Duchessa le sue
origini?
I miei genitori erano Eugenia
Vimercati Sanseverino e il conte Gian Giacomo
Attendolo Bolognini, famoso collezionista, cui si
deve la nascita dei Musei civici di Milano. Tutti
dicevano che ero una bella bambina e non a caso mi
misero il soprannome “La bella Bolognina”.
Sicura di essere figlia del conte Attendolo
Bolognini?
Beh in realtà sono figlia
natura dell’amante di mia madre ossia il principe
Alfonso Serafino Porcia. I rapporti tra mia madre e
suo marito divennero molto complicati quando
quest’ultimo scoprì la tresca, a nonostante questo e
per non creare ulteriore scandalo il conte mi
riconobbe come figlia. Poi il conte morì e mia madre
dopo anni di relazione clandestina sposò il principe
Alfonso Porcia.
A diciotto anni lei
incontrò l’amore…
Nel 1855 sposai il
duca Giulio Litta Visconti Arese, un nobile che
aveva partecipato ai moti risorgimentali del 1848.
Condivisi sin da subito le posizioni politiche di
mio marito e il mio salotto culturale a Milano era
spesso frequentato da patrioti che non nascondevano
le loro simpatie antiaustriache.
Come
mai fu soprannominata la Regina delle Oche?
Quel soprannome me lo affibbiarono gli austriaci i
quali chiamavano in quel mondo le dame
lombardo-venete che pretendevano di salvare
l'orgoglio e l'italianità.
Lei però è
ricordata per altro, vero?
Purtroppo sì,
devo la mia notorietà per una lunga relazione
extraconiugale che intrecciai col re Umberto I,
durata fino alla morte del sovrano avvenuta in
circostanze tragiche per mano dell'anarchico Gaetano
Bresci. Da lui ebbi mio figlio Alfonso,
ufficialmente riconosciuto e legittimato da mio
marito.
Come aveva conosciuto il re?
Ci conoscemmo durante un ballo di carnevale a
Palazzo Reale a Milano. Ricordo che entrai
trionfalmente a mezzanotte nella sala da ballo su
una slitta dorata indossando la maschera da
principessa delle nevi ricoperta solo di fiocchi di
neve e veli trasparentissimi.
Immagino
che fu un colpo di fulmine…
Umberto
rimase letteralmente folgorato, ma era ancora un
ragazzino, aveva solo 18 anni ed io ne avevo 25,
sette anni in più, ma la differenza di età non ebbe
alcuna importanza perché rimanemmo insieme tutta la
vita. Comunque da quel giorno lui partecipò a tutti
i balli per rivedermi.
E lei?
Mi resi conto ben presto dell'infatuazione del
principe e decisamente mi fu facile ammaliarlo oltre
modo incontrandolo segretamente nella casa di mia
madre o poi nella garsonniere di via Cernaia a
Monza. Nonostante le nostre accortezze però la
relazione divenne ben presto nota, scandalizzando
l'aristocrazia milanese.
Ne
parlarono anche i giornali…
Finimmo in
prima pagina e divenni il bersaglio principale dei
gossip d’allora. Complice la mia bellezza venivo
descritta come "la Du Barry da strapazzo" o "la
Pompadour italiana”.
Umberto non era
ancora sposato…
Sposò solo
successivamente sua cugina Margherita di Savoia.
Matrimonio deciso dal padre, Vittorio Emanuele II,
tramite un telegramma che diceva: “Vieni, ti ho
trovato moglie”. Fu così che Umberto fu costretto a
sposare Margherita, praticamente un dovere di Stato
che doveva assolvere, ma a tutti gli effetti
considerava me come sua moglie in quanto il nostro
era un matrimonio d’amore. Pensi che in seguito sono
anche stata dama di compagnia della Regina
Margherita.
Quindi quando Umberto
sposò Margherita era follemente innamorato di lei…
Esatto mi rassegnai alle loro nozze facendomi
promettere però che il loro sarebbe stato un
“matrimonio in bianco”. Lui giurò solennemente ma
poi non fu così vista la nascita del figlio Vittorio
Emanuele III. Pensi che per quella nascita
Margherita ricevette da Umberto un lungo filo di
perle, ma nulla a confronto di quello che aveva
regalato a me di dodici giri!
Ma
scusi, Margherita sapeva?
Entrambe
abbiamo sempre accettato i nostri ruoli specie dopo
che Margherita ci colse in flagrante a Monza nelle
stanze della Villa Reale. Da quel giorno Umberto
visse praticamente con me, compresi letto, cene e
vacanze.
Poi però la passione si
affievolì…
Fu in occasione della nascita
di nostro figlio Alfonso. Umberto era attratto da
altre donne come Vincenza Santa Fiore e per
addolcire la pillola mi regaòa un palazzo. Poi nel
1878 divenne re e si trasferì a Roma. Non volevo
perderlo definitivamente per cui comprai un villino
sull'Esquilino.
La vostra relazione
finì tragicamente
Umberto morì
assassinato il 29 Luglio del 1900, Margherita mi
concesse di salutare per l'ultima volta la salma di
Umberto, ma non partecipai ai funerali di stato
preferii rimanere nella mia villa di Vedano. Lui mi
lasciò una cospicua eredita, circa venti milioni, a
cui rinunciai.
Lei è stata una donna
molto bella vero?
Non faccio per
vantarmi se le dico che mezza Milano perse la testa
per me. Tra relazioni vere e false posso farle
alcuni nomi: Arrigo Boito, Achille Torelli, Balzac,
Napoleone III durante un mio soggiorno a Parigi e lo
stesso padre di Umberto.
Napoleone
III lo conobbe durante il suo viaggio di nozze,
quando era ancora una novella sposa.
Con
mio marito decidemmo di andare a Parigi. Ovviamente
il mio fascino conquistò Napoleone III il quale dopo
i primi approcci non disdegnava invitarmi alle sue
colazioni intime, alle volte da sola, altre in
compagnia dell’imperatrice e della Contessa di
Castiglione.
Invece con Vittorio
Emanuele, il padre di Umberto?
Fu una
passione travolgente che durò molto poco, il re
aveva altri gusti, a parer mio grossolani, e non
apprezzava la mia vita sottile, la mia pelle pallida
e soprattutto i miei raffinatissimi gusti.
Prima della sua morte la duchessa diede
disposizioni perché la sua collezione di 49 quadri
andasse all'Ospedale Maggiore. Si spense nel 1914
agli albori della prima guerra mondiale. È sepolta a
Vedano al Lambro, nel mausoleo di famiglia, a fianco
dell'Oratorio di Santa Maria delle Selve, con marito
e figli.