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Adamo Bencivenga
IL SENSO DI COLPA
Non importa dove sia stata e cosa abbia
fatto stasera, se lui mi abbia baciata e detto ti amo! Non importa
se fosse bello o meno, biondo, moro o pelato, un collega o un amico
incontrato per caso, se fosse anche lui sposato o amante
instancabile, quello che conta è che stasera ho tradito per la prima
volta mio marito!
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Non importa se mi abbia
baciata e cosa abbia fatto stasera, se mi abbia detto ti
amo o semplicemente un misero tesoro, se lui fosse bello
o meno, biondo, moro o pelato, un collega o un amico
incontrato per caso dopo tanti anni, se fosse anche lui
sposato o amante instancabile, quello che conta è che
stasera ho tradito per la prima volta mio marito!
Sono le due di notte, entro in casa ed è tutto
silenzio, mio marito dorme. Accendo la luce in sala da
pranzo e mi guardo allo specchio. In fin dei conti non
sono cambiata, sono sempre la stessa! Guardo le labbra,
non sono deformate! Eppure in macchina le sentivo
gonfie, insensibili come quando le ripassi con la lingua
dopo il dentista. Non ho la faccia di una che ha
tradito, potrei benissimo davvero essere stata con la
mia amica Cecilia, come del resto ho detto a mio marito
prima di uscire! Mi manca solo un filo di trucco. Oddio
quanto è tardi! Sono le due passate, mi tolgo le scarpe
in sala e cammino a piedi scalzi, spero proprio che lui
non si svegli. Percorro lentamente il corridoio e
trattengo il respiro, quasi sto volando. E’
maledettamente tardi, non me ne ero accorta. Se si
sveglia cosa gli dico? Che sono rimasta a parlare sotto
casa di Cecilia? Che ha un problema di cuore? Che ha
conosciuto qualcuno e che è disperata perché ha scoperto
che è sposato?
Mi chiudo in bagno e comincio a
spogliarmi, stranamente mi vedo bella, stranamente per
la prima volta i miei capelli s’adagiano morbidi e
perfetti come seta sulle spalle. Mi chiamo per nome come
se ci fosse qualcun’altra dentro lo specchio. Possibile
che sia bastato uscire una sera per piacermi di nuovo?
Ma io non sono uscita soltanto! Io per la prima volta ho
tradito! Mi tolgo il reggiseno, mi volto di profilo e mi
guardo. Mai stato così bello! Mai così attraente! Un
semplice rapporto di sesso mi ha lisciato i capelli, mi
ha tirato su questo seno, che vedo rigoglioso, quasi
rido e mi do della scema pensando che durante la cena
ero stata sul punto di scappare. Mi adagio sulla mia
incoscienza prendendomi il merito di quello che è
successo.
Tutto tace. Scivolo tra le lenzuola,
sento il suo respiro pesante, sembro un fantasma per
quanto non peso, lui ha il sonno leggero non è possibile
che non si sia svegliato. Rimango ferma, immobile,
passano pochi attimi. Eccola la mano, la sento, è fredda
e sa di marito, sa di controllo di polizia di frontiera
che fruga dentro la borsa. Se sapesse che tra queste
cosce c’è una femmina lasciva oltre che la sua
mogliettina, il suo angelo, che tra il palato e la gola
sente ancora il sapore, tra le caviglie e i polpacci la
stanchezza d’aver puntato le gambe. Lui continua ad
accarezzarmi. Non dico nulla, mi chiedo come faccia a
non accorgersi quanto sia stanca. Quanto siano immorali
queste mani che non mi lasciano in pace. Non può
chiedermi ora, in questo momento, di essere una donna
capace di tutto, perfino di accogliere due uomini nella
stessa serata, di mischiarne sapori diversi. Già lui non
lo sa, ma io sì e non voglio assolutamente che succeda
nulla. Lui continua ed a me sembra di tradirlo ancora!
Penso a quanto sia incredibile il destino! Passiamo
mesi senza toccarci, notti intere che trascorro in
terrazza per raffreddare le voglie. Perché stanotte
dovrebbe essere tanto diversa? Qui alle due del mattino,
forse ha capito qualcosa e vuole rendersi conto! Chissà
se la pelle di una donna cambia al tatto dopo l’amore?
Vorrei dirgli che troverebbe soltanto deserto, foglie
secche e scorie d’orgasmi ripetuti e violenti. Perché
davvero stasera ho goduto!
Lui insiste e mi cerca
con un dito, un innocuo dito, che filtra, che sonda, ma
ho paura che da un momento all’altro esploda la rabbia,
la certezza che la mia amica nemmeno l’ho vista! Forse
mi ha seguita, forse sa tutto! Chissà se mi insulterà,
se per filo e per segno vorrà sapere i dettagli, la
bocca o le gambe. O mi chiederà soltanto se mi sento
pentita oppure quando ci torno ad inorgoglirmi di nuovo
e gratificarmi come femmina mentre accavallo le gambe e
strofino le calze ed un ricamo vezzoso stimola la sua
passione.
Ora scende senza parlare e in questo
inquietante silenzio infila la sua faccia dentro le mie
gambe, oddio non l’ha mai fatto, sono sicura che è in
cerca dell’odore del tradimento, di un indizio qualunque
che gli dia la certezza. Mi sarò lavata per bene? Avrò
passato più volte il sapone? Ma lui non se ne cura, apre
la bocca e comincia a baciarmi, passa la lingua e
sospira un “tesoro”. Dio come posso farlo smettere! Non
è possibile che mi baci proprio nel posto dove un altro
m’ha posseduta a riprese. Ma lui lecca, sento la sua
lingua morbida, sembra quasi che voglia pulirla dal
peccato, d’un evento stasera che ha messo in pericolo la
sua tranquillità di marito, di famiglia, di casa.
