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Adamo Bencivenga
La fiamma del peccato
Questa è una storia maledetta, una storia
d’altri tempi, di sangue, amanti, charleston
e ricatti, la cui protagonista è la bella
affascinante Ruth che per la sua voglia di
libertà è destinata a bruciare in eterno nella
fiamma del suo peccato
CHARLESTON Siamo a
Charleston, nella Carolina del Sud, città che divenne
famosa nel 1923 grazie alla canzone “The Charleston” di
James P. Johnson. Siamo negli anni Venti, quelli
ruggenti, quelli di Al Capone, delle sparatorie tra
bande di gangster e dei fumosi club, ma siamo anche gli
anni dell'Old Jazz, delle donne con il caschetto e i
cappellini a cloche, dei primi abiti corti, con la vita
bassa e la gonna plissettata, delle grosse Ford dalle
quali scendevano le ingioiellate signore che si recavano
a ballare appunto il charleston. Sembra che i primi a
ballarlo fossero stati gli scaricatori neri del porto
della città statunitense che solitamente eseguivano quei
passi per caricare o scaricare le merci dalle navi.
L’INFANZIA DI RUTH In questa città nel 1895 nasce
Ruth Snyder da due genitori di origine scandinava,
immigrati negli Stati Uniti. Suo padre è un ex marinaio
che al tempo fa il falegname. La condizione
dell’immigrato è fatta di rinunce e sacrifici ed i soldi
in famiglia sono davvero pochi. Ruth cresce ma sin
dall’infanzia manifesta tutta la sua repulsione verso
quella miseria e di certo non vuole rassegnarsi. Da
adolescente è una ragazza frizzante, bella ed
esuberante, le piace la bella vita, ama le belle
compagnie e adora la frivolezza. Sogna una vita agiata e
trascinata dall’entusiasmo e dalla voglia di
indipendenza a quindici anni abbandona la scuola e
grazie al suo aspetto fisico e le sue maniere
estremamente femminili trova presso una compagnia
telefonica un posto da centralinista senza troppo
faticare.
LA GRANDE OCCASIONE Come nelle
favole la sua grande occasione è affidata al caso. Un
lunedì di un normale mese, di un anonimo anno è in casa
da sola, squilla il telefono ed è costretta
svogliatamente a rispondere. Alza la cornetta e sbuffa,
dall’altra parte sente la voce di uomo che cerca una
persona che lei non conosce. Quasi infastidita risponde:
“Signore, mi spiace, ma ha sbagliato numero.” Lui però
insiste, crede ad uno scherzo, che la ragazza non gli
voglia passare la persona che sta cercando. Poi parlando
da cosa nasce cosa, lui le fa i complimenti dicendo che
ha una bella voce, lei fintamente imbarazzata non
disdegna quel corteggiamento esplicito. È decisamente
il suo giorno fortunato perché dall’altro capo del filo
non c’è una persona qualsiasi, ma niente poco di meno
che Albert Snyder. A lei quel nome non dice nulla
ovviamente, ma noi sappiamo che Albert è noto all’epoca
per essere l’editore di “Motor Boating”, una rivista
nautica riservata a gente facoltosa. Prima di chiudere
la telefonata lui le chiede se può disturbarla ancora e
lei gli dà il consenso. Passano alcuni giorni, si
risentono al telefono, fino a quando lui si fa avanti e
le dice senza mezzi termini che desidera incontrarla,
almeno per un caffè, almeno per dare un volto a quella
voce. Ruth prende tempo, non perché sia dubbiosa, ma
solo perché sa che gli uomini occorre farli cuocere nel
fuoco lento e impaziente dell’attesa. Sta di fatto che
passa ancora una settimana fino a che lei decide di
incontrarlo.
