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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
Buon Anno!
 


 
 


ORE 22,35
Monica: So che hai letto il mio messaggio, ho visto la spunta, perché non mi rispondi?
Monica: Rispondi cazzo, neanche dei miseri auguri di Buon Anno merito?
Monica: Ale, che fai? Con chi sei? Ti prego rispondimi.
Monica: Non mi andava di stare con i miei a vedere quelle scemenze in tv, con quella gente ipocrita che si diverte per forza...
Monica: …Sono a letto, col telefono in mano, aspettando un tuo misero messaggio. Ho paura di addormentarmi. Scrivimi!
Monica: Ti sei dimenticato di me! È quasi mezzanotte… Sei uno stronzo Ale. Non credevo fino a questo punto!

ORE 23,15
Alessandro: Tesoro Buon Anno. Scusa ma stiamo ancora a tavola, mangiando il panettone e aspettando di brindare. I ragazzi sono contentissimi. Come stai? Scusami. Ti mando un bacio grosso... E ti penso.
Monica: Perché non mi rispondevi?
Alessandro: Ero a tavola, avevo il telefono in tasca e lo sentivo vibrare, ma non potevo risponderti. Quando ho potuto mi sono alzato e sono venuto in bagno.
Monica: Ma lo sapevi che ero io!
Alessandro: Certo tesoro che lo sapevo, ma ripeto non potevo.
Monica: Potevi fingere che fossero gli auguri di qualche amico.
Alessandro: Ma non avrei potuto comunque scriverti. Sarebbe stupido farmi beccare proprio questa sera.
Monica: E invece mi avresti fatto un bel regalo, visto che sto aspettando ancora quello di Natale. Posso chiamarti?
Alessandro: No tesoro, ho solo pochi secondi… te l’ho detto sono chiuso in bagno…
Monica: Parlo solo io, tu rimani in silenzio.
Alessandro: Dai ci sentiamo domani con calma.
Monica: Dove vai? Resta ancora qui con me.
Alessandro: Mi aspettano.
Monica: Se non ti sento mi uccido.
Alessandro: Dai tesoro non fare così.
Monica: Non mi chiamare tesoro, cazzo! Vuoi cavartela con uno sbrigativo “Ci sentiamo con calma domani?” Forse merito un po’ di più, tu che ne dici?
Alessandro: Hai ragione scusa, è che sono in tensione.
Monica: Con chi sei a cena?
Alessandro: Tes… Sono con mia sorella, mio cognato, i ragazzi e i miei genitori.
Monica: E lei non c’è?
Alessandro: Sì ovvio.
Monica: Com’è vestita?
Alessandro: Dai tes... ti prego, non fare così. Almeno la notte di Capodanno
Monica: Appunto perché è Capodanno lo faccio, credi che mi faccia piacere stare a casa da sola e pensare a te che ti stai divertendo e sei con lei?
Alessandro: Ma io non mi sto divertendo. Perché non sei uscita con le amiche? Mi avevi detto che saresti andata a ballare con Deborah e i ragazzi della palestra.
Monica: Volevo solo farti ingelosire.
Alessandro: Moni, ma io mi fido di te.
Monica: Non mi chiamare Moni, io voglio stare con te, tutto il resto non mi interessa, lo capisci questo?
Alessandro: Lo sai che penso solo a te.
Monica: Non dire cazzate e dai dimmi… com’è si è conciata per te?
Alessandro: Tesoro che importanza ha? Io neanche la guardo.
Monica: È tua moglie, cazzo! Ti prego dimmelo così me ne faccio una ragione.
Alessandro: Porta una banale gonna nera e una camicetta rosa.
Monica: Magari trasparente, vero? Ti mostra le tette?
Alessandro: Sorrido… ma come fai a non capire? Tra noi è diverso non c’è attrazione.
Monica: Sono grandi vero? Sicuramente più grandi delle mie.
Alessandro: Per me non sono erotiche, sono solo le tette che hanno allattato i miei figli. Tutto qui.
Monica: Te la scopi dopo?
Alessandro: Ma che dici, sei matta?
Monica: Non ci credo che non ci fai l’amore la notte di Capodanno!
Alessandro: Né a Capodanno né in altri giorni dell’anno.
