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MUSE ISPIRATRICI
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Emilie Flöge
(La Musa di Gustav Klimt)

Un amore avvolto nel mistero
Emilie, molto probabilmente “La donna del Bacio”, non si sposerà mai e rimarrà per sempre segretamente innamorata del pittore. Klimt invece, donnaiolo e padre di 14 figli illegittimi, cercò sempre di mantenere un rapporto platonico, continuando a vivere nella sua casa materna

(Gustav Klimt (Vienna, 14 luglio 1862 – Neubau, 6 febbraio 1918)
(Emilie Flöge (Vienna, 30 agosto 1874 – Vienna, 26 maggio 1952)


 

Adamo ma Gustav Klimt ed Emilie Flöge ebbero una vera relazione?
Non sappiamo se fu una vera relazione, ma sappiamo di sicuro che Emilie fu una delle donne più importanti della sua vita. Viste le numerose lettere forse potrebbe essere stato una specie di rapporto sentimentale a distanza. Resta comunque il fatto che né il pittore né la stilista si siano mai apertamente pronunciati sulla loro liason.

La coppia rappresentata nel “Bacio” sono loro due vero?
Oh chissà… Molti critici ci metterebbero la mano sul fuoco, ma Klimt, dotato di indubbio fascino, era definito dalla storia un vero e proprio donnaiolo ed in effetti ebbe molte relazioni e non si sposò mai, si narra di oltre 14 figli illegittimi, specialmente con modelle bellissime che giravano nude nel suo atelier, ma Emilie gli rimase accanto per tutta la vita.

Quindi?
Lei fu ritratta dal grande pittore successivamente in un quadro a lei dedicato. Parliamo di una donna dal fisico slanciato e con meravigliosi occhi grandi. Ma Flöge non era solo questo, affascinò Gustav perché era una donna fuori dagli schemi, musa non solo di Klimt, ma più in generale dell’avanguardia artistica a cavallo del XX secolo nella capitale austriaca.

Come si conobbero Gustav e Emilie?
Si conobbero grazie al fratello dell’artista Ernst che sposò Helene, la sorella di Emilie. Purtroppo suo fratello morì appena un anno dopo il matrimonio e Gustav divenne una sorta di benefattore per Helene e la sorella più piccola Emilie, al tempo diciottenne.

Le sue origini?
Era nata a Vienna il 30 agosto del 1874 da una famiglia della media borghesia. Quando Gustav la conobbe ne rimase stregato, alcuni mesi dopo lei farà già parte di alcuni capolavori di Klimt e ne diviene sua accompagnatrice ufficiale nonché confidente e punto di riferimento.

Che faceva lei?
Emilie da adolescente era una semplice sarta, ma poi divenne una stilista di successo con tanto di salone di haute couture nel cuore di Vienna. Una donna strepitosa e soprattutto libera mentalmente e da tutti i punti di vista, anche dai pregiudizi e dalle malelingue. Basti pensare che per 34 anni diresse il più importante atelier di moda della città e fu l’ideatrice del Rational dress style promosso dal movimento femminista.

Mi dicevi che oltre al Bacio la ritrasse in un altro quadro…
La dipinse nel “Ritratto di Emilie Flöge” nel 1902, dopo 11 anni dal loro primo incontro. Per la prima volta Gustav Klimt ritrasse una giovane donna ingioiellata, audace e seducente, come se volesse riportare sulla tela l’anima e l’intraprendenza della sua cara compagna di vita.

Tra loro due tuttavia non scoccò mai la famosa scintilla…
Ripeto Klimt era il suo compagno fisso, ma ognuno continuò a vivere a casa propria, con le rispettive madri e sorelle. Nonostante tutto il suo affetto da protettore e quasi zio è lui che rifuggì da un legame più stretto cercando di mantenere un rapporto platonico, anche perché al tempo si narrava che lui fosse affetto da sifilide e questo in qualche modo giustificava il fatto che non ci fossero rapporti fisici tra loro.

Poi cosa successe?
Con l’avvento della Prima Guerra mondiale Emilie continuò a lavorare nonostante le difficoltà. Il rapporto con Klimt si fece più intenso, ma purtroppo nell’autunno del 1917 lui venne colpito da un ictus e se ne andò sei mesi dopo. Sarà lei a gestirne il lascito.

E dopo la guerra?
Lei continuò imperterrita a lavorare ed a produrre la sua moda alternativa con le sue collezioni di abiti dalle forme ampie, senza punto vita, che liberavano le donne dalla schiavitù dei corsetti. Ma nel 1938 le sue più facoltose clienti ebree fuggirono all’estero e lei fu costretta a chiudere l’atelier.

Si sposò?
No, preferì non unirsi a qualsiasi altro uomo e ad amare in segreto e per semprer il pittore, tenne una “stanza di Klimt” in cui conservò il cavalletto di Gustav, il suo enorme armadio, la sua collezione di lunghi abiti decorati, le sue camicie e diverse centinaia di disegni. Morì il 26 maggio 1952.
 





 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA ANCHE GRAZIE A:
 https://restaurars.altervista.org/le-modelle-le-compagne-gli-amori-di-gustav-klimt/
https://www.vanityfair.it/news/storie-news/2018/03/24/emilie-floge-la-musa-di-klimt-maxi-blaha-teatro
https://libreriamo.it/arte/gustav-klimt-e-la-sua-musa-Emilie /
http://www.artspecialday.com/9art/2019/07/14/diari-immaginari-emilie-floge/
http://losbuffo.com/2019/01/30/emilie-floge-e-gustav-klimt/




 

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