Adamo mi parli di Io vagabondo dei Nomadi?
Il vero titolo è “Io vagabondo (che non sono altro)” ed è una
canzone scritta da Alberto Salerno per il testo e dal bassista
Damiano Dattoli per la musica, portata al successo dal gruppo
musicale italiano dei Nomadi, che la presentarono a Un disco per
l'estate del 1972, classificandosi però solo al tredicesimo
posto.
Nonostante il piazzamento fu un tormentone
estivo vero?
Direi di sì, pensa che il 45 giri
vendette circa un milione di copie e, ancora oggi, è una delle
canzoni più note dei Nomadi e viene sempre suonata dal gruppo
durante i concerti. Direi senza ombra di dubbio il loro cavallo
di battaglia. In seguito, la canzone, fu inserita nella cassetta
"Stereo 8" che portava l'omonimo titolo del brano.
Ci fu anche una versione spagnola…
Anche
quella versione ebbe fortuna, la pubblicarono nel 1973 con il
titolo "Yo vagabundo" e pubblicata successivamente anche in
Italia nel 2003 nella raccolta "The platinum collection".
Un'altra versione particolare è quella del 1995 pubblicata
nell'album "Tributo ad Augusto" dove il brano viene cantato live
dal pubblico sulle note suonate dal vivo dal gruppo.
Qual era la formazione dei Nomadi al tempo?
Beh c’era il compianto Augusto Daolio, voce storica della band
scomparso nel 1992. Beppe Carletti alle tastiere. Poi Franco
Midili alle chitarre, Paolo Lancellotti alla batteria e Umberto
Maggi al basso.
Cosa dice la canzone?
Sono i pensieri di un uomo che si ritrova vagabondo
senza soldi, né casa e tra i ricordi d'infanzia ed un futuro
incerto si affida alla fede in Dio, ovvero, tutto ciò che gli è
rimasto. Un destino beffardo che non poteva immaginare
nell'ingenua età della fanciullezza.
Diciamo un
testo tipico per quegli anni…
Negli anni del
movimento "hippy" l'ideale di vita di molti giovani era
diventato quello del vagabondaggio, ovvero quello di evadere da
certi schemi e di uscire da una società ipocrita e incapace di
rispondere alle domande dei giovani.
Comunque
per capire meglio il brano penso che occorra comprendere il
contesto sociale e storico in cui è stata scritta la canzone.
Siamo agli inizi degli anni settanta del secolo
scorso, ovvero il periodo più critico quando un vento di libertà
soffiava alle spalle di un movimento giovanile. Era un vento
contro le ingiustizie, contro una società ferma e non disposta a
concedere spazi alle nuove generazioni. E allora ecco che quel
bambino diventato adulto rinuncia ai capisaldi della famiglia
borghese e senza una lira va incontro al mondo. Senz’altro Io
vagabondo è l’inno della speranza, l’inno che va contro il Dio
Denaro per un Dio diverso, quello giusto.
Chi
sono gli autori?
Il milanese e paroliere Alberto
Salerno è noto per aver scritto successi come Bella da morire
degli Homo Sapiens, Terra promessa di Eros Ramazzotti, Lei verrà
di Mango e Donne di Zucchero. Il bassista Damiano Dattoli invece
è noto per essere stato a lungo collaboratore di Lucio Battisti
e Umberto Tozzi. Nel 1974 ha scritto il brano Un corpo e
un'anima, insieme ad Umberto Tozzi ed interpretata da Wess e
Dori Ghezzi, vincitori della Canzonissima dello stesso anno.
Cover?
Nel corso degli anni sono state
tante le cover prodotte da altri artisti come il duetto di
Gianna Nannini con i Timoria pubblicata anch'essa in "Tributo ad
Augusto" del 1995, quella di Rosario Fiorello sempre del 1995
nell'album "Finalmente tu", quella di Ornella Vanoni del 2001
per l'album "Un panino una birra e poi...", o quella dei Matia
Bazar del 2007 per l'album "One1 Two2 Three3 Four4". Inoltre,
nel 2004, è stata lanciata anche una versione dance del brano
remixata da Roberto Giordana.
Su Youtube ci sono varie versioni...
https://www.youtube.com/watch?v=8Tqfc5jsDic
https://www.youtube.com/watch?v=HFbf-rmBVr8
Artista Nomadi
Autori
Alberto Salerno, Damiano Dattoli
Genere Pop
rock
Pubblicazione
Incisione 45 giri -
Io vagabondo (che non sono altro) / Eterno
Data
1972
Etichetta EMI Italiana
Durata 3 min : 10 s
Certificazioni
Dischi d'oro Italia