Monica: Ma va… Dimmi come succede di solito. Di sera sul divano quando i bambini dormono o dove? Nel letto? La baci tu? O è lei che si fa avanti? E magari indossa qualcosa di intrigante? Qual è il vostro segnale?
Alessandro: Nessun segnale, lo sai che non facciamo l’amore da secoli.
Monica: Dite tutti così voi uomini… ed io dovrei crederci?
Alessandro: Non so per gli altri, ma nel mio caso è vero.
Monica: Comunque questa potrebbe essere una buona occasione allora per rinverdirla un po’. Chissà che voglia che avrà! A meno che anche lei non abbia un amante.
Alessandro: Non mi interessa…
Monica: Non ne saresti geloso?
Alessandro: …Io scopo solo con te.
Monica: Ecco hai detto la prima cosa sensata della serata. Con me scopi e con lei ci fai l’amore.
Alessandro: Stasera sei completamente fuori.
Monica: Sei tu che mi fai sentire così, e lo sai perché? Perché sono otto giorni che non mi vedi ed esattamente dieci che non facciamo l’amore.
Alessandro: Tesoro dovevo prendere le ferie, mi hanno costretto.
Monica: Mi hai lasciata sola in ufficio.
Alessandro: Mi è dispiaciuto tanto. Ti è mancato il tuo Direttore, vero?
Monica: Mi è mancato l’uomo che mi spoglia con un solo sguardo quando entro nella sua stanza. Mi è mancato vestirmi per te, essere bella.
Alessandro: Hai messo i tacchi alti questi giorni?
Monica: Sono andata in scarpe da ginnastica, senza di te che senso ha?
Alessandro: Ti prometto che quando tornerò in ufficio…
Monica: Ecco vedi non ti smuovi da questa idea di ufficio e segretaria, sono come la tua bella scrivania di noce, la moquette celeste e il computer, non sono altro per te. Fuori non esisto e figurati a Capodanno e nelle feste comandate.
Alessandro: Ti prometto che staremo insieme un giorno intero fuori dal lavoro.
Monica: Ma smettila, non ti rendi conto che mi dici solo frasi fatte? Le classiche frasi che si dicono tra amanti. Tra noi non esiste presente, ma solo un futuro ipotetico. Vedrai, vedrai, vedrai… ma che cazzo devo vedere?
Alessandro: Io ti amo.
Monica: E il tuo amore in cosa consiste? Nel lasciarmi sola e passare tutte le vacanze con lei? Chissà come si sarà vestita stasera. La gonna è corta? Che calze indossa? Che profumo ha messo? Porta i tacchi alti come i miei?
Alessandro: Tesoro mi stanno aspettando.
Monica: Se chiudi ti lascio, giuro su Dio che mi faccio trasferire in un’altra città e non mi vedrai mai più. Anzi no, non voglio stravolgere la mia vita per te. Non lo meriti. Rimango lì e ti faccio crepare di gelosia, anche io ho i miei pretendenti sai.
Alessandro: Credi che non lo sappia? Sei bellissima.
Monica: Così bella da rimanere a casa la notte di Capodanno quando tutte le mie amiche sono in compagnia. Lo sai benissimo perché non sono uscita con loro, mi vergogno ad uscire senza un uomo a fianco.
Alessandro: Almeno ti saresti distratta…
Monica: Senti Ale mi sono stancata, giuro che ora esco e mi faccio scopare dal primo che trovo, poi voglio vedere…
Alessandro: Smettila. Stai scrivendo frasi senza senso.
Monica: E quale sarebbe il senso giusto? Stare lì e scattare foto ai tuoi figli, invece di stare con me?
Alessandro: Ti prego, non continuare…
Monica: Ed io invece continuo, se desideri stare con me, devi fare pure una scelta no? Quando dirai a tua moglie che stai con me credi che lei ti faccia vedere i tuoi figli?
Alessandro: Dai Moni affronteremo il discorso a tempo debito.
Monica: Sì rimanda, rimanda, tu rimandi sempre.
Alessandro: Domani ti prometto che troverò il tempo per sentirti.
Monica: Io voglio sentirti ora.
Alessandro: Non posso.
Monica: Dio come mi manca la tua voce calda.
Alessandro: Non fare la bambina.
Monica: Io sono una bambina! Ho venti anni meno di tua moglie! Ti sono piaciuta per questo no?

