Dicevo, al tempo abitavo in una zona residenziale vicino Roma, ero andato
da poco in pensione e purtroppo un incidente sugli sci mi aveva costretto
a rimanere in casa per un lungo periodo. Trascorrevo le mie giornate nella
mia veranda leggendo libri e osservando le pochissime persone che
passavano lungo il vialetto di casa. Tra queste, tutti i santi giorni che
il buon Dio comandava, con la pioggia e col sole, una signora di
bell'aspetto portava a spasso il suo Labrador Retriever.
Mi colpì
piacevolmente sin dalla prima volta che la vidi. Era una affascinante
signora sempre vestita elegantemente in tailleur o vestiti chiari e, nelle
giornate fredde, con un leggero soprabito stile anni sessanta. Sempre
impeccabile portava accuratamente i suoi capelli lisci raccolti in uno
chignon e, alle volte, un cappello a falde larghe di colore giallo paglia.
Passava sotto il mio balcone metodicamente alle 8,50 di mattina e la
sera alle 19,25. Pur non conoscendola era diventata una presenza familiare
e, come i rintocchi della campana della chiesa del quartiere, mi
scadenzava i momenti della giornata. Una sola volta ricordo saltò sia la
passeggiata della mattina che quella della sera ed io mi preoccupai
rimanendo sveglio per buona parte della notte.
Dicevo, dopo quella
volta e all’incirca dopo circa tre mesi decisi di parlarle. Mi feci
coraggio con un semplice “Buona sera” e lei si dimostrò gentile
rispondendo al mio saluto. Dopo quel breve saluto entrammo in confidenza,
lei parlava lentamente e con un tono basso e
discreto. Era davvero una donna affabile. Seppi che era vedova, aveva perso suo marito da pochi mesi ed io
imbarazzato le feci le mie condoglianze dicendole a mia volta, forse per
solidarietà, che anche io avevo subito la stessa sua sorte, ma quattro
anni prima.
Dicevo, con l'andar del tempo, entrambi pensionati e
con tanto tempo a disposizione, trascorrevamo la nostra razione di
compagnia a parlare di tutto e di niente. Io sempre seduto sulla poltrona
di vimini della mia veranda e lei in piedi sulla strada con il suo cane a
guinzaglio. Ovviamente all’inizio gli argomenti preferiti furono il tempo
e i figli, ma poi cominciammo a spaziare scoprendo infiniti interessi in
comune. Insomma era piacevolissimo parlare con lei e a mio modo cercavo di
non saltare mai un appuntamento.
Un giorno di settembre però la
vidi che faceva lo stesso percorso, rispettando le stesse tappe con il
guinzaglio in mano, ma senza il suo cane. Allora le chiesi cosa fosse
successo e lei mi rispose piangendo che purtroppo il suo cane Santiago era
morto a causa di una brutta malattia. Era disperata e mi fece tenerezza tanto
che sentii un impellente bisogno di consolarla. In effetti era una donna
sola, l’unico suo figlio viveva all’estero e la sua vecchia madre era da
tempo malata e costretta su una sedia a rotelle.
Una sera, durante
il suo solito tragitto, sentii chiaramente la sua voce e mi accorsi che nonostante volesse
mantenere un certo tono regale stava parlando da sola o meglio col suo cane. A
quel punto pensai di invitarla a casa, non so, per una tazza di thè nella
mia veranda, ma poi mi resi conto che quell'invito sarebbe stato troppo
inopportuno per lei e per i vicini.
Passarono altri giorni, la mia
gamba tornò a funzionare, non ero più costretto a stare immobile sulla
poltrona, per cui una sera mi feci coraggio e le chiesi se, durante le sue
lunghe passeggiate giornaliere, avessi potuto sostituire il suo cane. Lei
sembrò entusiasta e ringraziandomi mi confidò che anche a lei era venuta
la stessa idea. A quel punto pensai di aver guadagnato un'amica e tra me e
me credetti davvero di aver fatto colpo! Del resto era una
bella donna e non mi sarebbe dispiaciuto entrare in confidenza con lei e,
se da cosa fosse nata cosa, di intraprendere un minimo di relazione
intima.
Ero davvero al settimo cielo! Parlando concordammo di vederci il giorno dopo. La sera, alle 19,25 in punto, mi feci trovare
già in strada davanti al cancello
della mia casa. Lei mi vide da lontano e mi sorrise. Sembrava contenta!
Poi però quando si avvicinò cambiò espressione. Dopo un leggero
smarrimento mi guardò attentamente e con l'aria dubbiosa e disincantata mi disse: "Mi spiace, ma credo che il guinzaglio
di Santiago non sia della misura adatta a lei."