “alla maschietta” e sembianze
vagamente androgine. Si erano conquistate il diritto
al voto, fumavano in pubblico e ballavano il
Charleston, ovvero il primo ballo che non prevedeva
un cavaliere. |
INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/Betty_Boop
https://www.iodonna.it/attualita/
https://auralcrave.com/2018/04/04/il
https://cultura.biografieonline.it/betty-boop/
FOTO GOOGLE IMAGE
Tutte
le immagini pubblicate sono di proprietà dei rispettivi
autori.
Qualora l'autore ritenesse
improprio l'uso, lo comunichi e l'immagine in questione
verrà ritirata immediatamente. (All
images and materials are copyright protected and are the
property of their respective authors.and are the
property of their respective authors.
If the
author deems improper use, they will be deleted from our
site upon notification.) Scrivi a
liberaeva@libero.it
COOKIE
POLICY
TORNA SU (TOP)
LiberaEva Magazine
Tutti i diritti Riservati
Contatti
|
|