SILENZIO. DUE MESSAGGI CANCELLATI.
Alessandro: Amore devo andare.
Monica: Lo sai vero che sono sola nel letto? Ho il reggiseno nero che ti piace tanto e nient’altro, quello che mi hai regalato tu. Ho chiuso la porta, i miei sono di là. Ho tolto le mutandine, vuoi che mi tocchi per te?
Alessandro: Non posso stare qui.
Monica: È bagnata sai, dimmi che la vorresti ora, che ti manca e che stanotte non ne toccherai un’altra...
Alessandro: Certo che la voglio, lo sai che mi fa impazzire.
Monica: È giovane, fresca, profumata mica come quella di tua moglie.
Alessandro: Io preferisco la tua.
Monica: Non ci faccio niente con le tue preferenze, io ti voglio ora. Scopami.
Alessandro: Tesoro devo andare, stanno bussando alla porta.
Monica: Chi è?
Alessandro: Credo mio figlio piccolo.
Monica: Non rispondere, fallo pisciare sotto, ora sei mio!
Alessandro: Gli ho detto di andare nell’altro bagno, ma comunque mi dovrò inventare una scusa dopo, è troppo tempo che sono qui.
Monica: Beh valgo più di un banale mal di pancia, non credi? Tu non ti rendi conto quanto sia triste stare da sola la notte di Capodanno. Non è un banale weekend capisci? Mi sento trascurata, umiliata da te. Sto solo elemosinando tempo! Ed invece vorrei stare lì con te, darti un bacio sotto l’albero davanti a tutti, senza più il bisogno di nasconderci.
Alessandro: Monica non è possibile lo sai.
Monica: Io voglio attenzioni, essere importante per te. Sono anni che mi fai vivere clandestinamente come se fossi una ladra o avessi qualcosa da farmi perdonare. L’unica mia colpa è di essermi innamorata di te! Se tornassi indietro…
Alessandro: Cosa faresti?
Monica: Mi guarderei bene ad impelagarmi in una storia con un uomo sposato. Voi uomini siete solo capaci di fare promesse.
Alessandro: Tesoro, ma lo sapevi fin da quando mi hai dato il primo bacio che sarebbe stata una impresa ardua.
Monica: Lo so, sono stata solo io a crederci, sono solo io che cerco di tenere in piedi questa relazione, a te non frega nulla. Pensa che stasera a cena i miei mi hanno chiesto perché non sono uscita col mio fidanzato. Che imbarazzo! Che dovevo dire? Che il mio fidanzato è sposato ed ha due figli?
Alessandro: E cosa hai detto?
Monica: Che sei in ospedale per un attacco di appendicite.
Alessandro: Tu sei unica.
Monica: Sì unica cogliona, unica finché faccio la brava, poi però ti incazzi se pretendo qualcosa.
Alessandro: Io non mi incazzo.
Monica: Pensa che prima avevo pensato di vestirmi, truccarmi, mettermi tutta in tiro con il tacco 12, suonare alla porta di casa tua e dire: “Salve sono la fidanzata di Alessandro!” Pensa la faccia che avrebbe fatto tua moglie!
Alessandro: Non fare cazzate. Cosa ci guadagneresti? Solo una figura del cavolo.
Monica: Beh la faresti anche tu, non credi? Anche perché lei non sospetta niente.
Alessandro: Vuoi che sospetti?
Monica: Almeno inizierebbe a farsi un’idea. Mi dici sempre che non vuoi un impatto traumatico perché soffrirebbe troppo.
Alessandro: Fai la brava Monica.
Monica: Non capisci che non ce la faccio più a sentirmi una ruota di scorta? Buona solo a farmi scopare quando hai voglia! Sei uno stronzo Ale.
Alessandro: Vuoi che finisca tra noi?
Monica: Eccoti sulla difensiva. Rinunceresti a me pur di mantenere la tua bella faccia. Dillo che stai pensando di sbarazzarti di questa rompipalle. Tanto dopo di me ce ne sarebbero altre, credi che non sappia che hai la fila in ufficio.
Alessandro: Non è vero. Dai ti prego fammi andare.
Monica: Se vai non mi troverai più. Stasera sono determinata.
Alessandro: Mi stai mettendo in imbarazzo.
Monica: È il minimo che io possa fare.
Alessandro: Mi tremano le mani per la rabbia.

