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RACCONTI
 
 

Adamo Bencivenga
L'unico bacio



Photo Livia Corcoveanu

 


1972.
LUNGO UNA STRADINA POLVEROSA DEL MAINE A 30 KM DA PORTLAND, UNA VECCHIA PONTIAC GTO ROSSA SI FERMA DAVANTI AD UNA VILLETTA. UN UOMO AVANTI CON GLI ANNI SCENDE DALL’AUTO IN PANNE. APRE IL COFANO ED ALLARGA LE BRACCIA. UNA DONNA DIETRO LA RETE STA RACCOGLIENDO POMODORI. L’UOMO SI AVVICINA.

Larry: Signora mi scusi, questa vecchia carcassa ha deciso di lasciarmi a piedi, mi concede di fare una telefonata?
Carol: Sta uscendo del fumo dal motore, faccia attenzione. Venga, si allontani.

LA DONNA APRE IL CANCELLO. L’UOMO SI TOGLIE IL CAPPELLO E SI PULISCE LE MANI SUI PANTALONI.
Carol: La prego si accomodi.
Larry: Mi scusi il disturbo, sono desolato, solo il tempo di una telefonata…
Carol: Non si preoccupi per me, mi segua.
Larry: Purtroppo da questa mattina la mia macchina fa le bizze.
Carol: Mi spiace, tra l’altro è una bellissima macchina e non se ne vedono tante in giro.
Larry: Grazie.

I DUE ENTRANO IN CASA. L’UOMO CONSULTA L’ELENCO TELEFONICO E CHIAMA L’ASSISTENZA.
Larry: Purtroppo l’officina è lontana. Verranno tra due ore…
Carol: Oh mi spiace, aveva urgenza?
Larry: Nessuna urgenza, girovagavo per la zona in cerca di qualche idea. Faccio lo scrittore.
Carol: Interessante! Non ho mai conosciuto uno scrittore. E mi dica… queste parti la ispirano?
Larry: Ci sono capitato per caso, ma in genere tutto mi interessa.
Carol: Le posso offrire una tazza di thè?
Larry: Lei è davvero molto gentile, signora, ma non vorrei disturbare…
Carol: Si accomodi, anzi mi scusi lei per il disordine.

LA DONNA VERSA L’ACQUA DEL BOLLITORE NEI BICCHIERI.
Carol: Ci vuole il limone o il latte? O che sbadata magari anche un po’ di zucchero…
Larry: Indovinato…
Carol: Dove alloggia?
Larry: In un motel dall’altra parte della città.
Carol: E quanto tempo si ferma?
Larry: Non so, forse fino a domani…
Carol: Mi scusi per la curiosità, sa, noi gente di paese siamo persone molto schiette.
Larry: Non si preoccupi, anzi mi fa piacere… sto scrivendo un romanzo ambientato in campagna e questi posti mi sembrano adatti.
Carol: Oh che bello, da quanto so, nessuno mai ha ambientato un romanzo in questi luoghi sperduti, sarei curiosa di leggerlo.
Larry: Oh grazie, le prometto che le farò avere la prima copia fresca di stampa.
Carol: Posso sapere di cosa parla?
Larry: È la storia di un militare che torna dalla guerra di Corea e si mette sulle tracce della sua ex ragazza, che intanto si è sposata ed è madre di tre bimbi, ma lui ancora non lo sa.
Carol: È una storia triste allora?
Larry: È una storia d’amore e l’amore è sempre triste.
Carol: Adoro leggere…
Larry: Cosa legge di solito?
Carol: Di solito i classici, ma ora sto rileggendo Il grande Gatsby.

