L’amore di Marguerite è quasi
insolente. Chiede e pretende spingendosi fino ai limiti
dell’odio per poi tornare indietro senza mai pentirsi del suo
desiderio d’amore. Per tale motivo cambia innumerevoli partner,
vive storie d’amore intense con uomini più giovani, più anziani,
vive una sorta di triangolo amoroso, trasforma di volta in volta
la passione in amicizia, compassione, affetto, odio, disprezzo o
semplice avversione.
Madame il suo nome?
Il mio nome completo è Marguerite Germaine Marie Donnadieu, sono
nata a nel 1914 a Saigon, in Vietnam al tempo Indocina francese.
Le sue origini?
Mio padre, Henri
Donnadieu, era un dirigente scolastico e professore di
matematica mentre mia madre, Marie, era un’insegnante di
francese, entrambi coloni francesi si erano conosciuti in
Indocina.
Come fu la sua adolescenza?
I miei per ragioni di lavoro cambiavano spesso città, poi però
persi mio padre abbastanza giovane e di conseguenza le
difficoltà economiche furono insopportabili. Mia madre reagì
alla grande e da sola riuscì a far crescere i suoi tre figli. Io
venni mandata in collegio a Saigon. In quella città mi innamorai
di un ricco e giovane cinese.
Come fu il rapporto
con sua madre?
L’enorme responsabilità la fecero
diventare una donna dura, ma anche fragile dal punto di vista
psichico. Con lei sono stata sempre legata da un rapporto
contraddittorio di amore e odio. Mia madre è stata per noi una
grande pianura dove abbiamo camminato a lungo senza coglierne la
misura.
Con i suoi due fratelli?
Con
Paulo, più grande di due anni, vissi un legame molto intenso,
mentre con Pierre, il primogenito, c’era un rapporto
conflittuale. Lui nevrotico e fumatore d’oppio, era molto
distante dai miei ideali.
Chi era il giovane
ricco cinese di cui si innamorò?
Lo incontrai quando
avevo appena quindici anni, si chiamava Leo, era benestante,
elegante e cortese ed aveva studiato a Parigi. Rimanemmo
insieme per circa due anni. Quell’esperienza mi
lasciò una ricchezza interiore così enorme che scrissi due dei
miei romanzi più famosi: L’amante del 1984 e L’amante della Cina
del Nord del 1991, scritto nel momento in cui seppi della sua
morte.
Fu un amore contrastato vero?
Con lui scoprii l’amore e il piacere prematuramente, il mio
corpo e la mia femminilità ma comunque vivemmo un rapporto
infelice. La famiglia di lui si opponeva perché ero
un’occidentale mentre i miei familiari disprezzavano “il
cinese”, ma nel contempo approfittarono cinicamente della sua
ricchezza in un periodo per noi molto difficile. Mia madre aveva
investito tutti i suoi averi su delle risaie in Cambogia che
purtroppo non coltivò mai poiché venivano periodicamente
inondate dal mare.
Poi tutta la famiglia si
trasferì in Francia…
Non tornai più in Indocina
mentre mia madre tornò a Saigon fino alla morte di mio fratello
Paulo nel 1942. In Francia studiai diritto, matematica e scienze
politiche. Ottenni un lavoro al Ministero delle colonie che mi
permise di avere una vita indipendente e di scrivere. Mia madre
la rividi brevemente molto tempo dopo nel 1949.
Nel 1939 si sposò…
Sposai Robert Antelme,
intellettuale e scrittore, purtroppo perdemmo il nostro primo
figlio. Robert fu deportato nel ’44 nei campi di concentramento
in Germania. Partecipai alla Resistenza durante l'occupazione
nazista e mi iscrissi al Partito Comunista dal quale venni
espulsa nel 1950 accusata di essere una dissidente. Dopo la guerra
conobbi Elio Vittorini a cui mi legò una intensa amicizia.
Poi un nuovo grande amore…
Nel 1946
divorziai da Robert Antelme e mi legai sentimentalmente a Dionys
Mascolo da cui, nel ’47, ebbi un figlio. Mi separai da lui nel
1957 ma tra noi rimase per sempre una grande amicizia come del
resto con il mio primo marito.
Negli anni
cinquanta cadde in una profonda depressione…
Ero
sola, lontana dal mondo, irraggiungibile e non sopportavo la mia
solitudine, iniziai a bere, tanto da essere ricoverata più volte
in ospedale e da dover affrontare più tardi, nel 1983, una cura
di disintossicazione. Non bevevo mai per essere ubriaca. Non
bevevo mai in fretta. Bevevo continuamente, questo sì, ma non
ero mai ubriaca.
Nel 1980 affrontò un’altra
convivenza…
Mi legai a Yann Andrea molto più piccolo
di me e omosessuale. A lui dedicai il romanzo Occhi blu capelli
neri del 1986 e, soprattutto, Yann Andrea Steiner del 1992.
Yann Andréa Steiner visse con Marguerite per quasi
sedici anni, dall'agosto del 1980 fino alla sua scomparsa di
lei. Tre anni dopo pubblicò il suo romanzo autobiografico
"Questo amore" parlando della grande donna con cui aveva
vissuto. Lui era nato nel 1952 mentre lei era più vecchia di 38
anni.
Marguerite Duras, malata gravemente dal 1988,
muore a Parigi nel 1996 all'età di ottantuno anni. Ha scritto 34
romanzi e, oltre alla scrittura, ha praticato anche la settima
arte, dirigendo ben 16 film. Per la pellicola "India Song", del
1975, vinse il Gran Premio Accademico del Cinema francese.