|
|
|
HOME
CERCA NEL SITO
CONTATTI
COOKIE POLICY
STORIE DI AMANTI
Una donna alle prese
col suo primo tradimento
L’amore dalle 8 alle 9 meno un quarto
Sono diventata un’amante sì, all’improvviso
una sera, e non serve spiegare come e perché
o qualsiasi altro pretesto. Lui è un mio
collega, lavora in un’altra filiale, per
anni, quando ci incontravamo alle riunioni
lo giudicavo uno squallido bancario, poi di
colpo è successo tutto
Photo Piotr
Stach
|
|
Sono diventata un’amante sì, all’improvviso una sera,
e
non serve spiegare come e perché o qualsiasi altro pretesto. Lui è un mio
collega, lavora in un’altra filiale, per anni, quando ci incontravamo alle
riunioni lo giudicavo uno squallido bancario, poi di colpo è successo
tutto. Un invito, un pranzo di lavoro, qualche messaggio, una cena in un
ristorante romantico e poi a casa sua con sua moglie in vacanza e noi nel
suo letto dove sono nati i suoi due bambini.
Da quella
sera lui mi chiama ogni giorno e mi dice che mi pensa, che ha
voglia, che mi ama davvero, insomma voleva una serata diversa ed ha
trovato un amante!
Mio marito è contento, oddio non sa nulla, ma dice
che sono cambiata, più socievole, più disponibile, ecco appunto, in
effetti non ha torto! E’ passata una settimana ed io mi sento leggera,
anche se da quel giorno non ci siamo più visti, non abbiamo tempo da
dedicarci di giorno, mi chiede ogni volta d’uscire la sera, ma io non ho
voglia di inventare altre balle anche se mi fa piacere la sua insistenza,
il suo entusiasmo.
Dove ho vissuto tutti questi anni?
Aveva ragione la mia amica: “Vedrai come il mondo si tinge di
mille colori!” Ed in effetti mi sento più viva, interessata e curiosa di
ogni cosa che passa, sono stata a due mostre e non ci andavo da tempo, ho
seguito un seminario di noia e lavoro, ho visitato una chiesa dove per
anni ci passavo davanti, sono andata a prendere un caffè con una collega
con la quale non ci parlavo da anni, ho comprato un paio di scarpe ed un
cappello di panno rosso. Tutto questo in pochi giorni! E’ possibile che
fare l’amore faccia poi tutto questo? Che un rapporto di carne
rinvigorisca la mente, ritempri l’anima che è tanto distante dal sesso?
Guardo vetrine e ci ripasso più volte, provo vestiti
nei camerini più stretti, mi giro e mi volto per vedermi riflessa, se il
bianco mi dona e il nero mi smuore, o il rosso che amo mi fa troppo
mignotta! M’interrogo se posso piacere, se una bancaria possa farsi queste
domande! Ma poi chiamo la commessa e provo una taglia inferiore perché il
seno faccia la parte e non si perda penoso dentro maglie più larghe.
Intanto mi ammiro e mi scruto, come se dentro lo specchio ci fosse
qualcuno, ma non è lui e non è un uomo con un viso, un naso, una bocca,
vedo solo due occhi che non riconosco. Ha ragione mio marito che mi vede
diversa! Mai ho provato piacere a farmi guardare! Gli sguardi dei passanti
m’hanno sempre procurato malessere, perché io ero donna e non un oggetto,
ma la magia è che ora non mi sento un oggetto, e l’uomo che guarda mi dà
la misura di quanto sia bella, la dimensione che sotto il vestito c’è
un’anima piena che ha voglia di vita e non vuole ammuffire nel ruolo di
moglie che non mi viene poi bene per niente.
Mi parlo e mi
do ragione, poi smetto e rifletto, forse è vero tutto il
contrario. Chi mi guarda da fuori vede solo una donna con due gambe più
calde che hanno scoperto quanto è bello fare l’amore dopo sette anni con
un uomo diverso. Ma poi mi ripeto che non è una questione di sesso, che il
piacere che sento nasce da tutta altra parte.
C’è la
voglia di sapere che esisto, che potrei camminare senza un
ombrello quando fuori piove a dirotto, c’è una stella che brilla di notte
di una luce che nasce nell’anima in mezzo. Cosa mai potrei fare per
sentirmi più libera? A volte mi chiedo quanto questo desiderio abbia una
base concreta, se davvero potrei vivere da sola senza mio marito che non
riesce a dormire se col piede nel letto non mi tocca la gamba. Questo
ruolo di moglie mi si appiccica addosso, come un cane che ti lecca per
dimostrarti l’affetto. Invidio la mia amica Ambra perché è zitella nel
cuore e single tra le gambe, invidio mia suocera perché è una vedova
allegra. Per questo ho accettato la corte di quell’uomo, perché aveva
serie intenzioni di portarmi a letto. Beh no, non me lo ha detto
direttamente, ma lo intuivo dal suo sguardo e per lui forse era solo un
divertimento fine a se stesso, ma per me invece l’inizio di un lungo
percorso che mi porti, almeno nelle intenzioni, a slegarmi da tutto, dalla
paura di rimanere da sola, dall’innata certezza di aver bisogno di un
ruolo, e che una donna da sola non ha né capo e né coda.