L’UOMO SORSEGGIA LENTAMENTE IL SUO THE’ BOLLENTE.
Larry: Lei è sposata?
Carol: Oh sì da circa vent’anni.
Larry: Figli?
Carol: Purtroppo non sono venuti. Ma ho due adorati nipoti che abitano in città. Sono due pesti!
Larry: Dov’è suo marito?
Carol: È fuori per lavoro, lui lavora a Boston e mi raggiunge il sabato e la domenica
Larry: Quindi lei vive sola?
Carol: Mi arrangio…
Larry: Si annoia?
Carol: Ho mille cose da fare ogni giorno, coltivare l’orto, andare in città e fare la spesa, riordinare casa, fare la babysitter ai nipotini, spettegolare con le vicine…
Larry: Per una donna è triste vivere da sola però…
Carol: Per un uomo no?
Larry: Dipende, comunque alle volte mi annoio anche io e le confesso che piacerebbe anche a me coltivare carote, pomodori e zucchine!
Carol: Beh le assicuro che anche le carote fanno compagnia, dipende però da quanta cura ci si mette a coltivarle…
Larry: Lei ci parla?
Carol: Oh sì, ci facciamo lunghi discorsi…

UN ATTIMO DI SILENZIO, I DUE SI GUARDANO NEGLI OCCHI.
Larry: Lei ha mai pensato di cambiare la sua vita?
Carol: Oddio no, sono una donna semplice che si accontenta di quello che ha e poi ho paura dei cambiamenti e le novità mi spaventano.
Larry: Com’è suo marito?
Carol: È una persona onesta, gentile e soprattutto un grande lavoratore.
Larry: Tutto qui?
Carol: In che senso?
Larry: Mi chiedevo se avesse qualche altra qualità…
Carol: Beh si… è un marito amorevole, pieno di accortezze, ma…
Larry: Ma?
Carol: Beh, lo ammetto, non è il tipo che avevo sognato da ragazza…
Larry: Lei è ancora una ragazza.
Carol: Signore mio, ma cosa dice? Ho ben 42 anni compiuti a giugno.
Larry: E allora? Qualcuno dice che la vita inizia a 40 anni…
Carol: Mi perdoni, ma non ho nessun grillo per la testa. Sto bene così.
Larry: Non si tratta di grilli, ma di desideri.
Carol: Lei parla bene, si sente che è uno scrittore, ma occorre anche accettare quello che offre il buon Dio.
Larry: Alle volte non basta.
Carol: E allora me ne farò una ragione.

LA DONNA IMBARAZZATA SI ALZA E SPARECCHIA. METTE LE DUE TAZZE NEL LAVANDINO. POI SI RISIEDE RIGOROSAMENTE SUL BORDO DELLA SEDIA.
Carol: Sa cosa pensavo? Che finora abbiamo parlato solo di me.
Larry: Lei non mi ha fatto domande, forse non le interessa la vita di uno scrittore.
Carol: Non faccia il prezioso, è l’educazione che mi impone di non fare domande, potrebbero essere equivocate, no?
Larry: E perché mai? Siamo due persone adulte che stanno conversando piacevolmente… e poi lo ha detto lei di essere una persona schietta.
Carol: Le andrebbe una birra?
Larry: Lei è una vera padrona di casa.
Carol: Da queste parti l’ospitalità è sacra, ma la vedo dubbioso.
Larry: Si che mi va, ma non mi capita spesso di essere trattato in modo così gentile da una bella signora.
Carol: Qui si offre quello che si ha.
Larry: Beh allora non credo sia poco. Accetto l’invito ad un patto però. Voglio servire io le birre e lei deve rimanere comodamente seduta. Sono in frigo?
Carol: Insolito per un uomo.
Larry: Suo marito non l’aiuta?
Carol: Lui è un tipo tradizionale, del resto lavora tutta la settimana e nel weekend si riposa. E poi a me non dà alcun fastidio servirlo.
Larry: Anche io lo sono, ma mi diverte fare le faccende di casa.

