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GIALLO PASSIONE
AMARSI? CHE CASINO!
Via Salaria
Reportage sulla
prostituzione a Roma
Irina è socievole e disponibile a
scambiare 4 chiacchiere: “Ognuna di noi ha una storia
particolare, ma quasi tutte sono delle disperate. Vengono dalle
zone più povere dell’Est Europa, attirate da altri lavori tipo
parrucchiera, estetista o modella, e non sanno che finiranno
sul marciapiede. Come del resto è successo a me!"
Un signore di una certa età che si sta gustando una
fetta di anguria in mezzo alla strada mi dice: “A
giovano’ le puttane a Roma ce sono sempre state. Stai
solo a perde tempo!” Eh già è buffo fare un reportage su
qualcosa che esiste da sempre! Comunque ha ragione
perché al tempo del Papa re esisteva a Roma una quantità
impressionante di prostitute tanto che nel censimento
indetto da Innocenzo VIII, la futura capitale d’Italia
contava una popolazione di circa 50 mila abitanti tra i
quali oltre settemila erano prostitute e cortigiane,
senza contare concubine e clandestine. Non a caso a
Roma, unica città al mondo, esiste una strada chiamata
Via delle Zoccolette, dove appunto le ragazze senza
dimora andavano a prostituirsi. “Mejo 'na mignotta che
n'amante! Diceva la morale papalina! Questo perché al
tempo i cattolici consideravano la prostituzione come
una valvola di sfogo per salvaguardare la durata e
l’onorabilità del sacro matrimonio.
In questa
notte di San Lorenzo il clima è piacevole e dopo aver
gustato anche io una fetta di “cocomero” cerco di
immergermi nella Roma a luci rosse. Da nord a sud c’è
solo l’imbarazzo della scelta. Dalla Cristoforo Colombo
al quartiere elegante dell’Eur, da via Marconi alla
Palmiro Togliatti, dalla via Salaria alla via Tiberina
alle Mura aureliane che delimitano il Centro storico, la
Roma a luci rosse resiste anche all’esodo estivo. Di
notte qui c’è sempre vita, le strade pullulano di
lucciole e clienti e non esiste né crisi né carte di
credito, qui c’è il contante che odora di trasgressione
e di “una botta e via” senza lasciare alcuna traccia.
Qui non c’è decoro, sulla via Collatina incontro
giovanissime strette in abiti succinti, qualcuna si
cambia al volo, altre per un costo minimo consumano la
prestazione sul marciapiede o tra le siepi del piazzale
antistante, tra una fila impressionante di clienti che a
bordo delle loro macchine scelgono la loro merce.
Al contrario di Milano dove la prostituzione ha
assunto da tempo caratteri più sfuggenti, finendo nelle
mani del racket dei “centri massaggi” qui la maggior
parte degli amplessi si consuma ancora lungo le strade.
Ogni zona ha la sua nazionalità, ad esempio in via
Salaria ci sono le decine e decine di rumene minorenni
che consumano l’amore nei sottopassi o nelle rampe dei
garage.
È effettivamente una città assediata
dalla prostituzione di strada, si calcola che circa
16mila ragazze ogni notte si riversano sulle consolari
romane. Un giro immenso, che muove cifre da capogiro,
quasi 90 milioni di Euro al mese! Il 37% delle ragazze
sono minorenni, ovvero hanno meno di 17 anni, e
provengono da Paesi così poveri che si lasciano comprare
dai loro sfruttatori per un migliaio di Euro. Un
investimento pazzesco visto che in due tre notti
recuperano l’intero costo! Poi c’è solo guadagno e
ovviamente violenze, botte e soprusi se qualcuna si
ribella. Per via della concorrenza sfrenata il costo
di un rapporto è molto basso, si va dai 20 ai 50 Euro a
seconda della bellezza della ragazza, della zona e
ovviamente della prestazione. Come detto si paga cash
alla ragazza la quale comunque è controllata a distanza
dai suoi aguzzini.
In questo mare di squallore le
forze dell’ordine possono davvero fare poco per arginare
il problema. Del resto la prostituzione non è un reato
come stabilito dalla Legge Merlin del 1958, che dispose
la chiusura delle “case chiuse”. L’operatrice del sesso
non è considerata un soggetto pericoloso per cui non può
essere allontanata mediante foglio di via. E ultimamente
perfino gli “atti osceni in luogo pubblico”, per i quali
venivano puniti i clienti, sono stati depenalizzati a
illeciti amministrativi.