SI SENTONO VOCI DI BIMBI FUORI LA PORTA.
Alessandro: Dai ragazzi fate i bravi.
Monica: Chi è?
Alessandro: Sono Luca e Andrea. Bussano alla porta e poi ridono. Hanno voglia di giocare con me. Tesoro devo andare.
Monica: Ma giocassero con i regali che hanno ricevuto a Natale, no?
Alessandro: Non essere cattiva.
Monica: E tu che regali hai ricevuto a Natale?
Alessandro: Un pigiama e degli attrezzi per il giardino.
Monica: E tu a lei che regali hai fatto? Una mutandina di pizzo?
Alessandro: Smettila Monica. Ora mi fai incazzare.
Monica: Non mi dire che porta i mutandoni bianchi della nonna, tanto non ci crederei. Ha quasi cinquant’anni sarà nel fiore della sua femminilità. O semplicemente ti dà fastidio che parliamo di lei?
Alessandro: Smettila.
Monica: No, non la smetto. Ma hai ragione le mutandine di pizzo si regalano solo alle amanti per poi strapparle con gusto. Alle mogli in caso un bel reggicalze per vederle più troie.
Alessandro: Ora stai vaneggiando.
Monica: Credi che dorma da piedi? Non credo che tu stia in astinenza da dieci giorni. Ti conosco. Quando ci hai scopato?
Alessandro: L’ultima volta ho fatto l’amore con te. Te lo giuro.
Monica: Non giurare, potresti finire all’inferno.
Alessandro: Non dico bugie.
Monica: E allora come hai fatto? Dieci giorni per te sono un secolo! Con me lo vuoi fare tutti i giorni ed io cogliona che ti soddisfo sempre.
Alessandro: Non ho fatto nulla.
Monica: E allora “Signor tutto d’un pezzo” sappi che io sono a letto e senza mutandine.
Alessandro: Me lo hai già detto. Dai per favore…
Monica: Lo vedi, non ti faccio più effetto. E nonostante l’astinenza hai chiuso le porte alla benché minima eccitazione.
Alessandro: Ma che dici? Ascolta tesoro ora devo proprio andare. Ti mando gli auguri dopo mezzanotte, sarai ancora sveglia?
Monica: Risparmiati questa gentilezza, non ci faccio nulla con i tuoi auguri.
Alessandro: Ok allora non te li faccio.
Monica: Sei uno stronzo! Non puoi trattarmi così. Speravo almeno che ci potessimo vedere in questi giorni di ferie.
Alessandro: Ma quale scusa metto?
Monica: Ma è possibile che ti stia così sul collo? Sei un’ameba cazzo. Non valgo neanche una scusa? Dille che devi andare mezza giornata in ufficio per una questione urgente oppure inventati un funerale.
Alessandro: Per fare cosa? Dove vuoi andare?
Monica: Mi basterebbe vederti per un’ora anche in macchina, almeno baciarti. Mi mancano da morire le tue labbra.
Alessandro: Dai vediamo cosa posso fare, ma non ti prometto niente.
Monica: Tanto lo so, domani mi dirai che non puoi, che ti si è rotta la macchina, che è scoppiato un tubo dell’acqua o che tuo figlio piccolo ha la febbre a 40 come mi hai detto l’altra volta.
Alessandro: Quella volta non era una scusa, era vero.
Monica: Era vero anche il fatto che ti ho aspettato per due ore nella hall di quel motel sull’Aurelia. Dio che vergogna, con tutte le coppie che passavano ed io lì su quel divano da sola e vestita come piace a te. Chissà cosa avranno pensato!
Alessandro: Ti ho detto cento volte che mi è dispiaciuto.
Monica: Non ti credo.
Alessandro: È quasi mezzanotte, stanno per brindare. Devo andare amore.
Monica: Lascia il telefono acceso voglio sentire cosa ti dice lei.
Alessandro: Non è possibile.
Monica: Hai paura che ti chiami amoruccio o cose simili ed io ascolti?
Alessandro: Non mi chiama amoruccio.
Monica: E allora cosa temi? Fallo cazzo, voglio essere lì con voi, ne ho il diritto no?
Alessandro: Tu hai il diritto di amarmi e di essere amata, ma non il diritto di rendermi la vita così dura.
Monica: Dura? Ma che cazzo dici? Tu che adesso stai nella tua bella casa con la tua bella famigliola? E allora io? Non ci pensi a me che sto dentro questo letto disperato invece di stare con te in qualche terrazza di albergo, vestita in nero lamé con l’orchestra che suona la nostra canzone e tu che mi fasci i fianchi e mi fai volare ballando il nostro lento?

