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STORIE VERE
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LA CONFESSIONE DI LUDOVICA
L'AMORE MIO E' DONNA
Finalmente ci vedemmo per la prima
volta. Dio come mi batteva il cuore e Dio com’era bella! Portava i
capelli biondi e lunghi, alta, magra con un fisico da modella! Tutto
il contrario di me che sono bassina e cicciottella
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Ecco sono qui a scrivere. Mi
chiamo Ludovica, ho 25 anni e quando facevo il liceo, a
sedici anni, iniziai a frequentare un compagno di
scuola. Era del mio stesso paese e faceva la quinta ed
era più grande di me. Ma la cosa non andava per niente
bene, litigavamo spesso, tanto che credevo che la causa
fossero i nostri caratteri diversi. Anche sessualmente
non c’era sintonia e lui si lamentava spesso per la mia
freddezza. In effetti in quei momenti non mi sentivo
coinvolta e lo facevo più per dare piacere a lui che per
altro. Comunque andammo avanti fino alla fine della
scuola, poi lui partì per la Grecia e si innamorò di
un’amica di sua sorella evidentemente molto più brava di
me a letto.
Ci rimasi molto male, passavo intere
giornate da sola in casa, mi chiedevo spesso cosa in me
non funzionasse, del resto anche con i precedenti
ragazzi c’erano stati non pochi problemi. Ero davvero
frigida? O forse non avevo ancora trovato la mia
direzione? Feci delle ricerche su internet e alla fine
capitai in un sito per ragazze, una specie di forum dove
mie coetanee scrivevano sui loro problemi. Tramite quel
sito mi iscrissi ad una chat e iniziai a parlare con una
ragazza. Il suo nick era Farfallina Rossa e da subito si
mostrò molto gentile con me, tanto che prendemmo
confidenza ed io, senza esitare, le diedi il mio
contatto privato di Messenger. Tra una battuta e l’altra
il giorno stesso cominciai a parlarle del mio difficile
rapporto con i ragazzi e delle mie precedenti delusioni.
Farfallina in realtà si chiamava Lucrezia, aveva
21 anni e frequentava l’università. Entrambe abitavamo
fuori città, in due piccolissimi paesi, ed eravamo
spesso in casa per cui dopo lo studio e le sere dopo
cena preferivamo rimanere al computer e parlare delle
nostre storie. Ovviamente parlavamo anche dei nostri
rapporti sessuali, lei mi chiese se provassi piacere nel
rapporto, entrammo in dettaglio e scoprimmo che ambedue
trovavamo piacere più nell’immaginazione che nel farlo
realmente. Lei odiava la prevaricazione nel rapporto da
parte del maschio mentre a me finora erano capitati solo
tipi superficiali ed egoisti. Alla fine il discorso si
spostò sul rapporto vero e proprio tra uomo e donna
scoprendo che le nostre sensazioni erano completamente
diversa dal mondo maschile.
Da cosa nacque cosa e
visto che lei aveva avuto una precedente esperienza con
una ragazza, durata qualche mese, incuriosita iniziai a
farle mille domande. La nostra amicizia piano piano
crebbe fino a quando ci scambiammo il numero di telefono
iniziando a scambiarci messaggi su Whatsapp con tanto di
cuoricini e delicatissime frasi. Quando non eravamo
connesse mi pesava la sua assenza, la notte a letto
pensavo spesso a lei rimanendo fissa per ore a guardare
il display nell’attesa di un suo messaggio. Quel
rapporto a distanza durò qualche settimana finché una
sera ci rivelammo di desiderarci. I nostri messaggi
divennero più caldi e pieni di desiderio, ci scambiammo
delle foto intime, finché a voce finalmente presi tutto
il coraggio in mio possesso e le confessai di essermi
follemente innamorata di lei. Sentii la sua voce tremare
e feci i salti di gioia quando anche lei mi confidò che
erano giorni che avrebbe voluto dirmi la stessa cosa.
Insomma l’avevo solo anticipata!