Saranno solo i pensieri di una donna che sente, che pesa i suoi
anni e vuole dare un motivo ad una serata di sesso. Sarà tutto questo come
ora l’aspetto e non mi sento pentita alle sette e tre quarti lungo il
marciapiede sconnesso dai rami dei pini e dai miei tacchi più alti. Ogni
mattina lo vedo e ne sento davvero il bisogno di essere bella, di sentire
il fragore del sangue che scorre e fa mulinello nelle vene dei sensi e più
giù fino al ventre che è nudo e ne sento il vento fischiare, mi vergogno a
pensarlo ma non l’ho coperto di niente perché è troppa la fretta e poco il
tempo che ci rimane.
Sono le otto e alle nove in punto devo
essere in banca. Solo mezz’ora per dimostrargli il bisogno, che
non voglio un amante, ma un uomo che sappia condurmi in un viaggio a
ritroso nel tempo, dove sorge e dipende il mio male di vivere, e dare un
senso al mio desiderio scomposto, di fermare gli anni che corrono in
fretta, l’ansia che mi prende quando mi sento protetta come un bimbo che
vuole nascere prima del tempo, ma a volte davvero sento la terra che
brucia come se a breve dovesse accadere qualcosa, o mio marito leggesse i
miei sogni di notte. Ogni volta ho il timore d’aver parlato nel sonno, che
s’accorga che sono tutt’altro da come mi vede, come potrei mai dirgli che
gli addosso ogni colpa, di questo vuoto che cresce da dentro e che
m’illudo che un uomo diverso possa riempirmi l’anima che offro, possa
ridarmi il sorriso e la leggerezza che chiedo.
Sono le otto
e due minuti ed aspetto. E’ maledettamente tardi, ma cosa spero
che succeda in più di mezz’ora? Neanche il tempo di scaldarmi le ossa,
come mi sono ridotta a fare l’amante dalle otto alle nove meno un quarto,
vestirmi da sera per una mano che sale e tocca la calza, il reggiseno e la
gonna, senza che i miei sensi almeno s’accorgano. Eccolo arriva, ma è
rimasta poco più di mezz’ora, m’illudo che basti per abbandonarmi del
tutto, che il paradiso è questo vicolo fuori mano, sotto panni stesi e
signore che spazzano i terrazzi. Salgo e non c’è tempo. Mi scopre la gonna
e si sazia gli occhi a vedermi in questo modo, mi tocca la stoffa di seta,
come se il desiderio che di solito trova, gli desse l’orgoglio di sentirsi
più maschio, senza per altro accorgersi che quel piccolo gesto crea la
smania che m’accompagna fino a quando la sera m’addormento nel mio letto.
Un uomo esce a portare le immondizie, ci guarda
di sbieco e mi copro in fretta, ma a cosa serve, tanto sa che siamo
amanti, tanto sa che appena si volta, una mano riprende il suo cammino
interrotto. E’ tardi, mi bacia, le sue labbra sanno di uomo sposato, di
rossetto di moglie. Un brivido corre lungo la schiena. Sarò diventata
gelosa? Ma lui ora pretende, mi slaccia la maglia e m’accarezza i capelli,
ma non c’è poesia nella sua mano, come non ci sono rime sulle mie labbra,
solo la fretta di sentirne il velluto, saliva calda di una donna che bacia
il suo desiderio e gli calma l’istinto, in trenta secondi o poco meno che
serve. Tutto qui!
Ora mi bacia e mi parla d’amore, mi riporta alla
fermata con la tristezza di fianco, ora potrei cambiarmi del tutto e
mettermi in tuta, per quanto mi riguarda la giornata è finita. Mi domanda
se ci vediamo stasera, sorrido e gli mando un bacio unendo le labbra,
anche se potessi cosa ci sarebbe in fondo alla notte, la voglia infinita
di tornarmene a casa, perché mio marito non sospetti di nulla, altro non
vedo ed un’amante che vale? Se mi rimane incollata l’etichetta di moglie,
e quello che offro è soltanto in affitto?
La mia amica
Ambra mi dice che non devo desistere, che lui è la persona che mi
ci vuole, e l’amore che cerco non si compra in un discount: “Stai facendo
passi da gigante, ora fai l’amore di mattina e non sei contenta!” Ride.
“Il tuo problema è che non riesci ad abbandonarti.”
Valle a dire quanto
è complicato fare l’amore dalle otto alle nove meno un quarto, sotto
lenzuola stese che si stanno asciugando, sotto signore in vestaglia che
spazzano i loro balconi, o quando qualcuno passa per buttare immondizie e
tu sei vestita di nero con un top di strass e la voglia che rimane
distante dall’anima, dal cuore o semplicemente dal sesso.
|
|
|
|