LUI SI ALZA, APRE IL FRIGO, PRENDE LE BIRRE, POI CERCA IL CAVATAPPI E UN VASSOIO. LA DONNA RIMANE SEDUTA.
Carol: È bello essere servita, sa…
Larry: Lei è una signora, per me è un dovere.
Carol: Di solito io non bevo a quest’ora, ma oggi faccio uno strappo alla regola.
Larry: Spero non sia a causa mia.
Carol: Perché no? Passo le giornate in estrema solitudine e per una volta che riesco a scambiare due parole, non mi faccio scappare l’occasione.
Larry: Lei è molto socievole…
Carol: Vuole dire che è strano per una donna di campagna del Maine?
Larry: Viaggio molto e di solito non ricevo tutte queste accortezze.

I DUE SORSEGGIANO LA BIRRA.
Larry: Ottima questa birra. Fredda al punto giusto.
Carol: Alla sua salute.
Larry: Alla nostra.
Carol: Finalmente stava parlando di sé, ma si è interrotto…
Larry: Cosa vuole sapere?
Carol: Qualcosa di lei. Le piace il suo lavoro vero?
Larry: Più che un lavoro è un amabile vizio.
Carol: E perché mai?
Larry: I vizi non hanno una ragione per questo si chiamano vizi.
Carol: Lei è davvero un vero artista.
Larry: È un complimento?
Carol: Gli artisti non sono persone normali e poi divertono e sono piacevoli nel conversare.
Larry: Mi considera bizzarro?
Carol: Non saprei, diciamo che è diverso dagli altri uomini. Anche per come veste e per il suo modo di fare.
Larry: Allora è un complimento.

LA DONNA GUARDA FUORI DALLA FINESTRA.
Larry: La vedo pensierosa…
Carol: Oh no, mi chiedevo perché lei è qui.
Larry: Sta pensando al destino?
Carol: Interpretare il caso è un modo per leggere la vita e in qualche modo difendersi.
Larry: Si sente in pericolo?
Carol: Oh no, non mi fraintenda. La sua macchina poteva non fermarsi proprio qui davanti a casa mia, cento metri in più o in meno e questo pomeriggio sarebbe stato perfettamente uguale agli altri.
Larry: E se non fosse un caso e la mia auto fosse perfettamente funzionante?
Carol: Guardi che il fumo che usciva dal motore l’ho visto con i miei occhi! E poi non sono una donna così bella da far voltare la testa ad un uomo o addirittura fargli interrompere il viaggio.
Larry: Lei si sbaglia. Ha un viso particolare e un’espressione tenera e genuina.
Carol: Quando mi ha vista lì fuori avevo le mani nella terra. E poi con questa vestaglia da casa non sono certo una femme fatale…
Larry: Le piace vestire bene?
Carol: Sogno un cappello rosso, un vestito nero corto, una collana, una pelliccia…
Larry: Lei invece è bella anche così, davvero, mi creda lei è più bella di quello che pensa.
Carol: Sono secoli che non ricevevo attenzioni così dirette da un uomo.
Larry: Forse perché è sposata.
Carol: …ma anche se non lo fossi non cambierebbe nulla. E poi per la maggior parte del genere maschile non credo che quello sia un ostacolo.
Larry: O forse più semplicemente perché le manca un po’ di autostima.
Carol: Se l’avessi avuta non mi dica che ci avrebbe provato…
Larry: Parlava di destino no?
Carol: La prego, non mi faccia pentire di averla accolta in casa mia.
Larry: Perché mai? Non stiamo facendo nulla di male, niente che lei non possa raccontare a suo marito
Carol: Lui non capirebbe, comunque averla fatta entrare in casa lo troverebbe a dir poco inconsueto. E forse anche la signora Simpson, la mia dirimpettaia, starà trovando questa situazione molto insolita.
Larry: L’insolito è altro.
Carol: Cosa secondo lei?
Larry: Lo sa benissimo. Ora è lei a mettermi in imbarazzo.
Carol: Non faccia il timido, ora sto pensando davvero che la sua bella auto rossa sia perfettamente funzionante.
Larry: Meno male allora che mi ha fatto entrare lei e non ho dovuto bussare due volte…
Carol: Aggiungerei che non è neanche vestito da postino.
Larry: Eh già…
Carol: E poi non possiedo un tavolo di marmo e mio marito non è in soffitta che dorme…
Larry: Già non ci sarebbero le condizioni…
Carol: Quelle cose si vedono solo nei film… oppure nei sogni.
Larry: Lei dice? In fin dei conti quella scena rappresenta solo una passione travolgente…
Carol: Appunto!