IL PRINCIPE AZZURRO Lui le dà
appuntamento in una tea room dalle parti di Church
Street, un locale elegante e discreto, ma il primo
impatto non è dei più felici. Albert è affabile, dai
modi gentili, estremamente rispettoso, ma non è
assolutamente un ragazzo, diciamo un uomo al di là con
gli anni, diciamo anziano. Beh sì lei si aspettava di
certo qualcosa di diverso, ma dopo il primo smarrimento,
non può non ammettere che sia lo stesso un uomo
affascinante, anche perché si dimostra un tipo serio,
posato e soprattutto è ricco, proviene da una famiglia
benestante e svolge un lavoro importante. Ovviamente le
fa i complimenti, le dice che è bella, in poche parole
la corteggia e lei non rimane indifferente. La bella
Ruth ne parla a casa con i genitori i quali non credono
a quella fortuna sfacciata, ovviamente dicono di sì
vedendo già la loro figlia ricca e sistemata. Passano
ancora delle settimane, i due si vedono, lui continua a
farle una corte discreta, elegante, compita, non osa, ma
è abbastanza diretto ed anche lei si convince di essere
stata baciata dalla dea bendata! Come nelle favole, lei
ragazza umile figlia di un falegname immigrato di
origini modeste, lei centralinista che ogni mattina si
alza all’alba per andare a lavorare, per puro caso ha
incontrato davvero il suo principe azzurro!
MATRIMONIO Come detto, Ruth non è solo una bella e
affascinante giovane donna, ma è anche smaliziata e
conosce l’arte di farsi corteggiare. Con il consenso dei
genitori escono qualche sera, lui la porta nei migliori
ristoranti e locali della città dove si balla il
charleston, dove la vita assume il gusto del benessere,
della bellezza e della modernità. Durante quelle serate
lui le parla del suo passato, non è mai stato sposato,
ma ha avuto una lunga relazione sentimentale, durata
dieci anni, con una certa Jessie Guischard, purtroppo
però poco prima delle nozze lei è morta. Ruth si rende
conto che quella sofferenza non è ancora scomparsa e
istintivamente partecipa a quel dolore al punto che
quando lui le chiede di sposarlo, la bella Ruth non ha
dubbi, anzi non aspetta altro ed accetta commossa la
proposta coronando così il suo sogno d’amore e di
rivincita verso la miseria. Poco dopo si sposano, lei
è strafelice, lui più concreto e razionale pensa
finalmente di aver sistemato la sua vita almeno
all’apparenza avendo trovato come moglie una bella
donna. La notizia del matrimonio finisce addirittura
sulle prime pagine dei rotocalchi mondani per la
contentezza di Ruth e della sua famiglia. D’accordo col
futuro marito Ruth abbandona il lavoro di centralinista,
non più adatto alla moglie di un appartenente all’High
Class, e decide di dedicarsi completamente alla cura
della bella villa poco fuori dalla città e di proprietà
del marito. Dopo nove mesi nasce Lorraine, la loro amata
figlia.
NOIA Ma si sa come vanno certe cose.
Per un breve periodo i due sposi vivono felici e
contenti, ma purtroppo dura poco perché ben presto
cominciano le prime incomprensioni. Del resto
appartengono a due classi sociali differenti e quelle
differenze vengono ineluttabilmente a galla. La povera
Ruth si rende conto che quell’uomo non è il marito che
aveva sperato di incontrare. La vita coniugale inizia ad
andare stretta a Ruth, sua figlia non le interessa più
di tanto e l’amore che le dona non può giustificare una
intera vita. Lui per impegni di lavoro è spesso fuori
casa, e lei nelle lunghe e monotone giornate di
solitudine sogna una vita diversa, non si sente una
donna finita e vorrebbe divertirsi, uscire, andare alle
feste, partecipare alla vita mondana, insomma fare tutto
ciò che fanno i suoi coetanei e che il matrimonio con un
uomo anziano le ha irrimediabilmente proibito.
ALBERT SNYDER Suo marito però non la segue, non
l’asseconda e non esaudisce i suoi desideri che ormai da
sogni sono diventati richieste dirette e pressanti. Lui
non è tagliato per la vita mondana e ben presto si
rivela un tipo scialbo, asociale e taciturno, è un
ometto insipido e noioso e passa le sue giornate, senza
coinvolgerla, immerso nel lavoro o dedicandosi ai suoi
hobby prettamente maschili tipo occuparsi della sua
rivista, della barca e dell’automobile. Del resto
l’ha sposata solo per regolarizzare la sua condizione
sociale e considera la moglie poco più che una ragazzina
poco affidabile, troppo superficiale e rimpiangendo di
non aver potuto sposare la sua precedente fidanzata che
col passar del tempo ha idealizzato al punto da
considerarla più bella di Ruth, più donna di Ruth, più
moglie di Ruth. Insomma un angelo caduto in terra e
purtroppo tornato in cielo ed ora Albert, immerso in
quel doloroso rimpianto, non ha timore di dirlo
apertamente anche alla moglie tanto che ne conserva il
ricordo con un suo grande ritratto appeso a una parete
della loro lussuosa villa.
