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GIALLO PASSIONE
Intervista Impossibile
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Erika Irrgang
L’amante di Celine



Mi ripeteva spesso di superare i limiti della mia coscienza così da diventare viziosa sessualmente: “È una cosa che aiuta molto e libera dal romanticismo, la peggiore delle debolezze femminili e delle debolezze tedesche soprattutto. Devi imparare a fare l'amore da dietro. È una cosa che aiuta tantissimo a far contenti gli uomini senza alcun rischio. Davanti è una rovina!"…
 

Madame può presentarsi?
Ero una studentessa tedesca, vivevo a Berlino, poi sono diventata giornalista e romanziera.

Lei è famosa per essere stata una delle amanti di Louis-Ferdinand Celine…
Un viaggio al termine della notte, lo incontrai a Parigi, era il 1935.

Chi era Louis-Ferdinand Celine?
In realtà lui si chiamava Louis Ferdinand ed era un medico francese poi si dedicò alla scrittura usando il nome della nonna materna. Era un uomo che amava le donne in maniera viscerale, donne di carattere, belle, intelligenti, istruite, meglio se ballerine e senza per questo essere un volgare Dongiovanni. Per conquistarle era disposto a cambiare opinione ed assecondarle fino al talamo.

Non era la sola ad avere le sue attenzioni, vero?
Beh no, non mi sono mai illusa per questo. Oltre a me c’erano Eveline Pollet, letterata belga; Karen Marie Jensen, ballerina danese e la sua preferita; Lucienne Deforge, pianista francese, e la giornalista Elisabeth Porquerol l'unica con la quale non ebbe relazione amorosa.

Un corteggiatore seriale…
Era perverso in tutto, vittima delle proprie pulsioni, anche nel mostrare carinerie, perché il suo scopo principale restava quello portarsi a letto la femmina ad ogni costo. Ma era anche un tipo pieno di fascino per cui molte di noi non resistevano alle sue avance.

Cosa le diceva?
A quel tempo abitavamo insieme a in rue Lepic, ai piedi di Montmartre, ossessionato dal gioco della passione mi ripeteva spesso di superare i limiti della mia coscienza così da diventare viziosa sessualmente: “È una cosa che aiuta molto e libera dal romanticismo, la peggiore delle debolezze femminili e delle debolezze tedesche soprattutto. Devi imparare a fare l'amore da dietro. È una cosa che aiuta tantissimo a far contenti gli uomini senza alcun rischio. Davanti è una rovina!"

Era angosciato dal fatto che una delle sue amanti potesse rimanere incinta, vero?
Era una sua costante, ma secondo me più dell’angoscia di mettere al mondo figli si preoccupava maggiormente del suo piacere illimitato e della sua ostinazione di volere ciò che alcune donne rifiutavano ovvero quello di fare l’amore in modo diciamo improprio.

Poi vi siete incontrati anche in altre parti d’Europa…
A Parigi trascorremmo alcune settimane poi ci siamo visti a Breslavia, a Berlino e a Cambridge. Quando lo conobbi aveva trentotto anni, prima di vederci ci fu tra noi un grande scambio epistolare, forse, tramite quelle lettere, si era fatto un’opinione sbagliata di me, ovvero che fossi in tutto e per tutto la sua anima gemella, inquieta, intraprendente e un po' perversa…

Lei lo assecondava?
Il nostro rapporto era una specie di gioco, in cui lui per avere la minima possibilità di vincere lottava con durezza e furbizia, ma devo dargli atto che non usò mai la furbizia, insomma non disse mai di amarmi.

