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Car parking sex
Appena arrivati con nostra sorpresa notammo
che il parcheggio era deserto e c’erano solo
due auto di grossa cilindrata parcheggiate
lungo il viale. Fermai l’auto a distanza di
sicurezza e dopo alcuni minuti la Mercedes
bianca iniziò a lampeggiare discretamente...
Foto
di Heiner Seemann
Era lei sì che la sera durante l’amore mi chiedeva di inventare storie
piccanti, ed era sempre lei che al culmine del piacere immaginava che io
fossi un altro e mi chiamava con nomi diversi. Argomentava, dettagliava,
insinuava e specificava ogni caratteristica di quell’ipotetico amante fino
a farlo diventare reale. Poi la cosa divenne ancora più esplicita e
varcando i confini leciti della fantasia ci ritrovammo una sera davanti al
computer curiosando sui tanti siti d’incontri convinti entrambi che il
sesso con partner diversi ci avrebbe schiuso immaginabili orizzonti di
piacere infinito.
Avevamo entrambi l’età giusta per tentare nuove
esperienze con alle spalle un rapporto consolidato da oltre vent’anni di
matrimonio e allo stesso tempo di credere che quella pratica non avesse
scalfito minimamente quella fedeltà a cui non avevamo mai trasgredito. Il
solo leggere i post di tante persone in cerca di scambio di coppia ci dava
una scossa di adrenalina così forte che sulle ali dell’eccitazione il
letto diventava la naturale conseguenza.
Ci promettevamo
illudendoci che quella fantasia non avrebbe mai oltrepassato i limiti più
bui delle nostre menti e della nostra casa. Ma non fu così perché qualche
sera dopo iniziammo a chattare con diversi sconosciuti che sentivano la
nostra stessa esigenza scoprendo un mondo parallelo e non dissimile dalla
nostra concezione del sesso. La cosa andò avanti per alcune settimane con
estremo piacere, ma entrambi ci rendemmo immediatamente conto che il primo
grande problema per un eventuale incontro sarebbe stata l’affidabilità, la
serietà e soprattutto la pulizia dell’altra coppia. Tutte le persone che
contattammo avevano in comune, in quanto coppie, l’esuberanza, la
tracotanza e la leggerezza, nell’affrontare quell’argomento, per noi
ancora ostico, dovute forse alla tanta esperienza per cui alla fine ci
convincemmo che per la nostra quiete mentale e sessuale sarebbe stato più
opportuno cercare la sintonia con una sola persona.
A quel punto
venne fuori il secondo grande problema: uomo o donna? Finora nelle nostre
fantasie era stata predominante la figura maschile ed in effetti devo
confessare che anche la mia eccitazione lievitava maggiormente quando
pensavo a mia moglie con un altro uomo che vedermi io stesso far l’amore
con una donna. Per cui la scelta non fu per niente ardua.
Avevamo
già fissato due paletti importanti, ma poi al dunque, forse per la paura
dell’incognito, non accettammo alcun invito. Alla fine pensammo che per la
nostra sicurezza la scelta sarebbe potuta ricadere unicamente su qualche
nostro amico o collega. Ci pensammo qualche giorno poi invitammo Luca a
casa, un nostro amico di vecchia data, informatico, carino, simpatico e di
bell’aspetto, nonché single. Mia moglie preparò una cena squisita a base
di pesce e per allietare gli occhi dell’invitato indossò un vestitino
rosso corto e molto scollato non trascurando i dettagli del tacco alto e
la calza velata nera. Io mi occupai dell’ambiente con tanto di luci
soffuse, candele profumate alla vaniglia e musica new age adatta per
l’occasione. Tutto era pronto tranne il fatto che né Nadia, mia moglie, né
tantomeno il sottoscritto avevamo avuto il coraggio di preparare, o quanto
meno di anticipare qualcosa al nostro amico. Per il timore di essere
troppo espliciti e quindi per evitare figuracce inappropriate ci affidammo
al caso e soprattutto alla disponibilità e al look di Nadia compresi i
conseguenti ammiccamenti, che secondo i nostri calcoli avrebbero dovuto
essere esplicativi sulle nostre reali intenzioni, ma senza tuttavia
comprometterci più di tanto.