Ecco finalmente sono
sulla via Salaria, il flusso di macchine è incredibile,
c’è una fila immensa che ostruisce letteralmente il
passaggio. Praticamente sei costretto a fermarti anche
se il tuo scopo non è quello di ammirare questi angeli
della notte. Comunque fermo la macchina, faccio alcune
foto senza essere visto, rimango sorpreso da questo via
vai di merce a buon mercato.
Tra le tante vedo in
disparte una ragazza alta, avrà circa trent’anni per cui
molto sopra la media. Sta andando sopra i suoi trampoli
gialli verso il parcheggio delle auto. La blocco mentre
sta aprendo lo sportello della sua Mercedes Classe A
rossa fiammante. Le chiedo cortesemente se possiamo
scambiare due parole. Si chiama Irina, è dell'Est
Europa, ha finito di lavorare da poco e nonostante le
tante ore è solare e disponibile.
“Da quanto fai quest'attività?”
“Faccio questo mestiere da quasi dieci anni, all’inizio
è stata dura, mi sfruttavano, ho subito anche violenze,
ma devo dire di essere stata fortunata, ora sto bene,
sono una lavoratrice autonoma, ho una casa, una macchina
e questo lavoro mi permette di mantenere i miei vecchi e
mio figlio che non vivono qui.”
“E queste
ragazze che vedo in piena attività?” “Ognuno
di loro ha una storia particolare, ma la maggior parte
sono delle disperate, provengono dalle zone più povere
dell’Albania, Romania, Ucraina e Ungheria. Vengono qui
attirate da altri lavori tipo parrucchiera, estetista,
modella eccetera, e non sanno che finiranno sul
marciapiede. Come del resto è successo a me.
“Come avviene l’iniziazione?” “Una
volta in Italia, vengono chiuse per almeno una settimana
dentro una casa isolata, generalmente un casolare di
campagna. Qui inizia un martellamento sia fisico che
psichico, vengono ripetutamente violentate al limite
dell’umiliazione in modo da perdere qualsiasi dignità e
stima di se stesse.
“A quel punto il
gioco è fatto!” “Oh no, aspetta, vengono
spogliate di qualsiasi avere, oltre che dei documenti, e
quindi costrette ad assumere droga in modo che siano
loro stesse a chiedere di prostituirsi per comprarsi la
“roba”.
“Anche tu Irina, hai dovuto
sottostare a simili soprusi?” “Ben no, la
mia storia è diversa, io per fortuna sono capitata con
un ragazzo di Pisa che a modo suo mi amava, ma la
stragrande maggioranza delle ragazze lavora per vere e
proprie organizzazioni criminali e quindi sono
costrette, per ottenere l’ipotetica libertà, a lavorare
fino a ripagare quel debito virtuale che gli stessi
criminali hanno deciso. La cifra oltre ad essere
esorbitante lievita nel tempo. Diciamo comunque che per
un debito di duecentomila euro con una media di dieci
rapporti al giorno a trenta euro ci vogliono all’incirca
due anni lavorando tutti i santi giorni. Ti rendi conto?
“Ma poi la ottengono questa libertà?”
“Mio caro dopo due anni di marciapiede cosa vuoi
ottenere? Ormai sei mentalmente e materialmente legata
mani e piedi a questo tipo di attività e ai soprusi che
questo comporta. Su questo marciapiede non c’è certezza,
legge o diritto… chi vuoi chi venga qui a cercare sesso?
Quindi si corre il rischio di essere malmenate,
rapinate, picchiate da ubriachi, fatti e gente comunque
al limite della legalità che non ha nulla da perdere,
figuriamoci se si pongono lo scrupolo di pestare una
ragazza!”
“Le ragazze guadagnano almeno?”
“Cominciamo a dire che quello che guadagni qui per una
sola sera serve per mantenere tutta un’intera famiglia
compresi fratelli e nipoti al tuo paese, ma il problema
è che ti resta poco. A parte il debito da ripianare, in
tasca ti rimane l’incasso equivalente a tre quattro sere
al mese, ed è ovvio che ci devi anche vivere, visite
mediche, telefono, mangiare e poi comprarti scarpe,
vestiti, trucchi e tutto l’occorrente che ti serve per
il mestiere. Molte ragazze per risparmiare sull’affitto
e il vitto vivono insieme. Comunque se sei furba…”
“Che significa?” “Se sei sveglia
riesci a ricavare qualche extra per te. Ci sono clienti
ad esempio, di solito quelli abituali, che, se ti
vendono partecipativa e fai un buon servizio, non
disdegnano di darti una mancia.”