L’UOMO CHIEDE IL PERMESSO DI FUMARE.
Carol: Lei è sposato?
Larry: Lo ero. Ma poi io e mia moglie abbiamo scelto strade diverse.
Carol: Perché ha divorziato?
Larry: Al tempo facevo il giornalista e il mio lavoro mi portava sempre fuori casa.
Carol: Trovava compagnia da altre parti allora?
Larry: Alle volte si.
Carol: E sua moglie se ne è accorta… Forse non onorava la tavola… Un classico…
Larry: Non direi, diciamo che quando tornavo a casa trovavo sempre il letto caldo. A quel punto abbiamo deciso di dividerci. Non aveva più senso rimanere insieme.
Carol: Non si è mai pentito?
Larry: No, era la giusta conseguenza.
Carol: Non le dispiace non avere una famiglia?
Larry: Sono rimasto un girovago e la mia famiglia è il mondo… e faccio quello che voglio senza costrizioni.
Carol: Mi chiedo come fa a vivere così… la vita è fatta anche di affetti, calore e soprattutto sacrifici…
Larry: Ne è sicura?
Carol: Il sacrificio dà un senso ai sentimenti.
Larry: Concordo con lei, ma alla mia età le cose si vedono in modo differente. Si ha sempre la sensazione di essere all’ultima corsa per cui si ha voglia di respirare la libertà e soprattutto divertirsi.
Carol: Mi sembra tutto così strano… Avevo ragione, lei ha l’animo veramente d’artista. Mi chiedo cosa mai possa trovare di interessante in queste due ore qui con me.
Larry: Semplice. Lei è una donna speciale.
Carol: Io?
Larry: Sì lei.
Carol: Ma lasci perdere… Chissà quante belle donne che lei chiama speciali le avranno offerto un thè.
Larry: Lei è una di quelle.
Carol: Ad offrirle il thè?
Larry: No, ad essere bella.
Carol: Ci sta provando di nuovo.
Larry: Crede sia un delitto?

L’UOMO GUARDA L’OROLOGIO.
Larry: Il tempo corre veloce, è rimasta meno di un’ora, poi arriverà l’Assistenza.
Carol: Non me ne ero accorta.
Larry: Le dispiace?
Carol: In un certo senso sì, d solito qui il tempo non passa mai.
Larry: Cosa fa tutto il giorno?
Carol: Gliel’ho detto… nel tempo libero quando sono a casa e non parlo con le carote, leggo, ascolto la radio, invito le vicine per un thè.
Larry: Anche la signora Simpson?
Carol: Lei si autoinvita…
Larry: Ha mai pensato di cambiare vita?
Carol: Lei è ripetitivo. Sto bene qui. Non mi manca niente.
Larry: Ne è sicura?
Carol: Vabbè lo ammetto, ma solo nei sogni perché mai e poi mai lascerei mio marito.
Larry: I sogni durano poco però…
Carol: Alle volte bastano se non si hanno troppe pretese. E poi come le ho già detto sono una donna che si accontenta.
Larry: E se non sono indiscreto posso sapere cosa sogna?
Carol: Lei è più che indiscreto.
Larry: Le dispiace?
Carol: Guardi, non pensi a cose peccaminose, al massimo sogno di trascorrere un pomeriggio piacevole come stiamo facendo oggi io e lei.
Larry: Non credo che il suo desiderio più alto sia quello di stare a chiacchierare del più o del meno con uno sconosciuto. Siamo fatti anche di passione e sentimento e anche le donne hanno le loro esigenze. È la natura no?
Carol: Lei è un bel tipo sa? Si diverte a mettere in imbarazzo le persone.
Larry: Per così poco? Mi dica la verità cosa accade in quei sogni?
Carol: Le serve per trovare ispirazione nei suoi romanzi?
Larry: Beh anche, entrare nell’intimo delle persone è qualcosa di sublime, l’importante è poi rimettere tutto a posto.
Carol: Le ripeto non accade nulla di singolare. Perché le interessano così tanto i miei sogni?
Larry: Le dico la verità, non è il sogno in se stesso che mi interessa, ma rendermi conto di quanta confidenza ci sia tra noi.
Carol: Non la ritengo così amico da confidarle certi segreti intimi.
Larry: Ma io sento che lei desidera farsi conoscere…
Carol: E come fa a dirlo?
Larry: Ho solo qualche decina d’anni di esperienza più di lei.
Carol: Esperienza di donne immagino.
Larry: Anche sì.
Carol: E mi dica, ha già incontrato una donna come me, sposata, che vive in una casa grande e sta sola per cinque giorni su sette alla settimana?
Larry: Altroché.
Carol: Quindi sono molto prevedibile…

