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FASCINO E SEDUZIONE

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Il ventaglio
Vera Vanità
Il ventaglio è uno degli accessori più antichi, ma conserva il suo fascino intramontabile. Oggetto utile, ma anche di vanità, ricco di significati simbolici e addirittura strumento di un vero e proprio linguaggio in codice



 



Antichità
Già gli antichi egizi usavano il flabélum, appunto il ventaglio, arrivato fino a noi tramite bassorilievi e pitture della XIX dinastia dell'Antico Egitto. Era considerato così d’alta classe che veniva utilizzato solo nelle cerimonie di palazzo. Era costituito da un lungo manico che riuniva una serie di piume o palmette come ad esempio quello ritrovato dentro la tomba di Tuthankhamon.

Grecia e Roma
Solo con i Greci, il ventaglio assunse un utilizzo domestico a partire dal V secolo a.C. e a loro volta sembra che gli etruschi e gli antichi romani imitassero i greci. Era realizzato in forma e colori diversi con la tela e le penne di uccelli. I cinesi cominciarono a utilizzare lo strumento, realizzato prevalentemente in bamboo e sandalo, a partire dal II secolo a.C., ma parliamo comunque di ventagli di tipo rigido.

Giappone
I giapponesi invece osservando il meccanismo dell'ala del pipistrello inventarono fra il VII e il IX secolo il ventaglio pieghevole. Ben presto divenne una nota caratteristica della moda per gli uomini, mentre le donne continuarono ad usare quello fisso, di seta quelli invernali, di penne gli estivi. Adoperare correttamente il ventaglio era frutto di un'educazione secolare così raffinata che, visto anche l’utilizzo utile e pratico, i naviganti portoghesi se ne innamorarono e lo riportarono in Europa alla fine del XV secolo.

Europa
Come segno di stile fu introdotto in Francia da Caterina De' Medici e diventò l'oggetto favorito della regina Elisabetta I d'Inghilterra. Divenne così un oggetto aristocratico ed artistico, spesso riprendente i soggetti di dipinti famosi sia sulla pagina che sulle montature d'avorio, destinato a dame della classe superiore.
Come elemento del costume femminile erano allora fatti di piume, avevano un manico d'avorio e di metallo prezioso e venivano portati appesi alla cintura mediante lunghe catenelle.
I ventagli francesi avevano allora persino montature in oreficeria; le più frequenti, di notevoli dimensioni da 20 stecche, erano di avorio o legno intagliato, di tartaruga, d'osso di balena, di canna d'India; la pagina decorata era di taffettà di velo o di altre stoffe leggiere, di pergamena o di pelle di volatili.

Del resto non era difficile da costruire per cui dal XVIII secolo si diffuse in tutta Europa. Prodotto essenzialmente in Francia, Inghilterra, Paesi Bassi ed Italia, si estese a tutti gli strati sociali, sia appeso alle pareti come oggetto decorativo, sia nell’uso estivo quotidiano ovviamente nella forma più leggera, ma resistente e maneggevole all'uso.

Italia
In Italia divenne popolare specie a Venezia nel sec. XVII: aveva la caratteristica di essere stampato in entrambi i lati con raffigurazioni attinte ai poemi epici e corredate di iscrizioni poetiche. Fra gli artisti che firmarono queste composizioni è da menzionare G.F. Romanelli da Viterbo detto Raffaellino (Ventaglio con il Ratto delle Sabine). Divenne complemento indispensabile dell'abbigliamento femminile, segno di raffinatezza e distinzione. Gli esemplari tipici dell'epoca, di piume o a banderuola di stoffa o di paglia intrecciata, spesso decorati da pietre preziose, erano documentati nei dipinti di Tiziano, del Lotto, del Veronese ed altri artisti.