La cena andò nel migliore dei modi,
le due bottiglie di Grignolino d’Alba sul tavolo evaporarono in breve
tempo e Luca fece più volte i complimenti a Nadia, tanto che, quando ci
sedemmo sul divano ad ascoltare musica e bere qualcosa, credemmo entrambi
che fosse cosa fatta, ma Luca essendo all’oscuro della cosa, non entrò per
nulla in sintonia con le nostre intenzioni, preferendo ricordare i pazzi e
bei momenti di quando ai tempi di scuola eravamo davvero spensierati. Ad
un certo punto, vista la sua insistenza ci mettemmo a sfogliare l’album di
foto in bianco e nero giocando ad indovinare nome e cognome di tutti i
nostri compagni di scuola con annessi piccanti aneddoti su ognuno di loro.
Alla fine la situazione sfociò in tragedia pura quando Luca prese la mia
chitarra e iniziò a suonare e stonare le vecchie canzoni degli anni
andati! Insomma fu una vero e proprio disastro al punto che il vestito
corto di Nadia, la sua quarta abbondante semi scoperta e il reggicalze di
pizzo nero che lei mostrava con studiata malizia risultarono in poco tempo
a dir poco inopportuni e alquanto imbarazzanti.
Insomma andò male,
anzi malissimo. Quando Luca si congedò, rimanemmo come due scemi in piedi
sulla porta di casa e poi guardandoci negli occhi scoppiammo a ridere
dandoci degli incapaci. Fu una risata così liberatoria che lavò in breve
tempo il nostro sconforto e fece lievitare tutti i nostri sensi a
disposizione. Forse fu per il vino o forse per le mancate gioie della
serata che a Nadia venne l’idea di fare l’amore in auto nel nostro garage
condominiale. Beh sì, era sicuramente un diversivo rispetto al solito
letto matrimoniale. Già immaginavo di prenderla contro un pilone di
cemento armato con il rischio non remoto che qualcuno potesse vederci, ma
poi l’appetito venne mangiando, per cui dalla semplice scopata in garage,
passammo a fantasticare qualcosa di diverso.
Nadia era così
provocante e sensuale quella sera che mi resi conto che i miei occhi erano
davvero insufficienti per apprezzare tutta quella bellezza e che lei
avrebbe avuto bisogno di una platea di certo più consistente. Di colpo
accesi il motore e partimmo. Nadia non mi chiese nulla, offuscata
dall’eccitazione rimase muta mentre io iniziai a guidare. Mi vennero mille
idee in testa. Pensai di andare in qualche locale, vederla ballare per poi
fare l’amore nella toilette oppure all’aperto in un parcheggio. Solo a
quel punto mi venne in mente il racconto di un mio collega quando mesi
prima mi aveva accennato, durante la pausa di pranzo, a certi posti ben
individuati dove si incontravano sconosciuti e si praticava un certo tipo
di sesso trasgressivo. Ricordai immediatamente il nome: Car Sex!
Lo
dissi a Nadia e lei fu subito entusiasta, del resto in questi posti non ci
sarebbero stati dubbi e gli sconosciuti di turno non avrebbero faticato a
capire le nostre intenzioni. Altro che Luca! Mentre guardavo mia moglie
scossi la testa: solo lui poteva pensare ad una squallida rimpatriata di
vecchi amici! Nadia si diede subito da fare, prese il telefono, e
tramite internet scovò tre quattro posti della nostra città in cui di
notte era possibile incontrare gente con le nostre stesse intenzioni.
Senza aspettare oltre misi il navigatore e mi diressi verso il luogo più
vicino. Appena arrivati con nostra sorpresa notammo che il parcheggio era
praticamente deserto e c’erano solo due auto di grossa cilindrata
parcheggiate lungo il viale. Fermai comunque l’auto a distanza di
sicurezza dalle altre due in attesa di qualche improbabile segnale. Del
resto non avevamo certezza se quelle due auto stessero lì per lo stesso
nostro motivo, sembrava tutto così oscuro e misterioso, ma per
l’eccitazione i nostri fiati appannarono immediatamente i vetri dei
finestrini.
Iniziammo a baciarci cercando di apparire come una
normale coppia e da quella posizione constatammo che nella Mercedes bianca
c’era un solo occupante mentre il Suv nero era occupato da una coppia. Col
fiato sospeso continuammo a baciarci facendo attenzione a ciò che
eventualmente sarebbe successo intorno a noi. Passò un uomo con un cane al
guinzaglio e poi due ragazzi dall’aria del tutto innocente con delle
bottiglie di birra in mano.
