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Adamo Bencivenga
"Sono una Milf!"
"Sì sono una Milf, ovvero una Mother I’d
Like to Fuck, ovvero una donna che ama
sedurre uomini più giovani. Sì sono
l’affascinante mamma di Stifler nel film
American Pie, oppure se volete la signora
Robinson che tenta di sedurre Ben nel
Laureato."
Rossella
Viccica Photography
Sì sono una Milf, ovvero una
Mother I’d Like to Fuck, ovvero una donna che ama
sedurre uomini più giovani". Sì sono l’affascinante
mamma di Stifler nel film American Pie, quella donna
molto curata nell’aspetto, che non disdegna ragazzi che
hanno la stessa età di suo figlio. Oppure se volete la
signora Robinson che tenta di sedurre Ben nel Laureato.
Come tutte le cose un giorno ho scoperto per caso la
mia inclinazione. Avevo cinquantadue anni, felicemente
sposata, con un marito imprenditore e una figlia di
quasi vent’anni. Impiegata in un’azienda di spedizioni
conducevo tranquillamente la mia vita e soprattutto non
avevo mai tradito mio marito. Oh sì qualcosa c’era stato
durante una vacanza al mare, ma il tutto si era risolto
con una cena a lume di candela, qualche bacio notturno
sul lungomare e poi tanti sensi di colpa.
Insomma
non avevo grilli per la testa anche se negli ultimi
tempi mi soffermavo qualche minuto di più davanti allo
specchio guardando inesorabilmente la mia bellezza
sfiorire. Mi ripetevo che era la naturale parabola della
vita e che ogni età ha il suo fascino, ma un giorno,
entrando nel bar dove di solito andavo nella mia pausa
pranzo, mi accorsi che c’era un nuovo ragazzo a servire
tra i tavoli. Quando lo vidi sgranai gli occhi. Era
davvero molto bello e, forse per la sua timidezza, di
una gentilezza disarmante. Dopo aver ordinato
sfacciatamente gli chiesi l’età. Lui mi sorrise
cosciente della sua bellezza e disse con orgoglio:
“Ventisei!”
Quando risalii in ufficio avevo la
tachicardia e mi illusi che fossero i tre piani di scale
a piedi. Mi era rimasta impressa la sua faccia d’angelo,
ma non mi sapevo spiegare cosa mi avesse attratto
particolarmente di lui, forse la purezza del suo
sorriso, forse i denti bianchi. All’uscita del lavoro
invece di prendere immediatamente la strada di casa
tornai in quel bar. Lui era ancora lì, mi sedetti al
tavolo ed ordinai un anonimo succo di pompelmo. Tra una
ordinazione e l’altra iniziammo a parlare. Vidi con
piacere che i suoi grandi occhi scuri come due noci
ostentavano sul rosa salmone della mia camicetta
scollata e semitrasparente. Forse per giustificarmi
soprattutto con me stessa gli dissi: “"Sembri più grande
dei tuoi 26 anni, sai?" Lui non rispose ma si passò le
dita tra i suoi bei riccioli neri. Avevo sempre adorato
i ragazzi con i capelli scuri, mossi e lunghi. Entrammo
subito in confidenza e tra le altre cose gli chiesi se
fosse impegnato sentimentalmente e lui mi rispose che
aveva una ragazza poco più che ventenne, aggiungendo
subito dopo: “É molto bella, ma non è affascinante come
lei!”. Naufragai immediatamente in un brodo di
giuggiole. Sorrisi, mi alzai e andai a casa. Per quel
giorno poteva bastare, pensai.
Tornata a casa mio
marito mi chiese cosa avessi. Ovviamente feci finta di
niente, ma durante la notte pensai ad Andrea, questo era
il suo nome, mi venne anche in sogno e la mattina non mi
feci scappare l’occasione di farmi vedere da lui.
Ovviamente mi ero messa tutta in tiro con un paio di
scarpe alte e una gonna sopra al ginocchio. Lui appena
mi vide mi fece i complimenti e in un momento di
distrazione del titolare del bar fece scivolare nella
mia borsa un biglietto con su scritto il suo numero di
telefono. Forse avrei dovuto reagire, dire qualcosa, ma
semplicemente sorrisi senza dire nulla.
Nel
pomeriggio prima di uscire dall’ufficio lo chiamai e
dopo circa un quarto d’ora eravamo nella mia macchina.
Decidemmo di andare in un centro commerciale, ma
arrivati al parcheggio rimanemmo lì tra due tronchi di
abeti. Si era fatto buio e lui non perse l’occasione per
avvicinarsi. Timido mi chiese: “La posso baciare?” Non
aspettavo altro. Fu un solo e unico bacio durato, non
esagero, circa mezz’ora. La sua bocca sapeva di zucchero
filato, le sue mani erano due spugne morbide e profumate
per i miei seni. Non parlammo per tutto il tempo e
durante il tragitto verso casa sentivo chiaramente nella
mia bocca il suo sapore, la sua passione e il suo
desiderio irresistibile di possedere una donna adulta.
Mi guardai continuamente nello specchietto retrovisore
cercando un dettaglio della mia infedeltà, ma non
trovandolo mi convinsi che non c’era nulla di cui
sentirmi in colpa. Del resto non avevo fatto l’amore e
lui si era limitato a baciarmi e toccarmi da sopra il
vestito per cui, mi ripetevo e mi convincevo che non
avevo assolutamente tradito mio marito.
