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CINEMA PASSIONE
Intervista impossibile a


Teresa Rolfe
La protagonista di "La chiave"
L'IPOCRISIA BORGHESE
Marito e moglie, per riaccendere la loro alcova, chiudono i loro diari in un cassetto mettendo la chiave in bella vista in modo che il partner legga le proprie fantasie più erotiche e inconfessabili
LA CHIAVE (1983)




 
.Signora Teresa ci racconta la sua storia?
Siamo a Venezia nel 1940, durante il periodo fascista e poco prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Sono sposata col professore Nino Rolfe, di origini inglesi e direttore della Biennale d’Arte. Io invece gestisco una pensioncina nel cuore della città.

Lei è una bellissima donna vero?
Mio marito è molto più anziano di me e il nostro rapporto coniugale si è da tempo assopito. Del resto io sono ancora alla ricerca del mio io nel rapporto sessuale, per cui, per riaccendere la nostra alcova, mio marito vorrebbe che io fossi meno pudica nel sesso e lo fa mettendomi al corrente delle sue fantasie e delle sue perversioni che lui scrive in un diario segreto tenuto in un cassetto.

Perché la sua vicenda si intitola la chiave?
La chiave citata fa riferimento alla chiave del cassetto dove mio marito conserva il proprio diario. Un giorno lui lascia di proposito quella chiave in bella vista sul pavimento del suo studio, con la velata speranza che io, approfittandone, legga segretamente il diario e mi comporti poi secondo le sue aspettative.

Quindi immagino che lei trovi quella famosa chiave…
Esatto, trovo la chiave, apro il cassetto e m’impossesso del diario. Lo leggo e quella lettura quasi morbosa mi spinge a scrivere il mio diario in cui confesso tutta la mia passione amorosa e gli inganni che consumo insieme a Laszlo, il giovane fidanzato ungherese di mia figlia Lisa.

Quindi fa in modo che lui lo legga…
In quei diari riveliamo la nostra natura più profonda e il gioco va così oltre che stabiliamo tra noi un vero e proprio dialogo perverso attraverso i nostri diari. Grazie a queste reciproche confessioni ritroviamo una meravigliosa intesa sessuale.

Ma suo marito non è geloso?
Assolutamente sì, ma è proprio quella gelosia che dà nuova linfa e vigore al nostro rapporto. Anzi tende a favorire quell’attrazione che io provo per il giovane fidanzato di nostra figlia rendendosi conto che quella gelosia è il miglior afrodisiaco alla sua declinante virilità.

Qui però succede qualcosa di non previsto.
Durante l'ennesimo gioco sessuale in cui ci abbandoniamo avidamente, mio marito rimane vittima d'un ictus che dapprima lo lascia paralizzato, ma che poi lo condurrà alla morte definitiva, provocata indirettamente da mia figlia, la quale legge al padre le pagine più scabrose del diario sui miei tradimenti con il suo fidanzato Laszlo. Il funerale in gondola di mio marito avviene proprio mentre Mussolini, il 10 giugno 1940, annuncia dal balcone di Palazzo Venezia l'entrata in guerra dell'Italia.

Il film di Tinto Brass sulla sua vicenda ebbe un ottimo successo vero?
Il film venne distribuito dalla Gaumont nelle sale cinematografiche italiane il 19 ottobre del 1983 e oltre ad essere il maggior film di successo del regista veneziano risultò essere il secondo maggiore incasso in Italia di quella stagione preceduto solamente da Flashdance. Il film non mancò di suscitare scandalo ed accesi dibattiti da parte della critica. Ricevette giudizi contrastanti, ma ancora oggi viene considerata da molti la pellicola più riuscita di Brass.

Non è una storia originale vero?
No, la vicenda è basata sul romanzo omonimo dello scrittore giapponese Jun'ichirō Tanizaki del 1956, già portato sullo schermo da Kon Ichikawa nel 1959.

Lei nella pellicola è impersonata da Stefania Sandrelli.
Mi ci sono ritrovata in ogni dettaglio e devo dire che Stefania, nella mia parte, è stata a dir poco fantastica per la sua bravura e per quel corpo burroso e invitante aggraziato da una meravigliosa lingerie.

Lo sa che è uno dei film italiani più tagliato e censurato?
La vicenda è imperniata sulla classica struttura familiare e intima di marito, moglie, figlia e fidanzato per cui secondo me a far scalpore non sono tanto le scene erotiche quanto l’ipocrisia borghese di quei mariti che mai confesserebbero il loro reale desiderio di vedere le proprie mogli maggiormente spregiudicate al punto di desiderarle nelle braccia di parenti, amici o perfetti sconosciuti utilizzati per il loro piacere più recondito. E non a caso mio marito rimane vittima del suo stesso piacere ovvero quello più intenso, paradisiaco e ineffabile che la morale borghese tende in tutti i modi a soffocare o quanto meno a limitare con quella legge non scritta che si chiama morale.
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Titolo originale:
La chiave
Paese di produzione Italia
Anno 1983
Durata 116 min
Genere erotico, drammatico, storico
Regia Tinto Brass
Soggetto Jun'ichirō Tanizaki
Sceneggiatura Tinto Brass
Produttore Giovanni Bertolucci
Musiche Ennio Morricone
Distribuzione: GAUMONT
Vietato 18

Interpreti e personaggi
Frank Finlay: prof. Nino Rolfe
Stefania Sandrelli: Teresa Rolfe
Franco Branciaroli: Laszlo Apony
Barbara Cupisti: Lisa Rolfe
Maria Grazia Bon: Giulietta
Ugo Tognazzi: ubriaco
Ricky Tognazzi: studente

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ARTICOLO A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
FONTI:
https://it.wikipedia.org/wiki/La_chiave_(film_1983)
https://www.mymovies.it/film/1983/la-chiave/
https://www.cinematografo.it/cinedatabase/film/la-chiave/15843/

FOTO GOOGLE IMAGE


 




 







 
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