Finalmente ci
vedemmo per la prima volta. Dio come mi batteva il cuore
e Dio com’era bella! Portava i capelli biondi e lunghi,
alta, magra con un fisico da modella! Tutto il contrario
di me che sono bassina e cicciottella. La ospitai a casa
mia per una settimana e furono sette giorni
indimenticabili! Quando i miei genitori erano fuori,
prendevamo il sole a seno nudo in giardino, ci
baciavamo, ci accarezzavamo e la notte dormivamo
insieme. Per la prima volta capii a fondo cosa
significasse fare l’amore, compresi la generosità,
l’affetto, l’altruismo, la disponibilità e la
comprensione, cose rare che non avevo mai trovato nei
miei rapporti sessuali con l’altro genere. Lei senza che
chiedessi nulla intuiva i miei desideri, i miei stati
d’animo ed io i suoi al punto che ci confidammo di avere
due corpi, ma una sola anima! Quando i sette giorni
purtroppo si esaurirono insieme ci giurammo di stare
ufficialmente insieme, anche se eravamo le sole a
saperlo. Ricordo che l’accompagnai alla stazione,
ambedue con gli occhi gonfi ci ripromettemmo amore e
soprattutto a vicenda di fare attenzione in quanto né i
miei né tantomeno i suoi avrebbero capito la causa di
quelle lacrime per una semplice amica!
L’estate
successiva mi diplomai e scelsi di andare all’università
e iscrivermi a Lettere e Filosofia guarda caso la stessa
facoltà di Lucrezia. Dopo qualche mese con il supporto
economico dei nostri genitori, ancora all’oscuro di
tutto, decidemmo di stabilirci a Roma, in un
appartamentino vicino alla Sapienza. Per noi iniziò una
nuova vita, in quella città così grande non ci dovevamo
nascondere e passeggiando mano per la mano per le
stradine di San Lorenzo sentivamo entrambe di essere
libere e interiormente una felicità estrema. In casa ci
eravamo divisi i compiti e il nostro rapporto si
consolidò giorno per giorno.
Tornavamo nei nostri
rispettivi paesi solo nelle feste comandate, ma sempre
insieme, alternando le visite una volta dai miei e
l’altra dai suoi. La mia famiglia, vedendomi felice e
tranquilla, era ben contenta di ospitare Lucrezia, senza
mai domandarsi cosa ci fosse di tanto intenso in
quell’amicizia e quale fosse il segreto di stare così
bene! Ovvio non potevano mai immaginare cosa ci fosse
veramente tra noi. Comunque trascorse all’incirca un
altro anno e a quel punto con la mia compagna decidemmo
di dire tutta la verità ai nostri genitori. Del resto
per noi era diventato un peso e sinceramente non
vedevamo l’ora di confidare alle nostre rispettive
famiglie il nostro grande amore segreto. A quel punto la
domanda fu: “A chi avremmo dato per prima la buona
novella?” In dubbio tirammo in aria una moneta da un
euro e la sorte scelse i miei genitori.
Con la
sicurezza che i miei mi avrebbero accolta a braccia
aperte e quindi accettato la nostra storia, una sera a
cena, alla vigilia di Natale, solennemente mi alzai da
tavola, presi il bicchiere in mano e quasi piangendo
rivelai a tutti, ma guardando fissa gli occhi di mia
madre, che tra me e Lucrezia non c’era solo un’amicizia,
ma qualcosa di più chiamato Amore. La stanza calò
immediatamente in un gelo impressionante, mia madre
scoppiò a piangere mentre mio padre mi disse che da quel
momento in poi potevo considerarmi orfana perché non
avrei avuto più un padre e una madre. Insomma una vera
tragedia!
Deluse e con l’amarezza in fondo
all’anima, il giorno dopo partimmo all’alba mentre tutti
dormivano. Da quel giorno sono trascorsi sette anni, io
e Lucrezia ci siamo laureata, ora lavoriamo ed abbiamo
avuto una bambina, Emma, tramite fecondazione assistita.
Viviamo in città, tutti ci rispettano e noi scopriamo di
amarci ogni giorno di più. La famiglia di Lucrezia alla
fine ha accettato la nostra unione anche se con grandi
difficoltà, mentre i miei genitori, da quella tragica
vigilia di Natale, non li ho più sentiti. Si sono
persi tanto lo so, ma in un certo senso li capisco,
vivendo in un paese, quello che conta di più per loro
sono le maldicenze e i pettegolezzi, sicuramente per
loro più importanti di una figlia che ha trovato la sua
dimensione, la sua consapevolezza, la sua famiglia e
soprattutto l’amore della sua vita.
PS. Chiedo
scusa se per queste ragioni mi firmo semplicemente
Ludovica.
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Pur basato
sull'osservazione di temi sociali questo racconto
è opera di pura fantasia. Nomi, personaggi e
luoghi sono frutto dell’immaginazione
dell’autore e non sono da considerarsi reali.
Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari e
persone è del tutto casuale.
© All rights
reserved Adamo Bencivenga
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Photo Anna
Krasnova
© Tutti i diritti riservati
Il presente racconto è tutelato dai diritti d'autore.
L'utilizzo è limitato ad un ambito esclusivamente personale.
Ne è vietata la riproduzione, in qualsiasi forma, senza il consenso
dell'autore
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