Ovviamente non finì lì, la sera mi mandò decine di
messaggi con vari cuoricini e il lunedì seguente, dopo
non esserci visti per due giorni, mi confessò che nel
weekend non era riuscito a toccare la sua ragazza e
nonostante lei glielo avesse chiesto non avevano fatto
l’amore. La cosa mi sorprese, ma dentro di me sentii
lievitare un filo di soddisfazione. Fintamente gli
chiesi il motivo e lui rispose: “Perché voglio farlo con
te!” Mi avvampai in un istante, mi sentivo orgogliosa
della mia età e del mio fascino e soprattutto per la
prima volta si era rivolto a me dandomi del tu. Del
resto essere preferita ad una ragazza ventenne per me
era il massimo. In quel momento mi venne in mente mia
figlia e quanto fosse bella. Visto che erano quasi
coetanee mi sembrava incredibile essere più desiderata,
attraente e appetitosa di lei.
Quella fu la
scintilla! Il giorno dopo mi organizzai, dissi a mio
marito che avrei fatto tardi e, senza dire nulla al mio
ragazzo, prenotai una stanza in un motel lungo la strada
statale. Ci vedemmo alla solita ora e lo portai
segretamente nella nostra alcova. Appena ci chiudemmo
alle spalle la porta, lo vidi sicuro di sé e per nulla
imbarazzato, non perse tempo ed io glie ne feci
guadagnare dell’altro lasciandomi prendere
immediatamente. Senza esitazione lo facemmo dapprima in
piedi in ogni angolo di quella stanza ammirando il
panorama dalla finestra o guardandoci vogliosi dentro lo
specchio gigante. Poi finimmo nel letto. Quell’amore fu
meraviglioso, quella sintonia travolgente. Sentii i miei
seni rinascere, la mia femminilità esplodere, le mie
gambe di nuovo magnetiche e le mie voglie più nascoste
tornare sfrontate a pretendere di essere appagate.
Quella volta raggiunsi per ben sette volte l’orgasmo nel
giro di due ore e lui non si risparmiò concedendomi
generosamente il suo ardore di maschio.
Da quel
giorno ogni occasione fu buona per fare l’amore. Lo
facevamo ovunque e in tutti i modi. Decidevo tutto io,
orari, luoghi, quante volte a settimana e la durata
degli incontri. Non ero pazza di lui, ma del suo sesso e
la cosa che più mi eccitava era condurre il gioco,
essere io a decidere compreso il modo con cui fare
l’amore, il trucco e la lingerie per sedurlo. Lui
obbediva, del resto sin dal primo giorno mi considerava
un fantastico regalo e all’apice della sua eccitazione
ogni volta mi chiamava “la sua Milf”.
Andammo
avanti per circa un mese, ma il problema fu quando, nel
segreto di una pensione a pochi passi dal mio ufficio,
mi confessò di essersi innamorato follemente di me. Mi
disse tremante che la nostra differenza di età per lui
non era assolutamente una complicazione, che mi avrebbe
amata per tutta la vita e che, se io avessi voluto,
avrebbe lasciato la sera stessa la sua ragazza. Lo
guardai nei suoi occhi persi e, seppur fiera, mi sentii
tradita dalle sue emozioni. Quella proposta in un
certo senso mi aveva fatto guardare in faccia la realtà
ammettendo a me stessa che in fin dei conti quella
storia era solo un bellissimo passatempo, insomma un
gioco anche divertente e soprattutto essendo una donna
sposata mai avrei messo in gioco la mia vita. Lui aveva
violato le regole per cui, dopo aver fatto per l’ultima
volta l’amore, mi rivestii in silenzio. Lui incredulo mi
chiese spiegazioni e cosa avesse fatto di male
dichiarandomi tutto il suo amore. Non risposi, uscii
dalla stanza e lo lasciai immediatamente senza pensarci
su.
Passai dei giorni in completo disagio, più
volte stetti sul punto di chiamarlo, mi mancava il suo
corteggiamento, il mio desiderio di sentirmi giovane e
corteggiata, indossare i miei reggicalze da femme fatale
e i miei tacchi alti con la suola rossa. Comunque la
storia con Andrea finì, ma non la mia passione per i
ragazzi più giovani di me. Quell’esperienza però alla
fine mi aveva dato il coraggio e la cautela necessaria
per poter vivere tranquillamente una mia mia vita
segreta senza reprimere il mio piacere. Del resto la mia
più grande angoscia, nonostante la mia forte dose
d’incoscienza, non era quella di essere scoperta da mio
marito a letto con un altro, per la quale avrei potuto
giustificare appellandomi ad un momentaneo smarrimento,
ma il fatto che avessi una vera e propria relazione.
Ci pensai su e affinai il mio modo di relazionarmi
con ragazzi giovani chiarendo sin da subito quali
fossero le mie intenzioni e mettendo sul tavolo da gioco
la mia consapevolezza di non coinvolgere mio marito e
l’eventuale compagna del mio partner.
Dalla
storia con Andrea ora sono passati diversi anni, ma non
la mia inclinazione per cui ora non incontro più di due
tre volte la stessa persona. Do tutta me stessa
vivendo le storie in completa libertà e mi fa piacere
quando mi dicono nell’intimità che sono una Milf ovvero
una Mother I'd like to fuck, perché trovo in quella
parola tanta leggerezza e sicuramente nessun impegno da
parte di entrambi.
Alla fine dei giochi sono a
posto con la mia coscienza anche se tradisco mio marito,
ma solo con il corpo illudendomi che non sia un
tradimento vero e proprio. Lo considero solo un
diversivo che non mette a rischio la nostra intimità e
il nostro rapporto. Siamo una bella famiglia e per il
resto non ci vedo nulla di male. O sì?
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Il racconto è frutto di
fantasia. Ogni riferimento a persone e fatti realmente accaduti
è puramente casuale.
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