Non sono mai stata brava con le parole, credo invece che dovrei esserlo,
nel mio mestiere è importante saperle usare, non so, dire una parola di
conforto, perché loro in fondo in fondo vogliono questo. È una cosa
strana, ti cercano perché sei bella, ma poi alla fine è la bellezza stessa
che svanisce in un lampo. Mi chiedo a volte quand’è che succede, forse
quando ancora sono distesa sul letto e loro in piedi che si allacciano la
camicia e già pensano ad altro, oppure no, nel momento esatto in cui
godono, oppure ancora prima quando le parole prendono il sopravvento, sì
sì, forse quello è il momento. Un attimo dopo svanisco nel nulla, divento
solo un’incombenza da salutare o peggio da farci l’amore, un'anonima
figura chissà dove e quando incontrata.
Dicevo dovrei essere brava
con le parole, nel mio mestiere è importante saperle usare, per essere in
grado di descrivere quello che faccio, come lo faccio e soprattutto
rispondere a quel “perché lo fai?” come fosse una schifezza e il mondo
fuori invece tutto pulito. Sì dovrei essere molto brava, quando dirle e
come dirle, quando l’enfasi è più importante del contenuto, anche se a
volte loro non vogliono ascoltare, ma poi non riescono a vivere senza,
perché quello che rimane dopo una scopata non è la scopata, ma quel caldo
flusso delle mie parole.
Sì certo, nel mio mestiere è importante
essere brava, saper muovere i fianchi, intuire i desideri e anticipare le
voglie, non so, appoggiare la mano, il posto preciso dove premere le
labbra, quanto socchiudere la bocca e come succhiare, e come gemere e se è
il caso di urlare, ma anche come baciare e che genere di pressione
esercitare. Sì lo so che è importante, alle volte indispensabile, come
quanto far durare un bacio e quando fermarsi, quanto chiedere e quando
farmi pagare. Si lo so che prima è volgare, ribadisce ruoli e misura le
distanze tra puttana e cliente. Ma dopo sarebbe un rischio per cui allungo
il tempo ed aspetto che siano loro ad offrirmi quanto pattuito dopo avermi
vista perché poi la bravura è relativa, alle volte si è brave quando si è
più intraprendenti, altre quando non lo sono.
C’è sempre un filo
di logica in ogni rapporto, c’è sempre un’umanità che permane e traspare,
anche se dura poco, anche se alla fine si rimane due sconosciuti soltanto,
ma qualcosa rimane, giuro che rimane, perché il sesso non è un fine ma il
tramite come nell’amore! Ed allora io divento il loro primo bacio, quella
donna incontrata sul treno, la loro segretaria che non hanno mai avuto il
coraggio di abbordare, moglie, sorella e perfino la loro figlia, ovvio sì
maggiorenne pensando così di lavarsi la coscienza. Posso essere tutto e
niente, la loro insegnante di italiano che non portava le mutande, quella
d’inglese sognata tutte le notti, la vicina che tradisce il marito, il
loro primo ballo o, ahimè è successo, l’ultimo bacio.
Dicevo
dovrei essere brava con le parole, nel mio mestiere è importante saperle
usare, perché alle volte l’amore non finisce nel letto, ma continua in un
locale, in un ristorante di fronte al mare e allora divento l’amante, la
nipote, la collega per un pranzo di lavoro, la cugina che frequenta il
college proprio lì vicino, oppure se hanno coraggio rimango semplicemente
una puttana, sì proprio quella, conosciuta attraverso un sito di incontri
e ora, dopo il piacere, serve solo da dama di compagnia.
Sono
l’attimo fuggente e il sogno che persiste perché so soltanto, se lo faccio
bene, se sono brava davvero e ci metto tutta me stessa, posso diventare il
loro orgoglio che vive e respira, il loro primo sussulto e la donna da
ricordare nei loro momenti da soli. Certo ci vuole dedizione, ci vuole
l’anima tra le cosce, perché non importa averla bella e rasata, aggraziata
da pizzi e merletti e che profuma di rosa e violetta, serve saper
recitare, far credere e far dimenticare, le corna della moglie e le
delusioni sul lavoro, il brutto voto del figlio a scuola o semplicemente
l’assenza d’amore, e soprattutto quel passaggio di soldi di prima che ora
non avrebbe più senso.
Certo sì per me non è facile, ma non farei
mai un altro mestiere, io sono nata per far la puttana, anche mia madre
faceva la mantenuta, ma io ne preferisco diversi perché mi sento libera e
non voglio legami. Giuro che se lo fai bene, non è un disonore, bisogna
solo esserci portate, essere obbedienti e servizievoli, autorevoli e
remissive, tanto dura poco, mai otto ore come dentro un ufficio, alle
volte un’ora e se lo fai bene dura ancora meno, quasi un battito di
palpebre quando pensi ad altro o guardi il soffitto.
Dicevo dovrei
essere brava con le parole, perché alla fine non è un disonore, ad esempio
quando scendi le scale di quell’hotel, quando sei nella hall e ti senti
tutti gli occhi addosso, allora diventa una sensazione bellissima, senti
invidia ed ammirazione, per come porti la gonna o per quanto te la fai
sollevare, certo sia uomini che donne, perché almeno tu hai il coraggio di
fottere questa società e di non accettare compromessi e cammini sui tuoi
tacchi impossibili che solo un cretino non s’accorgerebbe quanto siano da
richiamo.
E allora cammini, altezzosa come una regina, cappello ed
occhiali scuri e tanto rossetto per non lasciare dubbi. Quindi cammini
schivando barboni e bisogni di cani, e ti innalzi su quelle macerie e non
pensi ad altro, anzi sì al prossimo taxi, al prossimo cliente, anche se
poi non è importante come sia e cosa faccia, perché dentro quelle stanze
cerco in ognuno di loro qualcosa che mi piaccia, qualcosa che mi faccia
pensare che sono stata io a sceglierlo, alle volte un dettaglio, non so,
come sorride oppure come mi guarda, le mani, la voce o semplicemente
l’odore, ecco sì mi concentro su quello, perché in ogni uomo che entra in
me, c’è sempre qualcosa da amare, ci deve essere per forza!
Al
momento non ho mai rifiutato un cliente, forse sono stata fortunata o
forse è solo per lo stato d’animo con cui lo faccio, perché mi ripeto se
sei brava e scavi e cerchi in fondo alla loro anima, anche se c’è solo
miseria troverai sempre un tesoro, chiunque sia, perché qualunque cosa
faccia, sarà entrato per sempre nella mia vita, anche se per lui, non mi
illudo, sarò sempre una di quelle.