“Quindi
tante prestazioni, tanti euro…” “Beh non è
così automatico, ovvio che se fai passare un rapporto
anale per uno orale mettendoci lo stesso tempo lo
sfruttatore non se ne accorgerà mai. Per cui ti rimane
qualcosa in tasca, però devi essere sveglia e molto
attenta perché il controllo non è solo nella singola
prestazione o giornata, ma anche nel tuo modo di vivere.
Ad esempio se indossi vestiti costosi o vai a cena fuori
è evidente che c’è qualcosa che non quadra e allora sono
botte!”
“Si concedono senza precauzione?”
“Dipende, sono i clienti stessi generalmente che
chiedono di farlo senza preservativo. Tieni conto che la
ragazza per il miraggio dell’extra acconsente e di
sicuro ti dirà che sei il primo a cui si concede in
questo modo. A quel punto la frittata è fatta, rimangono
incinte o peggio contraggono malattie veneree, epatite e
HIV. Ovviamente l’aborto non è quello canonico, infatti
il metodo più utilizzato da queste disgraziate è bere
una bottiglia di whisky ed assumere un’intera scatola di
antibiotici. Questo mix procura nella maggior parte dei
casi una grave emorragia e di conseguenza l’aborto. Ti
rendi conto?”
“Perché i clienti lo
vogliono fare senza precauzione?” “Non tutti
vanno con le prostitute per sesso. Tranquillo non è un
ossimoro. Ci sono molti uomini soli e disperati che
cercano compagnia e alle volte l’unica soluzione la
trovano su questi marciapiedi. Succede spesso che le
prime due tre volte non consumano, cioè non fanno sesso,
ma parlano soltanto, tipo della moglie che lo ha
tradito, della madre morta, del figlio emigrato in
America. Insomma alla fine si innamorano della ragazza e
a quel punto visto che il preservativo è sinonimo di
prostituta desiderano farlo senza.”
“E
durante il ciclo le ragazze come fanno?”
“Dipende dallo stato di schiavitù della ragazza. Visto
che tutte le sante sere, cadesse il mondo, devono
battere il marciapiede alcune usano prestazioni
alternative, altre, le più sciagurate, per non perdere
alcuna offerta, prima del lavoro si infilano dei
fazzoletti nell’utero in modo che il sangue non
defluisca.
“Chi stabilisce l’orario di
lavoro?” “Si inizia dopo cena e si va avanti
fino a che il flusso di macchine non finisce,
generalmente le quattro, le cinque… Ora che ore sono?”
“Le quattro e un quarto.” “Ecco appunto. Ora ti
devo salutare scusa, sono stanca ed ho tanto sonno...”
“Un’ultima cosa… mi hai detto che non è raro
il caso in cui il cliente s’innamori della prostituta…”
“Capita ovviamente di tutto, anche di farsi sposare, ma
ci sono anche tante truffe in giro. Le ragazze non
vengono liberate facilmente per cui se la ragazza è
disponibile e corrisponde sentimentalmente al cliente
infatuato secondo me occorre stare molto accorti perché
in quel caso c’è lo zampino dell’organizzazione. Ci
escono qualche sera e poi convincono l’innamorato a
farsi sposare nel loro paese facendosi dare un anticipo
di duemila tremila euro. Ovviamente il matrimonio sarà
falso. Oppure peggio quando la ragazza ti confida di
essere schiava di qualcuno e che per liberarla servono
cifre simili a quelle di prima. Praticamente un riscatto
che il malcapitato consegna all’uomo che in realtà è il
fratello o il marito della prostituta. Posso andare
ora?”
“Grazie Irina.”
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INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/lucciole-roma-hanno-portate-i-papi-1093230.html
http://www.romatoday.it/cronaca/mappa-prostituzione-roma-quartieri.html
http://centoventuno.it/2017/05/04/roma-nella-morsa-della-prostituzione/
https://www.tgregione.it/la-mia-storia-con-una-prostituta-le-rivelazioni-chock-di-un-cliente/
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