LA DONNA SI ALZA, VA VERSO I FORNELLI, ACCEDE IL FUOCO SOTTO IL BOLLITORE DELL’ACQUA. SEMBRA INFASTIDITA.
Larry: Ognuno di noi si sente diverso dagli altri, a volte unico, ma in realtà viviamo vite in fotocopia.
Carol: Ma se sono una donna così banale perché ha accettato di conversare con me? Poteva rimanere lì fuori, no?
Larry: Oh no, non mi fraintenda lei è una donna onesta, gentile e di una semplicità disarmante, non si illuda non è affatto banale.
Carol: Semplice non è affatto un complimento.
Larry: Semplice nel senso di non costruito e finto. Le assicuro di questi tempi è davvero una dote preziosa.
Carol: Grazie allora.
Larry: Ah dimenticavo, lei è anche molto bella.
Carol: Santo cielo, questo me lo ha già detto, ma credo che lei abbia altri fini. Del resto tutti i corteggiamenti, indipendentemente da come vengono fatti, hanno un solo scopo…
Larry: Nel suo sogno succede?
Carol: Lei mi sfinisce… Certo che succede… altroché.
Larry: E lui è vestito da postino o potrebbe essere non so… uno scrittore.
Carol: Mi trova impreparata, non guardo mai come è vestito, ma le posso dire che ha le mani grandi e forti. I suoi baci sono molto caldi e soprattutto non mi dà mai tempo di riflettere. Vengo semplicemente coinvolta.
Larry: Vuole dire travolta?
Carol: Oh sì, travolta è la parola giusta.
Larry: Lei porta quel cappello rosso, vero?
Carol: Anche il rossetto dello stesso colore.
Larry: Immagino che lei all’inizio lo rifiuti però.
Carol: Lei è uno scrittore sa come funzionano queste cose.
Larry: Non perché lei non voglia, ma credo sia nelle dinamiche mentali di una donna non essere subito disponibile o forse anche perché è cosciente che l’attesa alimenta a dismisura il desiderio.
Carol: Non sono cosciente, altrimenti non lo farei.
Larry: Lei non vorrebbe, ma poi si arrende al suo desiderio e a quel vigore. In questa stanza vero? Le scale ed il letto la comprometterebbero troppo.
Carol: Mi darebbero modo di pensare… Invece succede tutto all’improvviso e in pochi istanti.
Larry: Lei lo sa vero che ora io potrei alzarmi, chiudere le tapparelle, impedire alla signora Simpson di spiarci e avvicinarmi a lei.
Carol: Lo sapevo fin da quando mi ha detto della macchina in panne, quando l’ho fatta entrare, quando le versavo il thè, quando ha stappato le due bottiglie di birra, quando mi ha detto che le piacevo, che ero bella…
Larry: Quindi anche io sono prevedibile…
Carol: Come tutti gli uomini…