NUOVA VITA Beh ora
sappiamo più o meno come vanno le cose in casa Snyder.
Ruth, vivendo col fantasma dell’ex in casa, continua a
sognare ad occhi aperti, per lei è di fatto una vera e
propria ribellione, vorrebbe vivere, emozionarsi ancora,
ma sa che quel matrimonio l’ha limitata per sempre. E
allora, nelle sue ore in solitudine, pensa addirittura
di disfarsi di quella presenza ingombrante. Come? Esiste
un solo modo nella mente di Ruth, ovvero ucciderlo, ma
alla fine fa una scelta più saggia, e, ribellandosi a
quella vita fatta solo di doveri, inizia ad uscire da
sola tornando tardi la notte e lasciando marito e figlia
a casa. Forse stregata dall’ondata di libertinaggio
di quegli anni, dalla musica ribelle, dal Charleston, o
forse solo da quelle signorine chiamate Flapper con il
loro look trasgressivo, capelli neri, frangia corta e un
taglio “alla maschietta”. Lei le osserva nei locali
vorrebbe essere come loro con quelle sembianze vagamente
androgine, con le sopracciglia allungate verso le tempie
e le labbra a forma di cuore e dipinte di rosso scuro.
Lei le considera donne all’avanguardia, indipendenti,
che fumano in pubblico e che non si preoccupano
minimamente delle convenzioni e dei giudizi degli altri.
LA SEDUZIONE Il cuore di Ruth è un vero subbuglio
e lei reagisce con la sola arma che una donna degli anni
venti può permettersi ovvero la seduzione. Inizia a
bere, frequenta quei locali e si veste in modo
eccentrico, appariscente come una prostituta, ma non le
importa nulla del giudizio della gente al punto che
spasmodicamente per il suo desiderio di attenzione
attira uomini sconosciuti incontrati casualmente in quei
locali. Forse non vorrebbe lasciarsi andare, ma
considera la seduzione un modo per essere una donna
moderna e scrollarsi di dosso quella vita troppo
borghese e troppo monotona. Poi però conosce un gruppo
di amici e ne diventa l’anima. Di nuovo viva,
corteggiata ed esuberante riacquista entusiasmo. Suo
marito è ormai solo un impedimento, un inutile ostacolo
tra lei e la bella vita.
JUDD GRAY Per il suo
modo di essere provocante gli uomini non stanno solo a
guardare, ma la corteggiano per il solo fine di
possederla ed è inevitabile che uno di questi si faccia
avanti. Ruth, ora trentaduenne, bionda, alta, sguardo
malizioso, più o meno nel giugno 1925, frequentando
l’Henry’s Swedish Restaurant, conosce Henry Judd Gray.
Senz’altro un bell’uomo è un tipo allegro, leggero e
buontempone tutto l’opposto di suo marito Albert. Con
lui la sta bene, ride, si distrae e soprattutto non
pensa alla monotonia del suo menage coniugale. Tra
l’altro Judd fa il rappresentante di biancheria intima
ed è abituato a corteggiare le donne, sa come
ammaliarle, intrigarle. Insomma l’uomo giusto per la
provocante Ruth che è ancora una gran bella donna, e
adora fino alla follia quel tipo di biancheria di pizzo
e seta, di lingerie destinata solo a corpi di donne
sensuali dell’alta società. Ruth ne è rapita. Dalla
sottoveste trasparente al reggiseno, dalle mutandine in
pizzo sempre più essenziali alle calze e poi bustini,
reggicalze e guepierre che mettono in mostra vite
sottili e seni prosperosi, sicuramente adatti a lei.
Lui, che vorrebbe affrettare i tempi e portarsela a
letto, dopo qualche giorno le regala un seducente capo
di campionario e lei già attratta da quell’uomo,
inevitabilmente, a poco a poco, se ne innamora.
