Madame le sue
origini?
Il mio nome è Suellyn Lyon,
sono nata a Davenport, nello Iowa e sono l’ultima di
cinque figli, ma pochi mesi dopo la mia nascita
persi mio padre. Ci lasciò praticamente in miseria.
Mia madre allora decise di cercare fortuna in
California nei dintorni di Los Angeles.
Lì cosa fece?
Arrivai con madre
e fratelli e diventai subito una bambina da spot
pubblicitario e da fotografia. Bella, bionda,
bianchissima, sorridente, era come se avessi
studiato da subito per il ruolo di Lolita. Comunque
bisognava sbarcare il lunario per cui iniziai
dapprima a fare la modella per un catalogo della
catena di grandi magazzini J. C. Penney, poi
partecipando come attrice bambina con piccoli ruoli
alle serie televisive Dennis la minaccia e Letter to
Loretta.
Loretta?
Il
destino a volte è davvero capriccioso! Da Loretta a
Lolita il passo fu breve perché venni notata dal
regista Stanley Kubrick, che mi propose nella
produzione del film Lolita per il ruolo da
protagonista accanto a James Mason e Shelley
Winters.
Lei al tempo aveva 15 anni…
Tenni un colloquio con il regista e il produttore
James B. Harris, e dopo il benestare di Vladimir
Nabokov, autore del romanzo e della sceneggiatura da
cui la pellicola era tratta, venni ingaggiata,
battendo così la concorrenza di ben altre 800
aspiranti.
Ma lei prima di accettare
lo aveva letto quel libro?
Ci avevo
provato, ma non ero riuscita a finire il libro,
troppo complicato per la mia età, ma il film di
Kubrick, fu un capolavoro e lo stesso Nabokov si
congratulò con me: ero davvero la ninfetta ideale
che lui aveva immaginato.
Il film fu
girato a Londra, vero?
Erano quasi tutti
attori inglesi tra i quali James Mason e Peter
Sellers. Del resto il cinema americano era ancora
sotto la tagliola del codice Hays. Per me fu
necessario alzare un po’ l’età per non incorrere in
qualche denuncia. La Lolita del romanzo aveva 12
anni, nel film ne aveva 14 ed io stessa, nata nel
‘45, avevo appena 15 anni. Pensi che quando uscì il
film, a causa della censura che vietava il film ai
minori di 16 anni, non mi fu permesso di andare alla
prima.
Che ne pensa di Lolita?
Oddio non me ne parli, quel personaggio l’ho odiato
fin dalla prima battuta. Mi faceva pena. Era
nevrotica, patetica e interessata solo a se stessa.
Però fu un successo mondiale…
Il ruolo di Lolita trasformò la mia vita,
quell'interpretazione mi valse un Golden Globe come
attrice emergente e divenni famosa in tutto il
mondo. Registi e produttori facevano a gara per
assicurarsi le mie prestazioni. Ovviamente la
maggior parte dei ruoli che mi proposero
riguardavano giovani tentatrici piuttosto audaci per
l'epoca, come in La notte dell'iguana di John
Huston, Missione in Manciuria di John Ford,
L'investigatore di Gordon Douglas e Carta che vince,
carta che perde di Irvin Kershner, tutti film in cui
recitai accanto a famosi attori.
Tuttavia alla fine di quel decennio, e superata
l'adolescenza, il successo si affievolì…
Il cinema mi dimenticò rapidamente e mi ritirai
dalla vita pubblica senza più concedere interviste.
Ebbe una vita sentimentale assai
burrascosa vero?
Mi sposai cinque volte
con altrettanti divorzi quasi tutte le mie unioni
durarono poco più di un anno e furono amori
sbagliati. Dopo un matrimonio lampo a soli 17 anni
con l’attore Hampton Fencher III, sposai un
fotografo afroamericano Roland Harrison in epoca
dura per i matrimoni misti. L’America razzista non
mi perdonò mai quell’unione!
Poi?
Poi nel ‘73 nella sala visite del carcere del
Colorado sposai Gary “Cotton” Adamson, il mio terzo
marito temporaneamente in prigione, colpevole di
omicidio e rapina. Ma anche questo matrimonio non
durò perché il mio amore appena uscito di galera
pensò bene di compiere un’altra rapina. Dal quarto
marito ebbi un figlio. Solo con Richard Rudman, un
ingegnere radio ed ultimo marito, rimasi insieme per
diversi anni dal 1985 al 2002.
Da
tempo malata, è morta a Los Angeles il 26 dicembre
2019, all'età di 73 anni.