Dopo alcuni minuti la Mercedes bianca
iniziò a lampeggiare discretamente. Capimmo immediatamente che quello era
il segnale. Nadia mi disse di toccarla ed io eccitato oltre misura non
persi tempo. Dopo alcuni secondi anche l’altra macchina scura azionò i
fari. Non risposi al segnale, ma presi tutto il coraggio a disposizione ed
a fari spenti mi accostai ancora di più alle due auto. Nadia continuava a
baciarmi ed io preso turbato piacevolmente dal suo desiderio le sbottonai
il vestito facendo risaltare nel buio dell’abitacolo il suo stupendo seno.
Immediatamente e quasi contemporaneamente tutte e due le auto accesero la
luce interna, evidentemente per farsi vedere. Poi seppi che essendo nuovi
del posto la regola tacita dava a noi l’onore della scelta.
Comunque notai che l’occupante della Mercedes era un signore in giacca e
cravatta ed aveva più o meno la nostra età. Nell’altra auto invece erano
sedute due persone più giovani. Lui con i capelli rasati e la donna con
una sensuale e vaporosa chioma rossa. Intuendo a quel punto i nostri
propositi, la donna scese dalla macchina per mostrarsi meglio. Ed in
effetti costatai che era davvero una bella donna, formosa e appariscente.
La seguimmo con gli occhi. Fece due passi e poi si appoggiò allo sportello
della sua auto. Con fare provocante e diretto si accese una sigaretta,
molto probabilmente per influenzare la nostra scelta.
Notai Nadia
stravolta dall’eccitazione. La presenza di quella donna le stava dando la
giusta carica di sensualità al punto che avrebbe voluto emularla. Vedendo
quella donna così sensuale, lo ammetto, nutrii dei forti dubbi sulla
scelta e allora, quasi imbambolato, chiesi a Nadia quale fosse la sua
preferenza. Lei memore dei nostri vecchi discorsi non ebbe dubbi. Senza
parlare puntò il suo dito indice in direzione dell’uomo della Mercedes. A
quel punto scesi dall’auto e non sapendo come approcciare la questione
feci quei tre metri col fiato in gola. Le gambe mi tremavano e stava
pagando il giusto prezzo della mia prima volta.
Lui gentile
abbassò il finestrino e mi tolse immediatamente dall’imbarazzo. Umilmente
mi disse che fino ad un istante prima avrebbe scommesso di non avere
chance rispetto alla coppia e che quindi non avrebbe mai immaginato che
avessimo scelto lui. Poi, senza aspettare risposta, mi confidò che vivendo
da solo preferiva alle volte passare la notte in luoghi dove nulla fosse
scontato accettando l’imprevisto e il rischio di un nulla di fatto. Era
uno scrittore e adorava osservare attentamente le persone, le loro anime e
i loro istinti più veri. Mi disse di chiamarsi Paolo e che adorava quel
tipo di situazioni anche se, come succedeva spesso, non avrebbero portato
ad alcun risultato concreto. Il più delle volte si accontentava di
rimanere un effimero spettatore, ma il fatto di vedere un uomo che offriva
la sua donna ad uno sconosciuto era pur sempre un piacere
incommensurabile, più eccitante di qualsiasi amore a pagamento o di
qualche film porno visto in tv. Non mi chiese nulla, guardò più volte
Nadia attraverso il finestrino e mi fece i complimenti pregandomi, se
avessi accettato, di seguirlo con l’auto.
Non ebbi dubbi, saltai in
macchina e accesi il motore. Nadia non mi chiese nulla, rimanemmo in
silenzio ipnotizzati dai quei due fanalini rossi che ci stavano conducendo
in un posto chiamato perdizione. Andammo in un posto più tranquillo a
pochi metri da lì. Era una rimessa di grossi camion per cui parcheggiammo
le nostre auto al riparo di quei tir. Sicuramente, pensai, non ci avrebbe
visto nessuno.
Salimmo sulla sua bella auto spaziosa, io dietro e
Nadia sul sedile anteriore accanto a lui. Si presentarono, lui le fece di
nuovo i complimenti, per l’aspetto e soprattutto per come si era vestita
per quella insolita serata. Poi da esperto, chiedendomi il permesso che
accordai subito, la baciò prima sulle labbra e poi sul seno sfiorandola
delicatamente tra le cosce senza alcun trasporto. Nadia ebbe un sussultò e
istintivamente aprì le gambe. Lui invece di proseguire si ritrasse, si
voltò verso di me e indicando la sua preda disse: “Vede, una donna va
lasciata decantare come il vino rosso.” Affermando che quell’eccitazione
non era tanto il fattore fisico quanto l’attesa di quella trasgressione.