AMANTI Judd Gray ha solo un anno più di lei,
praticamente coetaneo sta cercando una donna per
divagarsi visto che anch’egli è sposato ad una donna che
detesta ed è padre di un figlio. Quando si rende conto
che Ruth non disdegna affatto la sua presenza, che è
arrivato il tempo di portarla a letto, con la scusa di
farle provare la nuova linea di corpetti, venuti apposta
da Parigi, la invita in un motel. La bella Ruth non ha
dubbi, accetta, sapendo già cosa potrà accadere in
quella stanza. Il motel è a trenta miglia dalla
città immerso nel verde, riservato e peccaminoso è il
classico posto per amanti, dove si consumano amori
clandestini. Dentro quella stanza i due ridono,
scherzano e non hanno bisogno di dire ciò che a breve
accadrà. Perché succede, certo che succede e mentre lei
prova quella fantastica lingerie, Judd si fa avanti, la
bacia, l’accarezza, la tocca morbosamente nelle parti
intime e lei sorride senza togliere quelle mani sempre
più focose. Alla fine lei cede e distesi su quelle
lenzuola di seta fanno l’amore e lo fanno anche il
giorno dopo senza alcuna scusa e poi ancora finché
consumano la loro fiamma del peccato diventando amanti.
Essendo ambedue sposati si frequentano segretamente,
diventano una coppia clandestina e vivono una seconda
vita nei motel e nei locali notturni.
LA
CONFESSIONE Lui è preso da lei, lei da quella nuova
vita. Ruth ha fiducia in lui e in uno di questi incontri
si apre e addirittura gli confida di aver pensato di
uccidere suo marito. Anzi va oltre, gli spiega nei
dettagli i suoi falliti tentativi, ossia di aver provato
in garage con il monossido di carbonio, con una spinta
mentre era sul molo, con del bicloruro di mercurio
fingendo di curargli il singhiozzo. Judd non si
scandalizza, la segue attentamente e la compatisce
pensando a quanto una donna possa soffrire in simili
condizioni, del resto è attratto da quella donna, sia
dal suo aspetto fisico provocante che dal modo libertino
con cui fa l’amore. Fondamentalmente non la prende sul
serio, pensa che siano fughe mentali per ritrovare la
sua libertà, insomma nulla di più che uno sfogo
innocente di una donna costretta a vivere dentro una
gabbia dorata.
A CASA La loro relazione si
intensifica, passano quasi tutti i pomeriggi in quel
motel per amanti mentre a casa di Ruth ci sono frequenti
litigate. Lei continua a rinfacciare a suo marito quella
vita monotona, ma Albert però, da uomo pacifico non
sospetta nulla. Ormai abituato agli sbalzi d’umore della
moglie, non ci fa nemmeno più caso, si è rassegnato a
lasciarla uscire la sera con gli amici: “Che si diverta
se proprio ci tiene tanto!” Purché a casa si viva in
pace e lui possa dedicarsi ai suoi tanti hobby. Ovvio se
sapesse che non sono solo feste innocenti nei locali
forse reagirebbe, ma per il momento gli sta bene così e
forse questa è la sua grande colpa.
IL PROGETTO
Al contrario di ciò che pensa il marito, Ruth invece si
diverte eccome, ormai ha sorpassato ogni limite, anzi è
lei che cerca Judd, lo vuole tutto per sé, gli dice che
vorrebbe vivere con lui, dormire insieme e fare l’amore,
svegliarsi insieme e fare l’amore, ma gli dice anche che
per fare questo c’è una persona di troppo. Nonostante
Judd la prenda sotto gamba lei sta davvero facendo sul
serio e nella sua mente comincia presto a disegnarsi un
piano criminale, tra l’altro il dover tornare ogni
giorno nella sua casa e alla sua monotona vita coniugale
le pesa sempre di più. Quindi progetta nei minimi
particolari un piano infallibile. Dice a Judd una sera
che vuole il suo aiuto, lei ha già predisposto tutto:
“Se mi ami devi aiutarmi!” Solo a quel punto lui si
rende conto che non sono solo voli pindarici, ci pensa,
è perplesso, in fin dei conti la cosa gli va bene così,
lui non pretendeva altro che un’amante e ora sta con una
donna sposata e ricca, nonostante le insistenze di lei
la vede solo quando ha voglia senza troppe incombenze e
poi lei a letto è magnifica, una vera dea dell’amore.