Settecento
L’epoca d’oro del ventaglio è il Settecento, periodo in cui venne largamente usato nei diversi momenti della giornata e pertanto richiedevano decorazioni appropriate al gusto vezzoso delle dame ovvero semplici per il giorno e più eleganti per la sera. Assistiamo ad una produzione enorme di varietà sia per dimensioni, forme, disegni e materiali con la rappresentazione di diverse figure dipinte ad acquarello e stampate con manici in madreperla, avorio oppure legno intagliato. Si trattava di modelli meno ricercati, destinati ai borghesi e la qualità minore permetteva di diminuirne il prezzo e facilitava la diffusione

Spagna
La patria del ventaglio resta comunque la Spagna dove nel XVIII secolo vi si trasferisce l'artigiano francese Eugène Prost, che godendo della protezione del conte di Floridablanca fece diventare la Spagna uno dei principali produttori mondiali.
Nel XIX secolo solo eccezionalmente si trovano esemplari d'arte, mentre diffusi e singolari risultano quelli di pizzo ad ago e a tombolo o di stoffe ricamate.
Nel XX secolo sopravvive come oggetto di pregio nelle serate di gala degli Anni Venti poiché il ritmo della vita, lo rendono superfluo ed ingombrante.

Ventaglio femminile e maschile
Attualmente il ventaglio sembra essere caduto in disuso, tranne che nei paesi caldi come il Sud Italia o la Spagna, dove la fabbricazione si è stabilizzata da almeno due secoli. All'inizio, il ventaglio veniva utilizzato sia dal genere maschile che femminile, dal momento che spesso gli uomini portavano piccoli modelli nelle tasche. Progressivamente il suo utilizzo divenne appannaggio esclusivo delle dame, sin dall'inizio del XX secolo arrivando fino ai giorni nostri. Oggigiorno, si trova a Cadice, in Andalusia, la principale scuola e manifattura di artigianato artistico di ventagli nel mondo.

Il ventaglio ha due parti principali:
Il pavese, costituito dalla tela che può avere in aggiunta un ricamo e un merletto e la base rigida e pieghevole, spesso costruita in avorio, celluloide, legno, madreperla, plastica, oppure tartaruga, e viene denominata baraja.

La lingua del ventaglio
Nel secolo XIX e ad inizio del secolo XX, in Francia e Spagna il ventàglio si trasformò in uno strumento di comunicazione ideale in un momento nel quale la libertà di espressione delle donne con l'altro sesso era stata fortemente limitata.
I principali gesti diedero luogo a quella che venne denominata la lingua del ventaglio.
Sostenere il ventaglio con la mano destra di fronte al viso: Seguimi.
Sostenerlo con la mano sinistra di fronte al viso: Vorrei conoscerti.
Coprirsi l'orecchio sinistro: Vorrei che tu mi lasciassi in pace.
Lasciarlo scivolare sulla fronte: Sei cambiato.
Muoverlo con la mano sinistra: Ci osservano.
Cambiarlo alla mano destra: Ma come osi?
Lanciarlo con la mano: Ti odio!
Muoverlo con la mano destra: Voglio bene ad un altro!
Lasciarlo scivolare sulle guance: Ti voglio bene!
Mostrarlo chiuso e fermo: Mi vuoi bene?
Lasciarlo scivolare sugli occhi: Vattene, per favore.
Far scivolare un dito dell'altra mano sui bordi: Vorrei parlarti.
Appoggiarlo sulla guancia destra: Si.
Appoggiarlo sulla guancia sinistra: No.
Aprirlo e chiuderlo lentamente e ripetutamente: Sei crudele!
Abbandonarlo lasciandolo appeso: Rimaniamo amici.
Sventagliarsi lentamente: Sono sposata.
Sventagliarsi rapidamente: Sono fidanzata.
Appoggiarsi il ventaglio sulle labbra: Baciami!
Aprirlo molto lentamente con la destra: Aspettami.
Aprirlo molto lentamente con la mano sinistra: Vieni e parliamo.
Colpirsi la mano sinistra con il ventaglio chiuso: Scrivimi.
Chiuderlo a metà sulla destra e sulla sinistra: Non posso.
Aperto massimamente ma coprendo la bocca: Non ho un uomo.
Il linguaggio del ventaglio fu ben spiegato nel 1760 dal marchese de Caraccioli in un suo libro.


 

 
 
 


L'ARTICOLO E' A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
REALIZZATA GRAZIE A:

FONTI
http://www.museonazionaleabruzzo.beniculturali.it/index.php?it/149/breve-storia-del-ventaglio
https://it.wikipedia.org/wiki/Ventaglio
http://www.treccani.it/enciclopedia/ventaglio_%28Enciclopedia-Italiana%29/
https://velvetstyle.it/2016/06/14/il-ventaglio-un-accessorio-sempre-di-moda/




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