Perché definisce quell’incontro il "viaggio al termine della notte", prendendo in prestito il libro di Celine?
Perché andavamo in giro per le strade notturne di quartieri malfamati. E puntualmente Louis si metteva a parlare con vecchi ubriaconi e prostitute malate. Essendo medico si sentiva in obbligo di aiutare quegli avanzi di società dando loro delle ricette e a volte un ricovero in un dormitorio municipale. Dopo però, quando rimanevamo soli mi faceva una conferenza sull'inutilità di aiutare la povera gente descrivendola con dei dettagli orrendi. Fui molto colpita da queste escursioni notturne. Credo che lo facesse per me, come esempio, per mostrarmi come fosse importante prendere le distanze dalla vita sulla strada.

E le altre amiche?
Con loro ha avuto avventure brevi, ma non le ha mai lasciate. Ripeto la sua grande aspirazione era portarle a letto, ma prima dava il meglio di se stesso scopando ciascuna di loro attraverso le lettere.

Ma lui in realtà era sposato…
Aveva sposato Edith Follet, nel 1919, ma lei era sempre rimasta in Bretagna. Posso dire però che il suo grande amore fu Elizabeth Craig, si erano conosciuti nel 1926 in una libreria di Ginevra. Elizabeth veniva dall'America, da Los Angeles. Era una ballerina di New York, nel celebre spettacolo Ziegfeld Follies, poi arrivò in Europa per seguire corsi di danza a Parigi. Elizabeth al tempo aveva ventiquattro anni. Emanava ardore, femminilità e spregiudicatezza. Per lei Céline perse la testa. Lei lo seguì fino a Parigi e vissero insieme fino al giugno 1933. Poi subentrai io… anche perché Céline, nonostante la passione per la bella americana, non perse mai il suo "vizio": una, due, tre donne contemporaneamente e tutto alla luce del sole. Più volte mi manifestò il desiderio di fare l’amore insieme a loro.

E dopo di lei?
Ci fu una certa N. un’ebrea austriaca, insegnate di ginnastica a Vienna. Lei amava la psicoanalisi e venne affascinata da Celine quando lui le confidò: “M'attraggono molto le perversioni. Bisognerà pure che si vada a letto tutti insieme un giorno o l'altro. Del resto sono andato a letto con quasi tutte le donne attraenti che conosco. E lei, modestamente, lo sa bene. Per me è solo una conversazione più sincera di altre, una conversazione sui culi.” Lei era fidanzata, ma Celine non desistette: “Spero che il suo nuovo amore non le impedisca di dedicarmi un po' di tempo... Se non può evitare di riceverlo, starò volentieri nella stanza accanto. Anche questa cosa mi fa molto piacere. Tutto mi fa piacere. Dal momento che mi diverto e imparo... Si diverta pensando a me. Si possono amare molte persone contemporaneamente. E' una verità che quasi sempre uno scopre quando muore".

Poi?
Conobbe Evelyn Pollet, giornalista e scrittrice. Anche lei ne rimase affascinata tanto da pubblicare un libro su di lui. Non dimenticò mai i loro incontri e i relativi approcci erotici, così coinvolta che non smise mai di ricordare le sue mani intelligenti capaci di far fremere il suo corpo. Poi ci fu Karen Marie Jensen, una ballerina danese. Gli era stata presentata da Elizabeth Craig, ma lei era sposata e qui Celine manifestò tutta la sua gelosia consolandosi poi con Lucienne Delforge, una giovanissima pianista. Viaggiarono molto per l’Europa e alla fine lui se ne innamorò. Quel rapporto durò quasi un anno, ma Celine al tempo aveva già incontrato Lucette Almanzor, ballerina dell'Opéra comique, che sposò nel 1943 e con cui condivise gli ultimi venticinque anni della sua vita.








 

 
 
 



L'INTERVISTA A CURA DI ADAMO BENCIVENGA
E' STATA REALIZZATA
 GRAZIE A:
https://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/unlibroalgiorno/2016/04/12/louis-ferdinand-celine-e-le-sue-amiche_1ba77270-1445-4d10-9d02-2796af1e5902.html
https://m.dagospia.com/le-lettere-alle-amiche-di-celine-divenga-viziosa-sessualmente-impari-a-fare-l-amore-da-dietro-120056

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