Ruth avverte quelle resistenze di lui, ma non ci impiega
molto a convincerlo, lo ricatta, lo minaccia: “Se non mi
segui ti lascio!” E glielo dice nei momenti giusti,
quando lui è dentro di lei, ma poi affina le sue armi e
allora si nega, gli dice che sta frequentando un altro
uomo più maschio di lui, che si fa scopare nello stesso
motel che frequentano loro. Lui resiste ancora e allora
lei cambia direzione, non parla più apertamente di
delitto ma di gioco trasgressivo, fare l’amore col suo
amante mentre suo marito dorme a pochi metri inscenando
una rapina. Alla fine lui acconsente, drammaticamente
accetta, per la paura di perdere quell’esemplare unico
di femmina.
IL PIANO Ottenuto il sì di Judd,
Ruth comincia a dettagliare il piano per l'omicidio del
marito. Prima di tutto fa firmare ad Albert
un'assicurazione sulla vita per 48.000 dollari da
raddoppiare se l'assicurato dovesse morire per un atto
violento e poi butta giù il piano vero e proprio che
prevede di inscenare una finta rapina in casa con
l'utilizzo di tre strumenti essenziali: il cloroformio,
un filo metallico e un pesante contrappeso di quelli
usati per lo scorrimento delle tende delle finestre.
Certo non è tutto, ma Ruth per la paura che il suo
amante rifiuti, non spiega esattamente le sue
intenzioni, tranne che la notte del 19 marzo 1927, Judd
deve entrare nella sua casa ed aspettare nella stanza
degli ospiti per poi intervenire quando il marito si
addormenta. Judd non pensa al delitto, è decisamente
tonto, stordito dalle grazie di quella femmina, anzi
crede che la donna, nella sua sublime trasgressione,
voglia addirittura fare l’amore con lui mentre il marito
dorme nell’altra stanza e con dei ladri in casa che
fanno razzia. Ma le intenzioni di Ruth sono ben altre!
LA SERA DEL DELITTO Mentre i coniugi Snyder
stanno cenando in un elegante ristorante vicino al
porto, l’idiota Judd Gray, si intrufola nella villa
aprendo la porta con le chiavi della casa che lei gli ha
consegnato il giorno prima. Poi come concordato si
nasconde furtivamente al buio nella stanza degli ospiti
ed aspetta. Come sappiamo lui non del tutto convinto, ad
un certo punto gli vengono in mente i propositi
criminali della donna, è preso dal panico, comunque
aspetta, le ore passano e nell’attesa del ritorno della
coppia cerca di darsi coraggio. In casa trova del
whisky, beve e si ubriaca.
IL DELITTO È la
notte del 19 marzo 1927, sono passati pochi minuti dopo
la mezzanotte e i coniugi Snyder tornano a casa. Quella
sera Ruth è insolitamente simpatica e socievole nei
confronti del marito, Albert invece è piuttosto alticcio
e soddisfatto della cena a base di pesce. Senza
spogliarsi si dirige immediatamente nella camera da
letto, si distende e cade dopo pochi secondi in un sonno
profondo. Ruth è ancora sveglia, quando dopo alcuni
minuti lo sente russare si alza dal letto, indossa la
sua magnifica vestaglia trasparente, esce dalla stanza
da letto e va in quella degli ospiti. Judd mezzo
ubriaco la vede entrare, con quella vestaglia è
decisamente femmina, ma contrariamente a quanto possa
pensare, non ci sono né baci e né moine, anzi la donna
gli dice di fare in fretta, poi lo prende per mano e lo
trascina nella camera da letto. Mentre il marito
dorme Ruth porge a Judd il pesante contrappeso della
tenda. Solo ora Judd si rende conto cosa deve fare,
altro che sesso trasgressivo! Lei lo incita e lui senza
pensarci obbedisce e colpisce l’uomo alla testa, ma lo
fa debolmente tanto che, purtroppo per lui, Albert,
ferito e sanguinante, è solo tramortito e inizia ad
urlare chiedendo aiuto alla moglie. Ruth però per tutta
risposta strappa l’attrezzo dalle mani di Judd e
comincia a colpire Albert ripetutamente, poi per paura
che sia ancora in vita lo finisce strangolandolo con il
filo metallico non prima però di averlo cloroformizzato.
LA SCENA DEL DELITTO È una strage, le lenzuola
sono intrise di sangue, la faccia di Albert è spappolata
con il filo metallico inciso profondamente nel collo.