Passarono alcuni secondi, per me e credo anche per Nadia interminabili,
iniziò a piovere, dei lampi rischiararono a giorno l’orizzonte verso il
mare, mi sembrava di stare in un film, iniziai a toccarmi mentre l’uomo
lentamente si tolse la cravatta e con una voce suadente le sussurrò parole
forti, dicendole comunque che se si fosse aspettata l’amore completo non
era quello il posto più adatto e che se avessimo voluto avremmo potuto
proseguire la serata nella sua bella villa a qualche chilometro da lì.
Nadia non disse nulla. In preda all’eccitazione fu lei stessa che
cercò dapprima la sua bocca e poi, con un trasporto che non le avevo mai
visto, il suo sesso. Abbassò la testa verso i pantaloni dell’uomo. In un
lampo slacciò tutta la fila di bottoni mentre lui, estasiato da quel
desiderio dirompete, mi chiese di avvicinarmi, baciare la mia donna prima
dell’atto per poi prendere la sua testa tra le mani e accompagnarla
dandole il giusto ritmo.
Fu meraviglioso, nella mia vita non avevo mai
assistito e partecipato a qualcosa di così esplosivo ed eroticamente
trasgressivo. Praticamente entrambi, chi più e chi meno, stavamo dando
piacere a quell’uomo. Ovvio che il mio gesto, che dava il giusto movimento
alla testa di Nadia, per lui era più eccitante della bocca stessa di Nadia
perché rimarcava tutta la mia consapevolezza di ciò che Nadia stava
mettendo in pratica.
Lui non si scompose neanche quando Nadia si
divincolò dalle mie mani e liberamente proseguì da sola, affondando e
letteralmente divorando quel sesso. “Così tesoro, sei bravissima, fai
vedere a tuo marito quanto ci sai fare, continua dai… Ora vai più veloce,
ora rallenta, ora fissami negli occhi. Ti piace tanto vero?” Lei
continuava a baciarlo avidamente e lui ad incitarla, ma ormai era chiaro
che lui non era interessato a raggiungere l’orgasmo, ma solo a dimostrarci
quanta trasgressione ci fosse in quell’atto. Forse stava già pensando ad
un suo nuovo racconto e Nadia si stava dimostrando una fonte inesauribile
di ispirazione. La bella mogliettina annoiata che procurava piacere ad un
altro uomo davanti al marito.
Poi ad un tratto quasi infastidito
fermò la testa di Nadia e con tono garbato ma deciso le disse: “Ora bacia
tuo marito!” Lei obbedì ed anche quello si rivelò un gesto altamente
erotico perché il sapore delle labbra di mia moglie non lasciavano dubbi.
E mentre mi perdevo in quel lungo bacio appassionato, lui, con fare da
esperto e tecnicamente ineccepibile sollevò il vestito rosso di Nadia e
ammirando la lingerie schiuse delicatamente le sue gambe e iniziò a
baciarla, ma fu un attimo perché lei si irrigidì immediatamente e dopo un
secondo la sentii fremere per poi raggiungere il paradiso urlando e
dimenandosi dal forte piacere.
Io e mia moglie esplodemmo insieme
nello stesso istante, mentre l’uomo senza raggiungere l’orgasmo si
ricompose allacciandosi cravatta e pantaloni. Comunque fu davvero
magnifico tanto che quando lui ci chiese se avessimo ancora intenzione di
proseguire la serata nella sua bella villa fronte mare, senza consultarci,
declinammo l’invito.
Lui senza rispondere sorrise facendo scivolare
nella borsa di Nadia il suo biglietto da visita. Poi da gran signore si
rivolse a mia moglie dandole rispettosamente del lei. “Mi chiami, ci
conto, sarebbe un peccato non assaporare oltre modo le sue grazie!” Io e
Nadia ci guardammo sapendo benissimo che ci sarebbero state altre serate.
Lungo la strada di ritorno non parlammo. Ci tenemmo semplicemente per
mano. Sentii in quella stretta l’amore, la complicità e la fedeltà oltre
ogni ipocrisia.
Quella sera il nostro sogno si era perfettamente
avverato.
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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