BUSSANO ANCORA ALLA PORTA. UNA VOCE FEMMINILE.
Serena: Caro tutto bene?
Alessandro: Sì Serena, un attimo.
Serena: Ti stiamo aspettando, papà ha già la bottiglia in mano.
Alessandro: Vengo subito.

Monica: Chi era?
Alessandro: Mia moglie.
Monica: Ti reclama vero?
Alessandro: Mi sembra anche giusto, è più di mezz’ora che sono chiuso in bagno.
Monica: Ora stai con me e chissenefrega che è quasi mezzanotte.
Alessandro: Devo andare Monica.
Monica: Vai vai, tanto so che se ti dicessi che sto piangendo non te ne fregherebbe un cazzo. In questo momento la tua preoccupazione è fare il bravo maritino, genero, fratello, padre e padrone di casa che stappa lo spumante. Ma ricordati che hai anche un’amante.
Alessandro: Lo so.
Monica: E credi che l’amante non abbia dei diritti? E che sia capace solo a farsi scopare nei giorni feriali in un motel? No, mio caro, anche la notte di Capodanno deve avere la sua parte.
Alessandro: Ti sto ripetendo da un’ora che non posso.
Monica: Ma scusa, ma se lei non te la scopi come dici, se non provi niente per lei mentre a me dici di amarmi… mi spieghi cazzo che diritto ha più di me?
Alessandro: Non vuoi capire.
Monica: Secondo me non c’è niente da capire. Oppure forse sì, qualcosa che non voglio capire o non mi rassegno a farlo.
Alessandro: Io ti amo.
Monica: Se mi ami, fai l’amore con me, adesso. Poi giuro faccio la brava bambina e faccio la nanna.
Alessandro: Ti bacio.
Monica: Ti eccita l’idea che mi accarezzi per te?
Alessandro: Amore è mezzanotte.
Monica: Allora promettimi che domattina ti alzi presto e mi chiami. Me lo prometti? Lo farai?
Alessandro: Lo faccio. Fammi andare ora.
Monica: Vai vai, non ti trattengo più. Mi vuoi sempre bene vero?
Alessandro: Si tesoro ti amo.
Monica: Dimmi quello che mi piace sentirmi dire, altrimenti non ti lascio.
Alessandro: Sei sempre la mia cucciola.
Monica: E tu?
Alessandro: Io il tuo orsacchiotto.
Monica: Mandami un cuoricino a mezzanotte.
Alessandro: Lo farò.
Monica: Buonanotte amore.
Alessandro: Notte tesoro mio.
Monica: Buon Anno.
Alessandro: Buon Anno.






FINE

 





Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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Photo Arti Frederic








 
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