Solo in quel momento Judd si rende conto di quello che
ha fatto e precipita nel panico. In fretta e furia Ruth
cerca di modificare la scena del delitto per farla
apparire una vera e propria aggressione a scopo di
furto. Allora dice a Judd di colpirla forte e di
lasciarle dei lividi in modo che quelle evidenze sul suo
corpo diano la prova provata alla polizia della rapina
finita tragicamente ad opera di una banda di
delinquenti. L’amante obbedisce e dopo averla
colpita, come concordato, esce di casa, ma non si
allontana dal quartiere. Immerso nel suo impermeabile fa
un giro a piedi senza meta. È stravolto, barcolla, poi
entra nell’unico locale ancora aperto a quell’ora e beve
qualcosa di forte.
LA POLIZIA Intanto la donna
chiama i soccorsi. I poliziotti arrivano dopo pochi
minuti a vele spiegate e trovano Ruth piangente e il
cadavere legato di Albert in camera da letto. La donna
mentre la polizia è all’opera secondo copione finge di
svenire più volte, sospira languida, si stringe
pudicamente il bavero della vestaglia sopra la camicia
da notte trasparente e si asciuga le lacrime in maniera
plateale. Qualcosa però non convince gli investigatori,
la scena del delitto è stata maldestramente alterata,
più che un’aggressione a scopo di rapina sembra uno
spaventoso rito satanico. Tra l’altro a rendere ancora
più singolare quell’orrendo delitto, sul pavimento
giacciono bene in vista tre proiettili e una pistola. I
gioielli che, secondo la donna, avrebbero dovuto essere
il frutto della rapina, vengono ritrovati sotto il
materasso.
LE INDAGINI Non ci vuole davvero
molto per gli investigatori per capire come davvero si
siano svolti i fatti. Arrivano immediatamente a Judd
Gray, del resto la tresca con Ruth è di dominio
pubblico, forse solo Albert era l’unico a non sapere.
Comunque partendo da quelle incongruenze, la polizia
arriva ben presto alla polizza d’assicurazione,
ritrovata in una cassetta di sicurezza. Alcuni testimoni
intanto riferiscono di aver notato Judd in due bar della
zona. La polizia lo arresta e, messo alle strette,
confessa il delitto. Nei giorni successivi i due
amanti vengono messi a confronto, ammettono le loro
responsabilità, ma iniziano ad accusarsi a vicenda. Ruth
confessa apertamente di aver voluto uccidere il marito
per sbarazzarsi di lui mentre Judd tenta invano di
giustificarsi accusando l'amante di essere stata lei a
pianificare l'omicidio e di averlo fatto ubriacare per
incoraggiarlo ad uccidere. Per entrambi scatta
automaticamente l’incriminazione di omicidio di primo
grado.
IL PROCESSO Il processo è una pura
formalità. La giuria per nulla impietosita dalla donna,
condanna alla pena di morte entrambi i protagonisti. Del
resto c’è di mezzo la soppressione di un padre di
famiglia e di un marito esemplare. La vicenda ha eco
nazionale, i due amanti diabolici vengono sbattuti in
prima pagina. In pasto all’opinione pubblica c’è la
figura di una donna, seduttrice e vedova nera, che
venuta dal niente, non le era bastato il denaro del
marito e un uomo follemente innamorato di lei.
L’immagine di Judd invece è esattamente quella scaturita
dal suo comportamento in tutta la storia, ovvero
dell’idiota soggiogato da una femme fatale.
Eppure nonostante tutto, al di là delle evidenti prove
di colpevolezza e dell’efferatezza del crimine, non
tutti condannano Ruth tanto che nel carcere dove è
rinchiusa riceve addirittura 164 proposte di matrimonio.
Perfino il cuoco della prigione si innamora di lei, e
come ultimo omaggio, prima dell’esecuzione, predispone
il suo ultimo pasto con infinita cura.
Alle ore
23 del 12 gennaio 1928 la coppia omicida è giustiziata
sulla sedia elettrica nella prigione di Sing Sing.
|
Questa
storia romanzata prende spunto dal caso di Ruth
Brown Snyder condannata alla sedia elettrica nella
prigione di Sing Sing per l'omicidio di suo marito
Albert Snyder.
Il caso divenne la base per il
noir di James M. Cain ‘La fiamma del peccato’, in
seguito portato sul grande schermo da Billy Wilder,
con Barbara Stanwyck nel ruolo della femme fatale.
FINE
ADAMO BENCIVENGA Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/
http://sisters4swing.blogspot.it/
http://www.pannunziomagazine.it/
http://guide.supereva.it/giallo
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