Aspetto la coda di questa sua insolita voglia. Ma
non smette! Mi bacia ancora come se stesse aspettando la
mia reazione, come se volesse misurare il mio desiderio
tra le mie pieghe scomposte. Le stesse che qualcuno
stanotte ha disfatto, le ha governate due volte fino a
farle richiudere a guscio. Mi annusa dove è più forte
l’odore, dove stanotte sono stata nido e tana, capiente
quanto un grembo materno, vogliosa per essere scandalo
agli altri, a mia suocera, a sua sorella, alla portiera
che ogni mattina mi parla del tempo, a me stessa, a
queste mani che mi graffiano il seno, mi graffiano la
pelle di un’anima secca che non si pente e si lascia
accarezzare.
Poi tutto ad un tratto s’arresta.
Oddio avrà sentito i miei pensieri? Ma no, ignora
contento di ingnorare, risale e mi bacia come per
ringraziarmi di avergli fatto sentire il sapore di una
donna infedele. Mi guarda e con un sospiro di voce mi
dice che gli sono mancata, che sono più lunghe di ore,
le ore, quando sono distante, che sono più vuote come se
esistesse un vuoto meno pieno di un altro! Ancora mi
bacia e lo sento che è amore, mi chiama per nome come se
mi volesse strappare da qualche sogno che teme e
riportare nel punto preciso dove desideravo stare,
quando quell’uomo si dirigeva al motel, quando in
ginocchio gli abbassavo la lampo.
Ecco, lo
sento, ora vorrebbe fare l’amore. Non può chiedermi
questo! Allora mi faccio forza e lo fermo. Gli dico che
è tardi e lui remissivo ritrae la mano. Non credo che
abbia intuito qualcosa, ma ugualmente non si rassegna,
mi vuole vicino come se questa serata fosse una minaccia
alle sue notti di quiete, ai suoi giorni che passano
senza un impulso. Domani mi devo alzare alle sette,
chissà se ce la faccio? M’aspetta il lavoro e
soprattutto la mia amica che mi chiederà come è andata.
Lei è fatta così, vuole i dettagli più intimi.
Domani sarà un giorno diverso come il mondo che fuori mi
aspetta vedrà una donna che accavalla le gambe, ma non
saranno le stesse. Di niente mi sentirò sicura, tranne
del fatto che non lo voglio sentire, non lo vorrò
rivedere, perché tutto stanotte ha il sapore di sbaglio,
perché tutt’altro mi sento che donna appagata. Che
stupida a credere che sarebbe bastato un sesso e poi
altro per prendermi rivincite e lenire i miei sogni. A
quest’ora di notte posso esserne certa che il vuoto che
sento non è un vuoto di sesso! Anche se non vedo altro
motivo per il quale stasera sia uscita.
Molte
volte m’ero chiesta cosa ci fosse stato in fondo ad un
tradimento, altri uomini erano arrivati alla soglia di
un bacio di fretta, un collega e un allievo, un francese
dentro uno scompartimento di treno vicino Marsiglia. In
tanti anni tre occasioni che ho lasciato cadere, ma
giuro non è la stessa cosa quando come stasera
volutamente sono uscita, scientemente, ho organizzato
tutto per godermi una serata diversa. Mi ripeto e mi
convinco che non ho nessuna colpa, che con mio marito da
anni siamo come fratello e sorella quando accanto mi
dorme e russa e bussa alla porta e rimane alla soglia,
come ha fatto stanotte, come farà altre volte quando non
cerca un sesso di donna, ma un ventre capiente che
sappia di madre.
Lo guardo, è davvero un
bambino. Mi viene il rimorso di non averlo accettato, in
fin dei conti queste gambe, che chissà per quale motivo
stasera ha desiderato, sono più sue di chiunque altro.
Se dovessero avere un padrone non ci sarebbero dubbi.
Non dormo, mi sento maledettamente in colpa! Allora sono
io ora che scendo con la bocca e lo sveglio, ora davvero
non capisce più niente. Gliela offro così come viene,
immediatamente risponde e si lascia inumidire. Chissà
perché lo sto facendo? Non c’è amore, ma solo tecnica di
dare piacere. M’accorgo che non c’è differenza, potrei
benissimo ora stare ancora in quel motel e sentire un
odore diverso che sa di amante e trasgressione. Ma nulla
cambierebbe, perchè è solo un maschio che mi rimpie la
bocca. Capisco chi lo fa di mestiere che ne respira e ne
bagna dieci, venti ogni notte, in fin dei conti cosa
cambia? Ora lui geme, ma non lo mollo. Ora si divincola,
ma resto ferma a sentirne la fine. Ecco sta arrivando,
subito arriva e lava lo sporco dove non è arrivato il
sapone, e m’impregna d’odore che sa di gatto e
predominio, di casa e di moglie, di calma e di quiete,
che sa di marito.
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Pur basato
sull'osservazione di temi sociali questo racconto
è opera di pura fantasia. Nomi, personaggi e
luoghi sono frutto dell’immaginazione
dell’autore e non sono da considerarsi reali.
Qualsiasi somiglianza con fatti, scenari e
persone è del tutto casuale.
© All rights
reserved Adamo Bencivenga
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Wensauer
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Ne è vietata la riproduzione, in qualsiasi forma, senza il consenso
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