LUI SI ALZA.
Carol: La prego, non si avvicini.
Larry: E perché mai? Potrei essere evanescente e travolgente come nel sogno.
Carol: Il sogno non rispetta i tempi, ma l’Assistenza sì!
Larry: Mi sta dicendo che ho perso l’occasione?
Carol: È lei che lo sta dicendo!
Larry: È colpa mia vero?
Carol: Quando si mette troppa acqua il brodo diventa insipido.
Larry: Parlo troppo?
Carol: Lei è uno scrittore, ma se mi permette posso dirle che se ne intende poco di donne.
Larry: Potrei tornare più tardi, cenare a lume di candela e passare con lei una meravigliosa serata.
Carol: Le ho appena confidato che nel sogno succede così tutto all’improvviso e senza costruzione.
Larry: Ma la realtà è diversa.
Carol: Ora capisce perché avviene solo nei sogni.
Larry: Immagino che con ci siano altre condizioni per le quali una donna sposata si lasci andare.
Carol: Già. Una donna ha bisogno di un pretesto oppure di nessun pretesto, ma in quel caso non deve pensare…
Larry: La macchina in panne non è un pretesto?
Carol: Per lei altroché…

I DUE ORA SONO IN PIEDI. LEI E’ APPOGGIATA AL FRIGORIFERO. LUI SI AVVICINA. LE PRENDE LA MANO.
Larry: Tra cinque minuti arriverà l’assistenza.
Carol: Allora non aspetti ancora. Non mi dia modo di pensare.
Larry: Ne è sicura?
Carol: Mi baci la prego.
Larry: Un unico bacio senza alcun seguito?
Carol: Unico e intenso.
Larry: A cosa servirebbe?
Carol: Forse a niente, ma la prego, lo faccia, saranno i cinque minuti più belli della mia vita.

LUI LA STRINGE, POI AVVICINA LE SUE LABBRA. LEI LO TIRA A SE’ E SI CONFONDONO IN UN BACIO LUNGO E PASSIONALE. LA DONNA SI LASCIA ANDARE. LE MANI DI LUI STRINGONO IL SENO, LEI LO AIUTA, SLACCIA DUE BOTTONI, GEME, LO PREGA DI NON SMETTERE. E’ UN LUNGO BACIO, UN SOLO BACIO, LE LABBRA SI FONDONO, IL DESIDERIO SALE, LE GAMBE TREMANO, IL RESPIRO DI LEI DIVENTA SEMPRE PIU’ CALDO, AFFANNOSO, ACCOGLIENTE, SUSSURRA PAROLE INCOMPRENSIBILI, FINCHE’ UN GEMITO PIU’ FORTE LA FA SUSSULTARE. LUI VORREBBE ANCORA, FA PER INGINOCCHIARSI, MA LEI LO FERMA, SI SPOSTA DI LATO, COPRE IL SUO SENO E RESPIRA PROFONDAMENTE.
Larry: Sei fantastica Carol.
Carol: Anche tu! Quasi non respiravo.
Larry: Un unico bacio durato esattamente cinque minuti. Mai ricevuto un bacio così.
Carol: Neanche io.
Larry: Aveva il sapore intenso del desiderio e quello amaro di qualcosa di non avuto.
Carol: Non dire così, alle volte un unico bacio arriva diretto al cuore e prima di ogni altro appagamento.
Larry: Ma io vorrei averti.
Carol: Mi hai già avuta.

FUORI INTANTO SI SENTONO I RUMORI DEL CARRO ATTREZZI.
Carol: Credo che ora tu debba andare. Non dimenticare il cappello.
Larry: Non devo lasciare tracce vero?
Carol: Oh quelle le hai lasciate eccome!
Larry: Grazie davvero per tutto.
Carol: Ora ho solo una certezza, non dimenticherò mai questo bacio.

L’UOMO RIMETTE IL CAPPELLO
Larry: Chissà forse ci rincontreremo… Un giorno…
Carol: Non sarebbe la stessa cosa…





FINE










Il racconto è frutto di fantasia.
Ogni riferimento a persone e fatti
realmente accaduti è puramente casuale.


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